La Trinità
Prologo | |
Libro I |
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1.1 | Scrive contro coloro che abusando della ragione corrompono la fede. Tre specie di errori su Dio |
1.2 | La Scrittura non esitò ad usare i vocaboli di ogni genere di cose per elevare il nostro intelletto alle verità divine |
1.3 | Nutriti dalla fede siamo resi capaci di attingere le realtà divine |
2.4 | Scopo e piano dell'opera |
3.5 | Disposizione di animo che il Santo richiede ai suoi lettori |
3.6 | Agostino preferisce essere criticato da chi critica l'errore, piuttosto che essere lodato da chi loda l'errore |
4.7 | La dottrina cattolica sulla Trinità |
5.8 | Le tre questioni che turbano alcuni |
6.9 | Il Figlio è vero Dio, della stessa sostanza del Padre |
6.10 | Tutta la Trinità è immortale |
6.11 | Invisibilità del Figlio e di tutta la Trinità |
6.12 | Il Figlio creatore di tutte le cose |
6.13 | Anche lo Spirito Santo è vero Dio, perfettamente uguale al Padre e al Figlio |
7.14 | Il Figlio come uomo inferiore al Padre ed anche a se stesso |
8.15 | Il Figlio come uomo è sottomesso al Padre |
8.16 | Il Figlio non consegnerà il regno al Padre, privandosene lui stesso |
8.17 | La contemplazione di Dio ci è promessa come fine di tutte le nostre azioni |
8.18 | Lo Spirito Santo basta alla nostra beatitudine, perché inseparabile dal Padre e dal Figlio |
9.19 | Tutta la Trinità abita in noi |
10.20 | La contemplazione di Dio |
10.21 | Quando avrà condotto i credenti alla contemplazione, il Figlio non intercederà più per noi |
11.22 | Le due nature in Cristo |
12.24 | Alcune affermazioni della Scrittura su Cristo riguardano la sua natura divina, altre la sua natura umana |
12.25 | Il Figlio prepara la gloria agli eletti |
12.26 | In che senso il Figlio non giudicherà e nello stesso tempo giudicherà |
12.27 | Senso delle parole: La mia dottrina non è mia |
13.28 | È esatto dire: Dio crocifisso |
13.29 | In che senso il Figlio dell'uomo giudicherà e non giudicherà |
13.30 | Nel giorno del giudizio solo i buoni vedranno Cristo nella sua divinità, i cattivi solo nella sua umanità |
13.31 | Solo Dio è buono |
Libro II |
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1.1 | Due cose difficilmente sopportabili nell'errore umano |
1.2 | Regola canonica per intendere le espressioni della Scrittura riguardanti Cristo |
1.3 | Dette espressioni sono di tre generi |
2.4 | Alcune espressioni della Scrittura riguardanti il Figlio non si sa a quale regola riferirle |
3.5 | Lo Spirito Santo non parla da sé, perché procede dal Padre |
4.6 | Il Figlio non è inferiore al Padre, perché questi lo glorifica |
5.7 | Il Figlio e lo Spirito Santo non sono inferiori al Padre, perché questi li manda |
5.8 | La missione del Figlio consiste nella sua incarnazione |
5.9 | Il Figlio è mandato anche da se stesso |
5.10 | La missione dello Spirito Santo è un intervento manifestato visibilmente |
6.11 | La creatura in cui lo Spirito Santo si è manifestato non è stata da lui assunta come la natura umana dal Figlio |
7.12 | Il Padre non è mandato |
7.13 | Tre problemi |
8.14 | Primo problema: se una sola persona o tutta la Trinità, che è invisibile, è apparsa nell'Antico Testamento |
9.15 | Confutazione di coloro che credevano solo il Padre immortale ed invisibile |
9.16 | La verità si deve cercare con zelo pacifico |
10.17 | Era una persona della Trinità, o tutta la Trinità che parlava con Adamo? |
10.18 | Si tratta di un problema difficile da risolvere |
10.19 | La visione di Abramo |
11.20 | Appaiono tre uomini: perché non riconoscere rivelata visibilmente l'uguaglianza della Trinità? |
12.22 | La visione di Lot |
13.23 | Il roveto ardente |
14.24 | La colonna di nube e di fuoco |
15.25 | La visione sul Sinai |
15.26 | Forse questi fenomeni rivelavano lo Spirito Santo |
16.27 | Mosè non vide Dio nella sua essenza |
17.28 | Il dorso di Dio significa la carne di Cristo |
