Religione
È parola che tra i Latini alcuni ( ad esempio Cicerone ) collegarono con relègere, "raccogliere di nuovo", "trattare con diligenza", altri ( ad es. Lattanzio ), più persuasivamente, misero in rapporto con religàre, "collegare", "annodare", "attaccare": dunque collegare con gli dei ( da ricordare le vittae, bende sacre che cingevano il capo delle vittime, quello dei sacerdoti, l'altare ed i ramoscelli di pace portati dai supplicanti ). L'intuizione dell'immensa potenza divina infuse in pagani ed Ebrei un'istintiva paura di accostarsi a quanto la concerneva ( specie apparizioni ), come ad un'implicita minaccia di morte; ne derivarono ( per il rapporto con la divinità ) idee di "timore", "inquietudine", "scrupolo"; si percepì la possibilità di sbandare alla deriva ( "superstizione" ), come si trasse la deduzione di un "culto" necessario, di una "pratica religiosa", che poteva però essere giusta ( "santità" ) o aberrante ( "sacrilegio" ). L'incertezza sulla divinità ( girandola di nomi per designarla, propri e comuni ) produsse un'oscillazione, a sfondo trepidante, sul tipo dei rapporti da intrattenere con lei. L'atmosfera precristiana infatti, al riguardo, fu striata da venature d'angoscia: necessità di un rapporto che recava insito un pericolo, esistenza di un potere sostanzialmente estraneo, se non necessariamente ostile. Della struttura della religione si ebbero idee complessivamente valide; la si vide infatti implicare: 1) la credenza in un potere sovrumano; 2) l'ammissione di un vincolo di dipendenza; 3) l'accettazione di forme ( cerimonie ) in cui esprimere l'ossequio; 4) l'assunzione di preghiere per ottenere favori ( impetratorie ) e per respingere i mali ( apotropaiche ). Col divino mancò però il senso della vicinanza; i classici non arrivarono mai all'amore di Dio ( e come avrebbero potuto arrivarci con gli squallori della mitologia e con l'impersonalità delle forze naturali? ); forse l'unica eccezione fu quella per Atena da parte degli Ateniesi, ma la dea non era un fantasma olimpico, era la personificazione viva della loro città, nella quale si concentrava ed esauriva tutta la loro esistenza. La relazione col divino ( religione ) per gli antichi fu un cammino, mai un incontro: era l'uomo che con le sue forze saliva dal mondo, mai il divino che scendesse verso di lui. La fede era scienza non rivelazione: mancava di una componente sostanziale. La religione può infatti essere "naturale", fondata sulla sola luce della ragione, e "soprannaturale", se vi aggiunge larivelazione divina ( v. Teologia ). La completezza vivente esige la confluenza di entrambi i fattori: la discesa di Dio apporta intensità di vita nell'atto stesso in cui onora la ragione, che della necessità della religione scorge tutta l'evidenza: la meraviglia del mondo gliene impone l'autore, la cui presenza comporta la preghiera fidente e l'amore. |
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Nozione complessa con cui si designa l'insieme dei rapporti dell'uomo con l' "invisibile", e quindi l'insieme delle credenze e delle pratiche rituali ed etiche che esprimono e manifestano questo rapporto con il "divino" o il "sacro". Il termine latino religio indica un legame, una relazione con il "trascendente", con la "totalità". Lo scrittore cristiano Lattanzio fa derivare il termine da religare o lo spiega come "ripristino di legami fra l'uomo e Dio", mentre Cicerone lo fa derivare da relegere, intendendolo come "scrupolosa venerazione degli dèi". La difficoltà ( anzi per molti studiosi, l'impossibilità ) di una definizione precisa di religione deriva dal fatto che il fenomeno religioso assume colorazioni anche notevolmente diverse a seconda delle culture entro le quali si sviluppa e delle epoche storiche in cui viene a situarsi. Tuttavia, nonostante queste indubbie variazioni, non appare difficile scorgere il bisogno di ancorare la propria vita a valori permanenti che hanno il loro