Locuzioni sul'Ettateuco |
1. ( Lv 1,2 ) Se uno di voi vorrà offrire un'offerta al Signore, [ prendendola ] dal bestiame minuto, dai buoi e dalle pecore la offrirete, cioè se la offrirete dal bestiame minuto, la offrirete dai buoi e dalle pecore.
L'agiografo usando il termine " pecore " incluse anche il genere delle capre, come suole fare anche in altri passi.
2. ( Lv 2,6 ) E spezzerai quelle cose in frammenti, cioè: " le farai a pezzi spezzandole ".
3. ( Lv 4,23 ) E conoscerà il peccato ch'egli peccò mediante esso.
Qui sono da notare due specie di locuzioni: e peccò un peccato e l'aggiunta: mediante esso.
Mediante che cosa se non mediante lo stesso, cioè col peccato?
4. ( Lv 5,1 ) Se poi una persona peccherà e udrà la voce del giuramento e sarà testimone o vedrà o ne sarà a conoscenza e non lo denuncerà e sconterà il peccato.
Sembra che l'e sia superfluo poiché, qualora sia tolto, [ il senso ] segue correttamente: sconterà il peccato.
5. ( Lv 5,1 ) Se poi una persona peccherà e udrà la voce del giuramento ed essa sarà testimone o vedrà o ne verrà a conoscenza, se non lo denuncerà: " e " è usato invece di " cioè "; poiché secondo l'abitudine del nostro modo di parlare si sarebbe potuto dire così: " Se poi una persona peccherà, cioè udrà la voce del giuramento, ecc. ".
6. ( Lv 5,3 ) Se toccherà una persona colpita da impurità, di qualunque genere essa sia, che si trasmette per contatto, e non se ne è accorto, ma in seguito lo verrà a sapere e sarà in colpa; sebbene secondo la corretta disposizione delle parole si sarebbe dovuto dire: e sarà in colpa, ma ne verrà a conoscenza in seguito.
7. ( Lv 5,15-16 ) Una persona se gli sfuggirà per inavvertenza e peccherà involontariamente.
L'agiografo non dice: " se le sfuggirà ", poiché usa " anima " per " uomo ", come fa in altre frasi, ove prima dice " anima " che è di genere femminile, poi introduce il [ pronome di ] genere maschile riferendolo a " uomo ".
Ma qui la locuzione è molto più vistosa perché espressa da parole vicine tra loro, poiché ambedue i generi sono usati l'uno subito dopo l'altro in modo da dire: Una persona se gli sfuggirà per inavvertenza.
Questa locuzione spaventò i traduttori latini e non vollero tradurla, ma la espressero così: Se un'anima rimarrà nascosta e peccherà non volendo, sebbene una cosa sia, naturalmente, che un'anima rimanga nascosta, un'altra che qualcosa rimanga nascosta all'anima; ma la Scrittura dice così: se rimane nascosta ad essa e non se essa rimane nascosta.
In un altro traduttore greco invece troviamo: Un'anima se rimarrà nascosta essa a causa della dimenticanza, ma anch'egli nel seguito della frase introdusse il maschile dicendo: il sacerdote pregherà per lui e gli sarà perdonato, poiché lì ha αύτώ.
Da ciò è chiaro che lo scrittore volle evitare un solecismo e tuttavia non poté proseguire nel genere femminile costretto dall'evidenza del seguito della Scrittura.
8. ( Lv 6,9 ) Questo olocausto sopra la sua combustione sopra l'altare per tutta la notte fino alla mattina, e il fuoco dell'altare arderà su di esso; la frase avrebbe potuto eliminare [ la congiunzione ] " e " e si sarebbe potuto dire così: il fuoco dell'altare arderà per tutta la notte fino alla mattina.
Ma l'aggiunta della congiunzione ingenera oscurità in coloro che non sono abituati a siffatte locuzioni delle Scritture.
9. ( Lv 6,14 ) Questa è la legge del sacrificio, che i figli del sacerdote Aronne lo offriranno al cospetto del Signore; non mancherebbe nulla se mancasse: lo.
10. ( Lv 6,17 ) È il Santo dei santi. Così ha pure il greco; ma è una locuzione greca che alcuni dei nostri, non volendo tradurla, dissero: " Sono cose santissime ".
11. ( Lv 6,18 ) Uccideranno l'ariete che per il peccato al cospetto del Signore.
I traduttori latini aggiunsero " è " che non ha il greco, e dissero: che è per il peccato.