17.29 | La fede nella risurrezione di Cristo ci salva |
17.30 | Solo nella Chiesa cattolica vede il dorso di Dio chi crede nella risurrezione di Cristo |
17.31 | La fede dei Giudei in Cristo risuscitato |
17.32 | È temerario affermare che il Padre non sia mai apparso ai Padri in forma visibile |
18.33 | La visione di Daniele |
18.34 | Obiezione |
18.35 | La natura di Dio è invisibile, ma le tre Persone possono manifestarsi attraverso simboli sensibili |
Libro III |
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Proemio | |
1.1 | Motivo per cui Agostino ha deciso di scrivere sulla Trinità |
1.2 | Attende, più che un lettore benevolo, un critico indipendente |
1.3 | Riassunto del libro precedente |
1.4 | Secondo problema: Dio per manifestarsi ha creato un nuovo essere, o ha fatto ricorso agli Angeli? |
1.5 | Natura dell'azione degli Angeli |
1.6 | Compito degli Angeli nelle teofanie |
2.7 | La volontà divina causa suprema di tutto |
2.8 | Esempi |
3 | La volontà di Dio causa suprema agisce per mezzo dell'anima del giusto |
4.9 | La volontà di Dio dispone di tutti gli esseri secondo le sue irrevocabili decisioni |
4.10 | L'azione di Dio nella consacrazione dell'Eucaristia |
5.11 | L'azione di Dio nei miracoli |
7.12 | Le arti magiche non possono produrre nulla, se non per permissione divina |
8.13 | Solo Dio crea, gli angeli cattivi non sono creatori nella magia |
8.14 | Anche il nostro spirito non può essere formato con la giustificazione se non da Dio |
8.15 | Nemmeno Giacobbe è stato il creatore dei colori delle sue pecore |
9.16 | Solo Dio crea e governa le cose, le creature possono intervenire solo dall'esterno |
9.17 | La rapidità di sviluppo di alcuni germi desta meraviglia |
9.18 | Solo Dio crea |
9.19 | Dio non interviene personalmente in tutti i miracoli |
10.20 | Non tutti i miracoli sono fenomeni straordinari |
10.21 | Carattere misterioso dell'azione angelica nei miracoli |
11 | Invisibilità dell'essenza divina |
11.22 | Intervento degli Angeli nelle teofanie |
11.23 | Dio parla per mezzo degli Angeli |
11.24 | Il Signore apparve a Mosè per mezzo di un Angelo |
11.25 | Anche ad Abramo apparve per mezzo di un Angelo |
11.26 | Gli Angeli hanno promulgato la Legge |
11.27 | Dio si è manifestato nell'Antico Testamento per mezzo degli Angeli |
Libro IV |
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1.1 | Importanza della conoscenza di sé |
1.2 | Occorreva persuaderci quanto e quali Dio ci avesse amato |
1.3 | Il Verbo di Dio, per mezzo del quale tutto è stato fatto, è la luce degli spiriti |
2.4 | Per l'Incarnazione siamo resi capaci di attingere la Verità |
3.5 | "Uno" in Cristo corrisponde a "due" in noi per la nostra salvezza |
3.6 | Per la nostra duplice morte il Salvatore ha dato la sua unica |
4.7 | Il rapporto di semplice a doppio ha la sua fonte nella perfezione del numero sei |
4.8 | Importanza del numero sei nel computo dell'anno |
5.9 | Il numero sei nella formazione del corpo di Cristo |
6.10 | Il triduo della risurrezione in cui pure appare il rapporto di semplice a doppio |
7.11 | Dispersi nella moltitudine, per mezzo di un unico Mediatore siamo reintegrati nell'Unità |
8.12 | Cristo vuole riportarci all'unità |
9 | Natura dell'unità in Cristo |
10.13 | L'uomo schiavo del demonio |
11.14 | I prodigi dei demoni si debbono disprezzare |
12.15 | Il diavolo mediatore di morte |
13.16 | Cristo morì perché lo volle |
13.17 | Vittoria di Cristo sul diavolo |
13.18 | La sovreminente Sapienza divina si serve del diavolo per la salvezza dei suoi fedeli |
14.19 | Cristo unico Mediatore con il sacrificio della pace ci riconcilia con Dio |
15.20 | Errore degli orgogliosi |
16.21 | I filosofi non hanno potuto vedere nelle ragioni eterne ciò che concerne la storia |
17.22 | Prescienza del futuro |
17.23 | Non si debbono consultare i filosofi sulla conoscenza del futuro e sulla risurrezione |
