Daniele |
CEI 2008 - Audio - Interconfessionale
Nabucodònosor racconta il suo sogno |
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1 Io Nabucodònosor ero tranquillo in casa e felice nella reggia, | ||||||
2 quando ebbi un sogno che mi spaventò. Le immaginazioni che mi vennero mentre ero nel mio letto e le visioni che mi passarono per la mente mi turbarono. |
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3 Feci un decreto con cui ordinavo che tutti i saggi di Babilonia fossero condotti davanti a me, per farmi conoscere la spiegazione del sogno. | ||||||
4 Allora vennero i maghi, gli astrologi, i caldei e gli indovini, ai quali esposi il sogno, ma non me ne potevano dare la spiegazione. | ||||||
5 Infine mi si presentò Daniele, chiamato Baltazzàr dal nome del mio dio, un uomo in cui è lo spirito degli dèi santi, e gli raccontai il sogno |
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6 dicendo: « Batazzàr, principe dei maghi, poiché io so che lo spirito degli dèi santi è in te e che nessun segreto ti è difficile, ecco le visioni che ho avuto in sogno: tu dammene la spiegazione ». | ||||||
7 Le visioni che mi passarono per la mente, mentre stavo a letto, erano queste: Io stavo guardando ed ecco un albero di grande altezza in mezzo alla terra. |
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8 Quell'albero era grande, robusto, la sua cima giungeva al cielo e si poteva vedere fin dall'estremità della terra. | ||||||
9 I suoi rami erano belli e i suoi frutti abbondanti e vi era in esso da mangiare per tutti. Le bestie della terra si riparavano alla sua ombra e gli uccelli del cielo facevano il nido fra i suoi rami; di lui si nutriva ogni vivente. |
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10 Mentre nel mio letto stavo osservando le visioni che mi passavano per la mente, ecco un vigilante, un santo, scese dal cielo | ||||||
11 e gridò a voce alta: « Tagliate l'albero e stroncate i suoi rami: scuotete le foglie, disperdetene i frutti: fuggano le bestie di sotto e gli uccelli dai suoi rami. » | ||||||
12 Lasciate però nella terra il ceppo con le radici, legato con catene di ferro e di bronzo fra l'erba della campagna. Sia bagnato dalla rugiada del cielo e la sua sorte sia insieme con le bestie sui prati. |
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13 Si muti il suo cuore e invece di un cuore umano gli sia dato un cuore di bestia: sette tempi passeranno su di lui. | ||||||
14 Così è deciso per sentenza dei vigilanti e secondo la parola dei santi. Così i viventi sappiano che l'Altissimo domina sul regno degli uomini e che egli lo può dare a chi vuole e insediarvi anche il più piccolo degli uomini ». |
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15 Questo è il sogno, che io, re Nabucodònosor, ho fatto. Ora tu, Baltazzàr, dammene la spiegazione. Tu puoi darmela, perché, mentre fra tutti i saggi del mio regno nessuno me ne spiega il significato, in te è lo spirito degli dèi santi. |
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Daniele interpreta il sogno |
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16 Allora Daniele, chiamato Baltazzàr, rimase per qualche tempo confuso e turbato dai suoi pensieri. Ma il re gli si rivolse: « Baltazzàr, il sogno non ti turbi e neppure la sua spiegazione ». Rispose Baltazzàr: « Signore mio, valga il sogno per i tuoi nemici e la sua spiegazione per i tuoi avversari. |
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17 L'albero che tu hai visto, grande e robusto, la cui cima giungeva fino al cielo e si poteva vedere da tutta la terra | ||||||
18 e le cui foglie erano belle e i suoi frutti abbondanti e in cui c'era da mangiare per tutti e sotto il quale dimoravano le bestie della terra e sui cui rami facevano il nido gli uccelli del cielo, | ||||||
19 sei tu, re, che sei diventato grande e forte; la tua grandezza è cresciuta, è giunta al cielo e il tuo dominio si è esteso sino ai confini della terra. | ||||||
20 Che il re abbia visto un vigilante, un santo che scendeva dal cielo e diceva: Tagliate l'albero, spezzatelo, però lasciate nella terra il ceppo delle sue radici legato con catene di ferro e di bronzo fra l'erba della campagna e sia bagnato dalla rugiada del cielo e abbia sorte comune con le bestie della terra, finché sette tempi siano passati su di lui, | ||||||
21 questa, o re, ne è la spiegazione e questo è il decreto dell'Altissimo, che deve essere eseguito sopra il re, mio signore: | ||||||
22 Tu sarai cacciato dal consorzio umano e la tua dimora sarà con le bestie della terra; ti pascerai d'erba come i buoi e sarai bagnato dalla rugiada del cielo; sette tempi passeranno su di te, finché tu riconosca che l'Altissimo domina sul regno degli uomini e che egli lo dà a chi vuole. | ||||||
23 L'ordine che è stato dato di lasciare il ceppo con le radici dell'albero significa che il tuo regno ti sarà ristabilito, quando avrai riconosciuto che al Cielo appartiene il dominio. | ||||||
24 Perciò, re, accetta il mio consiglio: sconta i tuoi peccati con l'elemosina e le tue iniquità con atti di misericordia verso gli afflitti, perché tu possa godere loro lunga prosperità ». |
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Il sogno si realizza |
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25 Tutte queste cose avvennero al re Nabucodònosor. | ||||||
