Carne/i

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Nella Bibbia la parola carne ( in ebraico: basar ) indica innanzitutto il corpo della persona nelle sue manifestazioni sensibili, come carne animata; in secondo luogo indica la condizione corporea e carnale della persona come condizione creaturale segnata da caducità e debolezza; da ultimo indica l'intera realtà terrena come ambito che, a disposizione dell'uomo e della sua libertà, ne porta l'impronta e ne rende evidenti le scelte.

Vivere secondo la carne equivale, infatti, a qualificare la libertà in un senso lontano o estraneo a Dio, ad affermare la propria vita in funzione di una realtà caduca e transitoria.

Questo mondo di desideri e di passioni, di autosufficienza e orgoglio, è illusione e peccato.

A fronte di questo sta l'annuncio delle scritture che "il Verbo si fece carne" ( Gv 1,14 ).

Assumendo la condizione terrena voluta dal creatore, il Verbo riprende il dialogo tra la libertà umana e il mondo su basi nuove; vero uomo, incarna nei suoi rapporti la condizione di Figlio e sostituisce alla fiducia nel mondo la docilità al Padre.

A partire da lui, la storia umana diventa l'ambito di uno scontro tra la carne e lo Spirito, tra il peccato e il Regno.

Abbandonando il timore del servo, il credente vive come figlio del Padre per il dono dello Spirito di Gesù che ha in sé ( Rm 8,14-17 ).

v. Corpo

Mentre nel mondo greco prevale il pensiero dualistico di stampo platonico che concepisce l'uomo come composto di corpo ( in greco « sòma », fatto di « sarx », « carne » come materia corporea ) e di anima ( « psyché » ), nel mondo biblico e nella cultura semita l'uomo è visto come una unità strettissima in sé, chiamata spesso « anima vivente »; per designare il « corpo », l'AT non ha una parola specifica e precisa.

« Carne » significa così non una parte dell'uomo, ma una sua dimensione: l'uomo come creatura vivente ( e in senso lato, « ogni » vivente ), o anche la totalità dell'essere umano, cioè « tutto » l'uomo.

Vi è un primo concetto creaturale neutro, che vede cioè la « carne » come quella condizione per cui l'uomo come essere vivente è terrestre, attaccato alla terra, appartenente ad essa per il suo substrato umano ( e « carne » significa qui « materia » ma anche « pensieri, progetti, carattere, intelligenza, volontà… » ).

Un secondo tipo di significato di « carne », più negativo, è visibile specialmente in san Paolo, non come sinonimo di « corpo »-corporeità, ma piuttosto con il senso di « ciò che nell'uomo è puramente terreno e perciò limita in lui l'azione di Dio », « le caratteristiche mondane che sono dominate dal peccato », « ciò che si oppone al progetto di Dio » ( così Rm 8,2-4 ): quindi, non solo la materialità dell'uomo, se preda del peccato, ma anche l'intelligenza, i progetti, la volontà, i rapporti sociali, ecc.

In questo secondo senso si usa talvolta l'aggettivo « carnale », ossia « puramente terrestre » e che dimentica il progetto di Dio.

I termini usati in questo v. richiamano il dualismo della filosofia greca tra corpo e anima o spirito ( Rm 7,25+ ); tuttavia l'autore ritiene naturale l'unione dell'anima e del corpo.

Nell'A. T. l'immagine della « tenda » evoca la precarietà dell'esistenza umana ( Gb 4,21; Is 33,20; Is 38,12 ); l'epiteto « d'argilla », lett. « di terra », può rimandare a Gb 4,19 o Gen 2,7.

Nel N. T., si accosterà 2 Cor 4,7; 2 Cor 5,1-4; 2 Pt 1,13-14, come anche il marcato dualismo di Gal 5,17; Rm 7,14-15.

Sap 9,15

.. e sangue

Questa espressione designa l'uomo, sottolineando il lato corporale e limitato della sua natura, in opposizione al mondo degli spiriti ( Sir 14,18; Rm 7,5+; 1 Cor 15,50; Gal 1,16; Ef 6,12; Eb 2,14; Gv 1,13 ).

