Beni

Indice Spiritualità

Dizionario

1) plurale di bene

Sinonimi: proprietà, averi, possedimenti, patrimoni, ricchezze


… ecclesiastici

L'espressione "beni ecclesiastici" designa sia le proprietà, cioè beni mobili e immobili, sia i diritti, a vario titolo appartenenti alla Chiesa o a una persona morale, giuridicamente riconosciuta nell'ambito ecclesiastico.

Ulteriori qualificazioni riguardano i beni, detti sacri, in quanto destinati al culto divino mediante la consacrazione o la benedizione, come per esempio le chiese, le reliquie, gli arredi; e inoltre quelli di particolare pregio artistico.

La formazione e il consolidamento del complesso dei beni ecclesiastici è anche legato all'azione caritativa svolta dai cristiani ( v. assistenza, opere ).

v. Potere temporale; Stato della Chiesa

… temporali

L'espressione indica l'insieme dei beni economici, sociali e culturali, di cui l'uomo si avvale per il proprio sostentamento e per la promozione della propria esistenza.

Positività originaria e ambiguità dei beni temporali

Nell'Antico Testamento bene temporale è ciò che l'uomo possiede per lo sviluppo della propria vita di creatura.

Tutto quanto egli ha, lo ha perché amico di Dio, il quale gli conferisce la potestà di dare il nome alle realtà del creato ( Gen 12,20 ) e con ciò di prenderne possesso.

L'esperienza del peccato, che determina lo squilibrio nella relazione tra Dio, l'uomo e la creazione, implica come conseguenza un rapporto conflittuale con i beni della terra.

Dio continua a promettere al popolo di Israele beni materiali destinati a procurare una felicità terrena ( Dt 8,7-20 ), ma attraverso di essi Israele è anche educato al superamento del desiderio di possedere beni solo temporali.

Si pensi alla funzione pedagogica esercitata da Dio, attraverso la mediazione di Mosè, nel deserto: il popolo, che chiede continuamente beni temporali ( acqua, pane, carne, terra ), è stimolato da Dio ad assolvere esigenze di tipo spirituale: "Non avrai altro Dio al di fuori di me" ( Es 20,3 ).

Ciò che Dio chiede all'uomo è di essere signore non di averi, ma della sua intimità.

Cristo stesso si fa pane, acqua, luce, per il bene dell'uomo; ma egli e soprattutto venuto per dare i beni futuri della salvezza, realizzata con il dono totale della sua vita.

Il Regno dei cicli è paragonato a una pietra preziosa ( Mt 13,45 ), a un tesoro ( Mt 13,44 ), per richiamare l'attenzione sull'importanza che esso riveste e sulla necessità di relativizzare tutte le altre cose, in vista del suo conseguimento.

La predilezione divina per i poveri conferma questa visione.

Mentre gli sforzi più frequenti dell'uomo mirano al possesso dei beni terreni in sostituzione del Bene vero, la pedagogia divina interviene continuamente per chiedere all'uomo una conversione dal primato dell'avere a quello dell'essere, in modo da utilizzare tutto in funzione dell'unico vero Bene.

Comportamento morale e beni temporali nel Nuovo Testamento

Il comportamento morale nei riguardi dei beni temporali è chiaramente delineato nella prima beatitudine del discorso della montagna ( Mt 5,3; anche Lc 6,20 ).

I beni della terra non sono proscritti, ma devono essere usati con sobrietà per evitare il pericolo dell'ingiustizia e il rischio dell'idolatria.

La vera povertà non è rifiuto dei beni, ma capacità di condividerli con gli uomini, aprendosi ad una salvezza che viene soltanto da Dio.

Anche il Catechismo della Chiesa Cattolica utilizza termini quali "beni terreni" o "terrestri", "beni creati", "beni materiali" e termini quali "beni futuri", "beni celesti", "beni spirituali": i primi indicano i "beni di questo mondo", ritenuti inferiori; i secondi, la vera felicità, che non risiede nei beni temporali ma in Dio.

Tra i due ambiti non vi e opposizione: accogliere i doni di Dio e rispondere con altrettanta misura d'amore.

Tutto ciò che è affidato all'umanità non può essere disgiunto dall'obbligo morale di metterlo al servizio del bene di tutti.