18.24 | Il Figlio di Dio si è incarnato ed ha fatto convergere a sé la nostra fede per condurci alla sua verità |
19.25 | Annunci della missione del Figlio |
19.26 | Cristo conosciuto nella sua inferiorità rispetto al Padre, sconosciuto nella sua uguaglianza al Padre |
20.27 | Il Figlio consustanziale al Padre e mandato da lui |
20.28 | La missione del Figlio consiste nella sua venuta nel mondo e nella sua presenza nelle anime |
20.29 | La missione dello Spirito Santo consiste nella conoscenza che abbiamo della sua processione dal Padre |
21 | Inseparabilità delle tre Persone nell'azione, separabilità nella manifestazione |
21.31 | Differenza tra l'Incarnazione e le altre missioni |
21.32 | La missione non implica inferiorità |
Libro V |
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1.1 | Ciò che Agostino chiede a Dio, ciò che chiede ai lettori |
1.2 | Dio è qualcosa di molto migliore di ciò che c'è di meglio in noi |
2.3 | Dio è l'Essere |
3.4 | L'argomentazione degli Ariani |
4.5 | La mutazione è essenziale ad ogni accidente |
5.6 | Le relazioni divine |
6.7 | Argomentazione degli Ariani sulla voce "Ingenerato" |
7.8 | La negazione non muta il predicamento |
8.9 | Alcuni attributi si applicano a Dio in senso sostanziale, altri in senso relativo, altri in senso figurato |
8.10 | Un'essenza, tre Persone |
10.11 | In Dio non ci sono tre grandezze, né tre grandi |
11.12 | Gli attributi relativi nella Trinità |
12.13 | Per esprimere la relazione mutua talvolta manca il vocabolo correlativo |
13.14 | Senso relativo del termine "principio" applicato alla Trinità |
14.15 | Il Padre e il Figlio principio dello Spirito Santo |
15.16 | Lo Spirito Santo era dono anche prima di essere dato? |
16.17 | Gli attributi divini improntati al tempo non sono accidentali, suppongono la mutazione nelle creature, non in Dio |
Libro VI |
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1.1 | Alcuni argomentavano contro gli Ariani partendo dalle parole della Scrittura: Cristo è la forza e la sapienza di Dio |
1.2 | Inconvenienti di questo modo di argomentare |
2.3 | Ogni attributo che designa la loro essenza concerne il Padre e il Figlio insieme |
3.4 | Il Padre e il Figlio sono una sola cosa, in quanto una sola sostanza |
3.5 | Uguaglianza totale del Figlio col Padre per quanto concerne la sostanza |
4.6 | Analogia tratta dalla virtù umana |
5.7 | Lo Spirito Santo è la "carità" del Padre e del Figlio, ad essi consustanziale |
6.8 | In che senso la sostanza divina è semplice e molteplice |
7 | Dio è Trinità, ma non per questo è triplice |
8 | Nessun accrescimento in Dio per il numero |
9.10 | La Trinità è un solo vero Dio |
10.11 | Le proprietà delle Persone secondo Ilario |
10.12 | Vestigia della Trinità nelle creature |
Libro VII |
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1.1 | Agostino riprende il problema: Ciascuna persona è per se stessa sapienza? |
1.2 | Soluzione del problema: il Figlio è sapienza da sapienza come luce da luce |
2.3 | Identità del Padre e del Figlio negli attributi essenziali, non nelle proprietà personali |
3.4 | Nella Scrittura "Sapienza" designa il Verbo |
3.5 | Il Verbo, Sapienza di Dio, senza modello per sé, è modello per noi |
3.6 | Lo Spirito Santo è col Padre ed il Figlio una sola Sapienza |
4.7 | Un'essenza, tre Persone |
4.8 | La Scrittura non parla di tre persone in Dio |
4.9 | Questi termini hanno origine dalla esigenza del linguaggio |
5.10 | Sostanza ed essenza in Dio |
6.11 | Perché non si dice che nella Trinità c'è una sola persona e tre essenze |
6.12 | Ciò che deve credere chi non comprende; l'uomo ad immagine e immagine di Dio |
Libro VIII |
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1.1 | Le Persone divine distinte per le relazioni, identiche nell'essenza |
1.2 | Uguaglianza delle tre Persone divine |
2.3 | Dio Verità suprema |