26 Dodici mesi dopo, passeggiando sopra la terrazza della reggia di Babilonia, | ||||||
27 il re prese a dire: « Non è questa la grande Babilonia, che io ho costruito come reggia per la gloria della mia maestà, con la forza della mia potenza? | ||||||
28 Queste parole erano ancora sulle labbra del re, quando un voce venne dal cielo: « A te io parlo, re Nabucodònosor: il regno ti è tolto! | ||||||
29 Sarai cacciato dal consorzio umano e la tua dimora sarà con le bestie della terra; ti pascerai d'erba come i buoi e passeranno sette tempi su di te, finché tu riconosca che l'Altissimo domina sul regno degli uomini e che egli lo dà a chi vuole ». | ||||||
30 In quel momento stesso si adempì la parola sopra Nabucodònosor. Egli fu cacciato dal consorzio umano, mangiò l'erba come i buoi e il suo corpo fu bagnato dalla rugiada del cielo: il pelo gli crebbe come le penne delle aquile e le unghie come agli uccelli. |
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31 « Ma finito quel tempo, io Nabudònosor alzai gli occhi al cielo e la ragione tornò in me e benedissi l'Altissimo; lodai e glorificai colui che vive in eterno, la cui potenza è potenza eterna e il cui regno è di generazioni. » |
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32 Tutti gli abitanti della terra sono, davanti a lui, come una pula; egli dispose come gli piace delle schiere del cielo e degli abitanti della terra. Nessuno può fermargli la mano e dirgli Che cosa fai? |
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33 In quel tempo tornò in me la conoscenza e con la gloria del regno mi fu restituita la mia maestà e il mio splendore, i miei ministri e i miei principi mi ricercarono e io fui ristabilito nel mio regno e mi fu concesso un potere anche più grande. | ||||||
34 Ora io, Nabudònosor, lodo, esalto e glorioso il Re del cielo: tutte le sue opere sono verità e le sue vie giustizia: egli può umiliare coloro che camminano nella superbia ». |
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Indice |
4,1 | Nabucodònosor: il greco precisa: « nell'anno diciotto del suo regno, Nabucodònosor disse ». - Malgrado le omissioni, nei LXX questo capitolo è più lungo di un quarto che nel TM. |
4,5 | Baltazzàr, in aramaico Belteshaççar, dal nome del dio Bel, come per Baldassàr ( Dn 5,1+ ). Il nome Baltassàr è formato con il titolo divino Bel, che veniva usato per il dio babilonese Marduc. - lo spirito degli dèi santi: cioè l'ispirazione divina che il faraone, per esempio, discerne in Giuseppe dalla saggezza dei suoi consigli ( Gen 41,38; cf. Is 11,2+; Is 63,10-11+ ). Non bisogna correggere il plurale dell'aramaico in un singolare ( come fa Teodozione ): Nabucodònosor parla ancora come un pagano; vedere invece Dn 4,34. Ugualmente Baldassàr in Dn 5,11.14. |
4,6 | ecco le visioni che ho avuto in sogno: alla lettera « le visioni del mio sogno che ho visto ». BJ corregge l'aramaico hezwê, « visioni », in hazî, « ecco », e traduce: « ecco il sogno che ho avuto ». |
4,7 | Per il simbolismo dell'albero, che rappresenta la potenza crescente di una nazione, confrontare Ez 17,1-10 e Ez 17,22-24 e soprattutto Ez 31,3-14; Is 10,33-11,1. |
4,10 | un vigilante: cioè un angelo sempre in veglia a servizio di Dio. Confr. con le ruote « piene di occhi ( o di « riflessi » ) tutto intorno » ( Ez 1,18 ) e con gli angeli « occhi del Signore » ( Zc 4,10b ). Il termine « vigilante », proprio a Dn nella bibbia, è molto frequente negli apocrifi, specialmente nel libro di Enoch, nei Giubilei, nei Testamenti dei dodici patriarchi e nel « documento di Damasco »: designa gli arcangeli, spesso gli arcangeli decaduti. Nella tradizione posteriore, i vigilanti sono gli angeli custodi. |
4,13 | Si muti il suo cuore: o « il suo cuore si allontanerà dagli uomini » o forse « il suo cuore cesserà di essere un cuore di uomo ». - i tempi, altrove periodi non bene determinati, sono qui molto probabilmente degli anni. |
4,14 | sentenza dei vigilanti: i vigilanti, i santi, non fanno che tra smettere la sentenza divina. |
4,23 | La parola Cielo sta qui al posto di "Dio" o "Signore": è un modo per evitare di pronunciare il nome divino, secondo l'uso della tradizione giudaica. Vedi anche nota a Dn 2,18. |
4,24 | sconta: il verbo tradotto con « scontare » ha dato un sostantivo aramaico che significa « salvezza, redenzione »: si potrebbe tradurre: « riscatta i tuoi peccati ». Le « opere di giustizia » corrispondono all'insieme dei « giusti » rapporti tra Dio e gli uomini; comprendono e superano infinitamente la giustizia legale o le forme di giustizia puramente umane. In senso stretto, il termine designa le opere pie, specialmente l'elemosina, come in Tb 12,9; Tb 14,11. |
4,27 | Babilonia fu una delle meraviglie del mondo antico. Il nome della città diventerà il simbolo delle cose umane magnifiche ma fragili e, oltre questo, il simbolo dell'orgoglio umano e demoniaco, l'antitesi della Gerusalemme celeste che è la città di Dio. Cf. Ap 14,8; Ap 16,19; Ap 17,5; Ap 18,2.10.21, che riprende il tema dei profeti, Is 21,9, ecc. Tutto il presente c vuole mostrare l'umiliazione di questo orgoglio: Nabucodònosor non ritrova il suo stato normale che convertendosi al vero Dio. |
4,31 | Nei LXX la guarigione del re è dovuta alla sua contrizione e alla sua preghiera: un angelo gli appare in sogno per annunziargli che il suo regno gli sarà restituito. |