Romani |
CEI 2008 - Audio - Interconfessionale
2. La salvezza |
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La giustificazione pegno della salvezza |
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1 Giustificati dunque per la fede, noi siamo in pace con Dio per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo; | |||||
2 per suo mezzo abbiamo anche ottenuto, mediante la fede, di accedere a questa grazia nella quale ci troviamo e ci vantiamo nella speranza della gloria di Dio. |
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3 E non soltanto questo: noi ci vantiamo anche nelle tribolazioni, ben sapendo che la tribolazione produce pazienza, la pazienza una virtù provata |
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4 e la virtù provata la speranza. |
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5 La speranza poi non delude, perché l'amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato. |
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6 Infatti, mentre noi eravamo ancora peccatori, Cristo morì per gli empi nel tempo stabilito. |
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7 Ora, a stento si trova chi sia disposto a morire per un giusto; forse ci può essere chi ha il coraggio di morire per una persona dabbene. |
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8 Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi perché mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi. |
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9 A maggior ragione ora, giustificati per il suo sangue, saremo salvati dall'ira per mezzo di lui. |
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10 Se infatti, quand'eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio per mezzo della morte del Figlio suo, molto più ora che siamo riconciliati, saremo salvati mediante la sua vita. | |||||
11 Non solo, ma ci gloriamo pure di Dio, per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo, dal quale ora abbiamo ottenuto la riconciliazione. | |||||
A. Liberazione dal peccato, dalla morte e dalla legge |
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Adamo e Gesù Cristo |
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12 Quindi, come a causa di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e con il peccato la morte, così anche la morte ha raggiunto tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato. |
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13 Fino alla legge infatti c'era peccato nel mondo e, anche se il peccato non può essere imputato quando manca la legge, |
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14 la morte regnò da Adamo fino a Mosè anche su quelli che non avevano peccato con una trasgressione simile a quella di Adamo, il quale è figura di colui che doveva venire. | |||||
15 Ma il dono di grazia non è come la caduta: se infatti per la caduta di uno solo morirono tutti, molto di più la grazia di Dio e il dono concesso in grazia di un solo uomo, Gesù Cristo, si sono riversati in abbondanza su tutti gli uomini. | |||||
16 E non è accaduto per il dono di grazia come per il peccato di uno solo: il giudizio partì da un solo atto per la condanna, il dono di grazia invece da molte cadute per la giustificazione. | |||||
17 Infatti se per la caduta di uno solo la morte ha regnato a causa di quel solo uomo, molto di più quelli che ricevono l'abbondanza della grazia e del dono della giustizia regneranno nella vita per mezzo del solo Gesù Cristo. | |||||
