Lo Spirito Santo nella Morale

E 85

Perseveranza

Rif.

Sia nell'A. T. che nel N. T. la perseveranza ( ύπομονή ) deve essere considerata di fronte a Dio e di fronte al mondo.
Il Dio dell'A. T. è un Dio Salvatore, Dio dell'Alleanza e della Pasqua, fedele alle sue promesse e onnipotente per realizzarle; su di lui si appoggia tutta la speranza del popolo di Israele e l'imperturbabile costanza del pio ebreo.
La progressiva presa di coscienza di una retribuzione finale darà alla perseveranza dell'A. T. una tensione sempre più escatologica.
Quanto alla perseveranza di fronte a un mondo ostile e scatenato, Giobbe ce ne dà l''esempio più ammirevole: virtù dell'abbandono assoluto, e non tenacia volontaristica.
Nel N. T., il Dio Salvatore è Gesù Cristo: non si attende più il suo intervento, ma il suo ritorno; ormai lui comanda tutta la perseveranza del popolo cristiano, perché è stato lui stesso il Paziente.
A 39

Testi

Rilievi

Rif.

Sal 25,2
Sal 5,12
Sal 7,2
Sal 16,1
Sal 17,7
Perseverare è prima di tutto un atteggiamento di fiducia, è « affidarsi a qualcuno » perché si è sicuri di lui.

  La perseveranza può prendere la forma
Gb 17,13
Gb 3,9
Sal 25,3.5.21
- di un atteggiamento dell'uomo proteso verso Dio
Sal 33,20
Is 64,3
Ab 2,3
Sof 3,8
- o di una calma attesa degli interventi di Dio.

Ger 14,8
Ger 17,13
Sal 9,19
Sal 39,8
Sal 62,6
Sal 71,5
Questa perseveranza è diventata l'espressione caratteristica della religione di Israele, al punto che Dio stesso è chiamato la speranza, l'attesa di Israele.

Sir 2,14
Perciò non perseverare è un'empietà.

Is 25,9
Is 51,5
Sir 36,15
Dn 12,12
Zc 6,15
Solo « alla fine » Dio realizzerà le sue promesse di salvezza: questa escatologia pone la perseveranza in tensione continua.
Attendere pazientemente è meritare la felice ricompensa.

Gb 41,3
Sir 22,18
Sap 16,22
Di fronte a Dio si spera; di fronte al mondo si resiste, si tiene duro, si sopporta pazientemente.

  La perseveranza di Giobbe.
Gb 6,8-14
Gb 15,31
Gb 14,14.19
Gb 17,13
La propria forza non basta per resistere, la perseveranza non ha nulla del dominio di sé, ma è attendere per tutta la vita l'intervento di Dio.

Gc 5,10-11
La perseveranza trova la sua naturale continuazione nel N. T. nel concetto escatologico del Regno di Dio in mezzo alle opposizioni di un mondo ostile e senza fede.
  a) i sinottici
Mt 24,13
Mc 13,13
Lc 21,19
Lc 8,15
Il cristiano deve rimanere fermo, nonostante tutto, fino al martirio.
Lc. presenta la perseveranza come mezzo attivo per ottenere la salvezza.
Mt 13,24-43
Questa attesa dell'intervento di Dio spiega l'atteggiamento del cristiano di fronte al mondo: egli non lo condanna prima di Dio.
  b) Per Paolo:
Rm 8,25
1 Cor 13,7
La perseveranza è la forza di una fede religiosa, e particolarmente della speranza cristiana; non un atteggiamento di disprezzo verso il mondo, ma un agire interiore.
2 Cor 12,12
Rm 2,6-7
Nota passiva - senza essere quietisti: la costanza si traduce in buone opere di perseveranza …, fino alla vittoria.
1 Pt 2,21
Eb 12,1-2
Rm 5,3
Paolo, come Pietro, assegna ai cristiani una vocazione alla sofferenza, sulle orme di Cristo: la tribolazione genera la perseveranza.
1 Ts 1,3
2 Ts 3,5
Per questo la nostra perseveranza è piena di speranza.
Gc 1,2.4.12
c) Giacomo indirizza la sua lettera ai cristiani oppressi dalle tribolazioni: le prove sopportate servono a consolidare la perseveranza.
Ap 1,9
Ap 3,10
d) Perseveranza come atteggiamento necessario e retto del credente nelle ultime ore del vecchio eone.
Ap 13,10
Ap 14,12
L'ultimo conflitto tra il mondo e la comunità cristiana sarà la prova più sublime di fede e di pazienza.
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