Profeti

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È colui che, per vocazione divina, parla a nome di Dio, trasmettendone agli uomini gli ordini e le comunicazioni spirituali.

La parola è composta dalla preposizione greca prò, che ha il doppio significato di "prima" e di "a difesa di", da cui "per conto di", "a nome di", e dal sostantivo phétes, "colui che parla".

Pertanto, contro l'opinione corrente che "profeta" sia "colui che preannunzia il futuro" ( prò , "prima" ), quello biblico è colui che "parla a nome di Dio", anche se talora, nel trasmettere questo messaggio, anticipa eventi futuri.

Si divisero in profeti "d'azione", che operarono senza scrivere, come Samuele, e "scrittori", dei quali quattro, per la mole dei loro libri, sono detti "maggiori" ( Isaia, Geremia, Ezechiele e Daniele ) e dodici "minori"; ultimo fu Giovanni Battista, il precursore, che non annunzio più che il Messia sarebbe venuto, ma che lo indicò come ormai presente.

Loro missione precipua fu di tutelare la fede in un Dio solo contro l'imperversante politeismo, di spiegare la dottrina della speciale alleanza di Dio con il suo popolo, di preservare gli Israeliti dalle diffuse superstizioni ( divinazione, magia ), di difendere la purezza dei costumi dalle perversioni delle tribù vicine.

Il profetismo ebraico ebbe un carattere unico nella storia delle religioni ed è irriducibile ad esaltazioni estatiche, efflorescenze del subcosciente, ambizioni di capipopolo; il suo periodo culminante andò dalI'VIII al VI secolo a.C.

Mentre nel linguaggio profano il termine si applica specialmente a colui che predice il futuro, nel linguaggio biblico si mette a fuoco soprattutto l'aspetto di « parlare a nome di Dio », conservando un senso più legato all'etimologia stessa del termine greco « profetés ».

Il profeta è soprattutto un uomo pervaso dallo Spirito di Dio, che interpreta le varie situazioni alla luce di questo Spirito e, annunciando la Parola di Dio, denuncia i peccati del popolo; la sua quindi non è una professione, ma una vocazione, ossia una chiamata.

Il « profetismo » è quel movimento, sorto nella storia ebraica specialmente dal IX secolo d.C., composto da gruppi di « profeti » intorno ad un leader carismatico ( come Elia, Eliseo, ecc. ).

La figura del profeta ( termine che etimologicamente significa "colui che parla in nome di un altro", in particolare della divinità ) è presente con caratteri propri in molte religioni.

All'interno del popolo di Israele la funzione del profeta è determinata dalla fede nel Dio unico; è a nome di JHWH ( Dio ) che il profeta parla.

Le origini del profetismo ebraico

Nel corso dei secoli il profetismo assume in Israele forme diverse.

In alcuni testi dell'Antico Testamento si parla di "veggenti" ( 1 Sam 9,9; 2 Re 17,13 ), figure che sembrano anticipare quella del profeta.

Con il passare del tempo, tuttavia, il termine "veggente" è sostituito progressivamente da quello di navi' ( profeta ) e acquista una connotazione negativa ( Am 7,12; Mi 3,7 ).

Una forma di profetismo estatico probabilmente di derivazione cananea, è attestata nella fase di transizione tra l'epoca dei giudici e quella dei re; si parla di gruppi di profeti preceduti da suonatori di strumenti musicali ( 1 Sam 10,5-6; 2 Re 3,15 ); essi sono posseduti dallo spirito divino e assumono talora atteggiamenti eccentrici ( 1 Sam 19,23-24 ).

L'estasi e l'astrazione da ogni esperienza sensibile e intellettiva, frutto di un assorbimento nella realtà divina, erano un elemento proprio dei profeti del dio Baal, il cui culto era diffuso in terra di Canaan e continuò a costituire una minaccia per la fede jahvista anche dopo l'insediamento del popolo di Israele in quella terra.

Il principio su cui si fonda l'estasi, la fusione con il divino, è profondamente estraneo alla fede biblica che non contempla alcun assorbimento in Dio, ma un incontro, una relazione d'amore con il Dio vivente, che resta il totalmente altro, il tre volte santo.

In epoca monarchica appaiono i profeti di corte.

Il re Davide si consiglia con i profeti Gad e Natan prima di prendere decisioni importanti ( 2 Sam 7,1-17; 1 Sam 22,5 ).

