Lavoro Formazione Vangelo |
Detti e annotazioni dal 24 novembre 1919, al 28 aprile 1921
"Lunedì, 24 novembre 1919, sera, ore 9,30' Nella santa Adorazione - Divozione al SS. Crocifisso, quando incominciai l'adorazione alla Piaga della Mano sinistra. Gesù disse: "Per salvare le anime, per formare nuove generazioni, si devono aprire Case di Carità per far imparare ai giovani Arti e Mestieri".
Gesù soggiunse:" Non bisogna lesinare, si richiede qualche milione".
Detti del Signore per dare mano all'opera voluta per bontà somma di Dio nostro Redentore Gesù, cioè scuole Casa di Carità Arti e Mestieri
Nome dato e voluto da Dio.
1° Detto "Ormai è ora che manifesti la mia volontà.
Voglio, disse Gesù, una Scuola Casa di Carità Arti e Mestieri" ( 2 dicembre 1919 ).
2° Detto 27 Dicembre 1919 - sera ore 9,30. "Nelle Case di Carità che si edificheranno, tutto l'andamento splenda cristianamente, cattolicamente".
3° Detto 31 Dicembre 1919.
Disse Gesù: "Dì ( loro ) che si sbrigano e non aspettino che tutto vada in sfacelo".
Questo detto è rivolto a tutti quelli che si interessano della Casa di Carità Arti e Mestieri.
Non devono lasciarsi vincere da tiepidezza. È cosa voluta da Dio.
Continua: 31 dicembre: La SS.ma Vergine si offre per protettrice della grande opera.
4° Detto Disse Gesù: "Dunque si procuri di avere un buon indirizzo per la grande opera di Casa di Carità."
Gesù si offrì di essere Lui l'indirizzo della Santa Opera.
Io gli dico: "Ma Gesù vuoi proprio essere tu il protettore?"
Gesù SS. mo Crocifisso disse queste precise parole: "Io debellerò ogni artifizio diabolico e di gente malvagia che si farà contro".
Sabato 10 Gennaio 1920 - sera ore 9,20.
5° Detto 13 Gennaio 1920 - ore 5 mattina in cella.
Maria SS.ma: "Che nessuno vada a sconsigliare l'Opera di Dio".
6° Detto Martedì 20 gennaio 1920 - sera - Gesù raccomanda ai ricchi di venire in aiuto all'Opera di Carità Arti e Mestieri.
7° Detto 30 Gennaio 1920 - sera ore 10.
Detto di Gesù Crocifisso: "Per l'opera nessuno deve rifiutarsi a costo di fare un sacrificio, e il sacrificio che faranno è sempre poco a confronto del bene che ne verrà"
8° Detto 31 Gennaio 1920 - sera ore 9,30.
Detto di Gesù Crocifisso: "Fra poco la Casa di Carità Arti e Mestieri prenderà uno sviluppo da far meravigliare".
9° Detto 5 Febbraio 1920 - ore 7 sera, nel Santuario.
Detti di Gesù: "Tu devi sempre spingerli, incoraggiarli".
10° Detto continua: "Nulla si deve cambiare; si osservi il detto del 27 Dicembre 1919, essere fedeli ai detti di Dio", detto di Gesù;
11° Detto 13 Febbraio 1920 - Gesù Sacramentato.
Il Sig. Ingegnere Sella1 mi disse di far domanda a Gesù per il sig. generale Vialardi2 se deve andare da lui per diverse ragioni.
"Sì, disse Gesù, ma non deve trascurare, né si precipiti".
12° Detto 16 Febbraio 1920 - sera ore 10 - in cella.
Detto del SS.mo Crocifisso: "Dirai all'ing. Sella di stendere pure le cose con moderazione.
Per ora fa così come hai fatto fin'ora e come lo ti conduco ogni giorno e vedrete che le cose si accomoderanno e sarete tutti contenti.
Ci vuole un po' di tempo, tutto sta che si incammini".
13° Detto 22 Febbraio 1920 - Il buon fratello Prof. Teodoreto disse di domandare a Gesù come dobbiamo rispondere al Municipio se ci fa domanda, cosa ne vogliamo fare del locale sì grande di S. Croce.
Gesù rispose: "Dicano che è per rigenerare l'Italia".
Ma, mio Gesù, sarà prudenza a dirgli subito così? Gesù disse: "Questa è la verità".
14° Detto 3 Marzo 1920 - sera ore 7 3/4 nel Santuario.
Gesù disse: "Di' ai figli che lavorino, lavorino ( lo disse due volte ), questa è la via del Paradiso".
Gesù con questo ha voluto indicare tutti quelli che si interessano della Casa di Carità e che verranno in aiuto.
