Battesimo
1) Rito di iniziazione consistente nell'immergere in acqua o aspergere con acqua, in uso presso varie confessioni religiose;
in partic. il primo sacramento somministrato al cristiano per purificarne l'anima dal peccato originale
2) fig. Cerimonia inaugurale, in partic. quella del varo, in cui viene dato un nome alla nave
È il sacramento ( dal greco baptismós: immersione ) dell'immersione-aspersione con l'acqua, mentre il ministro dice: "Io ti battezzo nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo".
E l'inizio della vita cristiana e ingresso nella Chiesa, secondo le parole di Gesù: "Se uno non nasce da acqua e da Spirito, non può entrare nel Regno di Dio" ( Gv 3,5 ).
Il sacramento fondamentale della " rinascita " che fa membri della Chiesa e perciò capaci di ricevere gli altri sacramenti.
Lavati con l'acqua e consacrati dallo Spirito Santo ( Gv 3,5; Mt 28,19 ), con la fede e il pentimento, i battezzati sono purificati dal peccato, diventano partecipi della morte e risurrezione di Cristo e cominciano in lui una nuova vita ( Rm 6,3-11 ).
Nei primi secoli, il battesimo era di solito seguito subito dalla confermazione e dalla comunione.
Questa prassi è tuttora conservata dagli Ortodossi.
Il battesimo è necessario per la salvezza, ma può essere sostituito dal battesimo di sangue ( martirio ), o dal battesimo di desiderio ( il desiderio implicito o esplicito di essere battezzati ).
Cf Catecumeni; Carattere; Iniziazione; Sacramento.
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A coloro che sono raggiunti dall'annuncio cristiano e che domandano che cosa fare, Pietro dice: "Pentitevi e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo, per la remissione dei vostri peccati; dopo riceverete il dono dello Spirito Santo" ( At 2,38 ).
Nella Chiesa antica venivano battezzati gli adulti che, dopo una lunga preparazione catechistica, morale e spirituale professavano la fede cristiana.
A metà del II sec. la Tradizione apostolica ci informa che i battezzandi venivano interrogati sulla fede rispettivamente in Dio Padre, in Gesù Cristo suo unico Figlio, nello Spirito Santo e ogni volta, alla risposta affermativa, venivano immersi nell'acqua del fonte battesimale.
Ma già nei secc. V-VI si battezzavano quasi esclusivamente i bambini, con grossi problemi per la loro formazione cristiana.
Il rischio della riduzione del battesimo a rituale e di un'appartenenza alla Chiesa per ragioni sociali e non per scelta individuale si è realizzato nella storia.
Ora la Chiesa cattolica esige dai genitori che richiedono il battesimo per il loro figlio un impegno serio per la formazione catechistica, che le varie comunità assicurano per le diverse età.
Dopo il concilio Vaticano II la Chiesa ha ripristinato, anche nei paesi di lunga tradizione cristiana, il catecumenato per gli adulti provvedendo a pubblicare il Rito per l'iniziazione cristiana degli adulti e a organizzare, specialmente nelle città, corsi per accompagnare coloro che, convertitisi alla fede cristiana, vogliono essere battezzati.
La questione ha assunto anche una portata ecumenica, dopo che le Chiese cristiane hanno compiuto atti di riconoscimento del battesimo, dato nei modi tradizionali, come fondamento dell'unità del popolo di Dio.
L'adesione alla fede e l'ingresso nella Chiesa non è un atto ideologico o di aggregazione partitica; comporta, secondo le parole di Gesù sopra riportate, una nascita nuova elle viene significata mediante un rito sacramentale.
Riti di abluzione con l'acqua, esprimenti purificazione o cambiamento di stato, erano diffusi nell'area mediterranea del I sec., tanto che il precursore, Giovanni Battista, amministrava un battesimo per il pentimento dei peccati.
Il battesimo della Chiesa si caratterizza subito per il riferimento a Gesù e alla sua opera di salvezza e viene celebrato come bagno d'acqua accompagnato dalla parola di fede ( Ef 5,26 ).
Questa è professione di fede in Dio che ha operato nella storia della salvezza: come Padre, che ci ha creato e ha preso l'iniziativa di salvarci; come Figlio, che ci ha redenti predicando il Vangelo e sacrificandosi per noi sulla croce; come Spirito Santo, che ci santifica e conduce la nostra vita cristiana al suo compimento.
Il simbolismo naturale dell'acqua ( lava distruggendo lo sporco ed è condizione essenziale della vita ) viene innalzato a significare l'azione di Dio nella storia della salvezza.
La preghiera che si proclama sul fonte battesimale, specialmente nella veglia di Pasqua, evoca alcuni eventi della storia biblica ( la creazione che emerge dal caos acquatico, il diluvio su un mondo violento, dal quale Noè e la sua famiglia vengono salvati; il passaggio attraverso il Mar Rosso degli ebrei liberati dalla schiavitù egiziana ) nei quali l'acqua è strumento di morte, ma insieme è potente mezzo di vita.
Anche il Salvatore Gesù è stato travolto dalla morte e da essa è stato strappato con la risurrezione che lo ha reso Signore della vita.
Così il battesimo cristiano è visto come un morire con Cristo, nella distruzione del peccato, per rinascere a vita nuova secondo lo Spirito Santo ( Rm 6,3-11 ).
Denominato sigillum fidei ( sigillo della fede ), il battesimo segna il cristiano in modo indelebile, così da non cancellarsi col peccato.
In tale evenienza il battesimo rimane esigenza di conversione; sempre esso è segno di appartenenza ecclesiale.
Completato dalla confermazione, o cresima, il battesimo stabilisce lo statuto del cristiano: nell'assemblea liturgica per celebrare l'eucaristia; nella comunità ecclesiale per essere guidato nella verità evangelica di Gesù; nel mondo per rendere testimonianza della vita nuova che Dio gli ha donato.
L'esito ultimo dell'esistenza battesimale è l'essere con il Cristo, nella gloria della vita risorta.
Per essere vissuta adeguatamente, la vita battesimale ha bisogno di "revisioni" con il sacramento della penitenza, o riconciliazione, e di nutrimento con l'eucaristia, ma anche di ascolto della Parola di Dio e di preghiera personale.