12. ( Lv 7,16 ) E se la sua offerta sarà un sacrificio votivo o spontaneo, in qualsiasi giorno offrirà il sacrificio, sarà mangiato il domani, invece di: "il giorno seguente "; per questo altri tradussero: il secondo giorno.
13. ( Lv 8,31 ) Cocete le carni nell'atrio della tenda della testimonianza nel luogo santo e lì mangerete quelle e i pani che sono nel canestro della consacrazione come è stato ordinato a me dicendo: Aronne e i suoi figli la mangeranno.
Alcuni, non volendo tradurre questa locuzione dissero: come ordinò a me dicendo, poiché questa frase pare costruita correttamente mentre quell'altra, in rapporto al nostro modo di parlare usuale, è un solecismo.
14. ( Lv 8,35 ) E starete seduti per sette giorni davanti all'ingresso della tenda della testimonianza giorno e notte; " starete seduti " invece di quel che vuol dire, cioè: " rimarrete ".
15. ( Lv 9,7 ) E Mosè disse ad Aronne: Accòstati all'altare e fa' il sacrificio per il tuo peccato e l'olocausto e fa' il sacrificio espiatorio per te e la tua famiglia e [ poi ] fa' il sacrificio del popolo e il sacrificio espiatorio per essi, secondo l'ordine dato a Mosè dal Signore.
Non è detto: " secondo l'ordine che il Signore mi ha dato ", ma [ l'agiografo ] parla così, come se uno fosse il Mosè, al quale il Signore aveva dato ordine, e un altro questi che parlava in questo modo ad Aronne.
16. ( Lv 10,8-9 ) Il Signore parlò poi ad Aronne dicendo: Non berrete né vino né sicera, ecc.
Questa frase del Signore si conclude con queste parole: tutti i precetti che il Signore ha dato loro per mezzo di Mosè.
Sebbene fosse il Signore che parlava, non disse: " che ha dato loro per mezzo di Mosè ", ma usò la locuzione usata dallo stesso Mosè poco prima.
17. ( Lv 10,9 ) Dovere perpetuo per i vostri discendenti è quello di distinguere tra il mezzo delle cose pure e di quelle impure, ecc.
Da notare come venga detto perpetuo ciò che non sarà senza fine.
18. ( Lv 10,14 ) Mosè, parlando ad Aronne e ai suoi figli Eleazaro e Itamar, tra l'altro, dice anche ciò: [ la parte prelevata ] dai sacrifici di salvezza dei figli d'Israele.
La spalla del tributo e il petto messo da parte per l'offerta nei sacrifici delle carni grasse li offriranno come offerta da offrire al cospetto di Dio.
E sarà la parte prescritta per te, per i tuoi figli e le tue figlie con te come legge perpetua, sebbene tutto ciò fosse destinato ad avere una fine.
19. ( Lv 11,9 ) Quando [ il Signore ] dava ordini riguardanti gli esseri viventi che sono nelle acque indicando quali di essi fossero mondi o immondi, nelle acque, è detto, e nel mare e nei torrenti.
I manoscritti latini hanno dunque nel mare poiché sarebbe stato troppo insolito tradurre dal greco al plurale e non dire " nel mare ", ma nei mari, soprattutto a causa dell'ambiguità per evitare che s'intendessero non i mari ma i maschi.
Infatti non meno insolito è il fatto che tuttavia si traducesse " dei sangui " poiché la lingua latina non ammette il plurale neppure nel nominativo.
Poiché anche se nessuno, declinando il nome mare, dice: maribus, tuttavia si dice maria sebbene non si dica sanguines e tuttavia sta scritto: Liberami dai sangui, ( Sal 51,16 ) e: Non radunerò i loro conciliaboli con i sangui. ( Sal 16,4 )
Si potrebbe dunque dire così anche maribus salvo che si potesse evitare, come ho detto, l'ambiguità.
La Scrittura, al contrario, usa in questo passo torrenti per " fiumi " poiché si chiamano propriamente " torrenti " i fiumi invernali che d'estate si seccano e perciò non possono avere pesci.
Per questo motivo alcuni traduttori nostri preferirono tradurre non " torrenti ", ma " fiumi ".
Inoltre che nelle Scritture si usi " torrenti " invece di " fiumi " lo mostra bene il passo del Salmo ove si legge: Li disseterai al torrente delle tue delizie.
Il Salmista infatti con il termine " torrente " non volle far intendere qualcosa di simile che scorresse temporaneamente e poi si seccasse, poiché proseguì dicendo: poiché in te è la sorgente della vita, ( Sal 36,9-10 ) la quale è di certo eterna e non viene mai meno.