3.4 | Dio Bene supremo |
3.5 | Bene assoluto e bene partecipato |
4.6 | Compito purificatore della fede |
4.7 | La fede implica una conoscenza |
5 | Come si ama la Trinità senza conoscerla |
5.8 | La conoscenza della giustizia |
6.9 | Il vero amore con il quale si conosce la Trinità |
7.10 | Cercare Dio interiormente |
7.11 | Ne consegue dunque che ama principalmente Dio |
8.12 | Chi ama il fratello è nato da Dio e lo conosce |
9.13 | Amiamo l'anima giusta perché amiamo Dio |
10.14 | Vestigio della Trinità nell'amore |
Libro IX |
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1.1 | Natura della ricerca sulla Trinità |
2.2 | Lo spirito e l'amore con cui si ama |
3.3 | Lo spirito e la conoscenza che ha di sé |
4.4 | Spirito, amore e conoscenza di sé, loro distinzione ed uguaglianza |
4.5 | Unità di sostanza tra spirito, conoscenza ed amore, che sono distinti per la relazione |
4.6 | Sono inseparabili |
4.7 | Sono di una identica sostanza, ma non confusi |
5.8 | Immanenza e circuminsessione di spirito, amore e conoscenza di sé |
6.9 | La duplice conoscenza dello spirito |
6.10 | Le verità eterne |
7.12 | La generazione del verbo umano |
8 | Concupiscenza e carità |
9.14 | Il verbo nell'amore delle cose spirituali e nell'amore delle cose carnali |
10.15 | Solo la conoscenza amata è verbo dello spirito |
11.16 | La conoscenza dello spirito è sua immagine e suo verbo |
12.17 | Perché lo spirito non genera l'amore di sé? |
12.18 | Soluzione del problema: lo spirito, la conoscenza e l'amore di sé, immagine della Trinità |
Libro X |
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1.1 | L'amore dell'anima che cerca non è amore di una cosa sconosciuta |
1.2 | Il segno |
1.3 | Nessuno ama ciò che non conosce |
2.4 | Esempi |
3.5 | Lo spirito, quando si cerca, già si conosce |
4.6 | Lo spirito si conosce tutto |
5.7 | Perché viene comandato all'anima di conoscere se stessa. Altro è conoscere, altro pensare |
7.9 | Errori dei filosofi sulla natura dello spirito |
7.10 | L'errore procede da questo: lo spirito pensando se stesso aggiunge a sé qualcosa di estraneo |
8.11 | Per conoscersi lo spirito deve separarsi dal sensibile |
9.12 | Lo spirito si conosce appena intende il precetto di conoscersi |
10.13 | Ogni spirito sa di sé, con certezza, di comprendere, di esistere e di vivere |
10.14 | Chi dubita, vive |
10.16 | Lo spirito, conoscendo se stesso, conosce la sua sostanza |
11.17 | Memoria, intelligenza e volontà |
11.18 | Memoria, intelligenza e volontà sono una sola essenza, tre secondo la relazione |
12.19 | Lo spirito immagine della Trinità nella memoria, intelligenza e amore di sé |
Libro XI |
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1.1 | Vestigio della Trinità nell'uomo esteriore |
2.2 | Primo vestigio: trinità della visione |
2.3 | L'oggetto visibile imprime negli occhi la sua immagine |
2.4 | Il fatto è spiegato con un esempio |
2.5 | Ciò che concorre alla visione differisce per natura, ma converge nell'unità |
3.6 | Secondo vestigio: trinità del ricordo |
4.7 | Compito della volontà |
5.8 | La trinità dell'uomo esteriore non è immagine di Dio |
5.9 | Le relazioni fra i tre elementi della prima trinità |
6.10 | Il fine vero della volontà |
7.11 | Le relazioni fra i tre elementi della seconda trinità |
8 | Memoria ed immaginazione |
8.15 | Compito della volontà |
9.16 | L'ordine delle quattro forme della conoscenza sensibile |
10.17 | L'immaginazione |
11.18 | Numero, peso e misura |
Libro XII |
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1.1 | L'uomo esteriore e l'uomo interiore |
2.2 | La conoscenza delle verità eterne |
3.3 | La duplice funzione della ragione in un unico spirito |
4.4 | La trinità e l'immagine di Dio si trovano in quella parte dello spirito che contempla le verità eterne |
5.5 | La trinità del padre, della madre e del figlio non sembra essere immagine di Dio |
