1 Corinzi |
CEI 2008 - Audio - Interconfessionale
I doni spirituali o « carismi » |
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1 Riguardo ai doni dello Spirito, fratelli, non voglio che restiate nell'ignoranza. | ||||||
2 Voi sapete infatti che, quando eravate pagani, vi lasciavate trascinare verso gli idoli muti secondo l'impulso del momento. | ||||||
3 Ebbene, io vi dichiaro: come nessuno che parli sotto l'azione dello Spirito di Dio può dire « Gesù è anàtema », così nessuno può dire « Gesù è Signore » se non sotto l'azione dello Spirito Santo. |
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Diversità e unità dei carismi |
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4 Vi sono diversità di carismi, ma uno solo è lo Spirito; | ||||||
5 vi sono diversità di ministeri, ma uno solo è il Signore; | ||||||
6 vi sono diversità di operazioni, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti. | ||||||
7 E a ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per l'utilità comune: |
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8 a uno viene concesso dallo Spirito il linguaggio della sapienza; a un altro invece, per mezzo dello stesso Spirito, il linguaggio di scienza; | ||||||
9 a uno la fede per mezzo dello stesso Spirito; a un altro il dono di far guarigioni per mezzo dell'unico Spirito; | ||||||
10 a uno il potere dei miracoli; a un altro il dono della profezia; a un altro il dono di distinguere gli spiriti; a un altro la varietà delle lingue; a un altro infine l'interpretazione delle lingue. |
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11 Ma tutte queste cose è l'unico e il medesimo Spirito che le opera, distribuendole a ciascuno come vuole. | ||||||
Paragone del corpo |
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12 Come infatti il corpo, pur essendo uno, ha molte membra e tutte le membra, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche Cristo. |
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13 E in realtà noi tutti siamo stati battezzati in un solo Spirito per formare un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti ci siamo abbeverati a un solo Spirito. |
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14 Ora il corpo non risulta di un membro solo, ma di molte membra. | ||||||
15 Se il piede dicesse: « Poiché io non sono mano, non appartengo al corpo », non per questo non farebbe più parte del corpo. | ||||||
16 E se l'orecchio dicesse: « Poiché io non sono occhio, non appartengo al corpo », non per questo non farebbe più parte del corpo. | ||||||
17 Se il corpo fosse tutto occhio, dove sarebbe l'udito? Se fosse tutto udito, dove l'odorato? | ||||||
18 Ora, invece, Dio ha disposto le membra in modo distinto nel corpo, come egli ha voluto. | ||||||
19 Se poi tutto fosse un membro solo, dove sarebbe il corpo? | ||||||
20 Invece molte sono le membra, ma uno solo è il corpo. | ||||||
21 Non può l'occhio dire alla mano: « Non ho bisogno di te »; né la testa ai piedi: « Non ho bisogno di voi ». | ||||||
22 Anzi quelle membra del corpo che sembrano più deboli sono più necessarie; | ||||||
23 e quelle parti del corpo che riteniamo meno onorevoli le circondiamo di maggior rispetto, e quelle indecorose sono trattate con maggior decenza, | ||||||
24 mentre quelle decenti non ne hanno bisogno. Ma Dio ha composto il corpo, conferendo maggior onore a ciò che ne mancava, |
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25 perché non vi fosse disunione nel corpo, ma anzi le varie membra avessero cura le une delle altre. | ||||||
26 Quindi se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme; e se un membro è onorato, tutte le membra gioiscono con lui. |
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27 Ora voi siete corpo di Cristo e sue membra, ciascuno per la sua parte. |
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La gerarchia dei carismi. Inno alla carità |
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28 Alcuni perciò Dio li ha posti nella Chiesa in primo luogo come apostoli, in secondo luogo come profeti, in terso luogo come maestri; poi vengono i miracoli, poi i doni di far guarigioni, i doni di assistenza, di governare, delle lingue. |
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29 Sono forse tutti apostoli? Tutti profeti? Tutti maestri? Tutti operatori di miracoli? | ||||||
30 Tutti possiedono doni di far guarigioni? Tutti parlano lingue? Tutti interpretano? | ||||||
31 Aspirate ai carismi più grandi! E io vi mostrerò una via migliore di tutte. |
Indice |
12,1-14,40 | Il valore dei carismi 12,1-11 I doni dello Spirito Santo 12,1 Nella chiesa di Corinto i cristiani sono favoriti di particolari doni dello Spirito Santo, chiamati carismi. cc 12-14 Questi cc trattano del buon uso dei doni dello Spirito ( carismi ), accordati alla comunità come testimonianza visibile della presenza dello Spirito, e per rimediare alla situazione anormale di una giovane comunità la cui fede non ha ancora trasformato la mentalità impregnata di paganesimo. Gli abitanti di Corinto sono tentati di apprezzare soprattutto i doni più spettacolari e di utilizzarli in una atmosfera anarchica, imitata da certe cerimonie pagane. Paolo reagisce precisando che essi sono dati per il bene della comunità e dunque non devono dare occasione a rivalità ( c 12 ). Poi mostra che la carità li sorpassa tutti ( c 13 ). Infine spiega come la loro gerarchia si stabilisce in base al contributo che portano all'edificazione della comunità ( c 14 ). |
