Evangelizzazione e testimonianza della carità

Indice

Introduzione

Il cammino della Chiesa in Italia verso il terzo millennio cristiano

Le sfide dell'oggi e del domani

3. - Grandi sfide e nuovi scenari si preannunciano per i prossimi anni, sia a livello europeo che su scala mondiale.

Ancora partecipiamo, con gioia e trepidazione, agli avvenimenti che hanno rinnovato il volto dell'Europa dell'Est, dov'è crollata la tragica utopia di un totalitarismo disumano che pretendeva di salvare l'uomo allontanandolo da Dio.

Grazie all'eroica testimonianza delle comunità cristiane di tali paesi, "il mondo attuale riscopre che lungi dall'essere l'oppio dei popoli, la fede cristiana è la migliore garanzia e stimolo della loro libertà".1

Questa stessa affermazione vale, in altri contesti e sotto altri profili, per la presenza e l'opera delle comunità cristiane nei vasti spazi del Sud del mondo, dove moltitudini di nostri fratelli e sorelle attendono il pane della giustizia e la parola della salvezza.

Mentre i mutamenti dell'Est rappresentano anche per il nostro popolo uno stimolo a liberarsi dalla presa di un'ideologia che molto ha pesato sulla nostra storia, il crescente dovere di solidarietà con i popoli del Sud, l'orizzonte planetario della pace, la sfida ecologica e gli ingenti movimenti immigratori che investono l'occidente ci spingono a superare una visione della vita e della società centrata sull' "avere" e il " consumare".

4. - Si pone quindi con forza la domanda circa l'orientamento che intendiamo dare alla nostra vita, personale e collettiva, circa l'uso che vogliamo fare delle nostre libertà.

Molte circostanze confermano che questa domanda non può essere elusa.

Un senso di disagio è diffuso tra i nostri giovani, e anche tra i meno giovani, e viene drammaticamente alla luce in fenomeni come la droga e altre forme di devianza.

La famiglia, che pure conserva un ruolo centrale nella nostra società, è fortemente insidiata nei suoi aspetti più essenziali, come appare dalle troppo numerose crisi coniugali, dalla difficile intesa fra genitori e figli, dalla gravissima diminuzione delle nascite e dalla persistente tragedia dell'aborto.2

In una società economicamente prospera e dinamica come quella italiana, rimangono e per certi versi si accentuano acute contraddizioni, come le molteplici forme di povertà, antiche e nuove, il divario fra il nord e il sud del paese,3 per non parlare delle terribili imprese della criminalità organizzata.

Questi problemi interpellano anzitutto coloro che hanno responsabilità di guida, in campo politico e istituzionale, sociale ed economico, della cultura e della comunicazione sociale.

Ma in realtà riguardano tutti noi e fanno riferimento al nostro modo di vivere, alle scelte di fondo e ai comportamenti quotidiani, alla cultura e alle risorse morali di un popolo.

5. - Non ci sfuggono il desiderio e la ricerca di rapporti autentici e fraterni, il nuovo rilievo che vanno assumendo la vocazione e la presenza della donna nella società, gli atteggiamenti di rispetto e di accoglienza dell'altro, le testimonianze di effettiva solidarietà, nell'immediato delle relazioni personali ma anche con un respiro universale.

Ci rallegra il dinamismo di servizio e di condivisione che esprimono tante comunità cristiane, nel farsi carico delle situazioni più difficili e umanamente disperate come nell'aiutare persone e famiglie ad affrontare i problemi quotidiani della vita.

Avvertiamo il crescere di una nuova domanda di riferimenti morali, a livello non solo privato e personale, ma sociale e pubblico, provocata dalla rapidità e profondità delle trasformazioni a cui la nostra società è sottoposta e anche dalle possibilità sempre nuove che gli sviluppi delle scienze e delle tecniche mettono a disposizione degli uomini.

Ancor più ci stimolano e ci interpellano il bisogno religioso, la domanda di un significato della vita, la ricerca di valori e di esperienze spirituali, che non sono certo in diminuzione nella "società del benessere" ed esprimono, in maniera confusa o esplicita, quello che in realtà è il desiderio e il bisogno di Dio.