18 Come dunque per la colpa di uno solo si è riversata su tutti gli uomini la condanna, così anche per l'opera di giustizia di uno solo si riversa su tutti gli uomini la giustificazione che dà vita. | |||||
19 Similmente, come per la disobbedienza di uno solo tutti sono stati costituiti peccatori, così anche per l'obbedienza di uno solo tutti saranno costituiti giusti. |
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20 La legge poi sopraggiunge a dare piena coscienza della caduta, ma laddove è abbondato il peccato, ha sovrabbondato la grazia, |
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21 perché come il peccato aveva regnato con la morte, così regni anche la grazia con la giustizia per la vita eterna, per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore. |
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Indice |
5,1-8,39 | La libertà di Cristo Paolo riprende e sviluppa il contenuto fondamentale del vangelo di Dio presentandolo come "libertà in Cristo". In forza del legame di solidarietà con Gesù Cristo, per mezzo della fede battesimale, i credenti sono sottratti alla triplice schiavitù della morte, del peccato e della Legge. Nel dono interiore dello Spirito, comunicato da Gesù Cristo risorto, essi hanno fin d'ora la garanzia della salvezza definitiva. c 5 Tema della seconda parte ( cc 5-11 ): il cristiano giustificato ( cf. cc 1-4 ) trova nell'amore di Dio e nel dono dello Spirito la garanzia della salvezza. Questo tema verrà ripreso nel c 8, dopo lo sviluppo antitetico di Rm 5,12-7,25. 5,1-11 I frutti della giustificazione 5,1 noi siamo: una variante porta: « siamo » ( esortativo ). |
5,2 | di accedere a questa grazia: il favore di vivere nell'amicizia divina, lo « stato di grazia ». - ci vantiamo nella speranza: la speranza cristiana è l'attesa dei beni escatologici: la resurrezione del corpo ( Rm 8,18-23; 1 Ts 4,13s; cf. At 2,26; At 23,6; At 24,15; At 26,6-8; At 28,20 ), l'eredità dei santi ( Ef 1,18; cf. Eb 6,11s; 1 Pt 1,3s ), la vita eterna ( Tt 1,2; cf. 1 Cor 15,19 ), la gloria ( Rm 5,2; 2 Cor 3,7-12; Ef 1,18; Col 1,27; Tt 2,13 ), la visione di Dio ( 1 Gv 3,2s ), in una parola la salvezza ( 1 Ts 5,8; cf. 1 Pt 1,3-5 ) di sè e degli altri ( 2 Cor 1,6s; 1 Ts 2,19 ). Pur designando anzitutto la virtù che attende i beni celesti, essa può talvolta designare questi stessi beni ( Gal 5,5; Col 1,5; Tt 2,13; Eb 6,18 ). Un tempo deposta in Israele ( Ef 1,11-12; cf. Gv 5,45; Rm 4,18 ) con esclusione dei pagani ( Ef 2,12; cf. 1 Ts 4,13 ), essa vi preparava una speranza migliore ( Eb 7,19 ), che oggi è offerta anche ai pagani ( Ef 1,18; Col 1,27; cf. Mt 12,21; Rm 15,12 ) nel mistero del Cristo ( Rm 16,25+ ). Essa si fonda su Dio ( 1 Tm 5,5; 1 Tm 6,17; 1 Pt 1,21; 1 Pt 3,5 ), sul suo amore ( 2 Ts 2,16 ), sulla sua chiamata ( 1 Pt 1,13-15; cf. Ef 1,18; Ef 4,4 ), sulla sua potenza ( Rm 4,17-21 ), sulla sua veracità ( Tt 1,2; Eb 6,18 ) e sulla sua fedeltà ( Eb 10,23 ) nel mantenere le promesse, che ha espresse mediante le Scritture ( Rm 15,4 ) e il vangelo ( Col 1,23 ) e realizzate nella persona del Cristo ( 1 Tm 1,1; 1 Pt 1,3.21 ). Così essa non può ingannare ( Rm 5,5 ). Protesa per definizione verso beni invisibili ( Rm 8,24; Eb 11,1 ), la speranza poggia sulla fede ( Rm 4,18; Rm 5,1s; Rm 15,13; Gal 5,5; Eb 6,11s; 1 Pt 1,21 ) e si nutre della carità ( Rm 5,5; 1 Cor 13,7 ), le altre due virtù teologali con le quali ha uno stretto legame ( 1 Cor 13,13+ ). Lo Spirito santo, dono escatologico per eccellenza già posseduto parzialmente ( Rm 5,5+; At 1,8+ ), è la sua fonte privilegiata ( Gal 5,5 ) che