Perdono

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Nelle lingue neolatine il termine perdono unisce a "dono" il prefisso "per" a indicare un rafforzamento del dono, e quindi un super-dono: chi perdona offre un "di più" che va oltre il comune senso della giustizia, collocandosi nella dimensione di una giustizia superiore capace di rigenerare nuovi e più veri rapporti.

Il significato etimologico di perdono attesta chiaramente l'atteggiamento di generosità e di gratuità di chi, superato ogni risentimento e ogni desiderio di vendetta verso chi lo ha offeso, offre la possibilità di un nuovo rapporto.

Il perdono di Dio

Nella tradizione biblica, questo aspetto di rigenerazione, di vita nuova donata gratuitamente e generosamente da Dio all'uomo che invoca il perdono, e espresso in molti modi.

Con il perdono, Dio rimette il debito ( in ebraico salach: Nm 14,19 ); una remissione così efficace che Dio non vede più il peccato ( v. ), che è come gettato dietro le spalle ( Is 38,17 ), è tolto ( in ebraico nasà: Es 32,32 ), espiato e distrutto ( in ebraico kipper: Is 6,7 ).

Nel Salmo 51 ( vv. 3-4, 9-11 ) troviamo tre verbi: lavare, purificare, cancellare, attraverso cui viene espressa la misericordia di Dio che perdona l'infedeltà dell'uomo.

Da queste immagini risulta chiaro che ciò che è perdonato, e cioè il peccato, non è un atto che passa, ma qualcosa che lascia nell'uomo una traccia, che crea una situazione che delude Dio e nello stesso tempo offusca e deturpa la vita dell'uomo.

Il profeta Isaia ricorre all'immagine della vigna per esprimere sia la delusione di Dio che si aspettava dall'uomo qualcosa di diverso, sia la delusione dell'uomo: la vigna curata e coltivata produce uva acerba anziché uva buona ( Is 5 ).

Il perdono di Dio genera però un cambiamento, una trasformazione radicale: cambia il cuore dell'uomo.

Ecco perché nel Salmo 51 viene espressa l'attesa di un intervento ri-creatore di Dio ( Sal 51,12 ), attraverso lo "spirito" che viene da Dio e che è il solo in grado di "rinnovare".

Il verbo qui usato è creare ( in ebraico bara' ), un verbo che la Bibbia adopera con parsimonia e sempre per indicare l'azione esclusiva e straordinaria di Dio che crea e ri-crea.

Come nella creazione del cielo e della terra, le cose nascono da un gesto di dono, così nella redenzione ( v. ) le cose rinascono da un gesto di perdono.

Nella stessa prospettiva, il Nuovo Testamento sottolinea con forza l'azione gratuita e trasformante di Dio, che in Gesù Cristo rivela la sua illimitata misericordia e la sua potenza.

L'annuncio del Regno dei cieli è l'insperato annuncio del perdono senza limiti, dell'iniziativa di Dio che cambia ciò che gli uomini non possono cambiare.

In Gesù Cristo, che morì per i nostri peccati e risorse per la nostra salvezza, si manifesta il senso pieno del perdono di Dio, frutto della sua bontà e della sua potenza, che cambia il cuore dell'uomo e lo strappa dalla sua schiavitù, se l'uomo riconosce di essere peccatore bisognoso di perdono e accetta di essere invitato alla festa della vita.

Esemplare è in proposito la parabola "del figliol prodigo" o "del padre misericordioso" ( Lc 15,11-32 ).

Essa rivela che Dio è un Padre la cui gioia sta nel perdonare.

Nel suo amore senza riserve e senza condizioni, il Padre perdona il figlio e al suo ritorno lo accoglie tra le braccia senza nulla chiedergli, senza nulla fargli pagare.

Lo stupore che attraversa molte pagine del Nuovo Testamento di fronte alla grazia di Dio rivelata e donata da Gesù Cristo scaturisce dall'assoluta novità e dalla totale gratuità di questa manifestazione di amore, di fedeltà e di misericordia capace di rigenerare il mondo e di riconciliarlo a sé.

Gesù non annuncia soltanto questo perdono di Dio, ma lo attesta e lo esercita mediante le sue opere e soprattutto mediante la croce.

Proprio sulla croce Gesù si manifesta come "agnello di Dio" che toglie il peccato del mondo ( Gv 1,29 ), nella piena solidarietà che porta e condivide il peso della colpa altrui.

Se riconosciuta e creduta come mistero di salvezza, la croce di Gesù ridona la speranza, la libertà, la vita.

Come afferma s. Paolo, l'uomo che accoglie Gesù Cristo crocifisso è perdonato e riconciliato, è riabilitato e reso giusto dalla redenzione realizzata sulla croce da Gesù ( Rm 3,23-26 ).

Il perdono ai fratelli

Nelle Sacre Scritture sono sempre strettamente collegati il perdono divino, accordato gratuitamente e misericordiosamente, e il perdono al prossimo.

Due citazioni, una dell'Antico Testamento e l'altra del Nuovo Testamento, lo attestano chiaramente.

Il libro del Siracide ( Sir 28,2-4 ) afferma: "Perdona l'offesa al tuo prossimo; e allora per la tua preghiera ti saranno rimessi i peccati.

Se qualcuno conserva la collera verso un altro uomo, come oserà chiedere la guarigione al Signore?".

La lettera agli Efesini ( Ef 4,32 ) così si esprime: "Siate benevoli gli uni verso gli altri, misericordiosi, perdonandovi a vicenda come Dio ha perdonato a voi in Cristo".

Dio stesso è il modello di misericordia ( Lc 6,35ss. ) per coloro che lo riconoscono come Padre e che lo devono imitare per essere suoi veri figli ( Mt 5,43ss. ).

