Doc. dagli scritti di S. Giovanni Battista de la Salle |
« Fine di questo Istituto è dare ai fanciulli una educazione cristiana ... insegnando loro a vivere civilmente, istruendoli nei misteri della nostra santa Religione, ispirando loro massime cristiane, ed educandoli come si conviene ». ( Regole cap. I - 3 ).
« È dovere della scuola cristiana:
— lavorare continuamente all'educazione cristiana dei fanciulli per renderli veramente cristiani ( Med. 150 );
— istruirli ed allevarli nello spirito del Cristianesimo;
— formare Gesù Cristo nel cuore dei fanciulli;
— comunicare lo spirito di Dio ( Med. 80 );
— lavorare per il bene della Chiesa, secondo il dono che le è proprio per farne dei veri cristiani ( Med. 170 ),
perchè siano cristiani non solamente di nome, ma ne abbiano anche lo spirito e la condotta e si facciano notare per la loro pietà ( Med. 134 ),
perchè servirebbe poco a loro aver ricevuto il Battesimo, se non vivessero secondo lo spirito del Cristianesimo ( Med. 171 ).
« Voi non siete incaricati dei fanciulli solo durante il tempo della scuola e la vostra vigilanza deve estendersi, per quanto è possibile, fino alle azioni che fanno fuori, per fare in modo che essi vivano in ogni luogo cristianamente, che non frequentino cattive compagnie, durante il tempo che non sono sotto la vostra direzione.
Poichè chi dice "render conto delle loro anime" dice "render conto di tutto quanto riguarda la loro salvezza"; e chi dice "vegliare attentamente", dice che si deve farlo soprattutto con applicazione, senza nulla omettere e nulla trascurare » ( Med. 206 ).
« Bisogna che facciate vedere alla Chiesa quale carità avete per essa e che le diate delle prove del vostro zelo; poichè è per la Chiesa, come corpo di Gesù Cristo che voi lavorate, secondo l'ordine che Dio vi ha dato di dispensare la sua parola ai vostri discepoli ( Med. 201 ).
Considerate il vostro lavoro come uno dei più considerevoli e dei più eccellenti della Chiesa, poichè esso è uno dei più capaci di sostenerla, dandole un solido fondamento ». ( Med. 155 ).
« Procurate il bene della Chiesa :
— facendo di essi dei veri cristiani formati allo spirito del Cristianesimo;
— imprimendo nel loro spirito, in una maniera ferma e solida, le verità della nostra fede, che sono il fondamento della nostra religione e rendendoli docili alle verità della fede e alle massime del S. Vangelo;
— procurando loro una solida pietà unita alle conoscenze umane, senza di che il vostro lavoro sarebbe poco utile; impegnandoli a fare il bene e le buone azioni di cui sono capaci » ( Med. 132 - 160 - 208 ).
« Che vi servirebbe insegnare ai vostri allievi le verità della fede, se non insegnate loro a fare delle buone opere, poichè "la fede che non è accompagnata dalle opere è morta" ? ( Gc 2,26 ).
Non è quindi sufficiente averli istruiti nei misteri e nelle verità della nostra Santa Religione, se non fate loro conoscere quali sono le principali virtù cristiane, e non prendete particolare cura di farle loro praticare, così come tutte le opere buone di cui sono capaci secondo la loro età; poichè, qualunque fede abbiano, e per quanto viva sia, se essi non si impegnano nella pratica delle buone opere, la loro fede a nulla servirebbe » ( Med. 200 ).
«I fanciulli che istruite:
— abbiano della pietà;
— conoscano bene la loro religione;
— si comportino saggiamente » ( Med. 207 ).
« Una ricompensa che ricevono, fin da questa vita coloro che lavorano alla salvezza delle anime, è la consolazione che essi hanno di vedere Dio ben servito da quelli che essi hanno istruito e che il loro lavoro non è stato inutile ma che ha servito a salvare quelli che essi erano incaricati di istruire » ( Med. 207 ).
« Voi dovete unire, nel vostro lavoro, lo zelo per il bene della Chiesa con quello del bene della Società, di cui i vostri discepoli cominciano ad essere membri, e dovranno un giorno esserlo più perfettamente.
Voi procurate il bene della Chiesa, facendo di essi dei veri cristiani, rendendoli docili alle virtù della fede e alle massime del Santo Vangelo.