6.6 | Confutazione dell'opinione precedente |
7.9 | Perché anche la donna non è immagine di Dio? |
7.10 | Interpretazione figurata e mistica del detto dell'Apostolo: l'uomo è immagine di Dio, la donna gloria dell'uomo |
8.13 | L'oscuramento dell'immagine di Dio |
10.15 | Le tappe della caduta |
11.16 | Quando l'uomo pretende di essere come Dio cade in ciò che vi è di più basso, in ciò che fa la gioia delle bestie |
12.17 | Interpretazione allegorica del primo peccato: matrimonio misterioso nell'uomo interiore |
13.20 | Altra interpretazione simbolica: l'opinione che l'uomo significhi lo spirito, la donna i sensi |
14 | Sapienza e scienza |
14.22 | Differenza tra la sapienza e la scienza |
14.23 | La sapienza è conoscenza delle cose eterne |
15.24 | Confutazione della reminiscenza sostenuta da Platone e da Pitagora |
15.25 | La giusta distinzione tra sapienza e scienza; anche nella scienza si trova una trinità |
Libro XIII |
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1.1 | Scopo del presente libro |
1.2 | Nel prologo del Vangelo di Giovanni alcune affermazioni riguardano la scienza, altre la sapienza |
1.3 | Come vediamo la fede che esiste in noi |
1.4 | Nella narrazione di Giovanni vi sono cose che si conoscono coi sensi, altre con la ragione |
2.5 | La fede appartiene all'uomo interiore; in che senso c'è una sola fede in tutti i credenti |
3.6 | Alcune volontà comuni a tutti |
4.7 | Tutti aspirano alla beatitudine, ma la concepiscono in maniera differente |
5.8 | È beato solo colui che ha ciò che vuole e non vuole nulla di male |
6.9 | La prima condizione della beatitudine: vivere in conformità al bene |
7.10 | La seconda condizione: avere ciò che si vuole |
8.11 | Non c'è beatitudine senza immortalità |
9.12 | Solo la fede permette l'immortalità dell'uomo nella sua interezza |
10.13 | L'Incarnazione del Verbo impedisce agli spiriti degli uomini di disperare della beatitudine |
10.14 | I nostri meriti sono doni di Dio |
11.15 | Difficoltà circa la redenzione |
12.16 | A causa del peccato di Adamo per giusto giudizio di Dio il genere umano è stato dato in potere del diavolo |
13.17 | Ma Dio per superare il diavolo non scelse la via della potenza, bensì quella della giustizia |
14.18 | Gratuità della morte di Cristo |
16.20 | I mali di questo mondo sono utili agli eletti |
16.21 | La morte di Cristo fu scelta convenientemente perché fossimo giustificati nel suo sangue |
17.22 | Altri benefici dell'Incarnazione |
18.23 | Perché il Figlio di Dio assunse la natura umana dalla stirpe di Adamo e nacque da una vergine |
19.24 | La nostra scienza è Cristo, la nostra sapienza è ancora Cristo |
20.25 | Riassunto di questo libro |
20.26 | La trinità della virtù della fede |
Libro XIV |
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1.1 | La sapienza è il culto di Dio |
1.2 | Il filosofo amico della sapienza |
1.3 | Scienza e sapienza |
2.4 | La trinità della fede non è immagine di Dio |
3 | Soluzione di una difficoltà |
4.6 | L'immagine di Dio va trovata nell'anima immortale dell'uomo, in cui è immortalmente impressa |
5 | Lo spirito del fanciullo ha coscienza di sé? |
6 | La trinità della coscienza di sé |
6.9 | Diversità tra il conoscersi ed il pensare sé: lo spirito si ricorda sempre di sé, sempre si conosce e si ama |
8.11 | L'immagine di Dio si deve cercare nella parte superiore dello spirito umano |
9.12 | Scompariranno le virtù nella vita futura? |
10.13 | La trinità dello spirito non gli è avventizia |
11.14 | C'è una memoria delle cose presenti? |
12.15 | La trinità dello spirito è immagine di Dio quando lo ricorda, comprende ed ama; sapienza ed immagine |
13.17 | Dimenticanza e ricordo di Dio |
14.18 | Lo spirito non può amare rettamente se stesso, non amando Dio |
14.19 | Sebbene deformata l'immagine sussiste |
15.21 | Anche il peccatore è illuminato dalla luce della giustizia |
