1 Corinzi

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Capitolo 15

CEI 2008 - Audio - Interconfessionale

III. La resurrezione dei morti

Il fatto della resurrezione

1 Vi rendo noto, fratelli, il vangelo che vi ho annunziato e che voi avete ricevuto, nel quale restate saldi,
1 Ts 2,13+
2 e dal quale anche ricevete la salvezza, se lo mantenete in quella forma in cui ve l'ho annunziato.
Altrimenti, avrete creduto invano!
3 Vi ho trasmesso dunque, anzitutto, quello che anch'io ho ricevuto: che cioè Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture,
1 Cor 11,2.23
Lc 1,2
At 2,23+
4 fu sepolto ed è risuscitato il terzo giorno secondo le Scritture,
Mt 28,10+
Lc 24,34s
5 e che apparve a Cefa e quindi ai Dodici.
6 In seguito apparve a più di cinquecento fratelli in una sola volta: la maggior parte di essi vive ancora, mentre alcuni sono morti.
7 Inoltre apparve a Giacomo, e quindi a tutti gli apostoli.
8 Ultimo fra tutti apparve anche a me come a un aborto.
At 12,17+
Rm 1,1+
9 Io infatti sono l'infimo degli apostoli, e non sono degno neppure di essere chiamato apostolo, perché ho perseguitato la Chiesa di Dio.
Ef 3,8
1 Tm 1,15-16
Gal 1,13-14
At 8,3+
10 Per grazia di Dio però sono quello che sono, e la sua grazia in me non è stata vana; anzi ho faticato più di tutti loro, non io però, ma la grazia di Dio che è con me.
2 Cor 11,23s
11 Pertanto, sia io che loro, così predichiamo e così avete creduto.
At 2,22+
12 Ora, se si predica che Cristo è risuscitato dai morti, come possono dire alcuni tra voi che non esiste risurrezione dei morti?
13 Se non esiste risurrezione dai morti, neanche Cristo è risuscitato!
14 Ma se Cristo non è risuscitato, allora è vana la nostra predicazione ed è vana anche la vostra fede.
At 2,22+
15 Noi, poi, risultiamo falsi testimoni di Dio, perché contro Dio abbiamo testimoniato che egli ha risuscitato Cristo, mentre non lo ha risuscitato, se è vero che i morti non risorgono.
At 1,8+
At 26,16
16 Se infatti i morti non risorgono, neanche Cristo è risorto;
17 ma se Cristo non è risorto, è vana la vostra fede e voi siete ancora nei vostri peccati.
Rm 4,24-25
Rm 10,9
18 E anche quelli che sono morti in Cristo sono perduti.
19 Se poi noi abbiamo avuto speranza in Cristo soltanto in questa vita, siamo da compiangere più di tutti gli uomini.
20 Ora, invece, Cristo è risuscitato dai morti, primizia di coloro che sono morti.
Rm 8,11+
Col 1,18
21 Poiché se a causa di un uomo venne la morte, a causa di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti;
1 Ts 4,14
Rm 5,12-21+
1 Cor 15,45-49
22 e come tutti muoiono in Adamo, così tutti riceveranno la vita in Cristo.
23 Ciascuno però nel suo ordine: prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo;
1 Ts 4,16
24 poi sarà la fine, quando egli consegnerà il regno a Dio Padre, dopo aver ridotto al nulla ogni principato e ogni potestà e potenza.
25 Bisogna infatti che egli regni finché non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi.
Sal 110,1
26 L'ultimo nemico ad essere annientato sarà la morte,
Ap 20,14
Ap 21,4
27 perché ogni cosa ha posto sotto i suoi piedi.
Però quando dice che ogni cosa è stata sottoposta, è chiaro che si deve eccettuare Colui che gli ha sottomesso ogni cosa.
Sal 8,7
28 E quando tutto gli sarà stato sottomesso, anche lui, il Figlio, sarà sottomesso a Colui che gli ha sottomesso ogni cosa, perché Dio sia tutto in tutti.
Fil 3,21
Rm 9,5+
Col 3,11
Ef 4,6
29 Altrimenti, che cosa farebbero quelli che vengono battezzati per i morti?
Se davvero i morti non risorgono, perché si fanno battezzare per loro?
2 Mac 12,44
30 E perché noi ci esponiamo al pericolo continuamente?
31 Ogni giorno io affronto la morte, come è vero che voi siete il mio vanto, fratelli, in Cristo Gesù nostro Signore!
2 Cor 4,10-12
32 Se soltanto per ragioni umane io avessi combattuto a Èfeso contro le belve, a che mi gioverebbe?
Se i morti non risorgono, mangiamo e beviamo, perché domani moriremo.
Is 22,13
33 Non lasciatevi ingannare: « Le cattive compagnie corrompono i buoni costumi ».
34 Ritornate in voi, come conviene, e non peccate!
Alcuni infatti dimostrano di non conoscere Dio; ve lo dico a vostra vergogna.
1 Cor 14,38