20. ( Lv 11,21 ) Ma degli insetti alati mangerete quelli che camminano su quattro zampe; che hanno le zampe [ posteriori ] più alte delle zampe [ anteriori ]; l'agiografo non dice " delle loro zampe ".
21. ( Lv 11,44 ) E voi sarete santi, perché Io santo.
È sottinteso " sono ". Ecco perché molti nostri autori hanno tradotto: poiché Io sono santo.
22. ( Lv 12,1 ) Il Signore poi parlò a Mosè dicendo.
Questa è una locuzione assai usuale e assai frequente nella Scrittura: parlò dicendo.
Ma quella che segue si trova raramente e restringe la povertà della lingua latina.
Il greco infatti ha: καί έ ρεϊς πρός αύτούς λέγων, che in latino potrebbe tradursi: " e dirai loro dicendo "; ma ci urterebbe di meno se si dicesse: " e ordinerai loro dicendo " ed è più simile al greco poiché non dice: λέξεις πρός αύτούς λέγων, ma: έ ρεϊς πρός αύτούς λέγων.
23. ( Lv 12,2 ) Qualunque donna avrà ricevuto il seme [ maschile ] e avrà partorito un maschio e sarà impura sette giorni.
Un gran numero dei nostri non vollero tradurre così ma si espressero così: Qualunque donna avrà ricevuto il seme e avrà partorito un maschio sarà impura per sette giorni.
Questa locuzione dunque, poiché è inusitata anche in greco non avrebbe potuto essere tradotta neppure in greco, ma poiché ai greci non dispiacque di tradurla, non so perché dispiacque ai latini.
24. ( Lv 12,4 ) Sederà per trentatré giorni nel suo sangue puro.
Similmente, a proposito della puerpera che ha partorito una femmina è detto: Sederà nel suo sangue puro, ma per il doppio dei medesimi giorni, cioè per sessantasei giorni.
Sederà è detto dunque per " rimarrà ", poiché non le era vietato alzarsi dalla sedia per tanti giorni.
25. ( Lv 13,2 ) Se a un uomo si sarà prodotta sulla pelle del suo corpo una cicatrice di color bianco lucido.
Da notare che la Scrittura chiama cicatrice non solo quella di una ferita, ma anche la macchia di un solo colore.
26. ( Lv 13,2 ) E ci sarà sulla pelle di quel colore un attacco della lebbra.
È chiamata " attacco " la macchia, per il fatto che l'uomo è stato colpito dalla lebbra.
27. ( Lv 13,3 ) E lo esaminerà il sacerdote e lo contaminerà; invece di: " lo dichiarerà contaminato ".
28. ( Lv 13,3 ) E il pelo che si trova nella piaga si cambi bianco, cioè: " si cambi in bianco ".
29. ( Lv 13,6 ) E il sacerdote lo purificherà: è infatti un segno.
Lo dichiarerà mondato, allo stesso modo che " contaminerà " detto prima [ significa ] " lo dichiarerà contaminato ".
30. ( Lv 13,7-8 ) E lo osserverà il sacerdote ed ecco che l'eruzione si sarà allargata sulla pelle, e lo contaminerà il sacerdote.
Ha una e superflua, poiché togliendo la congiunzione il senso rimane completo in questo modo: Se però l'eruzione nella pelle si sarà mutata dopo che il sacerdote l'ha osservato per purificarlo e sarà stato osservato di nuovo dal sacerdote e il sacerdote l'avrà osservato ed ecco, l'eruzione si sarà mutata nella pelle, il sacerdote lo contaminerà.
31. ( Lv 13,9-10 ) Inoltre, se l'attacco della lebbra sarà in un uomo, andrà dal sacerdote e il sacerdote lo osserverà ed ecco una cicatrice bianca nella pelle e questa ha mutato il pelo bianco e dal sano della carne viva nella cicatrice.
Cioè: ha cambiato il pelo in colore bianco nella cicatrice; ha cambiato a partire dal sano della carne viva, cioè, poiché non ha il pelo sano come quello nella carne viva.
32. ( Lv 13,45-46 ) Parlando del lebbroso è detto: E l'impuro sarà chiamato impuro, come se non bastasse dire una sola volta: sarà chiamato impuro.
Sebbene alcuni manoscritti abbiano così, in un altro greco troviamo detto una sola volta: sarà chiamato immondo.
Parimenti poco dopo è detto: Essendo immondo, sarà immondo; questa frase non si poté tradurre dal greco in latino così come è enunciata.
Il greco infatti dice: άκάυαρτος ών άκάυαρτος έσται, come se dicesse: " risultando immondo sarà immondo ".
