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Dio |
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A 3 |
Dio Padre |
Rif. |
Il "Padre", nella concezione patriarcale ebraica, è colui che dà la vita al clan da lui diretto, e che mantiene questa vita col suo governo. |
Si vedrà dunque in Dio un padre nella misura in cui si vede in lui il Creatore e la Provvidenza del popolo eletto nell'Alleanza. |
Generalizzando questa concezione della paternità di Dio, alcuni testi l'applicheranno al mondo intero che Dio crea e fa vivere. |
Quando la sventura colpirà il popolo per i suoi peccati oppure umilierà il giusto, apparirà una nuova nozione della paternità divina: Dio è padre perché è buono, perché testimonia al popolo pentito e al giusto perseguitato lo stesso amore di un padre verso i suoi figli provati. |
Un Giusto, Cristo, verrà a rivelare l'amore che ha per lui Dio, suo Padre, |
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e nello stesso tempo manifesterà che questa paternità è di un ordine assolutamente nuovo, che trascende quella che Dio fino allora offriva al suo popolo. |
Infine, questa paternità del Padre si rivela sul nuovo popolo, la Chiesa, non più solo per gli antichi motivi dell'Alleanza, ma perché questa Chiesa è il Corpo di suo Figlio. |
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Testi |
Rilievi |
Rif. |
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Il popolo eletto diventa figlio di Dio perché Dio lo pone in un quadro speciale di vita. |
Si noti che questo tema esiste fin dai più antichi testi della Bibbia. |
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Sul piano naturale, Dio si manifesta anche come un padre, che fa vivere con bontà tutta la creazione. |
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Osservare che l'espressione "creare a immagine.." designa altrove la paternità umana. |
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Cristo trae la lezione da questa paternità naturale: confidenza in Dio, libera da preoccupazioni materiali. |
Avere Dio per padre è ammettere che si dipende da qualcuno, che si riceve quanto si possiede - che non lo si dà a se stessi. |
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La concezione della paternità di Dio nei riguardi del popolo eletto si fa più precisa quando i profeti rivelano l'infermità del popolo che dimentica colui che l'ha fatto e al quale, tuttavia, può ritornare per ottenere il perdono. |
La parabola di Luca ha questo senso: la coscienza del peccato e la sofferenza aiutano a meglio percepire la paternità di Dio. |
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I rapporti di paternità tra Dio e l'uomo risaltano particolarmente nei re, chiamati col titolo orientale di "figli di Dio". |
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Tramontati i re, la nozione si estende ad ogni giusto. |
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Ecco due vie nuove per la scoperta della paternità di Dio: il re che dà vita a un popolo, diventa con ciò testimone di Dio Padre; il giusto che resta fedele nella povertà deve, per questo, aver ricevuto una vita speciale dal Padre. |
Da questi passi sgorga una nozione più personalistica della paternità ( riguardo a individui e non a un popolo ) e anche più soprannaturale ( separando i "figli" dal popolo comune ). |
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La tradizione sinottica modella la paternità di Dio riguardo a Cristo secondo i concetti degli antichi: |
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riprende la filiazione del popolo |
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l'investitura del "re-figlio di Dio" |
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riprende la paternità verso il Giusto |
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Giovanni si preoccupa di definire l'originalità trinitaria di questa paternità di Dio verso Cristo |
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e fa intervenire sul piano tipologico la paternità di Abramo. |
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Di più: Cristo non si limita a rivelare la paternità particolare che Dio ha verso di lui; egli comunica questa paternità soprannaturale agli uomini. |
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D'ora in poi, ogni paternità prende nome dalla paternità di Dio. |
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Si noti l'espressione della preghiera delle comunità giudeo-cristiane: il Padre nostro "celeste" o "che è nei cieli". |
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La formula greca ha solamente "Padre". |
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Conclusione: il "Padre nostro" e le acclamazioni al Padre, al quale la Chiesa e Cristo ci conducono. |
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