La spiritualità contemporanea valorizza il battesimo come fondamento di una vita che, nelle circostanze più varie, sa rinnovarsi: muore a ciò che ci opprime e si apre a nuova speranza.
L'ecumenismo basa il suo impegno verso l'unità dei cristiani sul fatto che il battesimo apre alla fraternità in Gesù, al di là delle differenze confessionali, e alla collaborazione per il servizio al mondo.
v. Sacramenti
Dal greco baptizo, frequentativo di bàpto, "immergo".
Bapto fu soprattutto usato per l'immersione durante la tempra del ferro e la tintura dello stoffe, per cui veniva ad evocare, sullo sfondo, un'idea di saldezza e di forza ed una di trasformazione da un colore insignificante in uno vivace ed attraente.
In ambito cristiano accanto a questo vocabolo, che indicava prevalentemente l'atto esterno dell'immersione nell'acqua, si impiegarono anche lavacro, illuminazione, sigillo, che ne richiamavano gli effetti spirituali.
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Per i fedeli è il sacramento istituito da Gesù,
che ci libera dal peccato originale e, per gli adulti, da tutti gli altri che possono essere stati personalmente commessi;
ci fa cristiani, cioè figli di Dio e membra di Gesù Cristo;
ci infonde una vita soprannaturale;
ci incorpora nella Chiesa, per cui riceviamo la missione di proclamarne la fede con le parole e con le opere e di collaborare alla salvezza di tutti;
ci rende capaci di ricevere gli altri sacramenti ed imprime nell'anima un segno indelebile ( carattere ), che esclude la possibilità di una sua ripetizione.
Il Signore stesso lo dichiarò necessario per la salvezza ( Gv 3,5 ) e, a conclusione della sua permanenza sulla terra, come suo testamento supremo, ordinò ai discepoli: "Andate ed ammaestrate tutte le genti, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo" ( Mt 28,19 ).
Quando a ricevere il battesimo sono adulti, tanto nell'antichità quanto oggi, si compie in antecedenza una preparazione che mira ad istruire sulla fede da credere, sulla morale da praticare e sulle prospettive spirituali nelle quali inserirsi ( catecumenato ).
Per i bambini l'istruzione viene impartita successivamente: al momento basta la fede dei genitori ed il loro impegno ad un'educazione conforme allo spirito cristiano: l'anticipazione assicura il vantaggio di conferire la grazia sin dall'inizio della vita e di premunire contro l'eventualità che incidenti successivi ne possano impedire la somministrazione.
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Rito essenziale per il sacramento è una triplice immersione nell'acqua, accompagnata dalla formula dettata da Gesù; però fin dall'antichità, ed oggi abitualmente, l'immersione viene sostituita versando tre volte l'acqua sul capo del candidato.
Questo gesto costitutivo del sacramento è, di norma, accompagnato da alcune cerimonie a forte efficacia simbolica:
precedono infatti il segno della croce,
l'annunzio della parola di Dio,
l'intimazione al demonio di recedere ( esorcismo )
e la promessa del battezzando di rinunciarvi,
la professione di fede e la benedizione dell'acqua battesimale;
seguono il battesimo propriamente detto,
un'unzione col sacro crisma ( indice di consacrazione ),
l'applicazione di una veste bianca ( emblema della grazia purificatrice ),
e l'accensione al cero pasquale d'una candela ( simbolo della luce che rischiarerà la via della salvezza ).
Possono battezzare ( ministri ) il sacerdote ed il diacono e, in caso di necessità, qualunque persona, anche non battezzata, purché abbia l'intenzione di compiere il sacramento nello spirito della Chiesa.
Il battesimo, se non è ripetibile quanto a rito, va però sovente ricordato, come impegno ad assimilarselo e come chiarificazione del fine della vita.
Dal greco « baptó » o « baptizó », che significa « immergere, lavare ».
Il gesto del battesimo ha probabilmente le sue radici nelle purificazioni rituali dell'AT e nel lavacro con acqua fatto da Giovanni « il Battezzatore ».
Il Battesimo cristiano è chiamato così perché è immersione ( secondo l'antico rito ) e purificazione, con l'acqua e la parola divina, dai propri peccati; ed è anche realtà che provoca, in chi lo riceve, una nuova nascita alla vita divina, e che inserisce nell'organismo del corpo di Cristo, la Chiesa.
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Rito di iniziazione alla vita cristiana, mediante l'immersione-lavacro nell'acqua naturale.
Nel N. T. manca un'esposizione sistematica su tale sacramento; anzi non si descrive neppure il momento preciso della sua istituzione da parte di Gesù Cristo.
Però, è insegnata esplicitamente la necessità di tale sacramento e sono svolti occasionalmente non pochi aspetti teologici su la sua efficacia.
Non sappiamo quando Gesù l'istituì, ma la sua vita pubblica cominciò dopo il b. ricevuto da Giovanni ( Mc 1,9-11 ), seguito poco dopo da un discorso su la necessità di una "rinascita" spirituale, mediante l'acqua e lo Spirito Santo ( Gv 3,3-6 ), e terminò col comando di battezzare tutti i futuri credenti: « Andate ed istruite tutte le genti, battezzando le nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo » ( Mt 28,19 ).
È certo che il b. di Giovanni ( cf. Mt 3,11; Mc 1,8; At 1,5 ) era un bagno puramente simbolico per sanzionare la risoluzione di un risveglio morale; rito che doveva esprimere i sensi di un sincero pentimento interno.
Si discute sul valore del b. amministrato da Gesù durante la sua vita pubblica ( Gv 3,26 ).
Alcuni non lo distinguono da quello di Giovanni, mentre altri lo ritengono già un vero sacramento capace di conferire la grazia.
Negli Atti degli Apostoli abbiamo la documentazione pratica nella necessità del b.
Esso viene amministrato ai primi credenti nel giorno di Pentecoste ( At 2,41 ) e quindi si ricorda diverse volte il suo conferimento anche per il tempo successivo ( cf. At 8,16.38; At 9,18; At 16,15.33; At 19,5 ).
S. Pietro pone espressamente come condizione per ottenere la salvezza il "ravvedimento" ) ed il b. ( At 2,38 ).
Talvolta negli Atti degli Apostoli ( At 2,38 ecc. ) si parla di b. conferito nel nome di Gesù Cristo.