15° Detto 5 Marzo 1920 - Gesù ci incoraggia e dice di ricordare la sua potenza, e ho inteso che l'opera sua verrà contraddetta.
16° Detto 7 Marzo 1920 - Appena ricevuta la santa Ostia disse Gesù distintamente: "Ciapin lo facciano fuggire".3
17° Detto 8 Marzo 1920 - "Di' un po' all'ingegnere Dematteis4 che si faccia coraggio e non si lasci stordire".
18° Detto 4 Aprile 1920 - "Si faccia premurosa cura di aprire le Case di Carità Arti e Mestieri.
Si parli ai Vescovi di questa cosa in ogni città; inculcare ai ricchi di profondere le loro ricchezze a questo scopo e non aspettare di pagare nel pericolo la loro esistenza colla morte immatura".
Dettò e comandò di segnarlo Gesù Crocifisso.
19° Detto 1 Giugno 1920
Detti di Gesù: "Quando la Casa di Carità Arti e Mestieri sarà in esecuzione farò anche prodigi, tanto per incoraggiarli".
20° Detto 2 Giugno 1920
Avanti al SS.mo Sacramento: "Non badare a quelli che sono scoraggiati perché è una fiaccola che deve sempre essere accesa". Gesù
vuoi significare che la Casa di Carità Arti e Mestieri deve sempre sussistere.
21° Detto 23 Luglio 1920 - sera ore 10.
Gesù Crocifisso prese a dire: "Questa Casa di Carità Arti e Mestieri andrà avanti di buon conto come voglio io?
Si deve sempre domandare la carità affinché vengano in aiuto".
22° Detto 30 Luglio 1920 - Venerdì in cella.
Per chi parla debolmente contro la Casa di Carità Arti e Mestieri Gesù Crocifisso disse: "Scrivi così: Non è per arricchire nessuno.
È un monumento alle anime redente col mio preziosissimo sangue.
Infine è la mia misericordia divina che vuole così".
Continua Gesù a manifestarsi nella S. Adorazione: "Nessuno vada spigolando.
Io sono Iddio, so tutto, vedo tutto. Leopoldo, faremo una cosa che farà strabiliare il mondo.
Vi sarà tempo, fatiche e anche intrighi che non fanno per noi".
Gesù dettò fin qui - 30 Luglio ore 10 di sera.
23° Detto 10 Settembre 1920 - sera ore 9 3/4. Detto di Cesù: "Di' loro che non si spaventino se di questi tempi non vengono le offerte, come si vorrebbe, per la Casa di Carità.
Ha da fare la figura di un fuoco spento, ma se mettono la mano sotto la cenere la brucia".
24° Detto "I Vescovi d'ogni città devono interessarsi per erigere le scuole di Carità Arti e Mestieri, che sarà la riforma del mondo, incominciando dalla gioventù coll'educarla cristianissimamente al volere di Dio".
Spero nel SS.mo nostro Signore Gesù Crocifisso, che il suo Vicario il S. Padre il Papa venga a conoscenza della grande opera di Dio e dica una parola.
25° Detto 11 Ottobre 1920 - sera - ore 7,30 nel Santuario.
Nelle Scuole di Carità Gesù vuole siano pure nobili e secolari ossia borghesi e Gesù aggiunge queste precise e caritatevoli parole: "Questi carissimi giovani voglio trarli tutti a me".
Detto di Gesù Sacramentato.
26° Detto 16 Ottobre 1920
Detti di Gesù Crocifisso: "Chi non crede ai miei detti crederà bene alle mie opere".
27° Detto - "Chi aspira alla vita celeste offra alla Casa di Carità Arti e Mestieri volenteroso.
Le offerte vanno in buone mani e spese in fiore di carità secondo il Cuore di Dio".
28° Detto - Gesù continua un altro detto: "Non vorrei che la Casa di Carità Arti e Mestieri venga ostacolata per opera d'uomo".
29° Detto Giovedì sera 4 Ottobre 1920.
Gesù stende la sua divina benedizione sopra le Scuole di Carità; e con Lui la sua divina Madre, sotto il titolo di Nostra Signora del Sacro Cuore di Gesù nel suo Santuario.
30° Detto - Gesù approva i documenti della Casa di Carità Arti e Mestieri messi vicino alla porticina del SS.mo Signore Crocifisso, per volere del pio Sig. Ingegnere Dematteis Filippo, professore della Casa di Carità Arti e Mestieri.
31° Detto 22 Dicembre 1920
Gesù conta sui figli suoi, sui cari giovani della Casa di Carità Arti e Mestieri, che essi pure, quando saranno fatti uomini, verranno in aiuto a portare in trionfo il santo nome di Dio per tutto il mondo.