Per il Regno del Nord si parla di 400 profeti convocati dal re per un consulto ( 1 Re 22,6; 2 Cr 18,4-5 ).

Al tempo del re Acab è attestata l'esistenza di comunità di profeti, i cosiddetti "figli dei profeti" ( 2 Re 2,3.7 ecc. ), che fanno vita comune sotto la guida di una figura carismatica che chiamano padre.

Elia e, dopo di lui Eliseo, sono capi di comunità di profeti.

Nell'VIII sec. a.C. con Amos e Osea nel Regno del Nord e, subito dopo, con Isaia e Michea nel Regno di Giuda, iniziano ad apparire le prime collezioni di profezie redatte dal profeta stesso, o più spesso raccolte e pubblicate dai discepoli.

Sono quelli che la Bibbia ebraica chiama "profeti posteriori" a seguito dei "profeti anteriori", titolo attribuito alle opere ( Giosuè, Giudici, 1 e 2 Samuele, 1 e 2 Re ) che hanno per oggetto la storia di Israele, il luogo proprio in cui si manifesta la profezia.

Nel corso del VII sec. a.C. le profezie di Sofonia, Nahum, Abacuc e Geremia ammoniscono e consolano il popolo nel Regno di Giuda in progressiva decadenza.

Durante l'esilio si levano le voci di Ezechiele e del Deuteroisaia; tra la fine del V sec. e la metà del III si succedono Aggeo, Zaccaria, Malachia, Abdia, Gioele.

Verso la fine del III sec. a.C. il profetismo cede il posto all'apocalittica ( v. ).

Il ministero del profeta

Il profeta non è tanto un uomo che preannunzia il futuro, ma un uomo profondamente radicato nel passato, nella storia del suo popolo e che sa leggere il presente con occhi di fede.

Con la sua predicazione rinnova la memoria dell'alleanza stipulata da JHWH con il popolo di Israele, ne richiama le esigenze, aiuta a discernere la presenza di Dio nell'oggi, combatte ogni forma di idolatria che minaccia la fede nel Dio unico ( v. profezia ).

Egli non parla da se stesso, non annuncia un proprio messaggio; è questo il criterio di distinzione tra vero e falso profeta.

I falsi profeti parlano a nome proprio ( Ger 23,16-28; Ez 13,3 ), profetizzano per ricavarne un guadagno personale ( Mi 3,5 ), raccontano menzogne pur di conservare il proprio ruolo e il proprio potere ( Ger 5,31; Ger 29,9; Zc 13,3 ), si alleano con chi commette ingiustizie e opprime i poveri ( Ger 23,14 ), annunciano una pace falsa perché non fondata sulla giustizia ( Ger 6,14 ).

Con questi falsi profeti, che non sono stati inviati da Dio ( Ger 14,14; Ger 23,21.32 ), entrano in conflitto i veri profeti, che testimoniano nella loro stessa vita l'autenticità della loro missione.

La vocazione profetica irrompe sempre all'improvviso nella storia del chiamato, che confessa la sua inadeguatezza.

Amos ed Eliseo vengono chiamati mentre sono intenti al proprio lavoro; Samuele è ancora un ragazzo; Geremia si sente troppo giovane; Isaia si confessa peccatore indegno di stare dinanzi alla santità di Dio…

Eppure sempre la chiamata è percepita come appello irresistibile, al quale non ci si può sottrarre.

Amos la descrive come ruggito di un leone che non si può fingere di non sentire ( Am 3,8 ), Geremia ricorre all'immagine della seduzione ( Ger 20,7 ), Ezechiele sente pesare su di sé la mano di Dio ( Ez 3,14 ).

Messi a parte dei disegni di Dio ( Am 3,7 ), i profeti sono inviati ad annunciarli.

La loro predicazione si esprime talora attraverso gesti simbolici ( 1 Re 11,30-32; Ger 13,1-11 ); la vita stessa del profeta, che ha "mangiato" la parola di Dio ( Ger 15,16; Ez 2,8-3,3 ), è profondamente coinvolta nella sua predicazione e diventa segno e testimonianza per quelli a cui è stato inviato ( Os 3,1; Ger 16,1-18 ecc. ).

Il profeta ricorda la signoria di Dio sulla storia e sulla creazione, smaschera ogni forma di ipocrisia religiosa, ogni compromesso con i molteplici idoli che di volta in volta l'uomo si crea.