Insieme a qualche testo patristico ( particolarmente di Eusebio di Cesarea ), l'espressione è stata sfruttata quasi che riproducesse od accennasse ad una formula battesimale diversa da quella trinitaria prescritta in Mt 28,19 e mantenuta inalterata dalla Chiesa lungo i secoli.
In realtà il riferimento al Cristo non è altro che un modo per distinguere il b. da riti analoghi praticati presso taluni movimenti religiosi ed in particolare da quello simbolico di Giovanni.
Negli Atti 8,38; At 10,47, parimenti, si insiste nel rilevare che materia del sacramento è l'acqua, termine usato metodimicamente da s. Pietro anche per indicare il b. ( At 10,47 ).
Talvolta il conferimento del b. è accompagnato da manifestazioni carismatiche ( in genere: glossolalia ), ma in nessun testo si afferma una stretta e necessaria connessione fra i due fenomeni.
Primo effetto del sacramento istituito da Gesù è precisamente la remissione dei peccati ( cf. 1 Cor 6,11; Ef 5,26; Tt 3,5; Eb 10,22 ).
È il passaggio dal regno del male alla sequela del Cristo, determinato dal ricupero dell'innocenza ( cf. At 2,38; At 10,46s; At 26,18 ).
S. Giovanni preferisce parlare di "rinascita" e di acqua rigeneratrice: « Se uno non sarà rinato per acqua e per Spirito non può entrare nel Regno di Dio » ( Gv 3,5; cf. 1 Gv 5,6.8 ).
Si tratta di un rito esterno necessario, ma la sua efficacia è inconcepibile, nell'adulto, se si prescinde dalla fede, che deve essere già nell'animo del convertito.
Per questo vediamo come s. Paolo usi la libertà di attribuire indifferentemente al b. ed alla fede i medesimi effetti ( cf. Gal 2,19s; Gal 3,26s; Col 2,10-13; Rm 6,3ss; Ef 2,5-8 ).
L'insegnamento della necessità del b. come mezzo indispensabile di salvezza è accentuato nel Vangelo di Giovanni ( Gv 3,5 ) e nella lettera di Pietro, ove si sfrutta la tipologia tra il b. e l'acqua del diluvio ( 1 Pt 3,20s ).
S. Paolo insiste su l'unione al Corpo Mistico od incorporazione al Cristo, prodotta dal b.
Egli rileva volentieri il metodo ordinario di battezzare per immersione per segnalarvi un riferimento simbolico alla morte ed alla risurrezione del Cristo ( cf. Rm 6,3ss ).
Si ha la morte mistica del cristiano ( Rm 6,3-11; Col 2,12-20; Col 3,3 ) e quindi la risurrezione o la nascita ad una nuova vita ( Rm 6,4; 2 Cor 3,18; Col 3,3 ), in cui partecipa alla santità ed incorruttibilità divine ( Rm 6,2-14; Col 3,9s ).
È la morte al peccato, alla concupiscenza ( Rm 6,6; cf. Ef 4,22ss; Col 3,9 ) ed in modo particolare alla Legge mosaica ( Rm 7,6; Gal 2,19 ).
Dal lato positivo si ha la filiazione adottiva e la vita nello Spirito ( Gal 4,5s; Rm 5,5; 2 Cor 3,3 ). ( v. Rigenerazione ).
La necessità fondamentale del b. fece sì che presto nell'antichità si determinassero i punti non precisati nella Bibbia ( b. per infusione, dei bambini, degli eretici ecc. ); per questo possiamo affermare che la dottrina sul b. è stata la parte della Teologia fissata per prima e con maggiore esattezza e completezza.
1 Cor 15,29 va così tradotto: « Altrimenti ( se i morti non risorgono ), che otterranno quelli che sono battezzati?
Per i morti? ( cioè sono essi battezzati per essere annoverati tra i morti che mai risusciteranno? ).
In vero, se i morti non risuscitano, perché farsi battezzare? Per chi? ( per essere poi nel numero di coloro che muoiono per sempre? ).
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Il sostantivo « battesimo » deriva dal verbo baptein/baptìzein, che significa « immergere, lavare ».
Il battesimo è quindi una immersione od una abluzione.
Il simbolismo dell'acqua come segno di purificazione e di vita è troppo frequente nella storia delle religioni perché la sua esistenza possa sorprendere nei misteri pagani.
Ma le rassomiglianze con il sacramento cristiano sono puramente esteriori e non toccano le realtà profonde.
Le analogie si devono cercare anzitutto nel VT, nelle credenze giudaiche e nel battesimo di Giovanni
1. La funzione purificatrice dell'acqua è molto accentuata nel VT.
- Appare in parecchi avvenimenti della storia sacra che in seguito saranno considerati come prefigurazioni del battesimo: ad es. il diluvio ( cfr. 1 Pt 3,20s ), od il passaggio del Mar Rosso ( cfr. 1 Cor 10,1s ).
In numerosi casi di impurità la legge impone abluzioni rituali che purificano ed abilitano al culto ( Nm 19,2-10; Dt 23,10s ).
I profeti annunciano una effusione di acqua purificatrice del peccato ( Zc 13,1 ).
Ezechiele associa questa lustrazione escatologica al dono dello Spirito di Dio ( Ez 36,24-28; cfr. Sal 51,9.12s ).
2. Il giudaismo postesilico moltiplica le abluzioni rituali, che diventano estremamente minuziose e non sfuggono al formalismo presso i farisei contemporanei del vangelo ( Mc 7,1-5 par ).
Queste pratiche simboleggiavano la purificazione del cuore e potevano contribuire ad ottenerla quando vi si univano sentimenti di dolore.
Verso l'epoca del NT, i rabbini battezzano i proseliti, pagani di origine che si aggregano al popolo giudaico ( cfr. Mt 23,15 ).
Sembra persino che taluni considerino questo battesimo necessario come la circoncisione.
I bagni rituali sono frequenti presso gli Esseni, secondo Giuseppe, nonché nelle comunità di Damasco e di Qumran.
Tuttavia qui il bagno non è un rito di iniziazione; non vi si è ammessi se non dopo una lunga prova, destinata a manifestare la sincerità della conversione.