12,2 | Allusione ai fenomeni violenti, disordinati, di certi culti pagani, che erano considerati come il segno della loro autenticità. Al contrario, nelle assemblee cristiane, è il contenuto del discorso, non la sua parvenza ispirata, che è segno di verità ( v 3 ). |
12,4-6 | Notare la presentazione trinitaria del pensiero ( cf. 2 Cor 13,13+ ). |
12,8-10 | Dalle varie liste di carismi e ministeri, riferite nell'epistolario paolino, non è facile risalire alle caratteristiche di ciascuno ( Rm 12,6-8; Ef 4,11 ). Il linguaggio di sapienza e di conoscenza riguarda una particolare attitudine e capacità di penetrazione e comunicazione dell'esperienza cristiana. La fede è la ferma fiducia nell'azione di Dio che compie prodigi ( 1 Cor 13,2 ). Il dono della profezia è relativo a un discorso di esortazione, di edificazione e di conforto ( 1 Cor 14,3 ). Il dono di discernere gli spiriti consente di riconoscere la vera origine e natura dei carismi; la varietà delle lingue è un linguaggio estatico ( 1 Cor 14,2 ), comprensibile solo grazie al dono della interpretazione ( 1 Cor 14,13 ). 12,8 linguaggio della sapienza: forse il dono di esporre le più alte verità cristiane, quelle che si riferiscono alla vita divina e alla vita di Dio in noi: « l'insegnamento perfetto » di Eb 6,1. Vedi anche 1 Cor 2,6-16. scienza: il dono di esporre le verità elementari del cristianesimo: « l'insegnamento elementare sul Cristo » di Eb 6,1. |
12,9 | La fede a un grado straordinario ( cf. 1 Cor 13,2 ). |
12,10 | distinguere gli spiriti: il dono di determinare l'origine ( Dio, la natura, il maligno ) dei fenomeni carismatici. - varietà delle lingue: il dono delle lingue o « glossolalia » è il dono di lodare Dio proferendo, sotto l'azione dello Spirito santo e in uno stato più o meno estatico, suoni incomprensibili. È ciò che Paolo chiama « parlare in lingue » ( 1 Cor 14,5.6.18.23.39 ) o « parlare in lingua » ( 1 Cor 14,2.4.9.13.14.19.26.27 ). Questo carisma risale alla chiesa dei primissimi anni; era il primo effetto sensibile della discesa dello Spirito nelle anime ( At 2,3-4; At 10,44-46; At 11,15; At 19,6 ). Che cosa è il dono del "discernimento degli spiriti"? |
12,12-26 | Paragone con il corpo 12,12-13 L'insegnamento di Paolo sulla Chiesa come corpo di Cristo è uno dei pilastri della sua ecclesiologia. Egli parte dall'esperienza del battesimo per dire che i cristiani sono membra di un unico corpo e ricevono i doni dall'unico Spirito. Perciò tutti i carismi, anche i più umili, sono essenziali alla vitalità del corpo di Cristo. In questa nuova prospettiva, l'apostolo rilegge l'apologo classico del corpo e delle membra ( vv. 14-26 ). 12,12-30 Paolo utilizza ampiamente l'apologo classico che paragona la società a un corpo il, quale resta unito nonostante la diversità delle sue membra; egli però non deve a tale apologo la sua idea del corpo di Cristo. Essa gli viene dalla sua fede primordiale ( cf. At 9,4s; Gal 1,15s ) in Gesù, resuscitato nel suo stesso corpo, vivificato dallo Spirito ( Rm 1,4+ ), primizia del mondo nuovo ( 1 Cor 15,23 ), Gesù cui i cristiani si ricongiungono nel loro stesso corpo ( Rm 8,11+ ) mediante i riti del battesimo ( 1 Cor 12,13; cf. Rm 6,4+ ) e dell'eucarestia ( 1 Cor 10,16s ). Diventano così sue « membra » ( 1 Cor 6,15 ), che, unite tutte al suo corpo personale, costituiscono con lui il corpo di Cristo che chiamiamo « mistico » ( 1 Cor 12,17; cf. Rm 12,4s ). Questa dottrina, di un grande realismo, che appare già in 1 Cor, si ritrova e si sviluppa nelle lettere della cattività. È sempre nel corpo di Cristo, crocifisso secondo la carne e vivificato dallo Spirito ( Ef 2,14-18; Col 1,22 ), che si opera la riconciliazione tra gli uomini, che sono le sue membra ( Ef 5,30 ). Ma l'unità di questo corpo, che riunisce tutti i cristiani nello stesso Spirito ( Ef 4,4; Col 3,15 ), e la sua identificazione con la chiesa ( Ef 1,22s; Ef 5,23; Col 1,18.24 ) nelle lettere della cattività sono più accentuati. Così personalizzato ( Ef 4,12s; Col 2,19 ), questo « corpo » ha ormai il Cristo come capo ( Ef 1,22; Ef 4,15s; Col 1,18; Col 2,19; confrontare 1 Cor 12,21 ), forse per l'influsso dell'idea di Cristo capo delle potenze ( Col 2,10 ). Infine giunge a conglobare in certo modo tutto l'universo riunito sotto il dominio del Kyrios ( Ef 1,23+; cf. Gv 2,21+ ). 12,12 Come il corpo umano riporta all'unità la pluralità delle membra, così il Cristo, principio unificatore della sua chiesa, conduce tutti i cristiani all'unità del suo corpo. |
12,27-31 | A ciascuno il suo dono Paolo ricorda che Dio ha stabilito nella comunità cristiana tre ministeri fondamentali per la sua nascita e crescita: apostoli, profeti, maestri ( v. 28 ). Ma ognuno ha il suo dono per l'edificazione di tutti. |
12,28 | I maestri sono incaricati in ciascuna chiesa dell'insegnamento regolare e ordinario ( cf. At 13,1+ ). - assistenza: il dono che consacra alle opere di carità. - governare: il dono di amministrare e dirigere. |
12,31-13,13 | Tre parti: superiorità della carità (
vv 1-3 ); le sue opere ( vv 4-7 ); la sua perennità ( vv 8-13 ). Si tratta della carità fraterna. L'amore per Dio non è direttamente inteso, ma è implicitamente presente, soprattutto nel v 13 in collegamento con la fede e la speranza. |