Voi procurate il bene della Società, insegnando loro a leggere a scrivere e tutto quello che è proprio del vostro ministero, per quanto si riferisce alla loro formazione professionale.
Ma occorre unire la pietà alle conoscenze umane, senza di che il vostro lavoro sarebbe poco utile » ( Med. 160 ).
« Mettetevi nella condizione di poter rispondere a Gesù Cristo, quando vi giudicherà, che voi avete svolto bene il vostro ministero; e siate certi che il modo migliore di farlo e di rendere Gesù Cristo contento, quando vi giudicherà, sarà di presentargli tutti questi fanciulli che voi avete istruito, come facenti parte dell'edificio della Chiesa, ed essendo entrati, per le vostre cure, nella sua struttura e divenuti così "il tempio in cui Dio abita per lo Spirito Santo" ( 1 Cor 3,16 ).
Così voi avrete veramente adempiuto il vostro ministero, e avrete lavorato solidamente a edificare e a sostenere la Chiesa, compiendo quello per cui Dio vi ha chiamati » ( Med. 205 ).
« Chiedete insistentemente a Dio di accrescere il vostro Istituto e di farlo fruttificare ogni giorno più, affinchè, come dice San Paolo, "i cuori dei fedeli siano confermati nella santità e nella giustizia" ( Ef 4,24 ) » ( Med. 207 ).
« Sarebbe inutile ai cristiani avere la fede, credere le verità eterne che Gesù Cristo è venuto ad annunciare e che la Chiesa propone, se la loro fede non è animata dalla carità e accompagnata dalle buone opere » ( Devoirs d'un Chrétien - II° traité - cap. I ).
« Dovete condurli a rigettare ogni menzogna e dire la verità ciascuno al prossimo suo ( Ef 4,25 ), ad essere benigni gli uni verso gli altri, misericordiosi, donandosi a vicenda così come Dio in Cristo donò a noi ( Ef 4,32 ), amandosi gli uni gli altri come anche Cristo amò noi ( Ef 5,2 ) ».
« Non dobbiamo accontentarci di amare Dio, dobbiamo anche amare il nostro prossimo: è il 2° Comandamento della Legge che Nostro Signore ci propone e che Egli dice essere simile al primo, perchè questo lo comprende; poichè, dice S. Giovanni, colui che non ama il suo prossimo e dice di amare Dio è mentitore, infatti colui che non ama il suo fratello che vede, come può amare Dio che non vede?
Quando si dice che dobbiamo amare il nostro prossimo, si deve intendere che noi dobbiamo amare tutti gli uomini che sono nostro prossimo e nostri fratelli, essendo tutti figli di uno stesso Padre; noi non dobbiamo tuttavia amarli tutti allo stesso modo; ce ne sono di quelli che siamo obbligati ad amare più degli altri e questi sono i nostri fratelli che vivono secondo la legge e le massime di Gesù Cristo, poichè essi ci appartengono in modo più stretto che gli altri uomini e con essi noi abbiamo contratto anche una unione più intima per il fatto che siamo membri di Gesù Cristo e della Chiesa e facciamo con essi uno stesso corpo.
Ed è lo Spirito Santo che, animando la Chiesa, produce questa unione tra i fedeli e li unisce strettamente a Gesù Cristo.
Non è sufficiente avere nel nostro cuore dell'amore per il nostro prossimo, dobbiamo anche testimoniarglielo con dei fatti nelle diverse occasioni, secondo la sua necessità e le nostre possibilità.
S. Giovanni dice che se noi amiamo veramente il nostro prossimo, noi dobbiamo amarlo come Gesù Cristo ci ha amato e cioè dobbiamo essere disposti a dare la nostra vita per lui e per contribuire alla sua salvezza, come Gesù Cristo si è dato alla morte per nostro amore » ( Devoirs d'un Chrétien - II traité - cap. I ).
« Bisogna essere cattolici: credere in Dio e in Gesù Cristo ed a tutto quello che ci ha insegnato, tanto lui stesso quanto per mezzo della sua Chiesa e fare pubblicamente professione di ciò che si crede; questo non è ancora sufficiente per essere buon cristiano, occorre essere animati dallo spirito di Nostro Signore Gesù Cristo e condurre una vita conforme alla sua e alle massime che ci sono manifestate nel Santo Vangelo e in tutto il Nuovo Testamento » ( Devoirs d'un Chrétien - Prefazione ).
