Fratelli
… Boemi"Fratelli boemi" o "Fratelli cechi" sono oggi i nomi correnti con cui viene designata la Chiesa evangelica ceca, la cui vicenda storica è molto complessa. La testimonianza e il martirio di Jan Hus ( v. ) nel 1415 diedero vita in Boemia a un vasto e articolato movimento di riforma, all'interno del quale nacque anche una libera comunità evangelica che cercò una sua via autonoma sia rispetto a Roma sia rispetto all'hussitismo. Essa si costituì intorno a un laico, Giorgio di Praga ( m. 1474 ), sarto di professione, che radunò intorno a sé un cospicuo gruppo di "fratelli della legge di Cristo" ( così si chiamavano ), che vivevano secondo i sei "minimi comandamenti" del Sermone sul monte: non adirarsi, non concupire, non divorziare, non giurare, non resistere al malvagio, far del bene al nemico. Furono influenzati da Pietro Ghelcicky e nel 1460 subirono la prima persecuzione. Nel 1467 formarono una propria "Comunità dei fratelli", resa in latino con Unitas Fratrum. I loro primi pastori furono ordinati da un vescovo valdese, come segno di continuità con la Chiesa apostolica. Luca da Praga ( 1460-1528 ) è stato il più illustre rappresentante dell'Unitas Fratrum, che contribuì a modellare sul piano dottrinale, costituzionale e liturgico. Conobbe il massimo sviluppo nella seconda metà del XVI sec., adottando nel 1575 la Confessio bohemica, che si colloca in una posizione teologica intermedia tra luteranesimo e calvinismo. La Controriforma e la guerra dei Trent'anni posero drammaticamente fine all'Unità, distruggendola: nel 1628 essa scomparve in Boemia e Moravia come Chiesa autonoma e sopravvisse soltanto nella clandestinità e in esilio, specialmente in Polonia e Germania, sotto la guida del vescovo J. A. Comenius ( 1592-1670 ), uno dei massimi pedagoghi del XVII sec. Alcuni Fratelli ancora clandestinamente presenti nella Moravia di lingua tedesca ripararono in Germania nel 1722, formando una nuova Unità, detta "dei Fratelli moravi" ( v. ), che si costituì intorno a Nicola Luigi di von Zinzendorf e assunse caratteristiche parzialmente nuove, pur ponendosi in continuità storica e spirituale con l'Unitas boema ( ormai estinta, come s'è detto ), suggellata da una linea di ordinazioni episcopali che da J. A. Comenius, attraverso P. Jablonski e suo figlio D. E. Jablonski, giunge fino al conte von Zinzendorf, ordinato vescovo insieme a D. Nitschmann nel 1737. Nel 1870 un ramo dei Fratelli moravi si stabili di nuovo in Boemia. Nel 1918 si costituì la Chiesa Evangelica dei Fratelli cechi, che ha fatto propria la Confessio Bohemien del 1575 e si considera crede della ricca tradizione dell'Unitas Fratrum del XV sec. Conta 360 000 membri circa. |
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… MoraviIl loro nome ufficiale è "Unità Evangelica dei Fratelli". Sono una piccola Chiesa evangelica libera sorta in seno al protestantesimo luterano dall'incontro di gruppi di credenti della "Unità dei Fratelli boemi" ( v. Fratelli boemi ) sopravvissuti clandestinamente nella Moravia di lingua tedesca e da lì emigrati in Germania per ragioni di fede, con il conte Nicola Luigi di Zinzendorf ( 1700-60 ), esponente di spicco del pietismo ( v. ) tedesco. Ne nacque una comunità particolare, ecumenica ante litteram, nella cui spiritualità confluiscono elementi tipici della pietà luterana con quelli propri dell'Unitas Fratrum boema. La comunità si raccolse in un borgo chiamato Herrnhunt ( guardia del Signore ), la cui costruzione iniziò nel giugno del 1727. Bibbia e missione sono i due capisaldi della vita religiosa di Herrnhunt. Come missionari, i Fratelli moravi sono stati pionieri in diverse regioni del mondo ( tra cui la Groenlandia ) e si sono caratterizzati per il rispetto manifestato nei confronti delle culture locali. Dal 1731, ogni anno fino a oggi, hanno creato e pubblicato un lezionario per la lettura quotidiana della Bibbia, diffusissimo nel mondo evangelico: esce in 43 lingue diverse, compreso l'italiano, col titolo Un giorno, una parola. |
