1 Corinzi |
CEI 2008 - Audio - Interconfessionale
1 Ognuno ci consideri come ministri di Cristo e amministratori dei misteri di Dio. |
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2 Ora, quanto si richiede negli amministratori è che ognuno risulti fedele. | |||||
3 A me però, poco importa di venire giudicato da voi o da un consesso umano; anzi, io neppure giudico me stesso, | |||||
4 perché anche se non sono consapevole di colpa alcuna non per questo sono giustificato. Il mio giudice è il Signore! |
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5 Non vogliate perciò giudicare nulla prima del tempo, finché venga il Signore. Egli metterà in luce i segreti delle tenebre e manifesterà le intenzioni dei cuori; allora ciascuno avrà la sua lode da Dio. |
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6 Queste cose, fratelli, le ho applicate a modo di esempio a me e ad Apollo per vostro profitto perché impariate nelle nostre persone a stare a ciò che è scritto e non vi gonfiate d'orgoglio a favore di uno contro un altro. | |||||
7 Chi dunque ti ha dato questo privilegio? Che cosa mai possiedi che tu non abbia ricevuto? E se l'hai ricevuto, perché te ne vanti come non l'avessi ricevuto? |
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8 Già siete sazi, già siete diventati ricchi; senza di noi già siete diventati re. Magari foste diventati re! Così anche noi potremmo regnare con voi. |
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9 Ritengo infatti che Dio abbia messo noi, gli apostoli, all'ultimo posto, come condannati a morte, poiché siamo diventati spettacolo al mondo, agli angeli e agli uomini. |
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10 Noi stolti a causa di Cristo, voi sapienti in Cristo; noi deboli, voi forti; voi onorati, noi disprezzati. | |||||
11 Fino a questo momento soffriamo la fame, la sete, la nudità, veniamo schiaffeggiati, andiamo vagando di luogo in luogo, |
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12 ci affatichiamo lavorando con le nostre mani. Insultati, benediciamo; perseguitati, sopportiamo; |
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13 calunniati, confortiamo; siamo diventati come la spazzatura del mondo, il rifiuto di tutti, fino ad oggi. |
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Ammonizioni |
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14 Non per farvi vergognare vi scrivo queste cose, ma per ammonirvi, come figli miei carissimi. | |||||
15 Potreste infatti avere anche diecimila pedagoghi in Cristo, ma non certo molti padri, perché sono io che vi ho generato in Cristo Gesù, mediante il vangelo. |
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16 Vi esorto dunque, fatevi miei imitatori! |
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17 Per questo appunto vi ho mandato Timòteo, mio figlio diletto e fedele nel Signore: egli vi richiamerà alla memoria le vie che vi ho indicato in Cristo, come insegno dappertutto in ogni Chiesa. |
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18 Come se io non dovessi più venire da voi, alcuni hanno preso a gonfiarsi d'orgoglio. | |||||
19 Ma verrò presto, se piacerà al Signore, e mi renderò conto allora non già delle parole di quelli, gonfi di orgoglio, ma di ciò che veramente sanno fare, |
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20 perché il regno di Dio non consiste in parole, ma in potenza. | |||||
21 Che volete? Debbo venire a voi con il bastone, o con amore e con spirito di dolcezza? |
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Indice |
4,1-13 | Gli apostoli sono servi di Cristo |
4,3 | consesso umano o « tribunale »: alla lettera: « giorno ». Paolo ironizza. Si tratta del giorno del Signore ( 1 Cor 1,8+ ), che gli uomini imiterebbero indebitamente, pronunziando un giudizio che appartiene soltanto a Dio nell'ultimo giudizio. |
4,4 | consapevole: la parola syneidésis ( cf.
1 Sam 25,31;
Sap 17,10+ ) prende in Paolo valori propriamente cristiani. Comunque siano le norme esteriori, la condotta dell'uomo dipende unicamente dal suo giudizio ( At 23,1; At 24,16; Rm 2,14-15; Rm 9,1; Rm 13,5; 2 Cor 1,12 ); ma tale giudizio è sottomesso a quello di Dio ( qui; 1 Cor 8,7-12; 1 Cor 10,25-29; 2 Cor 4,2; cf. 1 Pt 2,19 ). La coscienza è buona e pura, se è ispirata dalla fede e dall'amore ( 1 Tm 1,15.19, ecc.; 1 Pt 3,16.21 ) e purificata dal sangue del Cristo ( Eb 9,14; Eb 10,22 ). |
4,6 | Queste cose: si riferisce a quanto Paolo ha scritto in
1 Cor 3,4-9. L'invito a stare a ciò che è scritto probabilmente è un'espressione proverbiale che equivale a "non esagerare". a ciò che è scritto: testo difficile. Forse citazione di un proverbio diffuso tra gli ebrei o a Corinto; forse glossa dovuta alla nota di un copista. |
4,8 | Paolo interpella i cristiani di Corinto, ironizzando sulla loro autosufficienza spirituale. diventati re: senza di noi, voi siete già installati nel regno dei cieli e godete fino alla sazietà di tutte le sue ricchezze! |
4,9 | spettacolo: come i condannati a morte, lasciati in balia delle fiere davanti alla folla degli spettatori. |
4,10 | A conclusione di questo passo (
vv 6-10 ), Paolo riprende in tono ironico i temi dei cc 1-2. Voi siete o vi ritenete prudenti, forti, onorati: ciò non è secondo Dio, ma secondo il mondo: questo mondo che ci considera pazzi, deboli e spregevoli e che di conseguenza ci perseguita ( vv 11-13 ); la realtà, agli occhi di Dio, è esattamente il contrario. |
4,13 | Le parole tradotte con « spazzatura » e « rifiuto » designano anche i miserabili che servivano da vittime di espiazione nelle pubbliche calamità. - Spesso Paolo ritorna sulle pene e le persecuzioni che incontra nel suo apostolato e sul modo che Dio gli dà di superarle ( 2 Cor 4,7-12; 2 Cor 6,4-10; 2 Cor 11,23-33; 1 Ts 3,4; 2 Tm 3,10-11 ). Secondo lui la debolezza dell'apostolo dimostra la potenza di colui che lo manda ( 2 Cor 12,9s; Fil 4,13 ), perché la grandezza dell'opera compiuta non può essere attribuita alla sola azione dell'inviato ( 2 Cor 4,7+ ). |
4,14-21 | Esortazioni e avvertimenti |
4,15 | Il pedagogo era uno schiavo che aveva il compito di condurre il fanciullo o il ragazzo dai suoi maestri, e poi di sorvegliarlo e frenare le sue deviazioni. La sfumatura è peggiorativa. - vi ho generato: questa paternità spirituale corrisponde a quella che Paolo ricorda in 1 Cor 3,6: « io ho piantato »: io ho seminato in voi la nuova vita dello Spirito che vi configura a Cristo ( cf. v 17; Gal 4,19; Fm 10 ). Altrove Paolo paragona la sua tenerezza per i cristiani a quella di un padre o di una madre ( 1 Ts 2,7.11; cf. 2 Cor 12,15+ ). |
4,17 | vie: cioè « regole di condotta »; cf. Sal 119,1; Gv 14,6+; At 9,2+ |
4,19 | Si tratta di realizzazioni dovute alla potenza dello Spirito ( cf.
1 Cor 2,4;
1 Ts 1,5 ): innanzitutto la conversione e la vita secondo lo Spirito. |