Tra i libri del Nuovo Testamento, il Vangelo di Matteo privilegia il motivo del perdono fraterno, condizione previa e indispensabile per poter entrare in comunione con Dio nel culto: "Se dunque presenti la tua offerta sull'altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all'altare e va' prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono" ( Mt 5,23-24 ).

Il perdono deve poi essere illimitato: alla domanda di Pietro: "Signore, quante volte dovrò perdonare al mio fratello, se pecca contro di me? Fino a sette volte?", Gesù risponde: "Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette" ( Mt 18,21-22 ).

Nella parabola del debitore spieiato, Matteo evidenzia che l'uomo graziato da Dio e l'uomo che perdona il fratello sono inscindibili: "Servo malvagio, io ti ho condonato tutto il debito perché mi hai pregato.

Non dovevi forse anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di tè?" ( Mt 18,32-33 ).

Il perdono fraterno è uno degli elementi essenziali della vita nuova e predetermina il giudizio finale: "Se voi infatti perdonerete agli uomini le loro colpe, il Padre vostro celeste perdonerà anche a voi" ( Mt 6,14-15 ).

D'altronde, nel Padre nostro, i figli che si rivolgono al Padre dicono: "Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori" ( Mt 6,12 ).

La misura del perdono è Dio stesso, la cui misericordia e bontà deve essere personalizzata e fatta propria dall'uomo che vuole essere veramente figlio di Dio: "Amate i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperare nulla, e il vostro premio sarà grande e sarete figli dell'Altissimo; perché egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi" ( Lc 6,35 ).

v. Misericordia

… dei peccati

Perdoni: BJ traduce « cancelli »; « cancellare », alla lettera « coprire la colpa », è, in stile sacerdotale, l'espressione del perdono divino, ottenuto specialmente nel giorno dell'espiazione ( Lv 1,4+; Lv 16,1+; Sal 78,38; Sal 79,9 ).

Sal 65,4

… da parte di Gesù

Non sanno quello che fanno: queste parole di Gesù richiamano Is 53,12.

La medesima valutazione sulle cause della sua morte ritornerà in At 3,17; At 13,27; 1 Cor 2,8.

Il diacono Stefano ( At 7,60 ), seguendo l'esempio lasciato dal maestro a tutti i discepoli ( 1 Pt 2,23; Mt 18,21-22+ ).

Lc 23,34

… da parte dei cristiani

Secondo l'esempio di Dio e di Gesù ( Lc 23,34+ ) e come facevano già tra loro gli israeliti ( Lv 19,18-19; Es 21,25+ ), i cristiani devono perdonarsi a vicenda ( Mt 5,39; Mt 6,12p; Mt 7,2; 2 Cor 2,7; Ef 4,32; Col 3,13 ), ma ora « il prossimo » si estende a tutti gli uomini, compresi quelli a cui si deve rendere bene per male ( Mt 5,44-45; Rm 12,17-21; 1 Ts 5,15; 1 Pt 3,9; Es 21,25+; Sal 5,11+ ).

Così l'amore copre una moltitudine di peccati ( Pr 10,12 citato da Gc 5,20; 1 Pt 4,8 ).

Mt 18,21

… e amore

Ha molto amato: nella prima parte di questo versetto, l'amore appare come causa del perdono, mentre nella seconda ne è l'effetto.

Questa antinomia viene dal fatto che il testo della pericope è composito.

In 37-38, 44-46, i gesti della donna testimoniano un grande amore che le merita il perdono delle sue colpe: da qui la conclusione 47a.

Ma in 40-43 è stata inserita una parabola, il cui insegnamento è inverso: un perdono più grande attira un più grande amore: da qui la conclusione ( 47b ).

Lc 7,47

Schedario biblico

Penitenza ( Sacramento ) D 20
Potere del perdono D 21
Imitare Dio E 42
Silenzio E 98
Giubileo D 57
Il « Padre nostro » D 67
Vendetta E 69
v. Misericordia

Magistero

Lui mai si stanca di perdonare, ma noi, a volte, ci stanchiamo di chiedere perdono.

Angelus Francesco
17-3-2013

« Chiedere perdono è un'altra cosa, è un'altra cosa che chiedere scusa ».

Il peccato infatti « non è un semplice sbaglio.

Il peccato è idolatria », è adorare i « tanti idoli che noi abbiamo »: l'orgoglio, la vanità, il denaro, il « me stesso », il benessere.

Meditazione Francesco
10-3-2015

Possiamo dire che Paolo nasce dalla grazia di Dio e dal perdono di Stefano.

Anche noi nasciamo dal perdono di Dio.

Non solo nel Battesimo, ma ogni volta che siamo perdonati il nostro cuore rinasce, viene rigenerato.

Angelus Francesco
26-12-2015

Chiunque abbia sperimentato la gioia, la pace e la libertà interiore che viene dall'essere perdonato può aprirsi alla possibilità di perdonare a sua volta.

Angelus Francesco
17-9-2017

Il perdono di Dio viene forte in noi, a patto che noi perdoniamo gli altri

Meditazione Francesco
6-3-2018

Concilio Ecumenico Vaticano II

Dottrina cristiana del … Gaudium et spes 28

Catechismo della Chiesa Cattolica

Gesù e la Legge 578
« Credo nella remissione dei peccati » 976ss
Dio solo perdona il peccato 1441
Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori 2838ss
Comp. 50; 201; 230; 296; 304; 310; 319; 594; 595
v. Penitenza; Riconciliazione

Compendio della dottrina sociale

Solidarietà e dimensione del perdono 196
Padre nostro e perdono 492
Passato, pace e perdono 517
Perdono, esigenze della giustizia e verità 518