Romani |
CEI 2008 - Audio - Interconfessionale
C. L'esempio di Abramo |
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Abramo giustificato dalla fede |
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1 Che diremo dunque di Abramo, nostro antenato secondo la carne? |
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2 Se infatti Abramo è stato giustificato per le opere, certo ha di che gloriarsi, ma non davanti a Dio. |
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3 Ora, che cosa dice la Scrittura? Abramo ebbe fede in Dio e ciò gli fu accreditato come giustizia. |
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4 A chi lavora, il salario non viene calcolato come un dono, ma come debito; | |||||
5 e chi invece non lavora, ma crede in colui che giustifica l'empio, la sua fede gli viene accreditata come giustizia. | |||||
6 Così anche Davide proclama beato l'uomo a cui Dio accredita la giustizia indipendentemente dalle opere: | |||||
7 Beati quelli le cui iniquità sono state perdonate e i peccati sono stati ricoperti; |
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8 beato l'uomo al quale il Signore non mette in conto il peccato! | |||||
Indipendentemente dalla circoncisione |
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9 Orbene, questa beatitudine riguarda chi è circonciso o anche chi non è circonciso? Noi diciamo infatti che la fede fu accreditata ad Abramo come giustizia. |
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10 Come dunque gli fu accreditata? Quando era circonciso o quando non lo era? Non certo dopo la circoncisione, ma prima. |
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11 Infatti egli ricevette il segno della circoncisione quale sigillo della giustizia derivante dalla fede che aveva già ottenuta quando non era ancora circonciso e perché anche a loro venisse accreditata la giustizia |
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12 e fosse padre anche dei circoncisi, di quelli che non solo hanno la circoncisione, ma camminano anche sulle orme della fede del nostro padre Abramo prima della sua circoncisione. | |||||
Indipendentemente dalla legge |
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13 Non infatti in virtù della legge fu data ad Abramo o alla sua discendenza la promessa di diventare erede del mondo, ma in virtù della giustizia che viene dalla fede; |
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14 poiché se diventassero eredi coloro che provengono dalla legge, sarebbe resa vana la fede e nulla la promessa. | |||||
15 La legge infatti provoca l'ira; al contrario, dove non c'è legge, non c'è nemmeno trasgressione. |
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16 Eredi quindi si diventa per la fede, perché ciò sia per grazia e così la promessa sia sicura per tutta la discendenza, non soltanto per quella che deriva dalla legge, ma anche per quella che deriva dalla fede di Abramo, il quale è padre di tutti noi. |
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17 Infatti sta scritto: Ti ho costituito padre di molti popoli; [ è nostro padre ] davanti al Dio nel quale credette, che dà vita ai morti e chiama all'esistenza le cose che ancora non esistono. |
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La fede di Abramo e la fede del cristiano. |
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18 Egli ebbe fede sperando contro ogni speranza e così divenne padre di molti popoli, come gli era stato detto: Così sarà la tua discendenza: |
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19 Egli non vacillò nella fede, pur vedendo già come morto il proprio corpo - aveva circa cento anni - e morto il seno di Sara. | |||||
20 Per la promessa di Dio non esitò con incredulità, ma si rafforzò nella fede e diede gloria a Dio, |
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21 pienamente convinto che quanto egli aveva promesso era anche capace di portarlo a compimento. |
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22 Ecco perché gli fu accreditato come giustizia. | |||||
23 E non soltanto per lui è stato scritto che gli fu accreditato come giustizia, |
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24 ma anche per noi, ai quali sarà egualmente accreditato: a noi che crediamo in colui che ha risuscitato dai morti Gesù nostro Signore, | |||||