È quotidiano ed esprime lo sforzo verso una vita pura e l'aspirazione alla grazia purificatrice.
Ognuno si immerge da solo nell'acqua, mentre i penitenti che si presenteranno a Giovanni riceveranno il battesimo dalle sue mani e una volta per sempre.
Il battesimo di Giovanni può essere paragonato al battesimo dei proseliti.
Quest'ultimo introduceva nel popolo di Israele; il battesimo di Giovanni realizza una specie di aggregazione alla vera posterità di Abramo ( Mt 3,9 par ), al resto di Israele, ormai sottratto all'ira di Dio ( Mt 3,7.10 par ) ed in attesa del messia che viene.
È un battesimo unico, dato nel deserto, in vista del pentimento e del perdono ( Mc 1,4 par ).
Implica la confessione dei peccati ed uno sforzo di conversione definitiva, che il rito deve esprimere ( Mt 3,6ss ).
Giovanni insiste sulla purità morale; non esige né dai pubblicani, né dai soldati che abbandonino le loro funzioni ( Lc 3,10-14 ).
Il battesimo di Giovanni stabilisce soltanto una economia provvisoria: è un battesimo di acqua, preparatorio al battesimo messianico nello Spirito Santo e nel fuoco ( Mt 3,11 par; At 1,5; At 11,16; At 19,3s ), purificazione suprema ( cfr. Sal 51 ) che inaugurerà il mondo nuovo e la cui prospettiva qui pare confondersi con quella del giudizio.
Di fatto il dono dello Spirito, inviato dal messia glorificato, si distinguerà dal giudizio ( Lc 3,16s par ).
1. Presentandosi per ricevere il battesimo di Giovanni, Gesù si sottomette alla volontà del Padre ( Mt 3,14s ) e prende umilmente posto tra i peccatori.
Egli è l'agnello di Dio che in tal modo prende su di sé il peccato del mondo ( Gv 1,29.36 ).
Il battesimo di Gesù nel Giordano annunzia e prepara il suo battesimo « nella morte » ( Lc 12,50; Mc 10,38 ), inquadrando così la sua vita pubblica tra due battesimi.
È quanto vuol dire anche l'evangelista Giovanni allorché riferisce che l'acqua ed il sangue uscirono dal costato di Gesù trafitto ( Gv 19,34s ) e quando afferma che lo Spirito, l'acqua e il sangue sono intimamente uniti ( 1 Gv 5,6-8 ).
2. Il battesimo di Gesù da parte di Giovanni è coronato dalla discesa dello Spirito Santo sotto forma di colomba, e dalla proclamazione della sua filiazione divina da parte del Padre celeste.
La discesa dello Spirito su Gesù è una investitura che risponde alle profezie ( Is 11,2; Is 42,1; Is 61,1 ); è nello stesso tempo l'annunzio della Pentecoste, che inaugurerà il battesimo nello Spirito, per la Chiesa ( At 1,5; At 11,16 ) e per tutti coloro che vi entreranno ( Ef 5,25-32; Tt 3,5ss ).
Il riconoscimento di Gesù come figlio annunzia la filiazione adottiva dei credenti, partecipazione a quella di Gesù e conseguenza del dono dello Spirito ( Gal 4,6 )
- Di fatto il « battesimo nella morte » deve condurre Gesù alla sua risurrezione; allora, ricevendo la pienezza dello Spirito, la sua umanità glorificata sarà costituita « spirito vivificante » ( 1 Cor 15,45 ), che comunica lo Spirito a coloro che credono in lui
- Giovanni Battista annunziava il battesimo nello Spirito e nel fuoco ( Mt 3,11 par ).
Lo Spirito è il dono messianico promesso.
Il fuoco è il giudizio che incomincia a compiersi alla venuta di Gesù ( Gv 3,18-21; Gv 5,22-25; Gv 9,39 ).
L'uno e l'altro sono inaugurati nel battesimo di Gesù, che prelude a quello dei suoi fedeli.
Paolo vede il battesimo cristiano annunciato nel passaggio del Mar Rosso che libera Israele dalla schiavitù ( 1 Cor 10,1s ).
La sua effettiva realizzazione ha inizio alla Pentecoste che è una specie di battesimo della Chiesa nello Spirito e nel fuoco
Pietro predica immediatamente ai suoi ascoltatori, attirati dal prodigio, la necessità di ricevere il battesimo con sentimenti di pentimento, al fine di ottenere la remissione dei peccati e il dono dello Spirito Santo; cosa che si verifica immediatamente ( At 2,38-41 ).
Questo modo di agire presuppone un ordine impartito da Cristo, qual è annunciato da Gv 3,3ss e espressamente formulato dopo la risurrezione ( Mt 28,19; Mc 16,16 ).
Il battesimo in genere comporta un'immersione totale ( cfr. At 8,38 ) o, se questa non è possibile, almeno un'aspersione di acqua sul capo, come fa fede la Didacbè 7,3.
Il battesimo è seguito dall'imposizione delle mani che assicura il dono plenario dello Spirito Santo ( At 8,15ss; At 19,6 ).
San Paolo approfondisce e completa la dottrina battesimale, che risultava dagli insegnamenti del Salvatore ( Mc 10,38 ) e dalla pratica della Chiesa ( 1 Cor 6,3 ).
Il battesimo conferito in nome di Cristo ( 1 Cor 1,13 ) unisce alla morte, alla sepoltura e alla risurrezione del Salvatore ( Rm 6,3ss; Col 2,12 ).
L'immersione rappresenta la morte e la sepoltura di Cristo; l'uscita dall'acqua simboleggia la risurrezione in unione con lui.
Il battesimo fa morire il corpo in quanto strumento del peccato ( Rm 6,6 ) e rende partecipi alla vita per Dio in Cristo ( Rm 6,11 ).
La morte al peccato e il dono della vita sono indissolubili; l'abluzione di acqua pura è nello stesso tempo aspersione del sangue di Cristo, più eloquente di quello di Abele ( Eb 12,24; 1 Pt 1,2 ), effettiva partecipazione ai meriti acquisiti di diritto per tutti da Cristo sul Calvario, unione alla sua risurrezione e, per principio alla sua glorificazione ( Ef 2,5s ).