Ma existens non significa ciò che dice il greco ών, ma, se potesse dirsi, essens, [ essendo ] derivato da esse [ essere ], non da existere [ risultare ].
33. ( Lv 13,47 ) E nel vestito se ci sarà in esso l'attacco della lebbra.
Si sarebbe potuto dire al modo usuale: " E nel vestito se ci sarà l'attacco della lebbra ".
34. ( Lv 13,51 ) O in ogni specie d'oggetto di pelle in qualunque sarà in esso l'attacco.
Poteva essere sufficiente dire: in qualunque sarà l'attacco.
35. ( Lv 13,55 ) Ed ecco che l'attacco non cambiò il suo aspetto, cioè il colore in cui è visto.
Infatti [ l'agiografo ] non dice la " vista " con cui quello guarda, ma chiama attacco la stessa macchia.
36. ( Lv 14,15 ) E il sacerdote prendendo dall'emina dell'olio lo verserà nella mano sinistra del sacerdote.
Non si dice: " nella propria mano sinistra ", sebbene versi nella propria mano.
37. ( Lv 15,2 ) Se un uomo, un uomo qualunque avrà la gonorrea.
38. ( Lv 15,16 ) E un uomo al quale uscirà da lui l'emissione seminale.
39. ( Lv 15,21 ) E ogni oggetto sopra qualunque dorme su di esso.
40. ( Lv 15,21 ) E ogni oggetto, sul quale si metterà a sedere su di esso, sarà immondo.
41. ( Lv 16,21 ) E lo lascerà andare per mano di un uomo predisposto verso il deserto, cioè: " lo lascerà andare verso il deserto per mano di un uomo a ciò predisposto "; quando diceva ciò [ l'agiografo ] parlava del capro emissario.
Da notare poi in qual senso dica: per mano.
42. ( Lv 17,3 ) Un uomo, un uomo dei figli d'Israele, cioè tra i figli d'Israele.
Questa ripetizione però sembra indicare un uomo qualunque, cioè questo o quello.
43. ( Lv 18,7 ) Non scoprirai la turpitudine di tuo padre né quella di tua madre.
Con questa locuzione è vietato l'accoppiamento con queste persone.
44. ( Lv 18,14 ) Non scoprirai la turpitudine del fratello di tuo padre e non ti accosterai a sua moglie, poiché è tua parente.
È usato e per " cioè "; è detta infatti " turpitudine " del fratello di suo padre, cioè la " turpitudine " dello zio paterno, le pudende della moglie dello zio paterno.
45. ( Lv 18,25 ) E la terra si è irritata contro coloro che risiedono su di essa, cioè: " hanno le loro sedi ", che equivale ad: " abitano ".
46. ( Lv 19,9 ) Nel mietere la messe della vostra terra non dovrete mietere completamente la vostra messe del tuo campo.
Un gran numero di traduttori latini non vollero tradurre questa locuzione che comincia con il plurale e termina con il singolare, ma dissero: del vostro campo dove è detto: del tuo campo, come se il greco non potesse esprimersi così; quindi più che essere corretta, la locuzione doveva essere solo notata.
47. ( Lv 20,17 ) Chiunque prenderà [ in moglie ] una sua sorella per parte di suo padre o per parte di sua madre e vedrà la sua turpitudine ed essa vedrà la turpitudine di lui; egli ha scoperto la turpitudine di sua sorella, riceveranno il loro peccato.
È usato peccato invece di "pena del peccato ".
48. ( Lv 20,25 ) E separerete voi stessi tra il mezzo degli animali mondi e il mezzo degli animali immondi e tra mezzo degli uccelli mondi ed immondi.
Separerete, è detto, voi stessi tra mezzo degli [ animali ] mondi e immondi, poiché vengono separate le cose monde dalle immonde o dalle cose monde quelle immonde; è una locuzione del tutto strana.
Una cosa infatti è: " separerai tra mezzo degli animali mondi e tra mezzo degli animali immondi ", come spesso è solito parlare [ l'agiografo ] e un'altra ciò che ha detto ora: separerete voi stessi, come se separando gli animali gli uni dagli altri separassero se stessi dagli uni e dagli altri come giudicando tra gli uni e gli altri.
49. ( Lv 21,1 ) Di' ai sacerdoti figli di Aronne e dirai loro: Non si contamineranno per le anime della loro gente, salvo che si tratti dei congiunti più stretti.
Ciò è detto riguardo al lutto che si deve alle anime dei defunti, poiché si piange per il fatto che uscirono di vita.
50. ( Lv 21,5 ) Non vi raserete il capo per il morto e sulle loro carni non faranno incisioni.
