Apostasia
1) Abiura della propria religione in favore di un'altra
2) estens. Abbandono, ripudio, di una dottrina o di un partito politico
Sinonimo: rinnegamento
Apostasia è il termine con cui si indica l'abbandono volontario e totale della fede cristiana.
Si ha un ripudio effettivo della fede quando si rifiutano i due misteri principali posti a fondamento, ossia Cristo Figlio di Dio, Verbo incarnato, e il Dio uno e Trino.
Il termine, riscontrabile nel tardo greco con il significato di "allontanamento", denota negli Atti degli Apostoli ( At 5,37 ) "insurrezione o secessione".
Già nel III sec. d.C., secondo la testimonianza di Cipriano da Cartagine ( Epistula 57,3.1 ), apostasia significa l'abbandono del cristianesimo per un'altra religione.
Si trova questa parola nella traduzione greca dei Settanta ( Ger 2,19 ) e in At 21,21 per descrivere la defezione dalla fede e l'allontanamento dalla comunità dei credenti.
Nel linguaggio comune, indica l'abbandono completo e deliberato della fede da parte di cristiani battezzati.
Si distingue così dalla semplice eresia e dallo scisma
l concetto tecnico-canonistico, foggiatosi nel corso dei secoli, implica precisamente il rifiuto pubblico e totale della fede abbracciata, esplicitamente o implicitamente, attraverso il battesimo.
Alla severa disciplina della Chiesa antica, che suscitò dissensi e conflitti specie durante e dopo le persecuzioni, succedettero procedure più mitigate di riammissione, comunque sempre condotte sotto l'egida dell'autorità ecclesiastica, in base alla convinzione che ogni scelta individuale ha pur sempre una portata anche sociale e comunitaria.
Nel corso dei secoli venne definendosi come il rifiuto pubblico e totale della fede, abbracciata attraverso il battesimo.
Il Codice di diritto canonico sottolinea la differenza fra peccato di apostasia e delitto di apostasia.
Il delitto avviene quando il rifiuto della fede cristiana si ha in modo totale ed esterno, ossia percepito anche da qualcuno.
Colpevole di peccato o delitto è, in tutti i casi, il solo fedele battezzato nella Chiesa cattolica o in essa accolto.
In caso di delitto è prevista la scomunica.
Oggi la Chiesa tiene a sottolineare come ogni scelta individuale abbia pur sempre una portata sociale e comunitaria.
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Il termine apostasia denota sostanzialmente, nell'ambito giudaico-cristiano, la defezione dalla fede.
Una defezione apostata può essere intellettuale ( sulla base dell'adesione a filosofie differenti ), oppure morale e spirituale, come Giuda che nel Nuovo Testamento tradisce il Gesù per lucro.
Le persecuzioni dei primi cristiani, nell'Impero Romano, forzarono molti di loro a rinnegare il discepolato cristiano, essi venivano indicati con il nome di lapsi.
Essi manifestavano la loro apostasia, sotto costrizione, offrendo incenso ad una divinità pagana, oppure bestemmiando il nome di Cristo.
L'imperatore romano Giuliano ( detto, appunto, "l'apostata" dai suoi avversari cristiani ) rinuncia al cristianesimo in favore del paganesimo poco dopo la sua salita sul trono.
Nel greco classico il sostantivo è usato per indicare una defezione politica, e il verbo è evidentemente usato in questo senso negli Atti degli Apostoli 5,37, a proposito di Giuda il galileo che si "trasse dietro" dai seguaci.
La Septuaginta greca usa il termine in Genesi 14,4, riferito a una ribellione dello stesso genere.
Ma nelle Sacre Scritture greche cristiane viene usato principalmente per defezione religiosa: allontanamento da una giusta causa, dall'adorazione e dal servizio a Dio, e quindi abbandono di quanto prima professato e totale diserzione dai princìpi religiosi o dalla fede.
I capi religiosi di Gerusalemme accusarono Paolo di Tarso di tale apostasia contro la Legge mosaica.
Nel Nuovo Testamento, il termine "apostasia" [ ἡ αποστασία ] significa letteralmente "stare lontano da", un ritiro, una defezione, un tirarsi indietro, un venir meno da un impegno, da una fede, abbandonare il gruppo, l'organizzazione alla quale si appartiene.
Questo termine è usato due volte nell'originale greco del Nuovo Testamento per esprimere l'abbandono di una fede, anche se non è spesso tradotto con il termine italiano "apostasia".
Paolo è accusato falsamente di incoraggiare i Giudei ad abbandonare la loro fede: "Or sono stati informati a tuo riguardo che tu insegni a tutti i Giudei che vivono fra i gentili di distaccarsi da Mosè, dicendo di non circoncidere i figli e di non seguire più le usanze giudaiche" ( At 21,21 ).