Il battesimo è quindi un sacramento pasquale, una comunione alla Pasqua di Cristo; il battezzato muore al peccato e vive per Dio in Cristo ( Rm 6,11 ), vive della vita stessa di Cristo ( Gal 2,20; Fil 1,21 ).
La trasformazione così realizzata è radicale; è spoliazione e morte del vecchio uomo e rivestimento dell'uomo nuovo ( Rm 6,6; Col 3,9; Ef 4,24 ), creazione nuova ad immagine di Dio ( Gal 6,15 ).
Un insegnamento analogo, ma più sommario, è contenuto in 1 Pt 3,18-21, che vede nel passaggio di Noè in mezzo alle acque del diluvio l'annuncio del passaggio del cristiano attraverso le acque del battesimo, passaggio liberatore, grazie alla risurrezione di Cristo.
Il battesimo nel nome di Gesù Cristo o del Signore Gesù ( At 2,38; At 8,16; At 10,48; At 19,5; 1 Cor 6,11 ) significa che il battezzato appartiene a Cristo, che è intimamente associato a lui.
Questo effetto capitale si esprime nei particolari sotto diverse forme:
il battezzato riveste Cristo, è uno con lui ( Gal 3,27; Rm 13,14 );
tutti coloro che ricevono il battesimo sono inoltre uniti tra di loro nell'unità stessa di Cristo ( Gal 3,28 )
e del suo corpo glorificato ( 1 Cor 12,13; Ef 4,4s );
ormai non fanno più che uno spirito con Cristo ( 1 Cor 6,17 ).
Il battesimo nel nome di Gesù presuppone indubbiamente l'uso di una formula in cui Cristo solo veniva menzionato
La formula trinitaria che in seguito è prevalsa ( cfr. Didacbè 7,1.3 ) deriva da Mt 28,19.
Esprime in forma sublime che il battezzato, unito al Figlio, lo è nello stesso tempo alle altre due persone: il credente riceve infatti il battesimo nel nome del Signore Gesù e per mezzo dello Spirito di Dio ( 1 Cor 6,11 ); diventa il tempio dello Spirito ( 1 Cor 6,19 ), il figlio adottivo del Padre ( Gal 4,5s ), il fratello e coerede di Cristo, che vive intimamente la sua vita ed è destinato a condividerne la gloria ( Rm 8,2.9.17.30; Ef 2,6 )
- Il battesimo suppone che si sia confessata la propria fede in Gesù Cristo ( At 16,30s ), il cui articolo essenziale, che riassume e contiene gli altri, è la risurrezione di Cristo ( Rm 10,9 ).
Tuttavia l'oggetto della fede può essere conosciuto implicitamente quando lo Spirito è dato prima del battesimo ( At 10,44-48 ), e sembra che la fede del padre di famiglia possa valete per tutti i suoi: così per Cornelio e per il carceriere di Filippi ( At 10,47; At 16,33 ).
Ma la fede in Cristo non è soltanto adesione dello spirito al messaggio evangelico; comporta una conversione totale, una donazione intera a Cristo che trasforma tutta la vita.
Culmina normalmente nella domanda del battesimo, che ne è il sacramento, e diventa perfetta nel riceverlo.
Paolo non la separa mai da esso; e quando parla della giustificazione mediante la fede, lo fa per opporla alla pretesa giustificazione mediante le opere della legge, sostenuta dai giudaizzanti.
Egli suppone sempre che la professione di fede sia coronata col ricevere il battesimo ( cfr. Gal 3,26s ).
Mediante la fede l'uomo risponde all'appello divino manifestatogli dalla predicazione apostolica ( Rm 10,14s ), risposta che d'altronde è opera della grazia ( Ef 2,8 ).
Nel battesimo lo Spirito si impadronisce del credente, lo aggrega al corpo della Chiesa e gli dà la certezza di essere entrato nel regno di Dio.
È chiaro che il sacramento non agisce in modo magico.
La conversione totale che esige deve essere il punto di partenza di una vita nuova in una fedeltà indefettibile.
4. Fedeltà richiesta dal battezzato.
- Altri aspetti sottolineano la profondità della trasformazione spirituale realizzata al momento del battesimo.
Esso è stato per il catecumeno una nuova nascita per mezzo dell'acqua e dello Spirito ( Gv 3,5 ), un bagno di rigenerazione e di rinnovamento nello Spirito Santo ( Tt 3,5 ), un sigillo impresso nella sua anima ( 2 Cor 1,22; Ef 1,13; Ef 4,30 ), un'illuminazione che l'ha fatto passare dalle tenebre del peccato alla luce di Cristo ( Ef 5,8-14; Eb 6,4 ), una nuova circoncisione che l'ha aggregato al nuovo popolo di Dio ( Col 2,11; cfr. Ef 2,11-22 ).
Tutto è compendiato nella qualità di Figlio di Dio ( 1 Gv 3,1 ), che gli conferisce una dignità incomparabile.
Non si tratta di un nuovo stato statico, ma dell'ingresso in uno stato dinamico, vita superiore da cui il cristiano non deve mai decadere, il che presuppone uno sforzo costante per rendere sempre più reale la morte al peccato e la vita per Dio ( Rm 6,12ss ).
L'accento viene messo ora sulla unione alla passione, ora sulla risurrezione; questi due aspetti si riferiscono all'unica realtà pasquale e permangono indissolubilmente legati.
Unito alla Pasqua di Cristo da sforzi e da una fedeltà generosa, il battezzato si prepara ad entrare nel Regno glorioso ( Col 1,12s ) e nel possesso dell'eredità celeste di cui assapora le primizie col dono dello Spirito ( 2 Cor 1,22; Ef 1,4 ).
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Gesù, dopo la risurrezione dai morti, riunì i suoi discepoli sul monte e disse loro: « Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra.
Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato.
Ecco io sono con voi fino alla fine del mondo » ( Mt 28,18 20 ).
Da allora, la comunità cristiana ha sempre obbedito a questo comando del Maestro.
Davanti ai bambini che vengono presentati alla comunità dopo la nascita o all'adulto che, dopo aver compiuto un cammino di maturazione nella fede con i fratelli, chiede d'essere ammesso alla comunione sacramentale del popolo di Dio, la Chiesa celebra la volontà di Gesù rigenerando il fratello dall'acqua e dallo Spirito e lo aggrega alla comunità dei redenti.