fondamento ultimo in un'esperienza metaempirica. L'esigenza di un orizzonte ultimo, capace di interpretare la realtà in profondità e di dare consistenza al mondo della vita, sospinge alla ricerca di un "oltre" il momento puramente fenomenologico alla realtà stessa per approfondirne la dimensione più vera e più segreta. In questa prospettiva, la religione appare come la manifestazione storicamente e culturalmente determinata di questa dimensione metaempirica. Il rapporto del cristianesimo con la religione e con le diverse forme religiose è sempre stato articolato. La fede cristiana, in quanto strettamente connessa alla Rivelazione, e cioè alla manifestazione progressiva che Dio fa di se stesso e del suo amore, trascende la religione, la quale si colloca a livello umano ed esprime un fondamentale bisogno umano. La differenza qualitativa tra fede e religione può essere sinteticamente espressa in questi termini: la religione esprime il cammino dell'uomo verso Dio in una prospettiva ascendente; la fede indica il cammino di Dio verso l'uomo, in una prospettiva discendente e in una logica di dono gratuito e assoluto. Tuttavia, riconosciuta questa differenza, occorre pure riconoscere che la fede presuppone la religione e trova in essa l'istanza umana in cui radicarsi. Inoltre la rivelazione di Dio contiene anche una rivelazione dell'uomo a se stesso: e questa rivelazione fa riferimento anzitutto agli aspetti più propriamente "religiosi" della vita umana. Per cui l'apertura al "sacro" o al "numinoso" o al "mistero" è una componente fondamentale dell'esperienza umana sulla quale si radica la fede e si innesta l'esperienza di fede. Si tratta allora di esprimere da un lato la "compagnia" della fede con i bisogni umani fondamentali, tra cui quello religioso, senza sostituirsi o sovrapporsi a essi; ma nello stesso tempo si tratta di salvaguardare l'alterità della fede rispetto a qualsiasi forma religiosa e quindi di evidenziare l'esigenza di una costante purificazione delle forme religiose. v. Fede; Sacro/sacralità |
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Schedario biblico |
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Culto ( A.T. ) | D 3 |
Culto ( N. T. ) | D 4 |
Timore di Dio | E 25 |
Conoscenza di Dio | E 40 |
Cercare Dio | E 41 |
Fede ( N. T. ) | E 47 |
Magistero |
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Cioè l'uomo, questo essere dalle cento facce, può configurarsi in aspetti e in atteggiamenti diversissimi, proteiformi, rispetto alla religione, ma resta uomo, un essere cioè sostanzialmente qual è, non solo capace, ma bisognoso di Dio; anzi quanto più uomo egli è e diviene, tanto maggiore si pronuncia in lui l'esigenza di Dio; e perciò la religione, intesa come virtuale rapporto con la Divinità, non cambia, cambiando le espressioni della vita umana. |
Catechesi Paolo VI 28-5-1969 |
La religione diventa perciò talora per gli uomini di studio, e anche per le persone puramente intelligenti, per tanti figli del nostro secolo, un tormento un'inquietudine, un problema insoluto e marginale, piuttosto che una pace dell'anima. |
Catechesi Paolo VI 22-12-1971 |
La religione è il respiro di cui l'uomo moderno ha sempre maggiore bisogno: per vivere! La religiosità, cioè l'attitudine e l'atteggiamento dell'uomo verso la conquista di Dio non è di per sé sufficiente per placare questa aspirazione. |
Catechesi Paolo VI 12-1-1972 |
La religione è tal cosa che, per sé, non può mai dire basta alla sua comprensione, alla sua professione, alla sua scoperta; essa mette l'uomo a contatto con tali ricchezze di verità e di vita da saziare, sì, ogni nostra sete, ma non da estinguerla: fons vincit sitientem; anzi da stimolarla per altre conquiste. |
Catechesi Paolo VI 13-6-1973 |