6. - Ma non possiamo nasconderci che un senso di precarietà e di debolezza avvolge molte aspirazioni, pensieri e comportamenti.

È prevalente una cultura rinunciataria e frammentata, ripiegata sul privato o tesa unicamente al profitto, incapace di grandi progetti e di coraggiose spinte ideali.

Così in campo morale si tende a rifiutare ogni norma diversa dalle esperienze, sensibilità e interessi del singolo.4

E soprattutto rimane inespressa e senza risposta, o trova risposte radicalmente inadeguate e fuorvianti, la domanda centrale su chi è l'uomo, sul senso e sul fondamento della sua dignità unica e inviolabile.

Anche la presa d'atto del fallimento dell'ideologia marxista sembra accompagnarsi a un rafforzamento di quelle tendenze laiciste che, appellandosi a un falso concetto di libertà, si mantengono comunque chiuse ai valori spirituali e trascendenti.

Questa mentalità e questo tipo di cultura non sono privi di influenza sulla vita, sui comportamenti, sulle stesse idee e convinzioni dei credenti.

Si assiste così, non di rado, a una certa "soggettivizzazione" della fede, quando la verità cristiana non è accolta nella sua integralità e non è chiaramente compresa nella sua origine divina e rivelata, come il manifestarsi e comunicarsi di Dio a noi in Cristo per la nostra salvezza,5 ma viene invece recepita e considerata valida soltanto nella misura in cui corrisponde alle proprie esigenze e soddisfa al bisogno religioso del singolo.

Di conseguenza, anche il senso di appartenenza alla Chiesa risulta non di rado debole e condizionato, subordinato cioè alla corrispondenza degli insegnamenti e della realtà visibile della Chiesa alle nostre attese e preferenze, senza saper cogliere in essa la salvezza di Dio già presente nella storia.6

È diffusa purtroppo nell'opinione pubblica una immagine di Chiesa che ne offusca la vera natura e missione, perché si ferma in maniera quasi esclusiva sulla sua rilevanza sociale, per apprezzarla o per contestarla, lasciando però comunque in ombra la vera radice di questa stessa vitalità sociale e cioè la realtà originaria della Chiesa, come luogo e "sacramento", in Cristo, dell'incontro degli uomini con Dio e dell'unità del genere umano.7

Una conferma e un approfondimento della priorità dell'evangelizzazione

7. - In questa situazione diversificata e complessa, luci e ombre convergono nel confermare e rafforzare quella centralità e priorità dell'evangelizzazione che già costituiva l'intento fondamentale del Concilio Vaticano II8 e che alla base del cammino pastorale della Chiesa italiana in questi ultimi decenni, dal documento sul "Rinnovamento della catechesi" ( 1970 )9 a quelli su "Evangelizzazione e sacramenti" ( anni '70 )10 e "Comunione e comunità" ( anni '80 ).11

Diventa infatti sempre più chiaro che l'educazione alla fede è una necessità generale e permanente: riguarda cioè i giovani e gli adulti non meno dei bambini e dei ragazzi, e comincia proprio da coloro che partecipano più intensamente alla vita e alla missione della Chiesa.

Si tratta anzitutto di lasciarsi convertire a Dio ( cf. 1 Ts 1,9; 2 Cor 5,20 ) e di credere al suo vangelo che ci è manifestato nel volto di Gesù Cristo ( cf. Mc 1,15; 2 Cor 4,6 ): questo, che è il motivo e il contenuto decisivo della fede cristiana, deve stare sempre più chiaramente al centro della vita e dell'impegno missionario della Chiesa, nel tempo che si apre davanti a noi.

Proprio accogliendo la rivelazione del mistero di Dio in Gesù Cristo si svela a noi pienamente il mistero dell'uomo e ci è resa nota la nostra altissima vocazione.12

Pertanto nella sua opera di evangelizzazione la Chiesa può e deve farsi carico di tutto ciò che è autenticamente umano e che tocca da vicino le persone e le famiglie, le varie comunità e categorie sociali come la vita dei popoli.