I beni temporali devono essere utilizzati nell'ottica della sapienza divina che ha creato tutte le cose per la pienezza di vita di ogni uomo e dell'intera umanità.

v. Ricchezza

* * *

Beni culturali

Per analogia con il principio etico che afferma che i beni terrestri hanno una destinazione universale perché sono stati creati per il vantaggio di tutti, oggi si pone il problema se anche i beni culturali, come quelli materiali, abbiano una destinazione universale.

In un mondo sempre più interdipendente, come bisogna intendere la partecipazione di ogni persona e di tutti i gruppi umani ai beni della cultura?

In altri termini, le regole della giustizia distributiva trovano una applicazione stretta nel campo dei beni e dei diritti culturali?

Comunicabilità dei beni culturali.

È inizialmente indispensabile una chiarificazione a proposito della comunicabilità dei beni culturali.

Questo appartiene essenzialmente alla natura della cultura, al suo modo di acquisizione e di trasmissione.

In questa questione che riguarda insieme la cultura e l'etica, il nostro punto centrale di riferimento è il bene della persona, prima creatrice e beneficiaria del progresso culturale.

Ora, in una prospettiva personalistica, è ogni singola persona che si perfeziona con l'apprendimento, l'allenamento intellettuale, l'approfondimento della conoscenza e la creatività del proprio spirito.

È un bene proprio della persona che chiamiamo colta l'aver saputo dispiegare i propri talenti.

La cultura, certo, esige la trasmissione delle conoscenze, ma essa è, in radice, il risultato di uno sforzo di assimilazione e di perfezionamento personale.

Essa è il risultato di un autosviluppo e di un autoarricchimento perché è la persona che coltiva se stessa.

Nessun altro la può arricchire al suo posto.

Dobbiamo quindi riconoscere questa parte di singolarità e di incomunicabilità in ogni cultura personale.

Ne abbiamo un'intuizione acuta quando la morte ci priva di un grande scienziato o di un noto artista.

Abbiamo allora l'impressione che sia accaduta una perdita irreparabile per la cultura.

Ognuno si distingue per la cultura che è collegata ai propri talenti e per la somma delle conoscenze e delle esperienze che l'hanno fatto crescere sul piano umano.

Occorre, tuttavia, subito aggiungere che il progresso autentico della persona richiama in controparte un incessante scambio all'interno della comunità umana, perché l'isolamento autosufficiente conduce alla morte dello spirito.

Ciò che io conosco è insieme un'acquisizione personale ed un arricchimento condiviso con altri.

La scienza, l'arte, la cultura esigono contemporaneamente l'interiorizzazione personalizzata e lo scambio collettivo.

Il sapere, il saper fare e il saper vivere diventano allora attributi delle persone ed anche di tutta la società che chiamiamo colta.

E questo valore deve essere difeso come il bene inalienabile che distingue le persone e i gruppi umani.

Beni culturali comuni.

Ogni comunità umana si definisce precisamente per la sua cultura, cioè per il suo modo originale ed unico di percepire la vita, di giudicare, di comportarsi, di creare opere e istituzioni che umanizzano uno spazio fisico e sociale.

La cultura così concepita specifica l'identità di ogni collettività umana.

E il bene primo, il patrimonio e il progetto di vita tipico che nessuna società può sacrificare senza distruggere se stessa.

Ma la cultura dei gruppi, come quella delle persone, non può sopravvivere nell'isolamento senza minaccia di chiusura, di disumanizzazione e d'incultura.

La promozione dell'identità culturale richiama dunque, per una specie di necessità interna, la comprensione e il dialogo tra le culture.

Questa reciprocità sottolinea l'interdipendenza dei beni culturali di ogni persona e di ogni gruppo.

La destinazione universale dei beni dello spirito si opera dunque, in larga parte, con il libero scambio ed il reciproco arricchimento.

La caratteristica dei beni culturali è proprio quella di poter condividere senza impoverirsi.

Accade, anzi, che il contrario ne sia la regola, perché è diffondendosi che una cultura si approfondisce e si universalizza.

La solidarietà umana sarebbe illusoria senza il rispetto di una duplice esigenza:

prima di tutto, la crescita e la salvaguardia della ricchezza culturale propria di ogni persona e di ogni società;

e, contemporaneamente, la mutua fecondazione delle culture particolari, sorgente di arricchimento continuo della cultura umana in sé.

