Cristo

B 3

Cristo, figlio di Dio ( A )

Rif.

Nella Scrittura, il titolo "figlio di Dio" significa prima di tutto la relazione di obbedienza e di missione che un prescelto da Dio ha con Dio.
A questo titolo, si può dire che figlio di Dio è una denominazione messianica.
Attribuendosela ( sebbene raramente ), Cristo vuole sottolineare la propria relazione di obbedienza a suo Padre sul piano della salvezza.
Egli apre anche, contemporaneamente, una via per arrivare al suo segreto: la sua filiazione divina di natura.
Ma questo è ancora il suo segreto; i primi scritti del N.T. restano soprattutto sensibili a una nozione di Figlio di Dio che suppone semplicemente un piano di Dio e una obbedienza conferita ad un eletto.

Testi

Rilievi

Rif.

Es 4,22
Os 11,1
Is 1,2
Is 30,1
Ger 3,22
Is 63,16
Il popolo di Israele, per le sue relazioni speciali con Dio, è chiamato "Figlio di Dio";
C 53
partecipa un po' alla vita divina, per mezzo dell'Alleanza e dei suoi privilegi.
F 46

2 Sam 7,14
Sal 2,7
Sal 82,6
Sal 89,7.27
Sal 29,1
Anche il re e certi grandi capi e giudici del popolo portano questo titolo in ragione della loro missione particolare di rappresentanti di Dio.
Si noti l'uso che Gesù farà del salmo 82 in Giovanni 10,34s.
B 1

Sap 5,5
Gb 1,6
Gli angeli sono chiamati "figli di Dio".

Sap 5,1-5
Sap 2,13-18
I giusti stessi portano questo titolo.

Mc 1,11
Il battesimo concede a Cristo questo titolo di "Figlio di Dio"
B 77
B 78
B 53
che esprime il mandato particolare che egli riceve.

Mt 4,3.6
Mc 3,11
Mc 5,7
Il diavolo per tentare Cristo, cerca di orientarlo verso un atteggiamento che rompa queste relazioni di obbedienza a Dio e questa missione di capo del popolo.
B 74
Infatti Satana propone a Cristo il tipo classico del "figlio di Dio", l'eletto che compie prodigi perché Dio è con lui.
Cristo rifiuta questa facilità, per diventare Messia sofferente.

Mc 9,7
Mc 15,39
Il vangelo mostra che Cristo è "Figlio di Dio" nella misura in cui compie la sua missione con tutta fedeltà, anche nella sofferenza.

Mc 14,61
Mt 26,63
Lc 22,67
Mc 8,29
Lc 9,18-20
Mt 16,16-18
Gv 6,69
Si osserva, nei sinottici, una tendenza a separare i due titoli di Messia e di Figlio di Dio.
Questi due titoli erano probabilmente equivalenti nel mondo ebraico.
Separandoli, i sinottici vogliono affermare che Figlio di Dio ha un contenuto nuovo e particolare.
Si notino le loro esitazioni a questo riguardo:
Lc. 22 separa ciò che Mc. 14 e Mt. 26 distinguono appena;
Mt. 16 aggiunge la fede nel Figlio di Dio, fede soprannaturale, quando Lc. e Mc. non parlano che di messianità;
Gv. nota solo più l'aspetto di filiazione divina.

Mc 1,11
Is 42,1
Se vi è un annuncio, in questi passi, di una affermazione della filiazione ontologica del Figlio di Dio, bisogna tuttavia sottolineare che Figlio di Dio è un titolo che non rinnega la sua storia antica e che continua a richiamare l'obbedienza al piano di Dio.
Di qui la confusione voluta in Mc. 1, tra il "figlio di Dio" e il "servo di Dio".
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