8. - La via da percorrere in concreto fa perno su due dimensioni essenziali e inseparabili del vangelo di Cristo, che Giovanni Paolo II nel Convegno ecclesiale di Loreto ha proposto alla Chiesa italiana come particolarmente necessarie ed efficaci nella situazione che stiamo vivendo: la coscienza della verità e l'impegno a realizzarla nell'amore.13

Un'autentica educazione alla fede, specialmente in un contesto sociale e culturale caratterizzato da un forte pluralismo e portato a relativizzare ogni idea e proposta, non può prescindere dal porre la questione della verità e dal far maturare la consapevolezza che in Cristo ci è donata la verità che salva.

Soltanto su questa base la sequela di Cristo e l'impegno a diffondere il suo vangelo possono diventare piena e significativa scelta di vita.

Cosi la Chiesa rende anche un servizio eminente alla formazione di persone dotate di una propria precisa e consistente identità, ed aiuta la nostra società e la nostra cultura a resistere alla minaccia forse più grave che le insidia dal di dentro e che consiste nel rifiutare o nel mettere tra parentesi la questione della verità dell'uomo, con tutte le sue enormi implicazioni culturali, etiche e pratiche.

La carità cuore del vangelo e via maestra dell'evangelizzazione

9. - Ma la verità cristiana non è una teoria astratta.

È anzitutto la persona vivente del Signore Gesù ( cf. Gv 14,6 ), che vive risorto in mezzo ai suoi ( cf. Mt 18,20; Lc 24,13-35 ).

Può quindi essere accolta, compresa e comunicata solo all'interno di un'esperienza umana integrale, personale e comunitaria, concreta e pratica, nella quale la consapevolezza della verità trovi riscontro nell'autenticità della vita.

Questa esperienza ha un volto preciso, antico e sempre nuovo: il volto e la fisionomia dell'amore.

Perciò abbiamo indicato il cammino pastorale delle nostre Chiese in questo decennio con le parole "Evangelizzazione e testimonianza della carità".

Sempre e per natura sua la carità sta al centro del vangelo e costituisce il grande segno che induce a credere al vangelo.

Nel nostro tempo tutto questo assume però una specifica attualità e rilevanza, proprio perché sono cresciuti il bisogno di rapporti autentici fra le persone e il senso della solidarietà.

Ed anche perché solo sulla base di esperienze forti e concrete è possibile superare i condizionamenti di una cultura più incline al sospetto che alla fiducia e all'adesione verso le grandi proposte e le grandi istituzioni.

Così vediamo con gioia che le multiformi testimonianze di solidarietà, servizio e condivisione con i più deboli espresse dalle comunità cristiane, proprio nella loro gratuità e apertura disinteressata, si mostrano oggi come vie privilegiate per un'evangelizzazione che interpelli anche chi è lontano e possa liberamente aggregare coloro che, senza esserne pienamente consapevoli, con le loro scelte di vita sono orientati a dire "si" al Dio di Gesù Cristo.

10. - Una delle mete pastorali dell'attuale decennio sarà proprio quella di mettere in più chiara luce, nella coscienza e nella vita dei credenti, l'intimo nesso che unisce verità cristiana e sua realizzazione nella carità, secondo il detto paolino "fare la verità nella carità" ( Ef 4,15 ).

La "nuova evangelizzazione", a cui Giovanni Paolo II chiama con insistenza la Chiesa, consiste anzitutto nell'accompagnare chi viene toccato dalla testimonianza dell'amore a percorrere l'itinerario che conduce, non arbitrariamente ma per logica interna dello stesso amore cristiano, alla confessione esplicita della fede e all'appartenenza piena alla Chiesa.

Per sottolineare questo profondo legame fra evangelizzazione e carità abbiamo scelto, quasi filo conduttore della nostra riflessione, l'espressione "vangelo della carità".

Vangelo ricorda la parola che annuncia, racconta, spiega e insegna.

All'uomo non basta essere amato, né amare.

Ha bisogno di sapere e di capire: l'uomo ha bisogno di verità.

E carità ricorda che il centro del vangelo, la "lieta notizia", è l'amore di Dio per l'uomo e, in risposta, l'amore dell'uomo per i fratelli ( cf. 1 Gv 3,16; 1 Gv 4,19-21 ).