L'apostolo Paolo predice che, prima del futuro ritorno di Cristo, vi sarà un grande abbandono della fede cristiana: "Nessuno v'inganni in alcuna maniera, perché quel giorno non verrà se prima non sia venuta l'apostasia e prima che sia manifestato l'uomo del peccato, il figlio della perdizione" ( 2 Ts 2,3 ).
Ciò era già stato predetto da Cristo nel Vangelo secondo Matteo: "Allora molti si scandalizzeranno, si tradiranno e si odieranno l'un l'altro.
E sorgeranno molti falsi profeti, e ne sedurranno molti.
E perché l'iniquità sarà moltiplicata, l'amore di molti si raffredderà" ( Mt 24,10-12 ).
Questa apostasia degli ultimi tempi implicherà cadere nell'inganno di dottrine false, insensibilità morale e allontanamento dai criteri etici posti da Dio nei testi sacri.
Un termine collegato è usato per un divorzio e spesso tradotto con "ripudio": "È stato pure detto: « Chiunque ripudia la propria moglie, le dia l'atto del divorzio » …
Essi gli dissero: « Perché allora Mosè ha ordinato di darle un atto di divorzio e mandarla via? »" ( Mt 5,31; Mt 19,7 ); "Essi dissero: « Mosè ha permesso di scrivere un atto di divorzio e di ripudiare la moglie »" ( Mc 10,4 ).
L'apostolo Giuda Taddeo ammonisce fortemente, nella sua epistola, sulle conseguenze di tale abbandono della fede, simile a quello che aveva interessato parte degli angeli di Dio: "… angeli che non conservarono il loro primiero stato ma che lasciarono la loro propria dimora" ( Gd 6 ), esortando i credenti alla fermezza, come pure fa Pietro: "Voi dunque, carissimi, conoscendo già queste cose, state in guardia per non venir meno nella vostra fermezza, portati via dall'errore degli empi" ( 2 Pt 3,17 ).
A partire dal terzo secolo il termine viene utilizzato per indicare l'abbandono della fede cristiana per un'altra religione, in particolare il paganesimo.
Le temibili conseguenze dell'apostasia religiosa e morale appaiono nelle maledizioni pronunciate contro questo peccato, sul Monte Ebal, dai rappresentanti di sei tribù di Israele scelte da Mosè ( Dt 27,13-26; Dt 28,15-68 ).
Tanto ribelle è il cuore di Israele, persino nei primi anni dopo la sua liberazione dall'Egitto, che Giosuè trova necessario far rinnovare solennemente la fedeltà della nazione a Yahweh ed al suo patto, prima di entrare nella terra promessa ( Gs 24,1-28 ).
L'infedeltà al patto pregiudica le prospettive di Israele al tempo dei Giudici ( Gdc 2,11-15; Gdc 10,6; Gdc 10,10,13; 1 Sam 12,10 ).
È fonte di mali innumerevoli, sociali e morali, dai giorni di Salomone a quelli dell'esilio.
Molti re del tempo del regno diviso apostatano dalla fede, conducendo il popolo, come nel caso di Geroboamo, a grossolane forme di idolatria ed immoralità ( 2 Re 14,22-24; 2 Cr 12,1 ).
Esempi ne sono:
Geroboamo ( 1 Re 12,28-32 );
Acab ( 1 Re 16,30-33 ),
Acazia ( 1 Re 22,51-53 ),
Joram ( 2 Cr 21,6.10; 2 Cr 12-15 );
Acaz ( 2 Cr 28,1-4 );
Manasse ( 2 Cr 33,1-9 );
Amen ( 2 Cr 33,22 ).
La profezia sorge come un'energica e divina protesta contro questa tendenza storica di defezionare dalla religione di Jahweh.
Coloro che sono preoccupati per l'apostasia dovrebbero riconoscere che la loro consapevolezza che si tratta di peccato è in sé la prova che non sono decaduti dalla fede.
Il desiderio della salvezza mostra che non si ha "un malvagio cuore incredulo": "State attenti, fratelli, che talora non vi sia in alcuno di voi un malvagio cuore incredulo, che si allontani dal Dio vivente" ( Eb 3,12 ).
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composta dalla preposizione apó, che significa allontanamento, e dal verbo histemi, "collocare/si" analogo al latino stare, la parola indica colui che si allontana da una posizione antecedentemente assunta e, per i cristiani, in modo particolare, chi abbandona la fede professata.