Questa celebrazione sacramentale determina per sempre la vita del candidato, lo rende partecipe dell'evento della salvezza, orienta il suo spirito ad una maggiore conformazione a Cristo al fine di realizzare il senso stesso della vita del discepolo: « Tutti voi infatti siete figli di Dio per la fede in Cristo Gesù, poiché quanti siete stati battezzati in Cristo, vi siete rivestiti di Cristo.
Non c'è più né giudeo né greco; non c'è più schiavo né libero; non c'é più uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù » ( Gal 3,26.28 ).
Nel rito, ove la parola, il gesto della immersione o della infusione, la presenza dell'acqua e la comunità orante operano insieme, avviene la cristificazione dell'uomo.
Quell'acqua battesimale che vive della potenza dello Spirito e quel gesto che è animato dall'invocazione della comunità, infatti, esprimono la fecondità della vita divina, la sua potenza creatrice, l'affiorare di una creatura rinnovata « secondo Dio nella giustizia e nella santità vera » ( Ef 4,24 ).
Dall'acqua è scaturito il mondo, mediante l'acqua è stato distrutto l'uomo del peccato, nel mistero dell'acqua l'umanità ha goduto del dono della liberazione da ogni forma di schiavitù.
La tipologia della creazione, del diluvio e del passaggio del mar Rosso nell'esodo, cara alla tradizione patristica e liturgica, è significativa per comprendere il mistero dell'acqua, perciò il mistero stesso del b.
La comunità cristiana fin dal giorno della Pentecoste ha celebrato il b. come conclusione di tutto un itinerario di conversione a Cristo.
L'apostolo Pietro, annunciando l'evento della morte risurrezione di Gesù agli abitanti di Gerusalemme e a tutti quelli che erano convenuti per la festa, aveva suscitato in essi un intenso desiderio di salvezza ed aveva offerto loro le condizioni per accedere ai tempi messianici: « Pentitevi e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo, per la remissione dei peccati; dopo riceverete il dono dello Spirito Santo » ( At 2,38 ).
Il b. costituisce la celebrazione dell'accoglienza dell'annunzio, della volontà di godere della fedeltà divina che fa nuove tutte le cose, dell'intenso desiderio d'essere associati alla comunità di coloro che condividono le meraviglie di Dio in attesa della pienezza della comunione definitiva con il Maestro nella Gerusalemme del cielo.
Il discepolo, dopo aver accolto il kerigma apostolico: « Gesù morì per i nostri peccati secondo le Scritture, fu sepolto ed è risuscitato il terzo giorno secondo le Scritture » ( 1 Cor 15,3-4 ), attraverso il gesto sacramentale ( cf Rm 6,3-11 ) viene assunto in tale mistero e si considera ormai morto al peccato e vivente per Dio in Cristo Gesù ( cf Rm 6,11 ).
Lo Spirito che lo ha condotto a celebrare l'alleanza pasquale gli ha fatto intuire che nella morte di Gesù egli era già presente.
Infatti, il b. è la memoria della croce, di quell'evento nel quale è già in atto la salvezza di ogni uomo.
Il cristiano è già morto nel Signore ancora prima di conoscerlo poiché Gesù è il primogenito tra molti fratelli, la primizia di coloro che sono risorti dai morti, dal momento che in lui tutti gli uomini sono morti e risorti.
L'intensa contemplazione dell'evento della croce ci permette di intendere fino in fondo il significato del b. Paolo ce lo ricorda in modo molto efficace: « È in Cristo che abita corporalmente tutta la pienezza della divinità, e voi avete in lui parte alla sua pienezza, di lui cioè che è il capo di ogni principato e di ogni potestà …
Voi, infatti, siete morti e la vostra vita è ormai nascosta con Cristo in Dio! » ( Col 2,9; Col 3,3 ).
La rivelazione, tuttavia, non si ferma a questa comprensione dell'evento battesimale.
La contemplazione del Cristo ci immerge nel mistero del Verbo fatto carne nel quale è la vita.
Il battezzato, infatti, nel gesto sacramentale afferma che Gesù è il Signore, perciò ha parte alla vita eterna.
Parafrasando le espressioni dell'evangelista Giovanni ( Gv 20,31 ) così si potrebbe definire il mistero battesimale: « Questi riti sono stati posti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio e credendo abbiate la vita nel suo nome ».
Il cristiano, perciò, generato da Dio è chiamato a divenire figlio di Dio nell'accoglienza quotidiana del Maestro per poter giungere alla maturità della fede ( cf 1 Gv 3,1-2 )
Il b. è un evento che rende il cristiano memoria di Gesù, poiché dal momento dell'incontro sacramentale egli diviene contemporaneo con Gesù e Gesù stesso diviene contemporaneo con lui.
L'esperienza battesimale rappresenta un continuo, diuturno, inesauribile processo di attrazione che determina il cristiano in tutto il suo essere e nella globalità del suo porsi all'interno della storia umana.
Il rito battesimale assume un significato più profondo rispetto a ciò che si potrebbe intendere.
Esso esprime l'unità di due atteggiamenti: l'obbedienza pasquale di Gesù e l'ansia obbedienziale di coloro che bramano l'incontro sacramentale.
Nel b. l'oblazione di Cristo diventa l'obbedienza del discepolo e l'oblazione del discepolo l'espandersi dell'obbedienza di Gesù.
Questo è il senso vero dell'esperienza spirituale che fluisce dalla celebrazione battesimale.
Ormai il discepolo vive solo di ciò che ha attinenza al mistero pasquale di Cristo, tutta la sua esistenza è cristiana in quanto vive e assume il mistero cristiano che gli si comunica nella perenne attualità della Pasqua, si radica nella celebrazione, si espande nella testimonianza della carità.
Il valore portante del mistero cristiano è vivere la vita che si è rivelata in Cristo morto e risorto.
Questa esperienza non è un fatto statico, ma essenzialmente dinamico poiché il dono battesimale significa sviluppare in modo diuturno, sotto l'azione incessante dello Spirito Santo, il passaggio dell'uomo dalla morte alla vita e questo si realizza nella continua attualità della conversione.