Il modo della resurrezione

35 Ma qualcuno dirà: « Come risuscitano i morti? Con quale corpo verranno? ».
36 Stolto! Ciò che tu semini non prende vita, se prima non muore;
Gv 12,24
37 e quello che semini non è il corpo che nascerà, ma un semplice chicco, di grano per esempio o di altro genere.
38 E Dio gli dà un corpo come ha stabilito, e a ciascun seme il proprio corpo.
39 Non ogni carne è la medesima carne; altra è la carne di uomini e altra quella di animali; altra quella di uccelli e altra quella di pesci.
40 Vi sono corpi celesti e corpi terresti, ma altro è lo splendore dei corpi celesti, e altro quello dei corpi terresti.
41 Altro è lo splendore del sole, altro lo splendore della luna e altro lo splendore delle stelle: ogni stella infatti differisce da un'altra nello splendore.
42 Così anche la risurrezione dei morti: si semina corruttibile e risorge incorruttibile;
43 si semina ignobile e risorge glorioso, si semina debole e risorge pieno di forza;
44 si semina un corpo animale, risorge un corpo spirituale.
Se c'è un corpo animale, vi è anche un copro spirituale, poiché sta scritto che
45 il primo uomo, Adamo, divenne un essere vivente, ma l'ultimo Adamo divenne spirito datore di vita.
Gen 2,7
46 Non vi fu prima il corpo spirituale, ma quello animale, e poi lo spirituale.
1 Cor 15,20-28+
47 Il primo uomo tratto dalla terra è di terra, il secondo uomo viene dal cielo.
48 Quale è l'uomo fatto di terra, così sono quelli di terra; ma quale il celeste, così anche i celesti.
Dn 7,13
Gv 3,13
49 E come abbiamo portato l'immagine dell'uomo di terra, così porteremo l'immagine dell'uomo celeste.
Fil 3,21
Rm 8,29+
Gv 3,5-6
50 Questo vi dico, o fratelli: la carne e il sangue non possono ereditare il regno di Dio, né ciò che è corruttibile può ereditare l'incorruttibilità.
1 Cor 6,10+
51 Ecco io vi annunzio un mistero: non tutti, certo, moriremo, ma tutti saremo trasformati,
52 in un istante, in un batter d'occhio, risorgeranno incorrotti e noi saremo trasformati.
1 Ts 4,15-17
Nm 10,3
Gl 2,1+
Mt 24,31+
53 È necessario infatti che questo corpo corruttibile si vesta di incorruttibilità e questo corpo mortale si vesta di immortalità.
2 Cor 5,1-5

Inno trionfale

54 Quando poi questo corpo corruttibile si sarà vestito d'incorruttibilità e questo corpo mortale d'immortalità, si compirà la parola della Scrittura.
La morte è stata ingoiata per la vittoria.
Is 25,8
Os 13,14
55 Dov'è, o morte, la tua vittoria? Dov'è, o morte, il tuo pungiglione?
Ap 20,14
56 Il pungiglione della morte è il peccato e la forza del peccato è la legge.
Eb 6,1+
57 Siano rese grazie a Dio che ci dà la vittoria per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo!
Rm 7,7+
Gv 16,33
58 Perciò, fratelli miei carissimi, rimanete saldi e irremovibili, prodigandovi sempre nell'opera del Signore, sapendo che la vostra fatica non è vana nel Signore.
Indice