La religione non intralcia la nostra attività profana; la rispetta, la promuove, la rettifica, la santifica. Essa è come la lampada accesa nell'oscurità della stanza della nostra esperienza; l'oscurità scompare, e la stanza acquista il suo disegno, i suoi colori, la sua bellezza; e le sue deformità eventuali sono, a vantaggio di chi abita nella stanza, denunciate e rese riparabili. |
Catechesi Paolo VI 17-9-1975 |
La religione comporta l'ordine; l'ordine superiore e cosmico si fonda su Dio e su la sua Provvidenza; sconvolto l'ordine, la religione sembra illusoria, antiscientifica, alienante. |
Catechesi Paolo VI 3-12-1975 |
È una tentazione comune, questa, di ridurre la religione solo alla pratica delle leggi, proiettando sul nostro rapporto con Dio l'immagine del rapporto tra i servi e il loro padrone: i servi devono eseguire i compiti che il padrone ha assegnato, per avere la sua benevolenza. |
Angelus Francesco 5-8-2018 |
Concilio Ecumenico Vaticano II |
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E nuove situazioni nel mondo: mutamenti positivi e negativi | Gaudium et spes 7 |
nelle Missioni | Ad gentes 10 |
Reazione critica dell'ateismo contro la … | Gaudium et spes 19 |
La … come ostacolo alla liberazione dell'uomo secondo l'ateismo | Gaudium et spes 20 |
v. Ateismo | |
L'uomo non può essere indifferente al problema religioso | Gaudium et spes 41 |
vi è spinto dall'imperativo morale della coscienza | Gaudium et spes 19 |
L'esercizio della … consiste in atti interni ed esterni volontari e liberi | Dignitatis hunanae 3 |
v. Libertà religiosa | |
La … è norma suprema della vita | Dignitatis hunanae 3 |
L'unica vera … sussiste nella Chiesa cattolica e apostolica, dovere di cercare la vera … e aderirvi | Dignitatis hunanae 1 |
Dignitatis hunanae 2 | |
È infausta la dottrina senza … | Lumen gentium 37 |
Lotta dei governanti atei contro al … | Gaudium et spes 20 |
v. Non credenti | |
Catechismo della Chiesa Cattolica |
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Il desiderio di Dio | 29 |
Ispirazione e verità della Sacra Scrittura | 108 |
Il Padre rivelato dal Figlio | 238 |
La Chiesa e i non cristiani | 839 |
842ss | |
Segni e simboli | 1149 |
La comunità politica e la Chiesa | 2244 |
La creazione - sorgente della preghiera | 2569 |
Virtù della … | |
Distinzione delle virtù cardinali | 1807 |
La nuova Legge o Legge evangelica | 1969 |
« Solo al Signore Dio tuo ti prostrerai » | 2095ss |
Il dovere sociale della religione e il diritto alla libertà religiosa | 2104ss |
Divinazione e magia | 2117 |
L'ateismo | 2125 |
Il nome del Signore è santo | 2142 |
Comp. 169; 170 | |
Compendio della dottrina sociale |
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Compendio e altre religioni | 12 |
Religioni e disponibilità al dialogo | 12 |
Civiltà, culture e forme della religione | 14 |
Religione, politica e cristianesimo | 50 |
Padri della Chiesa e diverse religioni | 53 |
Dottrina sociale e tradizioni religiose | 84 |
Impegno pastorale, diritti umani e religioni | 159 |
Libertà e professare le proprie idee religiose | 200 |
Famiglia, patrimonio e comunità religiosa | 213 |
Parentela tra lavoro e religione | 266 |
Riposo, tempo libero e vita religiosa | 284 |
Esigenze di utilità sociale e religione | 284 |
Globalizzazione, poveri e credenze religiose | 366 |
Minoranze e convinzioni religiose | 387 |
Libertà di religione e diritto civile | 422 |
Nazione e comunità religiosa | 423 |
Stato e organizzazioni religiose | 423 |
Chiesa, libertà di associazione e fini religiosi | 426 |
Persecuzione religiosa e ordine internazionale | 438 |
Eliminazione di gruppi religiosi e delitti | 506 |
Responsabilità penale, religioni e terroristi | 514 |
Religioni e terrorismo | 515 |
Chiesa, collaborazione e religioni | 516 |
Dottrina sociale, dialogo e religioni | 537 |
Religioni e pace | 537 |
Cultura e discriminazione di religione | 557 |
Laicità, verità e religione specifica | 571 |
Laicità e confessione religiosa | 572 |
Summa Teologica |
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Virtù | II-II, q. 80-100 |
Stato religioso | II-II, q. 186 |