Di fronte al potere politico ricorda che il vero re è soltanto Dio, non teme di rimproverare i potenti e invita a vedere negli eventi della storia la presenza di Dio.

La sua predicazione si volge a criticare un culto diventato soltanto formale, privo di incidenza sulla vita concreta dei credenti.

Alla falsa confidenza nelle istituzioni religiose, nel Tempio, nella celebrazione dei sacrifici i profeti contrappongono la conoscenza di JHWH ( Os 4,1-10 ), un culto autentico che coinvolge e trasforma la vita intera; o annunciano, come Ezechiele, un tempio futuro, dal quale sgorgherà una sorgente d'acqua che porterà vita ovunque giungerà ( Ez 47,1-12 ).

Ma il profeta, anche se in obbedienza al proprio ministero deve rimproverare e ammonire, non si sente un giusto, non si dissocia dai suoi fratelli, ma condivide le conseguenze dei loro peccati e intercede presso Dio ( Es 32,11-14; 1 Sam 7,5; Is 37,4 ).

Il rifiuto di Dio e della sua volontà si traduce concretamente nel rifiuto dei profeti da lui inviati.

La persecuzione e la morte violenta sigillano la testimonianza di numerosi profeti.

Gesù esprime il gemito d'amore di Dio sulla sua Città Santa che ha rifiutato i suoi inviati: "Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi coloro che ti sono inviati…" ( Mt 23,37 ).

Il profetismo nel Nuovo Testamento

Al tempo di Gesù è assai viva l'attesa del Messia, la cui venuta sarebbe stata preparata da un profeta.

Nella comunità di Qumran si attende "la venuta del profeta e di due messia: uno di Aronne e uno di Israele" ( Regola della comunità, 9,11 ); lo storico Giuseppe Flavio parla di molti profeti presenti tra gli esseni ( Antichità giudaiche 13,311 ).

I Vangeli dell'infanzia presentano Zaccaria ( Lc 1,67 ), Simeone ( Lc 2,25-32 ) e Anna che profetizzano ( Lc 2,36 ).

Giovanni Battista è riconosciuto profeta dal popolo: è l'Elia redivivo ( Mt 14,5; Mt 21,26 ).

Raramente nel Nuovo Testamento il titolo di profeta è applicato a Gesù ( Mt 16,14; Lc 7,16 ); altri titoli ( Messia, Figlio di Dio ecc. ) sono ritenuti più idonei a indicare la sua presenza e la sua missione.

L'evento della Pentecoste viene letto da Paolo come un compimento della profezia di Gioele 3,1 che annunciava la discesa dello Spirito su ogni uomo.

Gli Atti degli apostoli attestano la presenza di diversi profeti nella Chiesa primitiva: è il caso di Agabo ( At 11,27-28 ), di Giuda e Sila ( At 15,32 ), delle figlie di Filippo ( At 21,9 ).

Anche di Paolo e Barnaba si dice che appartengono al gruppo dei profeti ( At 13,1 ).

Paolo enumera il dono della profezia tra i carismi dello Spirito e chiede che sia indirizzato al bene comune ( 1 Cor 14,1-5.29-33 ).

Contro il pericolo dei falsi profeti già annunciato da Gesù ( Mt 7,15-20 ) e contro quello di spegnere lo spirito di profezia ( 1 Ts 5,19-21 ), si danno dei criteri per discernere l'autenticità di questo ministero; come nell'Antico Testamento così anche nel Nuovo il profeta ha il compito di edificare, esortare, consolare ( 1 Cor 14,3 ), ma tutta la sua vita e la sua predicazione dovranno essere animate dalla fede in Gesù Cristo, che "è venuto nella carne" ( 1 Gv 4,1-3 ).

Di generazione in generazione lo Spirito suscita profeti, che fedeli alla tradizione ricevuta, ridicono l'Evangelo per gli uomini del loro tempo.

v. Libri di: Abacuc; Abdia; Aggeo; Amos; Baruc; Bibbia; Daniele; Esdra-Neemia; Ezechiele; Geremia; Gioele; Giona; Isaia; Lamentazioni; Malachia; Michea; Naum; Osea; Sofonia; Zaccaria

La sentenza si riferisce alle lamentele di Aronne e di Maria ( v 2 ): alla forma ordinaria del profetismo ( v6; Maria stessa è una profetessa, Es 15,20 ), Dio contrappone l'intimità che ha con Mosè ( Es 33,1+; Es 33,20+ ).