25 il quale è stato messo a morte per i nostri peccati ed è stato risuscitato per la nostra giustificazione. |
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Indice |
4,1-12 | L'esempio di Abramo Paolo presenta la storia biblica di Abramo come conferma esemplare della sua tesi sulla giustificazione mediante la fede. 4,1 Che diremo dunque di Abramo: volg. legge: « Che diremo dunque che ha ottenuto Abramo ». - secondo la carne: il ritorno del medesimo tema, la paternità di Abramo ( vv 1.12.16-18 ), segna le tappe dell'argomentazione. |
4,2 | ha di che gloriarsi: la tradizione giudaica aveva fatto di Abramo il tipo stesso della giustificazione mediante le opere, ritenendo soprattutto la sua fedeltà e la sua costanza nelle prove ( Sap 10,5; Sir 44,20s; 1 Mac 2,52; e soprattutto Giubilei 11-12; 16,19s; ecc.; cf. ancora Gc 2,22+ e Gc 2,14+ ). Ma Paolo risale alla fede di Abramo ( Gen 12,1+ e Gen 15,6+ ) come al principio stesso della sua giustizia e delle sue onere ( cf. Eb 11,8s ). |
4,3 | Citazione di
Gen 15,6, ripresa poi al
v. 9 e al
v. 22. ciò gli fu accreditato come giustizia: grammaticalmente sono possibili diverse interpretazioni: « in virtù della fede Dio considera Abramo giusto, senza che egli lo sia realmente »; oppure: « in virtù della fede, Dio conferisce gratuitamente ad Abramo una giustizia che non ave va quando credeva »; o infine: « agli occhi di Dio, e dunque realmente, la fede si confonde in concreto con la giustizia ». Però l'insieme della dottrina paolina esclude la prima interpretazione; sembra escludere anche la seconda e si accorda perfettamente con la terza. |
4,7-8 | Citazione di Sal 32,1-2. |
4,11 | La circoncisione, secondo il racconto della Genesi, venne richiesta ad Abramo più tardi, quando la giustizia gli era già stata accreditata per la sua fede nelle promesse di Dio (
Gen 17,9-14 ). quale sigillo: la stessa parola sfragis servì ben presto a designare per analogia il battesimo cristiano, sacramento della fede ( 2 Cor 1,22; Ef 1,13; Ef 4,30; cf. Gv 6,27+; Ap 7,2-8; Ap 9,4 ). - della giustizia derivante dalla fede: alla lettera: « della giustizia della fede », cioè « di una giustizia che consiste nel credere » con fede viva ( cf. Rm 1,17+; Rm 3,27+ ). L'eredità è data non per ricompensare la fedeltà alle clausole di un contratto ( a una legge ), ma come compimento della promessa. Poiché le promesse ( Gen 12,1+ ) sono state offerte alla fede, la loro realizzazione può essere percepita e accolta solo mediante la fede nella persona e nell'opera di Gesù-Salvatore ( Gv 8,56; At 2,39; At 13,23; Rm 9,4-8; Rm 15,8; Gal 3,14-19; Ef 1,13-14; Ef 2,12; Ef 3,6; Eb 11,9-10.13; ecc. ). |
4,13-25 | Le promesse di Dio e la fede 4,13 Vedi Gen 18,18; Gen 22,17-18. Per l'eredità concessa ad Abramo mediante la promessa vedi Gal 3,15-18. |
4,15 | Nell'uomo c'è il desiderio di fare il bene, ma non la capacità di attuarlo (
Rm 7,18 ). Perciò egli trasgredisce la legge di Dio e ne provoca l'ira, cioè il suo giudizio che condanna il peccato ( Gal 3,19 ). al contrario: una variante legge: « perché ». |
4,17-18 | Citazione di
Gen 17,5 e
Gen 15,5. 4,17 le cose che ancora non esistono: come nel giorno del « fiat » creatore. Gli attributi menzionati, fra i più caratteristici dell'onnipotenza divina, preparano l'allusione del v 24 alla resurrezione del Cristo. |
4,19 | Isacco, il figlio promesso da Dio, nacque ad Abramo, ormai vecchio, dalla sposa Sara, che era sterile, cioè in una condizione che sfida ogni umana speranza. Egli non vacillò … corpo: textus receptus e volg. hanno: « Egli non vacillò nella sua fede né tenne conto del suo corpo già morto ». |
4,20 | si rafforzò nella fede: la fede è onnipotente (
Mc 9,23 ). Essa permette a Dio di esplicare in noi la propria potenza ( cf. 2 Cor 12,9-10 ). |
4,25 | In questa frase si riflette un'antica professione di fede cristiana che interpreta la morte di Gesù alla luce del testo di
Is 53,4-5.11-12. risuscitato per la nostra giustificazione: la giustizia è infatti una prima partecipazione alla vita del Cristo risorto ( Rm 6,4; Rm 8,10; ecc. ). Paolo non disgiunge mai la morte di Gesù dalla sua resurrezione. Nell'AT Dio giustifica giudicando ( Sal 9,9+ ). Nel NT sarà « giudice » nell'ultimo giorno ( Rm 2,6 ). Egli « giustifica » mediante il Cristo ( Rm 3,24 ), cioè conferisce il dono della salvezza in considerazione della sola fede ( Rm 1,17+ ) e non delle opere della legge ( Rm 3,27+; Rm 7,7+ ). |