« Sarebbe stato poco utile che gli Apostoli avessero istruito i primi fedeli nelle verità essenziali della nostra Religione, se essi non avessero fatto intraprendere da loro una condotta cristiana e conforme a quella che essi avevano avuto con Gesù Cristo.
Così non si accontentavano di insegnare loro le cose speculative, ma avevano una cura meravigliosa di farli entrare nella pratica » ( Med. 200 ).
« Così S. Paolo scrive ai Corinti ai quali "aveva predicato il Vangelo e che aveva generato in Cristo" ( 1 Cor 4,15 ) "che essi erano la sua opera in Cristo" ( 1 Cor 9,1 ).
Ed egli "si rallegra di conoscere la buona volontà che essi hanno, ed è questo che fa che egli si glorifichi in essi" ( 2 Cor 7,4.14 ); tanto più che molte persone sono state animate dal loro zelo: ed egli aggiunge che egli spera che l'aumento della loro fede acquisterà loro tanta gloria e che "questa gloria farà udire più lontano la fede e la conquista delle anime" ( 1 Ts 1,7-8 ), annunciando il Vangelo.
Era dunque l'estensione della gloria di Dio, con la predicazione del Vangelo che faceva tutta la consolazione di questo grande Apostolo, come deve essere la vostra di far conoscere Dio e Gesù Cristo suo Figlio » ( Med. 207 ).
« Come la Passione e la Morte di Gesù sono stati dei mezzi di santificazione per tutti, pregate sovente Dio di applicarvene abbondantemente i meriti, tanto a voi, quanto ai fanciulli che vi sono affidati » ( Med. 129 ).
« Noi dobbiamo, dice S. Paolo, "gloriarci nella Croce di Gesù Cristo" ( Gal 6,14 ) e cioè in questa Croce che Gesù Cristo ha santificato portandola, e che è la nostra vita, la nostra salvezza, perchè essa ne è la sorgente ( Med. 149 ) e la fonte della nostra santificazione » ( Med. 193 ).
« Entriamo nello spirito della Chiesa venerando la Santa Croce del Salvatore.
Mettiamo in essa la nostra gloria e la nostra speranza, facciamoci un onore di predicare Gesù Crocifisso.
Tenetevi in adorazione davanti a questa divina Croce, che vi ha procurato la grazia e la salvezza.
Per nostro amore Gesù è stato crocifisso; per essere suoi amici e aver parte alla sua gloria bisogna rassomigliargli e soffrire con Lui.
Non avete via più sicura per piacere a Dio, che la via della Croce » ( Med. 165 ).
« Fate in modo che i giovani pensino sovente a Gesù, loro buon ed unico Maestro, che essi parlino sovente di Gesù, che non aspirino che a Gesù, che non respirino che per Gesù » ( Med. 102 ).
« Adorate le Cinque Piaghe di Gesù Cristo nostro Signore, fermate sovente i vostri occhi sopra un così santo oggetto; prostratevi sovente davanti a queste divine Piaghe; consideratele come la sorgente della vostra salvezza; "mettete la vostra mano nella piaga del Sacro Costato" ( Gv 20,27 ), con S. Tommaso, non tanto per fortificare la vostra fede, quanto per penetrare, se è possibile, fino al Cuore di Gesù e per far passare nel vostro cuore i sentimenti di una pazienza tutta cristiana, di una intera rassegnazione, di una perfetta conformità alla volontà di Dio, e per attingervi un coraggio che vi porti a cercare le occasioni di soffrire » ( Med. 28 ).
« L'Eucarestia è sacramento e sacrificio: è Sacramento perchè Dio vi dona agli uomini il Corpo e il Sangue di Gesù Cristo sotto dei segni e delle apparenze sensibili, per santificarli; ed è Sacrificio, quando il Corpo e il Sangue di Gesù, sotto le apparenze del pane e del vino, sono offerti a Dio Padre, durante la S. Messa, per ministero del sacerdote, in memoria della Passione e Morte di Gesù Cristo » ( Devoirs d'un Chrétien-I traité, Cap. V, Section I ).