Altri hanno ricevuto in via eccezionale una parte del suo spirito ( Nm 11,25 ).

Forse, dopo la morte Mosè rimarrà il più grande ( Dt 34,10 ), fino a Giovanni Battista, precursore della nuova alleanza ( Mt 11,9-11p ).

Nm 12,7

Profeta: in senso largo si applica a un uomo che ha relazioni privilegiate con Dio, che fanno di lui una persona inviolabile ( Sal 105,15 ) e un intercessore potente ( Dt 34,10; Nm 11,2; Nm 21,7 )

Gen 20,7

Parallelamente all'istituzione della monarchia ( Dt 17,14-20 ), Mosè attribuisce a Jahvè anche l'istituzione del profetismo durante la teofania dell'Oreb ( Es 20,19-21; Dt 5,23-28 ).

A questa istituzione fanno allusione, nel N. T. san Pietro ( At 3,22-26 ) e santo Stefano ( At 7,37 ).

Basandosi su tale testo del Dt, i giudei hanno atteso il Messia come un nuovo Mosè ( Gv 1,21+ ).

Il vangelo di san Giovanni sottolineerà il parallelismo tra Gesù e Mosè ( Gv 1,17 ).

Dt 18,18

Questi « profeti », che vivevano in gruppi, domandavano alla musica e alla gesticolazione degli arti un''estasi che diventava contagiosa ( 1 Sam 19,20-24; 1 Re 22,10s ).

Sono stati paragonati alle confraternite moderne dei Dervisci.

I popoli confinanti con Israele conoscevano ( così i profeti di Baal, 1 Re 18,25-29 ) questa forma inferiore di vita religiosa che il culto di Jahvè dovette tollerare a lungo ( 1 Re 18,4 ).

Si ritrovano, rinsaviti, nei circoli di Eliseo ( 2 Re 2,3+ ).

I grandi profeti d'Israele saranno di un'altra classe.

1 Sam 10,5

Sei Elia?: sull'atteso ritorno di Elia, Ml 3,22-23 e Mt 17,10-13.

Sei tu il profeta?: sulla base di Dt 18,18, i giudei aspettavano il Messia come un nuovo Mosè ( il profeta per eccellenza, Nm 12,7+ ), che avrebbe rinnovato al centuplo i prodigi dell'esodo ( Gv 3,14; Gv 6,14.30-31.58; Gv 7,40.52; Gv 13,1+; At 3,22-23; At 7,20-44; Eb 3,1-11; Mt 16,14+ ).

Gv 1,21

Veri e falsi …

Come distinguere i veri dai falsi profeti?

Per dirimere tale grave questione ( 1 Re 22; Ger 28 ) si forniscono due criteri: fedeltà alla dottrina jahvista ( Dt 13 ), realizzazione dei fatti annunziati ( v 22 )

Dt 18,21

Un'altra bestia: in seguito sarà designata con il nome di « falso profeta » ( Ap 16,13; Ap 19,20; Ap 20,10 ).

Prima di descrivere il ritorno del Figlio dell'uomo ( Ap 14,14-20; Ap 19,11s; Mt 24,30 ), Giovanni mostra in azione i falsi cristi ( prima bestia ) e i falsi profeti ( seconda bestia ) annunziati dal Cristo ( Mt 24,24; 2 Ts 2,9 ).

Ap 13,11

Gratificazione ai …

Non si consultava un profeta senza fargli un dono ( Nm 22,7; 1 Re 14,3; 2 Re 4,42; 2 Re 5,15; 2 Re 8,8; Am 7,12; Mi 3,11; Ez 13,19

1 Sam 9,7

… del N. T.

Alcuni profeti: i profeti del N. T., come quelli dell'A. T. ( Dt 18,18+; 2 Pt 1,21; Mt 5,12 ) sono carismatici ( 1 Cor 12,1+ ), che parlano in nome di Dio, sotto l'ispirazione del suo Spirito.

Anzi nella nuova alleanza c'è un'effusione più copiosa di questo carisma ( At 2,17-18 ) e tutti i fedeli in dati casi possono beneficiarne ( At 19,6; 1 Cor 11,4-5; 1 Cor 14,26.29-33.37 ).

Determinate persone però ne sono particolarmente dotate, così da meritare il titolo abituale di « profeti » ( At 11,27; At 13,1; At 15,32; At 21,9.10 ).