Abbreviazioni
15,1-58 Risurrezione dei morti
Sotto l'influsso della mentalità greca, che privilegia l'immortalità dello spirito o dell'anima, alcuni cristiani di Corinto ritengono che non ci sia risurrezione dei morti, ma esista solo una risurrezione spirituale.
Paolo afferma, in modo chiaro e deciso, la risurrezione dei morti:
tutto l'uomo redento, anche con il suo corpo, entra nella gloria della risurrezione,
anche se la forma dell'esistenza sarà del tutto diversa dall'attuale.
Certi cristiani di Corinto respingevano la resurrezione dei morti ( 1 Cor 15,12 ).
I greci la consideravano una concezione grossolana ( At 17,32+ ),
mentre gli ebrei l'avevano a poco a poco intravista ( Sal 16,10+; Gb 19,25+;
Ez 37,10+ ),
poi esplicitamente insegnata ( Dn 12,2+.3+; 2 Mac 7,9+ ).
Per combattere l'errore degli abitanti di Corinto, Paolo parte dall'affermazione fondamentale della proclamazione evangelica, il mistero pasquale del Cristo morto
e resuscitato ( vv 3-4; cf. Rm 1,4; Gal 1,2-4; 1 Ts 1,10, ecc. ),
che sviluppa enumerando le apparizioni del Risorto ( vv 5-11; cf. At 1,8+ ).
A partire di là mostra l'assurdità dell'opinione che combatte ( vv 12-34,
cf. 1 Cor 15,13+ ).
Il Cristo è la primizia e la causa efficace della risurrezione dei morti ( vv 20-28;
cf. Rm 8,11+ ).
Infine Paolo risponde sul « come » avverrà la resurrezione dei morti ( vv 35-53 )
e termina con un inno di ringraziamento ( vv 54-57 ).
15,1-11 Cristo morto e risorto: messaggio di salvezza
15,3 ho ricevuto: la parola vivente del vangelo è trasmessa, ricevuta e custodita:
termini tecnici desunti dal vocabolario della tradizione rabbinica ( cf. 1 Cor 11,23 ).
Ma soprattutto questo vangelo è annunziato ( vv 1.2 ),
proclamato ( v 11, il « kerigma »; cf. Mt 4,23, ecc. ),
oggetto di fede ( vv 2.11; cf. Mc 1,15 )
e portatore di salvezza ( v 2; cf. At 11,14; At 16,17 ).
- morì: il carattere salutare della morte del Cristo fa dunque parte della proclamazione evangelica anteriore a Paolo ( cf. Rm 6,3 ).
15,4 Queste espressioni ( vv 3-4 ), già fissate nella loro formulazione,
sono il germe delle future profes-sioni di fede ( credo ).
15,5 L'apparizione a Cefa, cioè a Simon Pietro, è attestata da Lc 24,34.
Gesù apparve dopo la sua risurrezione a 12 apostoli o a 11 apostoli?
15,6 I vangeli non riferiscono questa spettacolare apparizione a un gruppo di cinquecento fratelli.
vive ancora: Paolo sottintende: possono ancora testimoniare oggi ciò che hanno visto;
la vostra fede nella resurrezione del Cristo riposa su una testimonianza sicura.
morti: alla lettera: « si sono addormentati».
Medesima espressione nei vv 18.20.51; cf. 1 Ts 4,13+.
15,7 Gli apostoli appaiono come formanti un gruppo più largo di quello dei dodici del v 5.
15,8 Paolo si considera un aborto a motivo della sua chiamata a essere apostolo dopo aver perseguitato la Chiesa di Dio.
aborto: allusione al carattere anormale, violento, « chirurgico » della sua vocazione.
Paolo non fa alcuna differenza tra l'apparizione sulla via di Damasco e le apparizioni di Gesù dalla resurrezione all'ascensione.
15,9 Paolo era inferiore agli apostoli?
15,12-19 La risurrezione di Cristo
15,13 Se si nega la resurrezione dei morti, si nega anche il caso particolare che è la resurrezione di Cristo.
Altra interpretazione: la risurrezione del Cristo non ha senso che come primizia della nostra.
Se questa è negata, quella di Cristo non ha più senso.
Ma questa considerazione non interviene che nel v 20.
15,14 La risurrezione di Cristo, come evento storico e mistero, è il fondamento della predicazione cristiana e la garanzia della sua efficacia per la salvezza ( 1 Cor 15,1-2; Rm 1,4; 1 Ts 1,10 ).