la illumina ( Ef 1,17s ), la fortifica ( Rm 15,13 ), la fa pregare ( Rm 8,25-27 ) e opera mediante essa l'unità del corpo ( Ef 4,4 ). Fondata sulla giustificazione per mezzo della fede nel Cristo ( Rm 5,1s; cf. Gal 5,5 ), essa è piena di sicurezza ( 2 Cor 3,12; Eb 3,6 ), di conforto ( 2 Ts 2,16; Eb 6,18 ), di gioia ( Rm 12,12; Rm 15,13; 1 Ts 2,19 ) e di fierezza ( Rm 5,2; 1 Ts 2,19; Eb 3,6 ); non si lascia per nulla abbattere dalle sofferenze presenti, che contano poco in confronto della gloria promessa ( Rm 8,18 ); al contrario le sopporta con una « costanza » ( Rm 8,25; Rm 12,12; Rm 15,4; 1 Ts 1,3; cf. 1 Cor 13,7 ) che la prova ( Rm 5,4 ) e la conferma ( 2 Cor 1,7 ). |
5,5 | Il dono dello Spirito Santo è garanzia e anticipo di quella salvezza, che si realizza nella piena partecipazione alla vita di Gesù risorto. l'amore di Dio: l'amore con cui Dio ci ama e di cui lo Spirito santo è un pegno e, con la sua presenza attiva in noi, un testimone ( cf. Rm 8,15 e Gal 4,6 ). In lui noi ci rivolgiamo a Dio come un figlio al Padre: l'amore è reciproco. In lui, ugualmente, noi amiamo i nostri fratelli con lo stesso amore con cui il Padre ama il Figlio e noi ( cf. Gv 17,26 ). per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato: lo Spirito santo della promessa ( Ef 1,13; cf. Gal 3,14; At 2,33+ ), che caratterizza la nuova alleanza in opposizione all'antica ( Rm 2,29; Rm 7,6; 2 Cor 3,6; cf. Gal 3,3; Gal 4,29; Ez 36,27+ ), non è solo una manifestazione esteriore di potenza taumaturgica e carismatica ( At 1,8+ ); è anche, e soprattutto, un principio interiore di vita nuova che Dio dà ( 1 Ts 4,8; ecc.; cf. Lc 11,13; Gv 3,34; Gv 14,16s; At 1,5; At 2,38; ecc.; 1 Gv 3,24 ), invia ( Gal 4,6; cf. Lc 24,49: Gv 14,26; 1 Pt 1,12 ), concede ( Gal 3,5; Fil 1,19 ), riversa ( Rm qui; Tt 3,5s; cf. At 2,33+ ). Ricevuto mediante la fede ( Gal 3,2.14; cf. Gv 7,38s; At 11,17 ) e il battesimo ( 1 Cor 6,11; Tt 3,5; cf. Gv 3,5; At 2,38; At 19,2-6 ), egli abita nel cristiano ( Rm 8,9; 1 Cor 3,16; 2 Tm 1,14; cf. Gc 4,5 ), nel suo spirito ( Rm 8,16; cf. Rm 1,9+ ) e anche nel suo corpo ( 1 Cor 6,19 ). Questo Spirito, che è lo Spirito del Cristo ( Rm 8,9; Fil 1,19; Gal 4,6; cf. 2 Cor 3,17; At 16,7; Gv 14,26; Gv 15,26; Gv 16,7.14 ), rende il cristiano figlio di Dio ( Rm 8,14-16; Gal 4,6s ) e fa abitare il Cristo nel suo cuore ( Ef 3,16 ). Egli è per il cristiano ( come per il Cristo stesso, Rm 1,4+ ) un principio di resurrezione ( Rm 8,11+ ), in virtù di un dono escatologico che fin d'ora ci segna come con un sigillo ( 2 Cor 1,22; Ef 1,13; Ef 4,30 ) e si trova in noi a titolo di pegno ( 2 Cor 1,22; 2 Cor 5,5; Ef 1,14 ) e di primizia ( Rm 8,23 ). Sostituendosi al principio malvagio della carne ( Rm 7,5+ ), lo Spirito diviene nell'uomo un principio di fede ( 1 Cor 12,3; 2 Cor 4,13; cf. 1 Gv 4,2s ), di conoscenza soprannaturale ( 1 Cor 2,10-16; 1 Cor 7,40; 1 Cor 12,8s; 1 Cor 14,2s; Ef 1,17; Ef 3,16.18; Col 1,9; cf. Gv 14,26+ ), di amore ( Rm 5,5; Rm 15,30; Col 1,8 ), di santificazione ( Rm 15,16; 1 Cor 6,11; 2 Ts 2,13; cf. 1 Pt 1,2 ), di condotta morale ( Rm 8,4-9.13; Gal 5,16-25 ), di coraggio apostolico ( Fil 1,19; 2 Tm 1,7s; cf. At 1,8+ ), di speranza ( Rm 15,13; Gal 5,5; Ef 4,4 ) e di preghiera ( Rm 8,26s; cf. Gc 4,3.5; Gd 20 ). Non lo si deve estinguere ( 1 Ts 5,19 ), né contristare ( Ef 4,30 ). Unendo al Cristo ( 1 Cor 6,17 ), egli fa l'unità del suo corpo ( 1 Cor 12,13; Ef 2,16.18; Ef 4,4 ). |
5,7-8 | L'amore gratuito di Dio, rivelato mediante la morte di Gesù Cristo, è la fonte e il modello dell'amore dei cristiani (