Mt 16,17

E il Verbo si fece carne: la « carne » designa l'uomo nella sua condizione di debolezza e di mortalità ( Gv 3,6; Gv 17,2; Gen 6,3; Sal 56,5; Is 40,6 ).

L'uso di questo termine ( Rm 7,5+ ) sottolinea il realismo della venuta del Figlio nell'umanità, che Giovanni mette continuamente in rilievo.

Più tardi si parlerà di « incarnazione » ( 1 Gv 4,2; 2 Gv 7; e in Paolo, Rm 1,3; Gal 4,4; Fil 2,7; Col 1,19 ).

Gv 1,14

ogni …

La carne ( basar ) è per prima cosa, nell'animale e nell'uomo, la parte molle, tenera del corpo, i muscoli ( Gen 41,2-4; Es 4,7; Gb 2,5 ).

È anche il corpo intero ( Nm 8,7; 1 Re 21,27; 2 Re 6,30 ) e dunque il legame familiare ( Gen 2,23; Gen 29,14; Gen 37,27 ) e anche l'umanità o l'insieme degli esseri viventi ( « ogni carne », Gen 6,17.19; Sal 136,25; Is 40,5s ).

L'anima ( Gen 2,7+; Sal 6,5+ ) o lo spirito ( Gen 6,17+ ) animano la carne senza aggiungersi ad essa, rendendola vivente.

Tuttavia spesso la « carne » sottolinea ciò che c'è di fragile e di perituro nell'uomo ( Gen 6,3; Sal 56,5; Is 40,6; Ger 17,5 ); e a poco a poco si percepirà una certa opposizione tra i due aspetti dell'uomo ( Sal 78,39; Qo 12,7; Is 31,3; Sap 8,19; Sap 9,15+ ).

L'ebraico non ha una parola per designare il corpo.

Il N. T. supplirà a questa lacuna sviluppando il termine sôma a fianco di sarx ( Rm 7,5+.24+ ).

Gen 2,21

Schedario biblico

L'uomo nuovo E 24
Carne e spirito F 12
Pane di vita D 28

Catechismo della Chiesa Cattolica

Dio rivela il suo « disegno di benevolenza » 51
Il Cristo - Parola unica della Sacra Scrittura 101
Credere in Gesù Cristo, Figlio di Dio 151
« L'uno per l'altro » - « una unità a due» 372
La Buona Novella: Dio ha mandato il suo Figlio 423
Perché il verbo si è fatto carne 456ss
Vero Dio e vero uomo 466
La nostra comunione ai Misteri di Gesù 521
Cristo nel sepolcro con il suo Corpo 626
Gesù Cristo 728
La Chiesa è comunione con Gesù 787
« Credo la risurrezione della carne » 988ss
« Prendete e mangiatene tutti »: la Comunione 1384
I frutti della Comunione 1392
In sintesi 1528
Il matrimonio nell'ordine della creazione 1605
Il matrimonio nel Signore 1616
I beni e le esigenze dell'amore coniugale 1643
La diversità dei peccati 1852
« Maschio e femmina li creò… » 2335
La fedeltà coniugale 2364
Il nono comandamento 2514ss
Il decimo comandamento 2534
Gesù prega 2602
Di fronte alle tentazioni nella preghiera 2733
« Che sei nei cieli » 2796
Venga il tuo Regno 2819
Non ci indurre in tentazione 2846
Comp. 202; 432

Carni immolate

Sozzure degli idoli: le carni degli animali immolate nei sacrifici pagani ( v 29 e At 21,25; 1 Cor 8-10 ). At 15,20

Gli idolotiti sono le carni degli animali sacrificati agli idoli e i cui avanzi, non utilizzati nei banchetti sacri, erano venduti al mercato ( 1 Cor 10,25 ), o consumati nei pressi del tempio ( 1 Cor 8,10 ).

I cristiani di Corinto erano divisi a questo riguardo: si potevano mangiare senza venire a patti con l'idolatria?

Paolo, interrogato, risponde come in Rm 14-15: il cristiano è libero, ma la carità esige da lui che rispetti le opinioni degli scrupolosi e che eviti di scandalizzarli.

Paolo non fa uso del decreto di Gerusalemme ( At 15,20.29 ) e pare anzi ignorarlo ( At 15,1+ )

1 Cor 8,1