« Rendete a Gesù amore per amore, considerando un beneficio così grande; e questo amore che avete per Lui, e il desiderio di unirvi a Lui, vi impegnino ad avere un grande amore per la comunione frequente » ( Med. 26 ).
« Abbiate una grande venerazione per questo santo mistero; portate i vostri allievi ad onorarlo e abbiate cura che essi visitino il Santissimo Sacramento, con una intensa pietà.
È soprattutto per le nostre disposizioni interne che Gesù vuole essere onorato.
Il nostro cuore sia penetrato di fede, di riconoscenza e di amore, alla sua presenza.
Ecco che cosa Gesù vi chiede: non rifiutateglielo: credete, amate, ringraziate » ( Med. 47 ).
« Pregate Maria SS., abbiate un grande amore per Lei, e voi la farete amare dai vostri allievi » ( Med. 146 ).
« Dio che vi ha scelto per insegnare ai fanciulli a conoscerlo, vuole anche che voi formiate, per così dire, nel cuore di coloro che istruite, la Santissima Vergine, ispirando loro una tenera divozione verso di Lei » ( Med. 146 ).
« Uno dei mezzi migliori di cui possiate servirvi per riuscire nel vostro lavoro, è di avere una devozione particolarissima verso la SS. Vergine e di trasmetterla nel cuore di coloro che vi sono affidati » ( Med. 150 ).
« Pregate sovente la SS. Vergine che rischiari il vostro spirito e lo renda docile alla verità; poichè, come essa la conosce perfettamente, Le è facile istruirvi e farvi capire ciò che voi non potete comprendere » ( Med. 164 ).
« La fede, la speranza e la carità sono propriamente ciò che fanno un cristiano, e quello che lo sostiene nella sua religione, e quantunque tutte e tre gli siano sempre molto necessarie, si può dire tuttavia, che non ce ne sono che due che comprendono i doveri essenziali: esse sono la Fede e la Carità.
Sono queste due virtù che fanno un vero cristiano, e senza di esse egli non può condurre una vita cristiana, nè essere gradito a Dio, né mai essere felice » ( Devoirs d'un Chrétien Prefazione ).
« Sarebbe inutile ai Cristiani avere la Fede e credere le Verità eterne che Gesù Cristo è venuto ad annunciare e che la Chiesa propone, se la loro Fede non fosse animata dalla Carità e accompagnata dalle buone opere; è questo che fa dire all'Apostolo San Giacomo che la Fede senza le opere è morta, e cioè che non serve a nulla per la salvezza, e lo stesso Apostolo paragona la Fede, che non è accompagnata dalle buone opere, a quella dei demoni » ( Devoirs d'un Chrétien - II traité cap. I - Sezione I ).
« La Fede deve servire di fiaccola e di guida a tutti i cristiani, per condurli e dirigerli nella via della loro salvezza; questo fa dire a San Paolo che "Il giusto" cioè il vero cristiano, "vive di fede" ; perchè egli si conduce ed opera con mire e motivi di fede.
Lo spirito di fede deve indurre a nulla riguardare se non con gli occhi della fede e cioè secondo le massime e i sentimenti di fede, tratti principalmente dalla Sacra Scrittura; a nulla fare se non con la mira a Dio; ad attribuire tutto a Dio » ( Raccolta ).
« Se volete essere pieni dello Spirito di Dio e perfettamente capaci nel vostro lavoro, fate soprattutto il vostro studio dei libri della Sacra Scrittura e particolarmente del Nuovo Testamento, affinchè vi servano di regola di condotta, a voi e a quelli che istruite » ( Med. 170 ).
« Che servirebbe conoscere le verità della Fede, se i giovani non si prendessero a cuore il bene che devono compiere ? » ( Med. 194 ).
« Deve essere vostra intenzione, quando voi istruite i vostri discepoli, di fare in modo che essi vivano una vita cristiana » ( Med. 196 ).
« Ispirate loro la pietà, la semplicità, l'umiltà che Nostro Signore raccomanda con tanta insistenza nel Santo Vangelo » ( Med. 200 ).
« La sola cosa che Gesù propone ai suoi Apostoli come una lezione da imparare, è questa: "Che essi siano umili di cuore" ( Mt 11,29 ) per far loro comprendere che è questo che li renderà più capaci nel loro ministero, per la conversione delle anime » ( Med. 79 ).
