Proverbi |
CEI 2008 - Audio - Interconfessionale
VI. Detti di Agur |
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1 Detti di Agùr figlio di Iakè, da Massa. Dice quest'uomo: Sono stanco, o Dio, sono stanco, o Dio, e vengo meno, |
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2 perché io sono il più ignorante degli uomini e non ho intelligenza umana; | ||||
3 non ho imparato la sapienza e ignoro la scienza del Santo. | ||||
4 Chi è salito al cielo e ne è sceso? Chi ha raccolto il vento nel suo pugno? Chi ha racchiuso le acque nel suo mantello? Chi ha fissato tutti i confini della terra? Come si chiama? Qual'è il nome di suo figlio, se lo sai? |
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5 Ogni parola di Dio è appurata; egli è uno scudo per chi ricorre a lui. |
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6 Non aggiungere nulla alle sue parole, perché non ti riprenda e tu sia trovato bugiardo. | ||||
7 Io ti domando due cose, non negarmele prima che io muoia: | ||||
8 tieni lontano da me falsità e menzogna, non darmi né povertà né ricchezza; ma fammi avere il cibo necessario, |
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9 perché, una volta sazio, io non ti rinneghi e dica: « Chi è il Signore? », oppure, ridotto all'indigenza, non rubi e profani il nome del mio Dio. |
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10 Non calunniare lo schiavo presso il padrone, perché egli non ti maledica e tu non ne porti la pena. |
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11 C'è gente che maledice suo padre e non benedice sua madre. |
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12 C'è gente che si crede pura, ma non si è lavata della sua lordura. | ||||
13 C'è gente dagli occhi così alteri e dalle ciglia così altezzose! | ||||
14 C'è gente i cui denti sono spade e i cui molari sono coltelli, per divorare gli umili eliminandoli dalla terra e i poveri in mezzo agli uomini. |
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VII. Proverbi numerici |
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15 La sanguisuga ha due figlie: « Dammi! Dammi! ». Tre cose non si saziano mai, anzi quattro non dicono mai: « Basta! »: | ||||
16gli inferi, il grembo sterile, la terra mai sazia d'acqua e il fuoco che mai dice: « Basta! ». |
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17 L'occhio che guarda con scherno il padre e disprezza l'obbedienza alla madre sia cavato dai corvi della valle e divorato dagli aquilotti. |
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18 Tre cose mi sono difficili, anzi quattro, che io non comprendo: | ||||
19 il sentiero dell'aquila nella aria, il sentiero del serpente sulla roccia, il sentiero della nave in alto mare, il sentiero dell'uomo in una giovane. |
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20 Tale è la condotta della donna adultera: mangia e si pulisce la bocca e dice: « Non ho fatto niente di male! ». | ||||
21 Per tre cose freme la terra, anzi quattro cose non può sopportare: |
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22 uno schiavo che diventi re, uno stolto che abbia viveri in abbondanza, |
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23 una donna già trascurata da tutti che trovi marito e una schiava che prenda il posto della padrona. |
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24 Quattro esseri sono fra le cose più piccole della terra, eppure sono i più saggi dei saggi: | ||||
25 le formiche, popolo senza forza, che si provvedono il cibo durante l'estate; |
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26 gli ìraci, popolo imbelle, ma che hanno al tana sulle rupi; | ||||
27 le cavallette, che non hanno un re, eppure marciano tutte insieme schierate; | ||||
28 la lucertola, che si può prendere con le mani, ma penetra anche nei palazzi dei re. | ||||
29 Tre esseri hanno un portamento maestoso, anzi quattro sono eleganti nel camminare: | ||||