16.22 | Il rinnovamento dell'immagine nell'uomo |
17.23 | L'immagine si rinnova avvicinandosi progressivamente a Dio |
18.24 | La piena somiglianza dell'immagine si avrà nella visione; il nostro corpo divenuto immortale ci renderà simili al Figlio |
19.25 | L'immagine, che si rinnova interiormente per mezzo della conoscenza di Dio, raggiungerà la perfezione nella visione |
19.26 | La sapienza sarà perfetta nella beatitudine |
Libro XV |
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1.1 | Agostino vuole esercitare il lettore attraverso le cose create, affinché intenda, se può, in qualche modo la Trinità |
2.2 | Sebbene Dio sia incomprensibile non ci si deve stancare di cercarlo: si cerca per trovarlo con maggior dolcezza e si trova per cercarlo con maggior ardore |
2.3 | Non inutilmente si cercano le vestigia della Trinità nella creatura |
3.4 | Riassunto dei libri precedenti |
4.6 | Tutta la natura ci spinge a risalire a Dio |
5.7 | Le numerose perfezioni vengono ricondotte a poche fondamentali |
5.8 | Tutto ciò che sembra affermato di Dio secondo la qualità deve essere compreso come detto dell'essenza |
6.9 | Come possiamo non solo credere, ma capire che Dio assolutamente semplice è Trinità? |
6.10 | Le analogie trinitarie nell'uomo |
7.11 | L'analogia tra le trinità create e Dio è molto imperfetta |
8.14 | La conoscenza di Dio "attraverso uno specchio in enigma" |
9.15 | L'enigma è una allegoria oscura |
9.16 | L'Apostolo col termine "specchio" indica l'immagine, con quello di "enigma" una rassomiglianza, ma oscura |
10.17 | Il verbo dello spirito specchio ed enigma del Verbo divino |
10.19 | Il verbo che diciamo nel cuore quando pensiamo il vero non appartiene a nessuna lingua |
11.20 | Somiglianza del Verbo divino al nostro verbo interiore, in cui però esiste sempre una dissomiglianza profonda col Verbo di Dio |
12 | Confutazione degli Accademici |
12.22 | Differenze tra la nostra scienza e quella divina, tra il nostro verbo e il Verbo divino |
14.23 | Il Verbo di Dio è in tutto uguale al Padre |
14.24 | Differenze tra il nostro verbo e il Verbo divino. Il nostro verbo non è sempre vero né permanente |
16.26 | Nemmeno nella visione la differenza tra il nostro verbo e quello di Dio cesserà |
17.27 | La carità comune alle tre Persone |
17.29 | Tuttavia è lo Spirito Santo che riceve in proprio il nome di Carità, come col nome di Sapienza chiamiamo il Verbo |
17.31 | Per opera sua è diffusa nei nostri cuori la carità di Dio |
18.32 | Lo Spirito Santo è dono di Dio |
19.33 | Si dimostra dalla Scrittura che lo Spirito Santo è il Dono di Dio |
19.37 | Lo Spirito Santo ineffabile comunione del Padre e del Figlio |
20.38 | Confutazione dell'opinione di Eunomio |
20.39 | Riassunto di quanto detto sopra: l'uomo, immagine della Trinità, deve orientare tutto se stesso a ricordare, contemplare, amare la Trinità |
21.40 | L'immagine del Padre e del Figlio nella nostra memoria e intelligenza |
21.41 | La nostra volontà immagine dello Spirito Santo |
22.42 | Profonda differenza tra la trinità dello spirito e la Trinità divina |
22.43 | Analisi di questa differenza |
23.44 | La conoscenza "attraverso uno specchio" |
25.45 | Nella visione vedremo senza più alcuna difficoltà, perché lo Spirito Santo non proceda come generato dal Padre e dal Figlio |
26.46 | Il Signore Gesù diede lo Spirito Santo come Dio e lo ricevette come uomo |
26.47 | Lo Spirito procede dal Padre e dal Figlio, ma "primariamente" dal Padre |
27.48 | È difficile distinguere tra "generazione" e "processione" |
27.49 | Bisogna però attenersi alla regola della fede, e pregare e cercare e vivere bene per capire |
27.50 | Agostino indica la differenza tra generazione e processione nel modo diverso di procedere del verbo e dell'amore: l'amore non procede come immagine, ma come appetito o fruizione |
28.51 | Preghiera - Conclusione e preghiera finale |