E ricorda - di conseguenza - che l'evangelizzazione deve passare in modo privilegiato attraverso la via della carità reciproca, del dono e del servizio.

11. - Il "vangelo della carità" ha saputo scrivere in ogni epoca pagine luminose di santità e di civiltà in mezzo alla nostra gente: è ininterrotta la catena dei Santi e delle Sante che con la forza del loro amore operoso hanno dato testimonianza al vangelo e reso più umano il volto del nostro paese.

È un'eredità che dobbiamo custodire, approfondire e rinnovare in docile ascolto del soffio dello Spirito, accogliendo con fiducia umile e generosa quella vocazione alla santità che è rivolta a tutti nella Chiesa.14

È essenziale, perciò, sottolineare sempre il rapporto dell'annuncio e della catechesi, come della testimonianza di carità, con la preghiera liturgica e comunitaria e con il colloquio personale con Dio, fonte di ogni santità e di ogni fecondo impegno apostolico.

Allo scopo di "scrutare la verità della carità per innervarla sempre più nel tessuto del pensiero e della prassi cristiana",15 vi offriamo le riflessioni che seguono, raccogliendole in tre punti:

il vangelo della carità nell'insegnamento della Scrittura;

il vangelo della carità nella vita delle nostre Chiese e di fronte alle sfide del nostro tempo;

alcune scelte prioritarie della nostra pastorale.

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1 Giovanni Paolo II, Discorso alla plenaria del Poritifìcio Consiglio per la Cultura
( 12 gennaio 1990, n. 1 )
2 Cf. C.E.I., Doc. Ep. it. Evangelizazione e cultura della vita umana ( 8 dicembre 1989 )
3 Cf. C.E.I., Doc. Ep. it. Sviluppo nella solidarietà -
Chiesa italiana e Mezzogiorno ( 18 ottobre 1989 )
4 Cf. C.E.I., Doc. Ep. it. Comunione, comunità e disciplina ecclesiale, 37 (1 gennaio 1989)
5 Cf. Dei Verbum, n. 6
6 Cf. Lumen gentium, nn. 1-8
7 Cf. Ivi, n. 1
8 Paolo VI, Es. ap. Evangelii nuntiandi, n. 2: gli obiettivi del Concilio "si riassumono, in definitiva in uno solo: rendere la Chiesa del XX secolo sempre più idonea ad annunziare il Vangelo all'umanità del XX secolo"
9 Cf. C.E.I., Doc. Ep. it. Il rinnovamento della catechesi ( 2 febbraio 1970 )
10 Cf. C.E.I., Doc. Ep. it. Evangelizzazione e sacramenti ( 12 luglio 1973 );
C.E.I., Doc. Ep. it. Evangelizzazione e sacramenti della penitenza e dell'unzione degli infermi ( 12 luglio 1974 );
C.E.I., Doc. Ep. it. Evangelizazione e sacramento del matrimonio ( 20 giugno 1975 );
C.E.I., Doc. Ep. it. Evangelizazione e ministeri ( 15 agosto 1977 )
11 Cf. C.E.I., Doc. Ep. it. Comunione e comunità: I. - Introduzione al piano pastorale ( 1 ottobre 1981 );
C.E.I., Doc. Ep. it. Comunione e comunità nella Chiesa domestica ( 1 ottobre 1981 );
C.E.I., Doc. Ep. it. Eucaristia, comunione e comunità ( 22 maggio 1983 );
C.E.I., Doc. Ep. it. Comunione e comunità missionaria ( 29 maggio 1986 );
Comunione, comunità e disciplina ecclesiale, ( 1 gennaio 1989 )
12 Cf. Gaudium et spes, n. 22;
cf. anche Giovanni Paolo II, Lett. enc. Redemptor hominis, nn. 9-10
13 Cf. Giovanni Paolo II, Discorso al Convegno ecclesiale di Loreto ( 11 aprile 1985, nn. 4-5 )
14 Cf. Lumen gentium, n. 40
15 Giovanni Paolo II, Discorso al Convegno "La carità come ermeneutica teologica e metodologia pastorale" ( 23 gennaio 1987, n. 1 )