Nella gerarchia dei carismi essi vengono di solito nominati al secondo posto, dopo gli « apostoli » ( 1 Cor 12,28-29; Ef 4,11; 1 Cor 12,10; Rm 12,6; Lc 11,49 ).

Essi sono i testimoni accreditati dello Spirito ( Ap 1,3; Ap 2,7; 1 Ts 5,19-20 ) e trasmettono le sue « rivelazioni » ( 1 Cor 14,6.26.30; Ef 3,5; Ap 1,1 ); come gli « apostoli » sono i testimoni del Cristo risorto ( Rm 1,1+; At 1,8+ ) e proclamano il « kerigma » ( At 2,22+ ).

Il loro compito non si limita a predire il futuro ( At 11,28; At 21,11 ) o a scrutare i cuori ( 1 Cor 14,24-25; 1 Tm 1,18; 1 Tm 4,14 ), e se « edificani, esortano, confortano » ( 1 Cor 14,3; At 4,36; At 11,23-24 ), è in forza delle rivelazioni pneumatiche, che li accostano ai glossolali ( At 2,4+; At 19,6 ), pur ponendoli sopra costoro, perché la loro parola è comprensibile ( 1 Cor 14 ).

Loro compito principale dovette essere la spiegazione, alla luce dello Spirito, degli oracoli delle Scritture, in particolare degli antichi profeti ( 1 Pt 1,10-12 ), e in tale modo scoprire il « mistero » del piano divino ( 1 Cor 13,2; Ef 3,5; Rm 16,25+ ).

Perciò essi sono associati agli apostoli come fondamento della Chiesa ( Ef 2,20+ ).

L'Apocalisse di san Giovanni rappresenta un caso tipico di profezia nel N. T. ( Ap 1,3; Ap 10,11; Ap 19,10; Ap 22,7-10.18-19 ).

Però per quanto sublime possa essere il carisma della profezia, esso dà solo una conoscenza imperfetta, temporanea, in relazione con la fede ( Rm 12,6 ) che dovrà scomparire davanti alla visione beatifica ( 1 Cor 13,8-12 ).

At 11,27

Gesù …

Il titolo di « profeta » che Gesù ha rivendicato solo in modo indiretto e velato ( Mt 13,57p; Lc 13,33 ), ma che le folle gli hanno chiaramente attribuito ( Mt 16,14p; Mt 21,11.46; Mc 6,15p; Lc 7,16.39; Lc 24,19; Gv 4,19; Gv 9,17 ), aveva un valore messianico, poiché lo spirito di profezia, spento dopo Malachia, doveva, secondo l'attesa del giudaismo, ritornare come segno dell'era messianica, sia nella persona di Elia ( Mt 17,10-11p ) sia sotto la forma di un'effusione generale dello Spirito ( At 2,17-18.33 ).

Difatti al tempo di Gesù si sono presentati molti ( falsi ) profeti ( Mt 24,11.24p ).

Giovanni Battista, sì, fu veramente un profeta ( Mt 11,9p; Mt 14,5; Mt 21,26p; Lc 1,76 ), ma a titolo di precursore venuto con lo spirito di Elia ( Mt 11,10p.14; Mt 17,12p ); e ha negato ( Gv 1,21+ ) di essere il « profeta » che Mosè aveva annunziato ( Dt 18,15 ).

Solo in Gesù la fede cristiana ha riconosciuto questo profeta ( At 3,22.26+; Gv 6,14; Gv 7,40 ).

Tuttavia essendosi il carisma della profezia diffuso sulla chiesa primitiva in seguito alla pentecoste ( At 11,27+ ), questo titolo di Gesù è scomparso presto dinnanzi ad altri titoli più specifici della cristologia.

Mt 16,14

Fratelli …

I figli dei profeti sono profeti raggruppati in confraternite e vivono assieme.

Eliseo era in stretta relazione con essi, al contrario di Elia, il profeta solitario.

2 Re 2,3

Questi « profeti », che vivevano in gruppi, domandavano alla musica e alla gesticolazione degli arti un''estasi che diventava contagiosa ( 1 Sam 19,20-24; 1 Re 22,10s ).

Sono stati paragonati alle confraternite moderne dei Dervisci.

I popoli confinanti con Israele conoscevano ( così i profeti di Baal, 1 Re 18,25-29 ) questa forma inferiore di vita religiosa che il culto di Jahvè dovette tollerare a lungo ( 1 Re 18,4 ).

