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Tanto in greco quanto in latino la parola poggia sul concetto di "previdenza", d'una vista, d'un'intelligenza che domina il corso delle cose, "le conserva e dirige tutte al proprio fine, con sapienza, bontà e giustizia infinita" CPioX n. 12.

La creazione è stata infatti impostata da Dio in uno stato evolutivo ed è da lui destinata ad una perfezione ultima non ancora raggiunta: con la sua Provvidenza egli la conduce verso questo supremo traguardo: CChC 302.

Il perfetto ordine dell'universo e le meraviglie, sempre più stupefacenti, che le scienze scoprono senza sosta in ogni essere e legge, testimoniano l'azione di un Primo Principio che ha tutto portato all'esistenza, lo ha così sorprendentemente attrezzato per raggiungere i suoi scopi, e lo sostiene perché non si dissolva nel nulla.

Dall'astrofisica alla microfisica, dalla chimica alla biologia … si leva una continua celebrazione dell'infinita sapienza e potenza organizzativa che reggono l'universo.

E vi si associa anche la storia, che constata spesso un cammino che supera le intenzioni ed i progetti di coloro stessi che lo avevano mosso e credevano di dirigerlo ( Eterogenesi delfini ).

La concezione cristiana vi inserisce ed illumina lo stesso drammatico problema dell'esistenza del male ( v. ).

La Sacra Scrittura e la ragione testimoniano l'attiva presenza nel mondo di un Supremo Artefice che conduce le cose: ne emerge che sarebbe illogicità che si disinteressasse delle creature razionali, che delle cose hanno un valore immensamente superiore: il Supremo Artefice è anche il Padre Nostro, che destina i figli all'incontro beatificante con lui.

Un barlume rudimentale ma fermo ne aveva già avuto lo stoicismo greco-romano: il cristianesimo, come è sua vocazione, ricuperò questo germe sublimandolo a nuova perfezione.

Termine che designa l'azione costante con cui Dio mantiene ogni cosa nell'esistenza e la conduce al suo retto fine.

La fede nella Provvidenza di Dio poggia sulla fedeltà del Creatore.

Sconosciuto all'Antico Testamento, dove compare solo nel testo tardivo della Sapienza ( Sap 14,3; Sap 17,2 ), il termine Provvidenza è preso a prestito dalla filosofia stoica, che se ne serviva per esprimere una visione religiosa del mondo contraria a quella epicurea, per la quale il mondo era solo frutto del caso.

Se il termine era nuovo, la dottrina era ben conosciuta: la fede in un Dio provvidente è l'elemento costitutivo dell'Antico Testamento e le Scritture insistono su una continua attenzione di Dio alle sue opere, che davanti a lui sono come un libro spalancato ( Sap 11,24-26; Sal 104,27-29; Sal 139,1-2 ).

La fede cristiana ha fatto della Provvidenza un baluardo contro ogni forma di fatalismo e il fondamento di una vita segnata dalla confidenza in Dio Padre.

… di Dio

Il termine provvidenza, che compare qui per la prima volta nei LXX, è attinto dalla filosofia e dalla letteratura greca.

L'idea tuttavia è biblica ( Gb 10,12; Sal 145,8s.15s; Sal 147,9 ).

La fede necessaria per essere salvati ha un duplice oggetto: l'esistenza di un solo Dio personale ( Sap 13,1 ), invisibile per sua natura ( Gv 1,18; Rm 1,20; Col 1,15; 1 Tm 1,17; 1 Tm 6,16; Gv 20,29; 2 Cor 5,7 ), e la sua provvidenza remuneratrice, fondamento della felicità sperata, perché Dio deve dare una giusta ricompensa agli sforzi compiuti per cercarlo ( Mt 5,12p; Mt 6,4.6.18; Mt 10,41sp; Mt 16,17; Mt 20,1-16; Mt 25,31-46; Lc 6,35; Lc 14,14; Rm 2,6; 1 Cor 3,8-14; 2 Cor 5,10; Ef 6,8; 2 Tm 4,8.14; 1 Pt 1,17; 2 Gv 8; Ap 2,23; Ap 11,18; Ap 14,13; Ap 20,12-13; Ap 22,12+; Sal 62,13+ ).

L'assenza di ogni menzione del Cristo si spiega con il fatto che Enoch è anteriore all'intera economia dell'alleanza ( Gv 17,3; Gv 20,31 ).

Schedario biblico

Magistero

È la ragione dell'ordine ( Cfr. S. TH, I, 22, 3 ss.; 103, 1 ss.; Sap 14,3; Pr 8; etc. ).

È il riflesso del pensiero di Dio nelle cose e nella storia; è la razionalità, sapiente e buona, palese o recondita, di cui tutto è impregnato.

L'agricoltore non è un fatalista, ma è modello di una mentalità che unisce in modo equilibrato la fede e la ragione, perché, da una parte, conosce le leggi della natura e compie bene il suo lavoro, e, dall'altra, confida nella Provvidenza, perché alcune cose fondamentali non sono nelle sue mani, ma nelle mani di Dio.

La fede nella Provvidenza, infatti, non dispensa dalla faticosa lotta per una vita dignitosa, ma libera dall'affanno per le cose e dalla paura del domani.

L'atteggiamento di Gesù è nettamente diverso, ed è dettato dalla sua unione con il Padre e dalla compassione per la gente, quella pietà di Gesù verso tutti noi: Gesù sente i nostri problemi, sente le nostre debolezze, sente i nostri bisogni.

La festa del Corpus Domini ci chiede di convertirci alla fede nella Provvidenza, di saper condividere il poco che siamo e che abbiamo, e non chiuderci mai in noi stessi.

Se invece, confidando nella provvidenza di Dio, cerchiamo insieme il suo Regno, allora a nessuno mancherà il necessario per vivere dignitosamente.

Un cuore occupato dalla brama di possedere è un cuore pieno di questa brama di possedere, ma vuoto di Dio.

Concilio Ecumenico Vaticano II

Catechismo della Chiesa Cattolica

Compendio della dottrina sociale

Provvidenza di Dio nei confronti dei figli

Agire umano e quello provvidenziale di Dio

Governanti, ministri della provvidenza di Dio

Summa Teologica