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Lo Spirito Santo nella Liturgia |
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D 63 |
Digiuno ( A. T. ) |
Rif. |
In seno al popolo di Dio, il digiuno fu sempre considerato come una pratica essenziale dell'anima religiosa; infatti, secondo il pensiero ebraico, la privazione del nutrimento e, in generale, di tutto ciò che è gradevole ai sensi, era il mezzo ideale per esprimere a Dio, in una preghiera di supplica, la totale dipendenza di fronte a lui, il desiderio di vedersi perdonato e il fermo proposito di cambiar condotta ( conversione ). |
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Tuttavia, di fronte all'aspetto formalistico istintivo che il digiuno aveva presso, i profeti hanno ricordato il primato dell'amore verso Dio e verso il prossimo, soprattutto verso gli infelici. |
Così si originò il trinomio tradizionale: digiuno, preghiera, elemosina. |
Testi |
Rilievi |
Rif. |
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Per molto tempo il digiuno è rimasto un rito votivo, legato a una disgrazia e praticato a titolo individuale o collettivo per una disfatta, una morte, un peccato. |
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Praticato una volta all'anno ( Kippur ) come segno di appartenenza alla comunità purificata, il digiuno fu, in seguito, prescritto frequentemente nelle grandi circostanze. |
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Venivano imposti digiuni in espiazione per l'idolatria, come supplica di fronte alla collera di Dio |
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per cercare di scoprirne la causa. |
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In segno di lutto, |
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per la guarigione dei malati, per domandare luce spirituale. |
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Lo spirito fondamentale di questa pratica è sempre la penitenza, la volontà di espiazione |
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e la supplica alla misericordia di Dio. |
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Per la prima volta, durante l'esilio, il digiuno del 4°, 5°, 7° e 10° mese è un digiuno istituzionale destinato a richiamare le quattro tappe della caduta di Gerusalemme. |
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Oltre alla semplice privazione del nutrimento, digiunare vuol anche dire affliggersi, umiliarsi, astenersi dal lavorare, non compiere l'atto sessuale. |
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I profeti si scagliano contro un digiuno solamente esteriore. |
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Tre profeti post-esilici predicano la conversione del cuore |
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oltre alle pratiche del digiuno. |
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La giustizia e la misericordia prevalgono sulla penitenza. |
Per cui viene giustificato il trinomio tradizionale: digiuno, preghiera, elemosina. |
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La comunità post-esilica pratica molto il digiuno e i rabbini diranno che esso vale l'olocausto di se stesso sull'altare: diventa così segno del sacrificio spirituale. |
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Infine, annunciando il digiuno di Cristo nel deserto, |
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il digiuno di Mosè e di Elia sembra compiere la sua funzione suprema, mistica: fa entrare in comunione con Dio. |