32° Detto 17 Febbraio 1921
Gesù SS. mo Crocifisso ci esorta di nuovo di ricordare di sempre domandare la carità. Gesù soggiunse: "Digli che l'ho detto tre volte di aver fede in me, nei miei detti e fiducia nel cooperare".
33° Detto - La SS. ma Vergine con dolce accento disse: "Non è mica l'ultimo l'assalto che ebbe per il nome di Carità; delle noie ve ne saranno sempre, e tu fa come atto di distoglierti dalle mosche".
34° Detto 8 Marzo 1921 - ore 10 - sera.
Detto di Gesù Crocifisso: "Non temere, tu sei nelle mie mani e nelle mie mani sono le Scuole".
35° Detto 10 Marzo 1921 - mattino ore 6 nella S. Adorazione: "Difendimi, Leopoldo, di' loro così: che io non voglio una cosa umana.
Voglio una cosa divina. Voglio nella Casa di Carità un andamento secondo il mio cuore .
36° Detto 13 Marzo 1921 ore 10 sera nella SS. ma Adorazione.
Detti del SS.mo nostro Signore Gesù Crocifisso: "A scorno della malvagità degli uomini saranno sfasciate le loro malvagie imprese".
Nel nome santo di Dio, Gesù Crocifisso e con Lui la sua divina Madre Maria SS. ma, protettrice e direttrice della grande opera, Casa di Carità Arti e Mestieri.
Gesù SS. mo nella sua bontà e carità vuole benedire solennemente.
La sera della Santa Epifania del Signore 6 Gennaio 1921 alle ore 9,30.
Prostrato ai piedi della Croce per l'adorazione al SS. mo Crocifisso, al termine della preghiera Gesù prese a dire: "Preparati".
Io non ho compreso subito cosa voleva Gesù da me.
"Si, disse Gesù, prepara i nomi, perché io voglio dare una grande benedizione".
Oh, carità ineffabile di Dio Gesù Crocifisso.
Il Signor Cav. Dematteis mi portò i nomi per segnarli.
Gesù benedice: "Benedico la Casa di Carità Arti e Mestieri.
Benedico i Maestri dei Fratelli delle Scuole Cristiane e tutta la loro santa Congregazione sparsa per tutto il mondo.
Benedico i loro scolari e artigiani.
Benedico il cappellano Marenco di Moriondo Mons. Bernardo.
Benedico Arborio Mella Conte Alessandro, presidente.
Benedico Avogadro di Collobiano e della Motta Conte Emiliano, vice presidente.
Benedico Dematteis Ing. Professore, segretario.
Benedico Airaldi Comm. Avv. Celidonie, tesoriere.
Benedico Bosco di Ruffino Ing. Aleramo consigliere.
Benedico Bonacossa Prof. Ing. Alessandro.
Benedico Buscagliene Ing. Cav.Silvio.
Benedico Della Chiesa di Cervignasco Nob.Cav.Norberto.
Benedico Gianotti Barone Romano.
Benedico Rovasenda di Rovasenda Marchese Amedeo.
Benedico Ruffoni Ing. Enrico.
Benedico Sella Comm. Ing. Rodolfo.
Benedico Sella Cav. Avv. Riccardo.
Benedico Fratel Teodoreto Prof. Garberoglio.
Benedico Vialardi di Sandigliano Comm. Gen. Tommaso.
Benedico Zambelli Comm. Andrea.
Benedico Fratel Isidoro Prof. Molinarl - direttore.
Benedico il Comitato Esecutivo e tutti quelli che verranno dopo di loro.
Benedico il Comitato Onorario e tutti quelli che si interessano per la Casa di Carità Arti e Mestieri.
Benedico tutti i Benefattori e Benefattrici.
Benedico anche le loro Famiglie".
La benedizione di Dio Gesù Crocifisso avvenne Domenica 6 gennaio 1921, mattino ore 9,30.
La sera poi alle ore 6,30 porto lo scritto nel Santuario, vicino alla porticina del Santo Tabernacolo ove si conserva il SS. mo Sacramento, affinché il buon Gesù compisse vieppiù il suo divin volere.
Siano rese grazie a Dio ora e sempre.
Questa volta il Signore ci fa dolce rimprovero.
Fra i nomi che hanno fatto domanda vi sono sempre state piccole difficoltà ( di scelta ).
Questa sera 11 gennaio 1921 alle ore 9,10 minuti, pregai il SS.mo Crocifisso a voler dirmi il nome da imporre riguardo alla Scuola.
Il SS. mo nostro Signore Gesù Crocifisso disse di mettere Casa di Carità Arti e Mestieri.
"Digli che questi nomi non l'hanno mica da portarli sulle spalle".
Secondo me ai detti del Signore non si dovrebbe cambiare sillaba.
Loro intendono di mettere Scuola invece di Casa, e glielo ho detto a Gesù.