La vocazione battesimale è, infatti, accoglienza del dono della conversione nello stile esistenziale di Gesù: attenzione intensa al Padre, abbandonando le esigenze dell'uomo immerso nel peccato attraverso la perfetta docilità all'azione dello Spirito Santo.
La conversione è in Cristo e nello Spirito una costante ascensione al Calvario per essere poi assunti alla destra del Padre, ad imitazione del Maestro.
Questo itinerario ha luogo nella Chiesa, con la Chiesa e per la Chiesa poiché ogni battezzato rappresenta un dono dello Spirito alla comunità cristiana perché questa ritrovi la sua freschezza e giovinezza evangelica.
Questa componente ecclesiale costituisce un momento particolarmente rilevante per la comprensione del b.
Un aspetto essenziale del dono battesimale è l'abbandono della dispersione in atto nell'uomo a causa del peccato per crescere nella vera comunione voluta da Gesù: « Io in loro e tu in me perché siano perfetti nell'unità e il mondo sappia che tu mi hai mandato » ( Gv 17,23 ).
Tale atteggiamento di vita si rivela possibile nel discepolo che, nell'accogliere il messaggio pasquale della salvezza, è consapevole d'essere un dono del Padre al Figlio perché questi, attraendolo a sé lo riconsegni al Padre, dopo averlo reso nuovo nell'ora della Pasqua ( cf Gv 17,6 ).
L'esperienza spirituale del battezzato si ritraduce nella sua profonda consapevolezza d'essere nelle mani del Padre per essere forgiato dalla morte risurrezione del Signore attraverso la piena docilità all'azione dello Spirito Santo.
Egli è ormai figlio nel Figlio e gode l'intimità del Padre.
S'inserisce in tale evento l'ineffabile processo di divinizzazione per il quale il battezzato viene reso partecipe della natura divina ( cf 2 Pt 1,4 ), gode della viva relazionalità con la SS.ma Trinità e cresce nel contesto dell'immortalità divina così che può avvertire la luce interiore che lo trasforma in modo continuo e lo guida nell'ascensione della piena trasfigurazione.
L'acquisizione di questi dati essenziali permette di superare letture meramente estrinsecistiche o parziali dell'evento battesimale e ci aiuta a ritrovare le modalità perché l'evento possa divenire sempre più espressione vitale per la Chiesa e nella Chiesa, per il fedele e nel fedele, dell'ineffabile amore della SS.ma Trinità.
Il dono battesimale, sintesi tra il contenuto della fede e l'atteggiamento ricco di supplica della comunità e del battezzando, fa nascere a vita nuova chiunque brami seguire Gesù ed entrare nella sua interiorità.
La fecondità di tale dono postula alcuni atteggiamenti esistenziali essenziali:
- l'atteggiamento di ascolto nel silenzio dello Spirito per essere sempre interiormente aperti alla presenza di Cristo che ama relazionarsi in modo inesauribile con il discepolo;
- l'intensità di un'esistenza ricca di supplica che pone in luce una povertà evangelica che aspira unicamente ad essere ricreata dalle ineffabili meraviglie del Padre ad imitazione di ciò che è avvenuto nella Pasqua di Gesù;
- lo sviluppo della comunione con i fratelli, condividendo con loro il mistero della morte risurrezione di Gesù, per rendere sempre fecondo il popolo dei redenti a lode del Padre e a testimonianza di ogni uomo che nello Spirito è alla ricerca della luce della vita;
- l'apertura teologale alla comunicazione che il Padre fa all'anima di ogni battezzato perché cresca nella configurazione a Cristo, entrando nella luminosità del suo volto;
- l'ansia di costruire una vita che esprima gli atteggiamenti interiori di Gesù per essere speranza e dare ragione della speranza ad ogni uomo, attraendolo nell'ineffabile mistero della carità divina.
Il dono battesimale è la celebrazione della essenziale vocazione presente nell'uomo d'essere attratto in modo diuturno a Cristo per accogliere il dono del suo Spirito e per accedere alla comunione con il Padre.
Questa ineffabile e divinizzante esperienza rende nuovo il cuore dell'uomo così da farlo idoneo a costruire un mondo che, ad immagine di Cristo, possa essere a lode e gloria del Padre.
La potenza battesimale orienta, dunque, a vivere nel tempo nella stabile condizione di dare un'ospitalità creante al Verbo incarnato, morto e risorto e allo Spirito creatore e santificatore, in modo che tutto l'essere del discepolo sia il volto luminoso del Maestro in attesa della piena trasfigurazione nella Gerusalemme del cielo.
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Il battesimo è il primo sacramento dell'iniziazione cristiana.
Consiste essenzialmente in un rito di immersione o in un'abluzione con acqua, con alcune parole che, in un modo o nell'altro, costituiscono una professione di fede nel Dio trinitario rivelato da Gesù Cristo.
Mediante il battesimo, si esprime e si realizza la rinascita spirituale alla vita di figli di Dio e l'incorporazione nella Chiesa come comunità di credenti.
La dottrina attuale della Chiesa sul valore e sul significato del battesimo è sintetizzata molto bene nelle osservazioni generali che precedono il Rito del Battesimo dei Bambini ( RBB ), promulgato il 15 Maggio 1969: " Il Battesimo, ingresso alla vita e al regno, è il primo sacramento della nuova legge.
Cristo lo ha proposto a tutti perché abbiano la vita eterna ( cf Gv 3,5 ) e lo ha affidato alla sua Chiesa insieme con il Vangelo, dicendo agli Apostoli: " Andate e annunciate il Vangelo a tutti i popoli e battezzateli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo " ( Mt 28,19 ).
Perciò il battesimo è anzitutto il sacramento di quella fede, con la quale gli uomini, illuminati dalla grazia dello Spirito Santo, rispondono al Vangelo di Cristo …
Il Battesimo è il sacramento che incorpora gli uomini alla Chiesa, li edifica come abitazione di Dio nello Spirito ( Ef 2,22 ), li rende regale sacerdozio e popolo santo ( 1 Pt 2,9 ), ed è vincolo sacramentale di unità fra tutti quelli che lo ricevono ( cf UR 22 ) …
Il Battesimo, lavacro dell'acqua unito alla parola ( Ef 5,26 ) rende gli uomini partecipi della vita di Dio ( 1 Pt 2,9 ) e della adozione a suoi figli ( cf Rm 8,15; Gal 4,5 ) …
Il Battesimo, più efficace di ogni purificazione dell'antica legge, opera questi effetti in forza del mistero della passione e risurrezione del Signore.