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FratelloChiamarsi "fratelli" tra persone dello stesso gruppo, della stessa stirpe, della stessa fede e un dato pressoché universale, ma il modo di intendere la fraternità può essere differente. Nel Nuovo Testamento i cristiani sono detti fratelli 160 volte. Quali sono i tratti principali che identificano la fraternità evangelica? Gesù supera il cerchio ristretto della fraternità del sangue indicando una fraternità inedita e profonda: "Chiunque fa la volontà del Padre mio che o nei cieli, questi è per me fratello, sorella e madre" ( Mt 12,50 ). La nuova "famiglia di Gesù" supera ogni legame di sangue, perché ciò che la costituisce e l'obbedienza al Padre suo. Il legame fraterno si stabilisce anzitutto con Gesù ( "questi è per me fratello…" ), non anzitutto fra i discepoli. I discepoli sono fratelli fra loro perché ciascuno è inserito nella medesima famiglia di Gesù. Nel grande affresco del giudizio universale ( Mt 25,31-45 ) il discorso sembra allargarsi ulteriormente. Gesù infatti chiama "miei fratelli" tutti i bisognosi ( affamati, assetati, nudi, forestieri, ammalati e carcerati ). La famiglia di Gesù è dunque più ampia di coloro che esplicitamente lo riconoscono. Non solo l'obbedienza al Padre suo, ma anche il bisogno "rende" suoi fratelli. E questo è possibile perché il costitutivo ultimo della fraternità evangelica non è ciò che l'uomo fa per Dio, ma lo sguardo di Dio che si posa su di lui: uno sguardo paterno, che non discrimina e "fa sorgere il sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti" ( Mt 5,45 ). Così è lo sguardo del Padre e così deve essere lo sguardo dei suoi figli: "Siate dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste" ( Mt 5,48 ). Questa fraternità cristiana - che sorprende per la sua radicalità - discende da una comune paternità. Si comprende di essere fratelli perché figli dello stesso Padre. Ed è a partire dal Padre che si comprende l'estensione della fraternità. Costituita dalla paternità di Dio, padre di tutti gli uomini, alla fraternità cristiana non è mai concesso di chiudersi in se stessa e divenire una ragione di discriminazione, distinguendo tra "noi" e "gli altri". |
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… profetiQuesti « profeti », che vivevano in gruppi, domandavano alla musica e alla gesticolazione degli arti un''estasi che diventava contagiosa ( 1 Sam 19,20-24; 1 Re 22,10s ). Sono stati paragonati alle confraternite moderne dei Dervisci. I popoli confinanti con Israele conoscevano ( così i profeti di Baal, 1 Re 18,25-29 ) questa forma inferiore di vita religiosa che il culto di Jahvè dovette tollerare a lungo ( 1 Re 18,4 ). Si ritrovano, rinsaviti, nei circoli di Eliseo ( 2 Re 2,3+ ). I grandi profeti d'Israele saranno di un'altra classe. |
1 Sam 10,5 |
I figli dei profeti sono profeti raggruppati in confraternite e vivono assieme. Eliseo era in stretta relazione con essi, al contrario di Elia, il profeta solitario. |
2 Re 2,3 |
… cristianiIn mezzo ai fratelli: il termine « fratello » nella bibbia oltre che in senso stretto è spesso usato in senso largo per indicare un parente più o meno lontano ( Gen 9,25; Gen 13,8 ), un compatriota ( Gen 16,12; Es 2,11; Dt 2,4; Dt 15,2; Sal 22,23 ). Di qui, passa a indicare una parentela più profonda, in forza della comunione derivante dall'alleanza. Con questo termine, nel N. T. sono frequentemente indicati i cristiani, discepoli del Cristo ( Mt 28,10; Gv 20,17; At 6,3; At 9,30; At 11,1; At 12,17; Rm 1,13 ), i quali come lui fanno la volontà del Padre ( Mt 12,50p ) e sono figli del Padre; tra essi Cristo è il primogenito ( Mt 25,40; Rm 8,29; Eb 2,11.17 ); tra essi regna l'amore fraterno ( Rm 12,10; 1 Ts 4,9; 1 Pt 1,22; 1 Gv 3,14 ). |
At 1,15 |
… di GesùFratelli: non figli di Maria, ma parenti prossimi, come per es. cugini, che l'ebraico e l'aramaico chiamano anche fratelli ( Gen 13,8; Gen 14,16; Gen 29,15; Lv 10,4; 1 Cr 23,22s; Gv 7,3s; At 1,14; 1 Cor 9,5; Gal 1,19 ). |
Mt 12,46 |
Concordi nella preghiera: gli Atti contengono numerosi esempi di preghiera assidua, raccomandata ( Mt 6,5+ ) e praticata ( Mt 14,23+ ) da Gesù. Preghiera comunitaria, presieduta dagli apostoli ( At 4,24-30; At 6,4 ) e centrata sulla frazione del pane ( At 2,42.46; At 20,7-11 ). |