"Sì lo facciano pure, ma intanto i ricchi, se vogliono mettere i loro figli domanderanno bene C.C.". F.L.O.
Perché non dare subito valore e fede ai detti inestimabili di Dio?
Qui non c'entra opera umana.
18 Marzo 1921 - Vigilia di S. Giuseppe. "Leopoldo fa coraggio, le cose si aggiusteranno secondo il cuore del mio figlio e mio, che anch'io sono la direttrice e protettrice dell'opera di Carità".
Una parte del Comitato si è opposta al nome dato da nostro Signore SS.mo Gesù Crocifisso.
Martedì 29 Marzo 1921 - sera - ore 6,30
Il mio buon padre Guardiano, padre Vittorio de Laurenti, mi chiamò a sé e mi disse: "Dica un po', vanno sparlando di lei; avrei bisogno di sapere come sono queste cose per poterla difendere.
È vero che lei ha voluto dare il nome alle scuole dirette dai Fratelli?"-
"Ma padre Guardiano, io ho voluto seguire il volere di Dio, Gesù Crocifisso". -
"Ma lei poteva dirlo senza dire che era il Signore".
"Ma se così è volontà di Dio".
Nei quaderni Gesù manifesta che ciò che verrà, cadrà tutto sulle mie spalle, cioè sopra di me.
Ora si è sciolto un vero vespaio, pazienza, siano pure contro di me, usino pure delle malvagità; sono peccatore; ma trattare Gesù, mio dolce Gesù con modi ben poco di rispetto, ciò mi addolora molto.
Giovedì 28 Aprile 1921 - sera - ore 10,30
Il Signor Direttore Fratel Isidoro di Maria, mi fece fare domanda a Gesù se debbono far pagare i giovani per le scuole di Carità Arti e Mestieri.
Facendo la S. Adorazione, finito la preghiera della sacra piaga della mano destra. Gesù prese a dire: "Se stanno ai detti che sono preparati tutto andrà bene, ma se vogliono fare diversamente, si lamentano dopo.
È compreso tutto, scuole e Arti e Mestieri.
Quelli che vogliono dare, li prendine pure, non a scopo di paga, ma di carità.
Sta tranquillo Leopoldo ne verrà di più l'aiuto così, che se li dovessi far pagare". Detti di Gesù Crocifisso.
Capitolo XVIII - Casa di Carità Arti e Mestieri
Capitolo XXIII - La fioritura delle opere
Nuovo terreno della scuola festiva e serale
Presentazione della Casa di Carità Arti e Mestieri
( a cura di D. Conti e fr. Secondino Scaglione ) Novembre 1979 ( aggiornata nell'aprile 1994 )
L'insegna è programmatica e dichiara l'animazione, il clima e gli intendimenti costitutivi dell'Opera.
L'Opera in quanto Casa di Carità ripropone il valore fondamentale della carità di Cristo, ritrovando in essa il principio e il senso della rigenerazione e della comunione universali e della trasformazione del mondo del lavoro e della società.
Perciò l'Opera si radica nel Signore Gesù che attira a sé tutti gli uomini, le loro attività, le loro speranze e il loro impegno per una vita migliore e per un mondo più giusto e solidale.
L'Opera è Casa perché deve esprimersi in rapporti di reale condivisione e fraterna solidarietà attuandosi in modo comunitario e partecipato con l'apporto di tutte le sue componenti: docenti, allievi ed ex allievi, famiglie.
L'Opera è aperta a tutti coloro che intendono collaborarvi in proporzione delle possibilità e dei talenti.
In quanto tale l'Opera si costituisce come nucleo al centro di un vasto movimento aperto alla società nel suo complesso e ai vari ambiti in cui si articola e si esprime la vita.
L'Opera è volta alle Arti e Mestieri perché mira a riaffermare il valore e la funzione della professionalità come autentica manifestazione culturale mediante il lavoro e come riferimento essenziale per una nuova forma di lavoro; un nuovo modo di produrre, per un nuovo modo di sviluppo della società.
L'Opera è tipicamente lasalliana e ripropone, al mondo di oggi, la fecondità del carisma del Santo de La Salle.
L'Opera si fonda sul carisma e sulla tradizione lasalliana, riproponendone orientamenti, esperienze e prospettive.
In quanto tale, l'Opera ripropone l'universale validità del radicamento nel mistero del Cristo crocifisso e risorto per la realizzazione di valori atti a definire strategie educative e formative necessarie per rispondere ai bisogni e alle attese dell'uomo nella società e della società in cui l'uomo vive.
Secondo questo orientamento viene riaffermata l'esigenza di un rapporto organico e dinamico tra Centri di formazione e società, tra iniziativa educativo - formativa e comunità ecclesiale.