Infatti coloro che ricevono il Battesimo, segno sacramentale della morte di Cristo, con lui sono sepolti nella morte ( Tt 3,5 ) e con lui vivificati e risuscitati ( cf Ef 2,6 ).
" ( Conferenza Episcopale Italiana, Rito del battesimo dei bambini, Libreria Editrice Vaticana, 1970, pp. 16-18 ).
Inoltre, secondo il Codice di Diritto Canonico, " mediante il battesimo, l'uomo è incorporato alla Chiesa di Cristo e in essa è costituito persona, con i doveri e i diritti che ai cristiani, tenuta presente la loro condizione, sono propri " ( CIC 96 ).
Il rito battesimale è affine alle diverse e numerose abluzioni praticate in tutte le religioni come segno di purificazione interiore.
Soprattutto il battesimo è vicino ai riti giudaici dell'acqua che avevano vari significati: purificazione legale, azione con cui si introduceva un proselito pagano nel Popolo di Dio, penitenza.
Però, il grande battesimo che ha preceduto quello cristiano è stato quello di Giovanni Battista a cui si sottopose Gesù stesso ( cf Mt 3,13-17; Mc 1,9-11; Lc 3,21-22 ).
Il vangelo di Giovanni ci presenta il gruppo dei primi discepoli di Gesù che amministrano il battesimo.
Però, solo a partire dalla risurrezione di Gesù, il battesimo acquista tutto il suo significato cristiano, inseparabile dall'azione dello Spirito Santo.
Fin dagli inizi della Chiesa nascente, esiste la pratica del battesimo come anche la consapevolezza di eseguire un comando del Signore.
Il rito consisteva in una immersione nell'acqua.
In caso di necessità, era ammessa la forma per infusione accompagnata da una formula verbale che forse per un certo tempo fu " Nel nome del Signore Gesù ".
Molto presto, però, la formula divenne esplicitamente trinitaria: " Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo ".
Al battezzando, si chiedeva prima la conversione e la fede.
Questa veniva espressa con formule, come: " Credo che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio ".
Queste formule di fede costituirono il nucleo dei futuri simboli della fede.
L'epoca patristica produsse un arricchimento del rito: il battesimo fu preceduto da un periodo più o meno lungo di preparazione, il cosiddetto catecumenato.
La celebrazione battesimale vera e propria consisteva in una veglia notturna, presieduta dal vescovo, in cui avveniva la benedizione dell'acqua battesimale, la rinuncia a Satana, l'esorcismo ed una prima unzione.
Seguiva l'atto del battesimo mediante una triplice immersione nell'acqua.
Ad ogni immersione, il vescovo chiedeva un atto di fede in ciascuna delle Persone divine.
Poi, seguiva l'introduzione nella comunità, l'imposizione delle mani, la preghiera allo Spirito Santo ed una nuova unzione.
Si concludeva con la partecipazione dei nuovi cristiani all'Eucaristia.
Anche se non si può affermare con certezza che il battesimo dei bambini sia di origine apostolica, tuttavia esso fu praticato fin dall'antichità più remota.
Contestato da alcuni, acquistò diritto di cittadinanza grazie alle riflessioni teologiche di sant'Agostino che legò il battesimo dei bambini alla dottrina del peccato originale e insistette sulla dimensione gratuita e comunitaria della salvezza.
La generalizzazione di questo tipo di battesimo portò importanti cambiamenti, tanto nella celebrazione rituale quanto nella comprensione teologica del sacramento:
la scomparsa del catecumenato,
la concentrazione dei riti, anticamente distribuiti nel tempo, in una sola cerimonia, con la perdita di significato;
l'inversione dell'ordine tradizionale dei tre sacramenti dell'iniziazione cristiana;
la sottolineatura eccessiva degli aspetti purificatori del battesimo, ecc.
Il Concilio Vaticano II decretò la restaurazione del catecumenato degli adulti e la elaborazione di un nuovo rituale per i bambini.
La Costituzione Liturgica stabilì: " Sia riveduto il rito del battesimo dei bambini e sia adattato alla loro reale condizione.
Nel rito siano messi maggiormente in rilievo il posto e i doveri che hanno i genitori e i padrini " ( SC 67 ).
Il battesimo generalizzato dei bambini suscita oggi nuovi problemi in cui si cerca di concordare, da una parte, la convinzione della necessità del battesimo per la salvezza, e, d'altra parte, il carattere imprescindibile della fede per la " verità " del rito.
Una Istruzione sul battesimo dei bambini, emanata dalla Congregazione per la Dottrina della Fede ( 20.10.1980 ) afferma quanto in sintesi verrà detto dal Codice di Diritto Canonico nel 1983: " Per battezzare lecitamente un bambino si esige:
1) che i genitori o almeno uno di essi o chi tiene legittimamente il loro posto, vi consentano;
2) che vi sia la fondata speranza che sarà educato nella religione cattolica; se tale speranza manca del tutto, il battesimo venga differito, secondo le disposizioni del diritto particolare, dandone ragione ai genitori " ( CIC 868 & 1 ).
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In casi urgenti, si asperge ( anziché versare ) tre volte il battezzando con acqua.
Questa forma di battesimo era una volta molto diffusa, mentre oggi si trova solo presso i Siriani sia orientali che occidentali.
Consiste nel versare tre volte acqua sul battezzando mentre questi è già immerso nell'acqua o sta per immergersi.
Cf Siriani Ortodossi.
È la forma di battesimo più comune tra gli Ortodossi Orientali e molti Battisti dell'Occidente.
Il corpo intero del battezzando, o almeno il capo, è completamente sommerso tre volte nell'acqua.
Cf Chiese Orientali.
È la forma di battesimo che consiste nel versare tre volte l'acqua sul capo del battezzando.
Introdotto inizialmente per i malati che non potevano essere immersi nella piscina, questa forma è divenuta nel XIII secolo la forma comune di battesimo tra gli Occidentali.
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