At 1,14 |
Fratello maggiore Prima apparizione del tema del figlio minore preferito al maggiore, con cui si manifesta la libera scelta di Dio, il suo disprezzo per le grandezze terrestri e la sua predilezione per gli umili: questo tema ritorna spesso attraverso la Genesi ( Isacco preferito a Ismaele, Gen 21; Giacobbe a Esaù Gen 25,23; Gen 27; Rachele a Lia Gen 29,15-30; ugualmente i figli di queste … ) e in tutta la bibbia ( 1 Sam 16,12; 1 Re 2,15 ). |
Gen 4,5 |
Secondo le più antiche raccolte di leggi di Israele ( Es 22,28-29; Es 34,19-20 ), i primogeniti dell'uomo e degli animali appartengono a Dio. I primogeniti degli animali sono offerti in sacrificio ( Dt 15,19-10 ) e una parte è assegnata ai sacerdoti ( Nm 18,15-18 ), salvo l'asinello che è riscattato o ha la nuca spezzata ( v 13; Es 34,20; Nm 18,15 ), come generalmente gli animali imputi ( Lv 27,26-27 ). I primogeniti dell'uomo sono sempre riscattati ( v 13; Es 34,19-20; Nm 3,46-47; Gen 22 ). I testi di Es 13,14s; Nm 3,13; Nm 8,17 uniscono questa consacrazione all'uscita dall'Egitto e alla decima piaga. I leviti sono consacrati a Dio in sostituzione dei primogeniti di Israele, allora risparmiati ( Nm 3,12.40-51; Nm 8,16-18 ). |
Es 13,11 |
Fratello minore - Cadetto | |
Schedario biblico |
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Giacomo, fratello del Signore | C 90 |
Magistero |
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… delle Scuole CristianePer vivere in modo autentico e sincero questa visione della scuola, il Fratello, dedicando la propria vita al compito nobile e meritorio dell'educazione e della formazione dei giovani, sentirà il bisogno della preghiera, della vigilanza, del buon esempio |
Lettera Giovanni Paolo II 13-5-1980 |
Vorrei sottolineare un altro elemento fondamentale della vostra vita religiosa, per il quale san Giovanni Battista de La Salle è non solo un maestro, ma un modello: penso alla vita comunitaria. |
Discorso Giovanni Paolo II 21-11-1981 |
Siate fedeli al carisma del vostro Istituto, siate fedeli alla vostra originale vocazione di "apostoli della scuola". |
Discorso Giovanni Paolo II 21-11-1981 |
Concilio Ecumenico Vaticano II |
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… separati |
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Uniti a noi nella confessione della Trinità e nel vincolo della carità | Gaudium et spes 92 |
non hanno l'unità da Cristo voluta | Unitatis redintegratio 4 |
hanno una certa comunione imperfetta con la Chiesa | Unitatis redintegratio 3 |
e un patrimonio comune | Unitatis redintegratio 4 |
compartecipi di moltissimi tesori del Popolo di Dio | Ad gentes 15 |
i nati oggi non commettono il peccato di separazione | Unitatis redintegratio 3 |
È necessario conoscerli con verità e con equità | Unitatis redintegratio 4 |
Unitatis redintegratio 9 | |
devono essere sempre presenti al pensiero, alle preghiere e all'azione dei cattolici | Unitatis redintegratio 4 |
Sollecitudine e amore dei Vescovi | Lumen gentium 27 |
Christus Dominus 16 | |
dei sacerdoti | Unitatis redintegratio 10 |
Presbyterorum ordinis 9 | |
Doveri verso i … separati delle Facoltà teologiche e dei teologi e predicatori nella esposizione della dottrina cattolica | Lumen gentium 67 |
Gravissimum educationis 11 | |
Cooperazione v. Cooperazione | |
v. Chiese orientali separate; Chiese separate; Comunione ecclesiale; Comunità ecclesiale; Cristiani; Dialogo; Ecumenismo; Fraternità; Unione; Unità | |
N.B. nelle più importanti voci è sempre notato ciò che interessa i … separati | |
Codice Diritto Canonico |
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che non sono in piena comunione con la Chiesa cattolica, comportamento del Vescovo diocesano | 383 § 3 |
v. Ecumenismo | |
membri di Chiese o Comunità ecclesiali non cattoliche possono essere osservatori al sinodo diocesano | 463 § 3 |
quanto all'amministrazione dei sacramenti a non cattolici in pericolo di morte | 844 § 4 |
per gli orientali | 844 § 3 |
separati, quanto alla coedizione di versioni della S. Scrittura | 825 § 2 |
Summa Teologica |
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… di Gesù | III, q. 28, a. 3 |