Tale rapporto è inglobato nell'obiettivo formativo fondamentale dell'Opera costituito dall'inserimento o dal reinserimento dinamico, vale a dire in quanto soggetti, dei giovani e dei lavoratori nella realtà lavorativo - produttiva e sociale e nella realtà ecclesiale.
In questo senso viene configurata la rilevanza fortemente "professionalizzante" dell'obiettivo formativo ed educativo dell'Opera.
Parimenti, viene riaffermata la laicità del Centro di Formazione Professionale e degli educatori che vi partecipano, assumendo come punto di riferimento le intuizioni del Santo de La Salle che con arditezza profetica propone ai suoi laici la partecipazione all'ufficio sacerdotale, regale e profetico di Cristo nel e mediante il loro impegno professionale, fra evangelizzazione e promozione umana in vista di obiettivi, indisgiungibilmente congiunti, di pienezza cristiana e di servizio educativo e formativo.
Secondo la concezione lasalliana l'ambiente formativo si produce come comunità educante, come "sistema" e "processo" educativo - formativi.
Come tale richiede l'attiva partecipazione, nella distinzione e integrazione dei ruoli, di tutte le sue componenti per lo sviluppo delle strutture e delle metodologie formative in stretto rapporto con la realtà sociale e territoriale.
La proposta e l'esercizio della carità di Cristo sono essenziali come fondamento, animazione e punto di riferimento per la autenticità e l'efficacia del processo professionalizzante inteso come fatto educativo.
La professionalità dunque, come fatto educativo non si pone unicamente per soddisfare esigenze, sia pure imprescindibili, di necessità o di convenienze economiche e sociali.
Essa si pone come fattore di rapporti e di relazioni interindividuali e sociali conformi alla dignità della persona umana, alla sua non riducibilità, pur appartenendovi, al mondo, alla società, alla storia, ma chiamata alla comunione con Dio e in Dio.
1699 S. Giovanni Battista de La Salle fonda a Parigi, nella Parrocchia di S. Sulpizio una scuola domenicale che chiama "Accademia cristiana" per la formazione professionale di tipo commerciale, industriale, agricolo e artistico degli artigiani e degli operai, desiderosi di perfezionare la loro cultura intellettuale e di migliorare così la loro situazione sociale.
1705 S. Giovanni Battista de La Salle fonda una eguale scuola a Rouen di tipo commerciale e agricolo.
Sull'esempio del loro Santo Fondatore i Fratelli delle Scuole Cristiane aprono scuole diurne, festive, serali per la formazione professionale degli artigiani e degli operai, in ogni parte del mondo in cui portano la loro opera.
1829 Ottobre: giungono a Torino dalla Francia i primi 4 Fratelli per iniziare la loro missione presso i fanciulli della città nelle scuole Municipali a loro affidate: le scuole iniziano nel gennaio 1830.
1831 Ottobre: i Fratelli iniziano a Torino, accanto alle scuole elementari, una scuola festiva per operai.
1846 Gennaio: inizia in Contrada delle Resine, presso la Scuola dei Fratelli di S. Pelagia, la prima scuola serale in Torino e in Italia, per gli artigiani e gli operai "per migliorare la condizione delle classi industriose del popolo, col somministrare a coloro che per la loro età adulta e i giornalieri lavori non possono frequentare le scuole elementari, un mezzo comodo di acquistare le cognizioni più necessarie per l'esercizio delle arti e mestieri". ( Dal Manifesto del 3 dicembre 1845 ).
1847 18 febbraio: inaugurazione a Pinerolo della scuola serale e festiva ad opera dei Fratelli.
Così avviene negli anni successivi a Susa, Vercelli, Vigevano, Acqui.
1849 17 dicembre: il Municipio di Torino istituisce esso pure Scuole serali e le affida ai Fratelli, proclamandole "Scuole serali modello".
Nell'ottobre 1850 le classi sono 10.
1904 La legislazione laicista propugnata dal Combes provoca la chiusura di tutte le opere educative cattoliche e lo scioglimento di tutte le Congregazioni religiose che vi si dedicano.
1906 Fr. Teodoreto frequenta il secondo noviziato presso la Casa Generalizia dei Fratelli, trasferita da Parigi a Lembeq-lez-Halles nel Belgio.
Ai Fratelli viene raccomandato di lavorare alla formazione di un laicato cattolico militante dando continuità e sviluppo al processo educativo operato dalle Scuole Cristiane mediante fatti associativi specifici. Fr. Teodoreto concepisce l'idea di organizzare una associazione intesa ad aiutare i giovani a realizzare nel mondo, nella concretezza dei loro ambienti professionali, familiari e civili, una vita intensamente cristiana e catechisticamente operante.