Mt 5,43-48;
Gv 15,9-10.12-13;
2 Cor 5,14; Ef 4,32; 1 Gv 3,16 ). |
5,9-10 | La salvezza è passata, presente o futura? |
5,12-21 | Adamo e Cristo Paolo stabilisce un raffronto tra Adamo e Cristo. Partendo dal racconto di Gen 2-3, egli afferma che il peccato di Adamo ha introdotto nel mondo la morte, che travolge tutti gli esseri umani ( Sap 2,24 ). Infatti tutti hanno peccato in un rapporto di solidarietà con il peccato di Adamo. Ma a questa storia di solidarietà con Adamo per la morte, si contrappone con maggiore efficacia quella con Gesù Cristo che comunica a tutti gli uomini la giustizia, per introdurli nel regno della vita. 5,12 e con il peccato la morte: il peccato separa l'uomo da Dio. Questa separazione è la « morte »: morte spirituale ed « eterna », di cui la morte fisica è il segno ( cf. Sap 1,13+; Sap 2,24; Eb 6,1+ ). - perché tutti hanno peccato: senso controverso; sia: « tutti hanno peccato in Adamo » per una partecipazione al peccato di Adamo; sia « per i loro peccati personali » ( cf. Rm 3,23 ); in questo caso, l'espressione greca si tradurrebbe molto bene: « per il fatto che … », introducendo la condizione realizzata che ha permesso alla morte ( eterna ) di raggiungere tutti gli uomini. Di fatto, nel caso dell'adulto, il solo considerato, la potenza del peccato, entrata nel mondo con Adamo, produce l'effetto di morte eterna attraverso i peccati personali, che ratificano in qualche modo la rivolta di Adamo. Si può anche tradurre: « a causa di ciò … tutti hanno peccato ». 5,12-7,25 Il peccato abita nell'uomo ( Rm 7,14-24 ). Ora la morte, pena del peccato, è entrata nel mondo in seguito alla colpa di Adamo ( Sap 2,24 ). Paolo ne conclude che il peccato stesso è entrato nell'umanità per mezzo di questa colpa iniziale; è la dottrina del peccato originale. Essa interessa qui l'apostolo per il parallelo che gli offre tra l'opera nefasta del primo Adamo e la riparazione sovrabbondante dell'« ultimo Adamo » ( vv 15-19; 1 Cor 15,21s.25 ). Come nuovo capostipite, immagine nella quale Dio restaura la creazione ( Rm 8,29+; 2 Cor 5,17+ ), il Cristo salva l'umanità. |
5,13-14 | Nella storia che va da Adamo fino a Mosè, tutti gli uomini hanno fatto esperienza della morte, anche se non c'era ancora la legge di Mosè che comminava la morte per i trasgressori. Essi perciò sono solidali con il peccato di Adamo, anche in mancanza di un comando analogo a quello ricevuto dal primo uomo. |
5,14 | il quale è figura: « figura » ( cf.
1 Cor 10,6+ ) somigliante, ma imperfetta. E così il confronto, accennato nel v 12 e interrotto dalla lunga parentesi dei vv 13-14, si trasforma nel v 15 in un contrasto. |
5,15 | morirono tutti: alla lettera « morì la moltitudine ». Questa « moltitudine » include tutti gli uomini ( cf. v 18; vedere Mt 20,28+ ). |
5,16 | Il confronto paolino tra Adamo e Gesù Cristo sottolinea la maggiore efficacia della grazia di Dio per la giustificazione e per la salvezza, rispetto a quella del peccato che provoca il giudizio di condanna ( Gen 3,14-19 ). |
5,18-19 | Tutti saranno salvati? |
5,19 | tutti saranno costituiti giusti: non solo nell'ultimo giudizio ( per Paolo la giustificazione è attuale, cf. Rm 5,1 ecc. ), ma nella misura in cui gli uomini rinasceranno in Gesù Cristo. |
5,20 | Nella storia dell'umanità, coinvolta nel peccato di Adamo, la legge mosaica non ha avuto un ruolo salvifico, ma di fatto è diventata motivo per l'espansione del peccato (
Rm 4,15;
Rm 7,7-13;
Gal 3,19 ). La legge: alla lettera « legge » senza articolo ( « un sistema di legge » ). |