È una diserzione che fu giudicata colpa gravissima fin dalla prima antichità, quando suscitò vivaci dibattiti, soprattutto in seguito alle persecuzioni di Decio ( 249-251 ) e di Valeriane ( 253-260 ), durante le quali coloro che rinnegarono la fede furono chiamati lapsi ( "caduti" ) ed a quella di Diocleziano ( 284-305 ), quando furono detti traditores ( perché avevano "consegnato" le Sacre Scritture alle autorità pagane ).
Il loro rientro nella Chiesa fu subordinato a penitenze dapprima severissime e poi progressivamente attenuate: nel determinare una prassi di equilibrio tra l'austerità espiatrice e la comprensione per la debolezza umana si distinse la grande figura di S. Cipriano, vescovo di Cartagine ( 249-258 ).
L'epiteto di "Apostata" fu attribuito, per antonomasia, all'imperatore Giuliano ( 361-363 ), il quale, educato nella fede cristiana ( in versione arianeggiante ), la ripudiò per ritornare al politeismo che egli interpretò in una concezione allegorico-mistica di ispirazione neoplatonica: si propose di restaurare il paganesimo ricorrendo anche a vessazioni anticristiane volentieri subdolamente camuffate: celebre il divieto d'insegnamento per i docenti cristiani.
Attualmente il CDC, dichiarando scomunicato l'apostata ( c. 1364 ), non fa altro che prendere atto dell'estraneità alla Chiesa di chi ha già deciso di collocarsene fuori.
Il senso letterale è quello di « secessione, defezione », e in senso religioso essa significa l'abbandono di una fede, vissuta in una comunità, per seguire altre dottrine di ogni genere.
« Apòstata » fin dall'antichità è colui che ha rifiutato apertamente il suo essere cristiano col Battesimo, e segue altre dottrine o idee.
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La Commissione delle Nazioni Unite per i Diritti Umani riconosce l'abbandono della propria religione come un diritto umano legalmente protetto dalla Convenzione internazionale sui diritti civili e politici, poiché la libertà di avere o di adottare una religione o credo necessariamente implica la libertà di scegliere e il diritto di modificare il proprio credo o religione corrente con un altro o con un pensiero ateo.
L'articolo 18 della dichiarazione universale dei diritti dell'uomo recita: « Ogni individuo ha il diritto alla libertà di pensiero, coscienza e di religione; tale diritto include la libertà di cambiare religione o credo, e la libertà di manifestare, isolatamente o in comune, sia in pubblico che in privato, la propria religione o il proprio credo nell'insegnamento, nelle pratiche, nel culto e nell'osservanza dei riti. »
Malgrado la carta dei diritti umani lo vieti, in alcune nazioni islamiche, l'apostasia è punita, e talvolta è prevista anche la pena di morte.
« Il Comitato osserva che la libertà di « avere o adottare » una religione o credo implica necessariamente la libertà di scegliere una religione o un credo, incluso il diritto di rimpiazzare la propria attuale religione o credo con un'altra o di adottare una visione ate.
L'articolo 18.2 esclude la coercizione che danneggerebbe il diritto di avere o adottare una religione o un credo, incluso l'uso o la minaccia della forza fisica o delle sanzioni penali per costringere i credenti o i non-credenti ad aderire alle loro credenze religiose e congregazioni, ad abiurare la loro religione o credo o a convertirsi. »
Nei tempi dell'ellenizzazione forzata, sotto Antioco Epifane, la violazione della legge equivaleva all'apostasia ( 2 Mac 6,18-8,42 ) |
Dn 1,8 |
L'apostasia: è nominata come già conosciuta. Al senso generale della parola ( secessione, defezione ) bisogna dare un valore religioso ( At 5,37; At 21,21; Eb 3,12 ). A coloro che non sono mai appartenuti al Cristo, si potrebbero qui aggiungere quelli che si lasciano distogliere dalla fede ( 1 Tm 4,1; 2 Tm 3,1; 2 Tm 4,3s ). |
2 Ts 2,3s |
Si tratta dell'apostasia, ribellione deliberata contro Dio ( Eb 6,6+ ). | Eb 10,26 |
Schedario biblico |
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Anticristo | B 50 |
Parusia | B 99 |
Magistero |
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Meditazione Francesco | 6-4-2013 |
La fede non si vende | |
Meditazione Francesco | 13-2-2020 |
Scivolare nella mondanità è una lenta apostasia | |
Catechismo della Chiesa Cattolica |
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Ultima prova della Chiesa e apostasia | 675 |
Ferite all'unità della Chiesa e apostasia | 817 |
Significato di apostasia | 2089 |
Mosè e l'apostasia del suo popolo | 2577 |
Codice Diritto Canonico |
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definizione | 751 |
causa di irregolarità | 1041 n. 2 |
del religioso | 694 § 1 |
pena per il delitto di … | 1364 § 1 |
Summa Teologica |
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II-II, q. 12 |