1911 Avviene il primo incontro di Fratel Teodoreto con Fra Leopoldo, francescano laico.
La comunione spirituale dei due Servi di Dio costituirà il terreno fecondo dal quale fioriranno iniziative e opere tra cui la stessa Casa di Carità Arti e Mestieri, destinate a ripresentare al mondo di oggi la centralità operante del Cristo crocifisso e perciò risorto ( Ap 22,13 ).
1914 9 maggio: Fratel Teodoreto delle Scuole Cristiane ottiene dal Card. Agostino Richelmy, Vescovo di Torino, che venga canonicamente eretta l'Unione del SS. Crocifisso.
Vi partecipano giovani allievi ed ex allievi delle Scuole Cristiane, ai quali presto si aggregano giovani di diversa provenienza.
I giovani dell'Unione incentrano la loro formazione nel Cristo Crocifisso e perciò Risorto, in Colui che ha affermato di sé: "Allorquando sarò innalzato da terra attirerò tutti a me" ( Gv 12,32 ).
Via via si sviluppano partecipazioni sempre più vaste ai catechismi parrocchiali, a varie forme di educazione e formazione per giovani, specie se appartenenti agli strati popolari.
1914 17 maggio: in via delle Resine 14, presso le Scuole di S. Pelagia dei Fratelli viene inaugurata l'Unione del SS. Crocifisso.
1919 24 novembre: Fra Leopoldo o.f.m. riporta nel suo Diario quanto gli ha ispirato Gesù Crocifisso: "Per salvare le anime, per formare nuove generazioni, si devono aprire Case di Carità per far imparare ai giovani Arti e Mestieri".
1920 18 ottobre: i Catechisti dell'Unione del SS. Crocifisso collaborano con i Fratelli di S. Pelagia nella Scuola serale di formazione professionale di tipo industriale.
1925 Ottobre: i Catechisti aprono una scuola festiva di formazione professionale a Poirino e a Torino presso la Parrocchia di N. S. della Pace, alla Barriera di Milano.
1928 Ottobre: l'Opera si estende tanto che è necessario trovare un locale più ampio e i Catechisti trasferiscono la Scuola Festiva in via Feletto 8.
1929 Ottobre: nello stabile di via Feletto 8, acquistato dai Catechisti e adattato al suo scopo, viene inaugurata la "Casa di Carità - Scuola professionale Festiva e Serale" per operai.
1933 23 giugno: il Card. Maurilio Fossati, vescovo di Torino, erige canonicamente l' "Unione Catechisti del SS. Crocifisso e di Maria SS. Immacolata".
1948 13 maggio: nella sede di via Feletto 8, si iniziano i corsi diurni teorici - pratici e il Centro viene denominato "Casa di Carità Arti e Mestieri".
1948 24 giugno: l' "Unione Catechisti del SS. Crocifisso e di Maria SS. Immacolata" viene canonicamente eretta in Istituto Secolare dal Card. Maurilio Fossati.
1950 Ottobre: a Torino in corso Benedetto Brin n. 26, viene inaugurata la nuova sede della "Casa di Carità Arti e Mestieri" dai Catechisti dell'Unione.
1953 17 ottobre: Fr. Cecilie Ughetto, successore di Fr. Teodoreto, apre a Torino presso il Collegio San Giuseppe, una Scuola Serale per operai.
Scuole Serali vengono aperte anche presso l'Istituto Arti e Mestieri di Corso Trapani 25 a Torino, a Parma e a Biella.
1962 17 maggio: a Giaveno viene inaugurata la "Casa di Carità Arti e Mestieri" intitolata a buchino e Rosetta Sertorio, promotori e benefattori dell'Opera: vi funzionano per alcuni anni corsi serali per operai.
1964 28 giugno: a Grugliasco viene inaugurato il "Centro Scolastico Ricreativo Pininfarina": la sua finalità è di essere: "Casa di Carità Arti e Mestieri".
Vi funziona per alcuni anni una Scuola serale per operai.
1969 24 novembre: la "Casa di Carità Arti e Mestieri" viene costituita in Ente giuridico autonomo in forma di Associazione: ne sono Soci Fondatori l'Unione Catechisti del SS. Crocifisso e di Maria SS. Immacolata e la Provincia Religiosa di Torino dei Fratelli delle Scuole Cristiane.
1974 1 ottobre: a Grugliasco viene aperta una Sezione della Casa di Carità Arti e Mestieri con i corsi diurni e serali: di essa è programmato un graduale sviluppo fino al completamento dei corsi.
1991 Viene aperta una sede della Casa di Carità Arti e Mestieri a Romano d'Ezzelino ( Vicenza ), presso la Villa S. Maria dei Fratelli delle Scuole Cristiane.