Tutti gli aspetti del messaggio cristiano e della fede che gli corrisponde non hanno senso che in rapporto alla realtà centrale: il Cristo resuscitato.
Senza di essa, tutto crolla.
15,17 Ciò che fa scomparire il peccato è la vita nuova, partecipazione alla vita del Cristo resuscitato ( cf. Rm 6,8-10; Rm 8,2+ ).
15,19 Altra traduzione: « Se in questa vita non abbiamo fatto che sperare nel Cristo, siamo da compiangere più di tutti gli uomini ».
Rinunziare alle gioie del tempo presente è un inganno, se la morte è la fine definitiva.
L'immortalità dell'anima non è considerata fuori della prospettiva della resurrezione della carne.
15,20-34 La nostra risurrezione
15,20 La primizia è la parte della messe offerta a Dio, che rappresenta la consacrazione di tutto il raccolto ( Es 22,28 ).
Gesù fu il primo ad essere risuscitato dai morti?
15,22 La prospettiva non è solamente fisica e biologica, ma comprende tutto l'uomo:
morte spirituale del peccato, vita risorta nella giustizia e nell'amore.
Si noterà che la prospettiva di Paolo non include la resurrezione dei peccatori, affermata in Gv 5,29; At 24,15; cf. Dn 12,2.
15,23 venuta: in greco « parusia », termine di origine ellenistica e accolto dal cristianesimo primitivo per designare la gloriosa venuta di Cristo nel suo « giorno »
( 1 Cor 1,8+ )
alla fine dei tempi ( Mt 24,3+; cf. anche 1 Ts 2,19; 1 Ts 3,13; 1 Ts 4,15; 1 Ts 5,23; 2 Ts 2,1; Gc 5,7.8; 2 Pt 1,16; 2 Pt 3,4.12; 1 Gv 2,28 ).
In 2 Ts 2,8.9 questa parola è applicata alla venuta dell'empio.
Confrontare i termini analoghi di « rivelazione » ( 1 Cor 1,7+ )
e di « apparizione » ( 1 Tm 6,14+ ).
15,24 ogni Principato e ogni Potenza e Forza: potenze ostili al regno di Dio e associate alla morte.
Tutte le potenze ostili al regno di Dio ( cf. 1 Cor 2,6; Ef 1,21; Col 1,16; Col 2,15;
1 Pt 3,22 ).
15,25 Si rimanda a Sal 110,1 che parla della vittoria del messia.
15,27 Sono riprese alcune espressioni di Sal 8,7, riferite alla signoria del Figlio dell'uomo.
Una volta « posta ogni cosa sotto i suoi piedi », Gesù si presenterà davanti al Padre per rendergli conto della missione compiuta.
Si traduce anche, a torto: « Ma quando la scrittura dice che ogni cosa gli è stata sottoposta … ».
15,29 Paolo si riferisce a una pratica della comunità di Corinto, dove, in caso di morte di un catecumeno senza battesimo, qualcuno sembra che si facesse battezzare per lui.
Senza pronunziarsi su di essa, Paolo si limita a sottolineare che è assurda se i morti non resuscitano.
Ci si può battezzare per i morti?
15,32 La lotta contro le belve a Èfeso va intesa in senso metaforico e potrebbe alludere a quanto si racconta in At 19,23-41.
La citazione è di Is 22,13.
contro le belve: si tratta forse di una metafora.
Questa prova non la conosciamo altrimenti, ma cf. 2 Cor 11,23-26.
- … moriremo: cf. Qo 9,7-10.
Vi si trova una certa esagerazione retorica.
Si può rinunziare alle gioie terrene anche per motivi soltanto umani;
Paolo stesso l'ha appena detto ( 1 Cor 9,25 ).
15,33 Citazione di un verso di Menandro ( IV-III sec. a.C. ), dalla commedia Taide,
forse divenuto detto popolare.
La citazione nelle Scritture di scrittori greci significa che anche questi scrittori erano ispirati?
15,35-50 Come risorgono i morti
15,38 Nella mentalità popolare, la germinazione era un processo dipendente dal buon volere di una divinità, non un fenomeno naturale ( cf. 2 Mac 7,22-23 ).
Nel rapporto tra il corpo attuale e il corpo di gloria,
Paolo insiste più sull'alterità che sulla continuità.