30 il leone, il più forte degli animali, che non indietreggia davanti a nessuno; | ||||
31 il gallo pettoruto e il caprone e un re alla testa del suo popolo. | ||||
32 Se ti sei esaltato per stoltezza e se poi hai riflettuto, mettiti una mano sulla bocca, | ||||
33 poiché, sbattendo il latte ne esce la panna, premendo il naso ne esce il sangue, spremendo la collera ne esce la lite. |
Indice |
30,1-31,9 | Insegnamenti di altri saggi Nei capitoli 30-31 confluisce altro materiale proveniente dal patrimonio della letteratura sapienziale dei popoli del Vicino Oriente antico, come sembrano indicare i nomi dei personaggi sulle cui labbra sono poste queste massime ( Agur, figlio di Iakè, da Massa e Lemuèl, re di Massa, Pr 30,1 e Pr 31,1 ). 30,1-14 Insegnamenti di Agur Questa breve serie di massime ricorda l'insegnamento dei saggi racchiuso in Pr 22,17-24,34. 30,1 Agur: è personaggio sconosciuto; Massa è il nome di una tribù dell'Arabia settentrionale ( Gen 25,14 ): gli Arabi erano rinomati per la loro sapienza. Ma la versione è incerta. Alcuni intendono la parola ebraica Massa non come nome di tribù, ma nel senso di "oracolo" ( o anche "carico", "peso" ). I LXX collocano i vv. 1-30 all'interno del c. 24: vv. 1-14 dopo Pr 24,22; vv. 15-33 dopo Pr 24,34. Chi scrisse il libro dei Proverbi? da Massa: ha-massa'î, conget.; il TM ha: « l'oracolo », ha-massa'. Su Massa, cf. Pr 31,1+. La volg. non ha ritenuto questo termine come nome proprio e interpreta così il titolo: « parole di colui che raccoglie, figlio di colui che vomita ». - sono stanco … vengo meno: interpretazione incerta di un testo mal trasmesso. BJ con il TM legge: « per Iteel, per Iteel e per Ukar »; i LXX traducono: « queste cose dice l'uomo a coloro che credono in Dio, e cesso »; la volg. ha: « visione pronunciata dall'uomo col quale è Dio e che, avendo con sè Dio, è stato confortato ». |
30,3 | Santo: il TM alla lettera: « dei saggi » o « dei santi » ( con il plurale maiestatico ), cioè di Dio. |
30,14 | agli uomini: non appare chiaramente se si deve applicare questa descrizione a una determinata categoria, nazione o classe. |
30,15-33 | Proverbi numerici Alcune massime ritmate sul gioco dei numeri erano già presenti in Pr 6,16-19. Si tratta di un espediente letterario, con il quale si cercava di favorire la memoria. Era già conosciuto dalle antiche popolazioni cananee, come documenta l'opera Storia e massime di Achikàr ( risalente al V sec. ). 30,15 Il « proverbio numerico » ha della massima, dell'enigma e del paragone. Questa forma letteraria è presente nella letteratura ebraica, sebbene in modo ancora imperfetto, già dall'epoca profetica ( Am 1,3.6.9.11.13; Is 17,6; Mi 5,4; cf. Sal 62,12s ), e riappare in tutta la letteratura sapienziale ( Pr 6,16s e qui Pr 30,15-33; Gb 5,19; Gb 40,5; Qo 11,2; Qo 4,12 (?); Sir 23,16s; Sir 25,7; Sir 26,5-7.28; Sir 50,25; cf. Sir 25,1-2 ). La breve raccolta di Pr 30,15-33 mostra un interesse particolare per le meraviglie della natura e per le abitudini degli animali. |
30,19 | il sentiero dell'uomo in una giovane: non si tratta di profferte amorose, ma del mistero dell'unione coniugale e della procreazione. |
30,20 | mangia e si pulisce la bocca: la frase può essere compresa nel significato di darsi al piacere. Questo versetto sembra essere una glossa maldestra dei due precedenti. |
30,24 | dei saggi: con le versioni; il TM ha: « formati alla sapienza ». |
30,26 | iràci: sono piccoli mammiferi simili alla marmotta che vivono tra le rocce e difficilmente avvicinabili ( cf. Sal 104,18; Lv 11,5 ). |
30,31 | Traduzione probabile del TM; nei LXX si legge: « Il gallo che aggredisce pettoruto le galline; il caprone che guida al pascolo e un re alla testa del suo popolo ». All'inizio del v, invece di « gallo » ( secondo la versione araba ), è stato proposto « cicala » ( secondo l'accadico ), oppure « cavallo, zebra, levriero ». |