I primi corsi, definiti dopo opportuni contatti con gli Enti e gli operatori del territorio e la Regione Veneto, sono diurni e preserali e interessano qualifiche professionali relative al CAD/CAM e al Controllo Numerico, secondo le esigenze dell'automazione presso le piccole e medie industrie.
1993 La Casa di Carità Arti e Mestieri gestisce in proprio, su richiesta del Parroco e del Vescovo della Diocesi, il Centro di formazione professionale "Oratorio Votivo" di Ovada ( Alessandria ).
Tale sede annovera corsi di primo livello e post-diploma, rivolti alle esigenze professionali dell'automazione e dell'amministrazione informatizzata.
La proposta formativa della Casa di Carità Arti e Mestieri trova il suo fondamento e la sua ispirazione nel messaggio espresso sinteticamente dall'insegna programmatica di Casa di Carità Arti e Mestieri.
La proposta formativa della Casa di Carità Arti e Mestieri è il frutto di una continua ricerca, di una costante elaborazione e sperimentazione, che alla luce del messaggio dell'Opera procede a interpretare e a corrispondere ai bisogni e alle esigenze umane e sociali emergenti dal mondo del lavoro, dai giovani, dai lavoratori.
Nel piano di superamento dell'inadeguatezza e disfunzione dei sistemi formativi in atto e delle crisi e contraddizioni della società, l'Opera propone di assumere come punto di riferimento la professionalità delle nuove generazioni, dei lavoratori.
L'Opera infatti assume come intento dominante la professionalità, come fattore ed espressione di evangelizzazione e di promozione umana, di libertà e di socialità, di sviluppo globale nella solidarietà, per la partecipazione e cooperazione.
Su questa base la Casa di Carità opera in riferimento alla dimensione politica economica sociale spirituale e culturale pedagogica e didattica.
La professionalità viene proposta come concretizzazione dei diritti civili, del diritto al lavoro, alla libertà ed eguaglianza per la partecipazione alla vita politica, economica e sociale.
La generalizzazione e la qualificazione della professionalità viene considerata come misura del livello di vita civile e democratica.
La salvaguardia della professionalità con il relativo potenziamento deve operare contestualmente per adozione dei provvedimenti di programmazione sia globali che settoriali.
Solo così si sviluppa una politica attiva del lavoro capace di concorrere a formare la stessa domanda di lavoro nei suoi aspetti localizzativi, tecnologici, economici, organizzativi e gestionali.
La professionalità viene propugnata come punto di riferimento per uno sviluppo economico basato sulla valorizzazione delle risorse umane secondo criteri di produttività globale, nell'intento di superare le condizioni di sottosviluppo, di sottoccupazione, disoccupazione e obsolescenza della forza - lavoro: fenomeni che costituiscono un fatto non solo umanamente e socialmente inaccettabile, ma anche deleterio dal punto di vista economico.
La professionalità viene assunta come fattore di correlazione delle funzioni dell'uomo in ordine alla vita economica ( produttore, lavoratore, distributore, consumatore ).
Ciò al fine di riaffermare, nel concreto del fatto formativo, che nell'uomo e per il dover essere dell'uomo, la vita economica trova il suo fondamento, la sua funzione, il suo significato.
La professionalità tende a interessare organicamente tutti i settori tutti i livelli e gradi di attività lavorative e ogni forma di lavoro dipendente e autonomo in un quadro culturalmente organico nella diversità dei ruoli e delle funzioni, per rendere possibile con l'interscambio tra i livelli e tipi professionali e la mobilità professionale, la ricostruzione di un tessuto di valori e di linguaggi che esprima e consenta quella identità e unità di popolo senza la quale tutto degenera e si corrompe nelle conflittualità radicali, nello spirito di sopraffazione o di indifferenza, nello sfruttamento e nell'emarginazione anche se operanti con forme diverse e magari contrapposte.
La professionalità tende a modificare in modo dinamico e progressivo i rapporti e l'organizzazione del lavoro e il modo di produrre verso forme di partecipazione e cooperazione che promuovano l'essere soggetto di cultura e di vita mediante l'essere soggetto del lavoro produttivo di beni e di servizi.
La professionalità viene proposta come apertura sulla totalità, come espressione manifestativa della persona e della sua socialità che si attualizza e si costruisce mediante il fatto lavorativo produttivo nel porre e realizzare ogni cosa in relazione al tutto, nel riproporre e riaffermare il tutto operando e costruendo ogni cosa.
Secondo detta prospettiva sono riproposti i valori di dignità personale, di verità e di libertà, di eguaglianza nella giustizia, di sviluppo integrale e solidale, di visione organica e dinamica, di religiosità, pienezza espressiva delle realtà umane e mondane: valori che sono propri del pensiero e della prassi d'ispirazione cristiana.