Il modo usuale di esprimerci sarebbe: " non incideranno le loro carni con incisioni ".
51. ( Lv 21,7-8 ) Non prenderanno [ in moglie ] una prostituta né una corrotta né una donna ripudiata da suo marito, poiché egli [ il sacerdote ] è santo per il Signore suo Dio.
Non è detto: " perché sono santi", ma come se parlasse d'uno solo pur avendo cominciato con il plurale.
Di poi seguita al singolare: Lo santificherò; sarà lui a offrire i doni del vostro Dio; egli è santo perché sono santo Io, il Signore, che li santifico; di nuovo alla fine usa il plurale.
52. ( Lv 22,11 ) Se poi un sacerdote possederà una persona acquistata con denaro, questo mangerà dei pani di lui.
Non è detto: " questo mangerà ", sebbene avesse parlato di " persona " che è di genere femminile; ma [ l'agiografo ] ebbe riguardo a ciò che voleva fare intendere con " persona ", cioè un uomo.
53. ( Lv 22,12 ) E la figlia d'un sacerdote se avrà un estraneo, cioè: " se avrà sposato un estraneo ".
54. ( Lv 22,26-27 ) E il Signore parlò a Mosè dicendo: Un vitello o un agnello o un capretto, dopo la nascita, e resterà per sette giorni con la madre.
Sembra che [ questo periodo ] contenga la e superflua secondo le familiarissime locuzioni nelle Scritture che i latini in gran parte non vollero tradurre.
55. ( Lv 22,32 ) Io sarò santificato tra i figli d'Israele, che vuol dire: " sarò ritenuto santo ".
Il Signore infatti non può non essere santo anche al di fuori dei figli d'Israele.
In tal senso anche nella preghiera insegnata dal Signore è detto: Sia santificato il tuo nome, ( Mt 6,9 ) cioè: " sia ritenuto santo dagli uomini ".
56. ( Lv 23,2 ) Parla ai figli d'Israele e dirai loro: Le solennità del Signore che chiamerete convocazioni sante, sono le mie solennità.
Lavorerai per sei giorni. Pur avendo detto che Mosè doveva parlare a più persone, in seguito parla come a una sola persona.
57. ( Lv 23,15-16 ) E conterete per voi a partire dal giorno successivo al sabato, in cui avrà portato il covone dell'offerta supplementare, sette settimane complete conterai. Non si dice: " conterete ", sebbene poco prima si parlasse a più persone.
58. ( Lv 24,11 ) E il figlio d'una donna israelita, avendo pronunciato il nome, maledisse il nome.
Sebbene qui non sia stato aggiunto: " di Dio ", è tuttavia chiaro che si deve intendere il nome di Dio ch'egli maledisse.
59. ( Lv 24,15 ) Un uomo, un uomo se maledirà Dio si addosserà il proprio peccato.
Ecco un passo ove è chiaro che si tratta d'una locuzione, quando si dice: un uomo, un uomo, come se uno dicesse: "questo o quell'uomo ", cioè qualunque uomo, non, come hanno pensato alcuni, è detto: un uomo, un uomo come se denotasse l' "uomo " meritevole [ di tal nome ], cioè come se si dicesse: " un uomo, ma uomo ", cioè non uno qualunque come uno simile a un animale, ma uno che sia davvero un uomo.
Che questo senso non sia quello vero ma una frase idiomatica delle Scritture è chiaramente mostrato in questo passo, poiché si parla di chi è biasimato come colpevole, non chi viene lodato.
60. ( Lv 25,46 ) Nel trattare degli schiavi che agli Israeliti era lecito possedere: E saranno, è detto, vostro possesso per l'eternità, sebbene a causa della morte non potessero essere eterni né i padroni né gli schiavi.
È detto dunque: l'eternità ove non c'è un limite di tempo prefissato fino a quando dovranno essere schiavi, come è stabilito per coloro ai quali [ Dio ] comanda che nel[ l'anno ] sabatico del condono siano lasciati andare in libertà.
61. ( Lv 26,3 ) Se camminerete seguendo i miei precetti e osserverete i miei comandamenti e li metterete in pratica, e io vi darò la pioggia al tempo opportuno.
Per il nostro consueto modo di parlare è superflua la e, ma è stata aggiunta secondo il costume delle Scritture; poiché veniva di seguito: vi darò.
62. ( Lv 26,18 ) E se ancora non mi ubbidirete e continuerò a castigarvi sette volte per i vostri peccati.
Anche qui è superflua la e, poiché veniva di seguito: continuerò a castigarvi; inoltre l'espressione sette volte deve intendersi per ogni numero.
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