Vuole forse rispondere all'obiezione ( v 35 ) che rifiuti, e giustamente, di prendere alla lettera una descrizione fantastica come Ez 37,1-10+.
15,44 animale: per Paolo come per la tradizione biblica, la psyche ( ebraico nefesh;
cf. Gen 2,7 )
è il principio vitale che anima il corpo umano ( 1 Cor 15,45 ).
È la sua « vita » ( Rm 16,4; Fil 2,30; 1 Ts 2,8; cf. Mt 2,20; Mc 3,4; Lc 12,20;
Gv 10,11; At 20,10; ecc. ),
la sua anima vivente ( 2 Cor 1,23 )
e può servire a designare tutto l'uomo ( Rm 2,9; Rm 13,1; 2 Cor 12,15; At 2,41.43, ecc. ).
Ma resta un principio naturale ( 1 Cor 2,14; cf. Gd 19 )
che deve scomparire davanti al pneuma, perché l'uomo ritrovi la vita divina.
Questa sostituzione, che comincia già durante la vita mortale per il dono dello Spirito ( Rm 5,5+; cf. Rm 1,9+ ),
ottiene un pieno effetto dopo la morte.
Mentre la filosofia greca attendeva una sopravvivenza immortale soltanto per l'anima superiore ( noas ),
liberata finalmente dal corpo, il cristianesimo non concepisce l'immortalità che nella restaurazione integrale dell'uomo, cioè nella resurrezione del corpo mediante lo Spirito, principio divino che Dio aveva ritirato dall'uomo in seguito al peccato
( Gen 6,3 ) e che gli restituisce in forza dell'unione con Cristo resuscitato ( Rm 1,4+; Rm 8,11+ ),
uomo celeste e Spirito vivificante ( 1 Cor 15,45-49 ).
Da « psichico » il corpo diviene allora « pneumatico », incorruttibile,
immortale ( 1 Cor 15,53 ),
glorioso ( 1 Cor 15,43; cf. Rm 8,18; 2 Cor 4,17; Fil 3,21; Col 3,4 ),
libero dalle leggi della materia terrestre ( Gv 20,19.26 )
e nel modo di mostrarsi ( Lc 24,16 ).
- In un senso più largo anche psyche può designare, in opposizione al corpo, la sede della vita morale e dei sentimenti ( Fil 1,27; Ef 6,6; Col 3,23; cf. Mt 22,37p;
Mt 26,38p; Lc 1,46; Gv 12,27; At 4,32; At 14,2; 1 Pt 2,11; ecc. ),
nonché l'anima spirituale e immortale ( Mt 10,28.39p; At 2,27; Gc 1,21; Gc 5,20;
1 Pt 1,9; Ap 6,9; ecc. ).
15,45 Paolo stabilisce un confronto tra Cristo e Adamo ( vedi anche Rm 5,12-19 ).
Il primo Adamo dà origine a una discendenza terrena e mortale;
l'ultimo Adamo, cioè Cristo, è capostipite di una umanità celeste e immortale,
perché egli è Spirito datore di vita.
La citazione è di Gen 2,7.
essere vivente: cioè un essere dotato di vita per la sua psyche, ma di una vita puramente naturale, e sottoposto alle leggi del deperimento e della corruzione.
15,49 porteremo: variante: « ci sia dato di portare ».
15,51-58 Vittoria finale
15,51-52 Paolo dichiara che tutti, vivi e morti, devono essere trasformati per poter entrare nel regno di Dio ( 1 Ts 4,15-17 ).
15,51 La lezione della volg. ( « tutti moriremo, ma non tutti saremo cambiati » )
è da scartare.
15,52 A partire dalla teofania del Sinai ( Es 19,16.19 ),
la tromba fa parte del simbolismo delle manifestazioni divine ( Mt 24,31;
1 Ts 4,16+ ).
Essa ritma le tappe del disegno finale di Dio ( cf. le sette trombe di Ap 8,6-11,19 ).
- noi: cioè quelli che saranno allora viventi.
Paolo considera la possibilità di essere tra quelli, ma cf. 1 Ts 4,15+; 1 Ts 5,1+.
15,54-55 Citazione adattata di Is 25,8 e Os 13,14.
15,54 Quando poi questo corpo corruttibile si sarà vestito d'incorruttibilità: om. da volg., codice sinaitico, palinsesto di sant'Efrem, ecc. - Scrittura: citata liberamente.
15,56 Formula sintetica che annunzia già lo sviluppo di Rm 5-7.
15,58 Questo v collega lo sviluppo precedente a 1 Cor 15,14,
dove ha avuto inizio l'istruzione.
La certezza della vittoria dà al credente la forza di progredire.
Per Paolo non può esserci fede senza vita in continuo progresso.