La professionalità viene proposta come modo d'essere dell'uomo, che accettando ogni positività comunque presente e avvalendosi di ogni cosa, dei suoi stessi mancamenti e frustazioni e delle difficoltà che lo circondano, si sforza di governare le realtà in cui vive per servire a se stesso e al suo prossimo come singolo e come società, mediante il fatto lavorativo - produttivo operando nella comunione e in visita della comunione con la Totalità assoluta e trascendente.
La formazione professionale viene perseguita come processo educativo della persona, che libera e si appropria della sua potenzialità e afferma la sua identità e autenticità, mirando a conseguire, mediante e per rapporto al fatto lavorativo - produttivo l'unità dinamica dell'uomo con se stesso, la società, il mondo, superandone le contraddizioni e le tendenze riduttive e unilaterali.
Secondo detti orientamenti la formazione professionale mira a favorire l'essere soggetto di cultura e di vita, mediante l'essere soggetto del fatto lavorativo - produttivo di beni e di servizi.
L'obiettivo specifico è costituito dall'inserimento o dal reinserimento dinamico e dalla promozione e sviluppo della professionalità nel mondo delle attività lavorative e produttive dei giovani e dei lavoratori.
Ciò secondo i criteri della mobilità professionale, della formazione ricorrente interessanti l'arco della vita di lavoro.
Le strutture didattiche vengono definite e aggiornate in funzione dell'acquisizione di una professionalità che si esplica e si sviluppa come capacità operativa critica e progettuale, come ruolo, non come mera mansione.
Gli obiettivi ed i contenuti didattico - formativi vengono definiti nello sforzo di conseguire la effettiva capacità di svolgere un ruolo lavorativo come sviluppo progressivo di funzioni lavorative che avvalendosi delle interdipendenze e correlazioni tra i vari fattori tecnologici economici, sociali e culturali connessi con il fatto produttivo di beni e di servizi, si producono come attiva partecipazione alla realizzazione di programmi e progetti produttivi e sociali.
L'organizzazione didattica mira ad assecondare e favorire l'azione formativo - educativa come fatto comunitario, basato sull'attiva partecipazione, nella distinzione dei ruoli, di tutti i diretti soggetti del rapporto formativo - educativo specifico.
I criteri a cui ci si ispira sono quelli del lavoro interdisciplinare e di gruppo e della valutazione formativa.
L'evoluzione dell'organizzazione didattica mira a conseguire una capacità formativa interessante il Centro di formazione nel suo complesso, in corrispondenza con le mutevoli esigenze formative emergenti dalla dinamica evolutiva tecnologico - scientifica, economica e sociale.
La conquista della professionalità per la solidarietà sempre più vasta che esige, per la fortezza che richiede, per il sacrificio e la donazione che comporta, per la fecondità a cui è chiamata, si apre al mistero di morte e di resurrezione del Cristo Signore.
Lo sviluppo della professionalità, da modo di produrre dell'uomo a crescita dell'essere dell'uomo è possibile sul fondamento che è Cristo l'Uomo - Dio, che ci è stato dato perché sia la via delle nostre vie la verità delle nostre verità la vita delle nostre vite per il mistero della sua morte e risurrezione a cui partecipiamo mediante il lavoro.
La conquista della professionalità del lavoro per la professionalità della vita, incontra nel Cristo Crocifisso e Risorto, contemplato nelle sue piaghe sanguinanti e gloriose, la luce che illumina i compiti e i gesti lavorativi di potenzialità e significati nuovi verso orizzonti ultimi di verità, di libertà e di giustizia; la speranza per la costruzione definitiva dell'uomo nella riconciliazione con Dio; la forza per prodursi nel superamento dell'egoismo, come servizio; il calore vivificante della più profonda solidarietà e condivisione nell'amore; il dinamismo che tutto ricompone ed elevando unisce per la comunione totale, che costruita nel tempo, mediante l'impegno quotidiano, si celebra in pienezza nell'eternità.
Indice |
1 | Consigliere di amministrazione della Casa di Carità, membro della commissione per la compilazione del primo progetto dell'opera con fr. Teodoreto e l'ing. Dematteis. Propagatore dell'Adorazione di Gesù Crocifisso. |
2 | Gen. Tommaso Vialardi di Sandigliano, consigliere di amministrazione. |
3 | Riportiamo per completezza questo detto, anche se non siamo in grado di stabilire la connessione con il resto. |
4 | Ing. Filippo Dematteis. Segretario del consiglio di amministrazione e membro della commissione di cui alla nota 1. Membro dell'opera Associazione Perpetua Universale ( fondata dal ven. Paolo Pio Perazzo ), che aveva sede nella Parrocchia di S. Tommaso. Fra Leopoldo gli lasciò i suoi diari. |