« Gesù Cristo, incaricandovi di istruire i fanciulli e di formarli alla pietà vi ha affidato la cura di edificare il Suo Corpo "che è la sua Chiesa" ( Ef 1,23 ).
Essendo i fanciulli la parte più innocente e ordinariamente la meglio disposta a ricevere le impressioni della grazia, la sua intenzione è anche che voi vi applichiate talmente a renderli santi, che essi "giungano tutti alla maturità di uomo fatto, alla misura di età della pienezza di Cristo" ( Ef 4,13 ) » ( Med. 205 ).
« Nulla vi è di più consolante e di più utile che di darsi a Dio da giovani, perchè si ha allora questo vantaggio di potersi stabilire più solidamente nella pietà, che diviene come naturale » ( Med. 178 ).
« È vostro dovere fare in modo di impegnare alla pratica delle massime del Santo Vangelo e di darne a loro i mezzi facili e proporzionati alla loro età, affinchè essendovisi abituati insensibilmente nella loro infanzia, essi possano, quando saranno più avanti nell'età, averne acquistato una specie di abitudine e metterle in pratica senza troppa fatica » ( Med. 197 ).
« Fate loro praticare il bene in una maniera proporzionata alla loro età » ( Med. 193 ).
« Ispirate loro della pietà, la semplicità, l'umiltà ( che Nostro Signore raccomanda così insistentemente nel Santo Vangelo ) la dolcezza, la pazienza, l'amore e il rispetto dei genitori e tutto quello che conviene a dei fanciulli cristiani e tutto quanto la nostra Religione esige da essi » ( Med. 200 ).
« Fate entrare i giovani veramente nella struttura dell'edificio della Chiesa e fate in modo che essi siano in grado di comparire davanti a Gesù Cristo "pieni di gloria, senza macchia, senza ruga o altra cosa siffatta" ( Ef 5,27 ), per far conoscere ai secoli futuri le ricchezze abbondanti della grazia che loro è stata fatta, procurando loro il soccorso dell'istruzione cristiana, e a voi, la missione di istruirli e di educarli per essere un giorno "gli eredi del Regno di Dio e coeredi di Cristo" ( Rm 8,17 ) » ( Med. 201 ).
« Voi dovete attendervi ancora un'altra ricompensa, che Dio vi dà in anticipo, in questa vita, se voi vi siete applicati al vostro dovere e se, con il vostro zelo e la grazia del vostro stato, voi avete saputo affermare bene i vostri discepoli nello spirito del Cristianesimo; ed è che avrete una soddisfazione tutta particolare, quando essi saranno adulti, di vederli "vivere con giustizia e pietà" ( Tt 2,12 ), rifuggendo le cattive compagnie e nella pratica delle buone opere; perchè le istruzioni che voi avrete dato loro, non saranno consistite solo nelle parole, ma saranno state accompagnate da una grande abbondanza di grazie in coloro che ne hanno approfittato, cosa che fa sì che essi si manterranno in seguito nella pratica del bene.
La loro perseveranza nella pietà, vi sarà motivo di grande consolazione, quando voi considererete i frutti della loro fede e delle vostre istruzioni, sapendo che ciò li fa cari a Dio e li mette nel numero degli eletti.
Quale gioia vedere "che essi hanno ricevuto la parola di Dio, nei vostri catechismi, non come le parole degli uonini, ma come la parola di Dio, che ha agito potentemente in essi" ( 1 Ts 2,13 ) come appare visibilmente dalla loro saggia condotta, nella quale essi continuano a vivere!
Per questo voi potrete dire, nella consolazione che avrete di vedere la loro perseveranza nella pietà, che essi sono la vostra speranza, "la vostra gioia e la vostra corona" ( Fil 4,1 ) di gloria davanti a Nostro Signore Gesù Cristo.
Considerate quindi come una ricompensa considerevole che Dio vi dà, anche in questo mondo, di vedere che la religione e la pietà sono aumentate tra i fedeli e specialmente tra gli artigiani e i poveri, e rendete ogni giorno grazie a Dio, per Gesù Cristo Nostro Signore, perchè gli è piaciuto stabilire questo bene, e dare questo soccorso alla Chiesa » ( Med. 207 ).