Si ritrovano, rinsaviti, nei circoli di Eliseo ( 2 Re 2,3+ ).

I grandi profeti d'Israele saranno di un'altra classe.

1 Sam 10,5

Schedario biblico

Cristo, Profeta B 28
Cristo, Parola B 29
Monaci C 47
Giovanni Battista ( A ) C 70
Giovanni Battista ( B ) C 71
Cristo, Nuovo Elia ( A ) B 48
Cristo, Nuovo Elia ( B ) B 49
Trasfigurazione B 81
Guarigione dei muti B 101

Magistero

Questo è il profeta.

Questo è l'uomo dall'occhio penetrante e che ode le parole di Dio

Meditazione Francesco
16-12-2013

Falsi profeti sono quei "ciarlatani" che offrono soluzioni semplici e immediate alle sofferenze, rimedi che si rivelano però completamente inefficaci: a quanti giovani è offerto il falso rimedio della droga, di relazioni "usa e getta", di guadagni facili ma disonesti!

Messaggio Francesco
1-11-2017
Un vero profeta è quello che è capace di piangere per il suo popolo e anche di dire le cose forti quando deve dirle. Non è tiepido, sempre è così, diretto. Meditazione Francesco
17-4-2018

Concilio Ecumenico Vaticano II

Portavoce di Dio Dei verbum 3
  Dei verbum 4
e dello Spirito Santo Dei verbum 21
nei quali già agiva lo Spirito Santo vivificante Ad gentes 4
  Ad gentes 19
interpreti del piano divino ( v. ) Dei verbum 14
educatori di Israele Dei verbum 3
Per loro mezzo fu promesso il Vangelo ( v. ) Dei verbum 7
E Chiesa: i … inizio della fede ed elezione della Chiesa Nostra aetate 4
… e rivelazione in figure della Chiesa Lumen gentium 6
la Chiesa edificata sui … Ad gentes 9
… ai quali è stato rivelato il mistero di Cristo Dei verbum 17
testimonianza cristiana e spirito profetico Presbyterorum ordinis 2
Su Maria … Lumen gentium 55
sul sacrificio eucaristico Lumen gentium 17

Catechismo della Chiesa Cattolica

Dio elegge Abramo 61ss
La Tradizione apostolica 75
« Io credo in un solo Dio » 201
Dio è Amore 218
Il Padre e il Figlio rivelati dallo Spirito 243
La catechesi sulla creazione 288
Cristo « con tutti i suoi angeli » 332
Cristo 436
Le preparazioni 522ss
Un anticipo del Regno: la Trasfigurazione 555
La salita di Gesù a Gerusalemme 558
Gesù e il Tempio 583
nell'attesa che tutto sia a lui sottomesso 672
La venuta gloriosa di Cristo, speranza di Israele 674
Per giudicare i vivi e i morti 678
« Credo nello Spirito Santo » 687
Lo Spirito e la Parola di Dio nel tempo delle promesse 702
Nelle Teofanie e nella Legge 707
La Chiesa - preparata nell'Antica Alleanza 762
La Chiesa è la Sposa di Cristo 796
Il Padre, Sorgente e Fine della Liturgia 1081
La Confermazione nell'Economia della Salvezza 1286
La penitenza interiore 1430
Il matrimonio sotto la pedagogia della Legge 1611
La Legge antica 1964
La nuova Legge o Legge evangelica 1970
« Maestro, che devo fare…? » 2055
Il sacrificio 2100
Divinazione e magia 2115
Le offese alla dignità del matrimonio 2380
I desideri dello Spirito 2543
Davide e la preghiera del re 2578ss
La preghiera di lode 2642
La vita di preghiera 2697
Padre « nostro » 2787
Sia santificato il tuo Nome 2811
Cristo
Cristo 436
Un popolo sacerdotale, profetico e regale 783
La mistagogia della celebrazione 1241
Due partecipazioni all'unico sacerdozio di Cristo 1546
Il carattere indelebile 1581

Giovanni Battista

Le preparazioni 523
Giovanni, Precursore, Profeta e Battista 717ss
Comp. 8; 102; 140; 265; 313; 340; 539

Rinnovamento Catechesi

per mezzo del Figlio suo fatto uomo 5
La fede dipende dall'ascolto 20
Il Dio della Rivelazione è il "Dio vivente" 84
Il popolo profetico 182
I religiosi e le religiose 194