Un bene culturale comune s'impone dunque come un imperativo di cui prende più chiaramente coscienza la società moderna.

In controparte, s'impone la necessità della democratizzazione culturale.

Di fronte all'esigenza di sviluppo di tutti gli uomini e di tutti i popoli, possiamo meglio comprendere la funzione della scienza, dell'arte e della cultura in genere nel progresso della società umana.

Nuovi problemi etici s'impongono alla coscienza universale e alla riflessione cristiana.

Teniamo presenti alcuni dei più recenti fenomeni di evoluzione che si compendiano nelle seguenti espressioni:

la socializzazione della scienza,

lo slancio dello sviluppo culturale,

la politicizzazione della cultura,

la democratizzazione culturale.

La scienza, un bene socializzato.

La scienza non è più soltanto una questione che riguardi gli scienziati considerati individualmente.

La scienza oggi costituisce una vera e propria istituzione della società.

Il settore scientifico rappresenta un considerevole potere che implica una responsabilità collettiva di uomini e donne di scienza per la promozione di una società giusta, pacifica e fraterna.

La scienza si è socializzata e le équipes o i centri di ricerca sono ormai sottoposti a norme e regole di condotta richieste dal bene comune.

Lo Stato moderno è, in questo modo, condotto a definire una politica della scienza per dotare la nazione di un equipaggiamento equilibrato nelle principali discipline che sono vitali per il progresso dell'industria, della medicina, per la difesa, la ricerca fondamentale, la qualità della vita ( notiamo il crescente ruolo delle scienze umane ).

Criteri di comune partecipazione al progresso della scienza fanno ormai parte di una politica illuminata.

Questo impegno si fa complesso per i rapidi progressi della scienza, per l'accumulo quasi illimitato delle conoscenze e per la superspecializzazione delle discipline che, spesso, crea una situazione oggettiva di incomunicabilità all'infuori degli esperti e degli iniziati.

Come allora la società può controllare l'uso delle scienze a beneficio di tutti?

L'aspetto internazionale delle politiche scientifiche pone dei problemi ancora più complessi, al di là del diritto al segreto ( supposto o reale ), del rispetto per i brevetti d'invenzione e dei diritti d'autore.

La politica e la pratica delle nazioni ricche, in materia di scienze, tendono a creare una nuova situazione di dipendenza o di colonizzazione culturale.

La condivisione dei vantaggi della scienza tra nazioni esige molta chiaroveggenza e generosità da parte del mondo scientifico e dei responsabili politici.

La loro responsabilità è molto grande di fronte alla prospettiva dello sviluppo di tutti i popoli.

Partecipazione allo sviluppo culturale.

La nozione di sviluppo culturale pone oggi in rilievo la dimensione umanistica ed etica del progresso dei popoli.

Uno sviluppo autentico esige la partecipazione ai vantaggi sia economici che culturali del progresso umano.

L'esperienza ha ampiamente dimostrato che i progetti di sviluppo producono illusione e disinganno quando si limitano agli aspetti economici e tecnici trascurando l'identità dei popoli e le loro aspirazioni culturali.

Nessun gruppo umano può rinunciare a progredire sotto pena di perdere la propria anima e la propria cultura.

Ma per accedere ai benefici della modernizzazione, i popoli in sviluppo devono operare una scelta molto complessa: pur accogliendo la scienza e la cultura moderne, essi devono discernere gli elementi che sono conciliabili con la propria cultura tradizionale.

Essi devono, d'altra parte, chiedersi quali siano i valori tradizionali da mantenere vivi in un paese che sta emergendo, ma che intende preservare la propria identità nazionale.

I beni della scienza e della tecnica acquistano oggi un'importanza considerevole nello sviluppo delle nazioni.

Giovanni Paolo II così si esprimeva: " Un'altra forma di proprietà esiste, in particolare, nel nostro tempo e riveste un'importanza non inferiore a quella della terra: è la proprietà della conoscenza, della tecnica e del sapere.

Su questo tipo di proprietà si fonda la ricchezza delle nazioni industrializzate molto più che su quella delle risorse naturali ": Centesimus annus, n. 32.

Le nazioni industrialmente più avanzate sono chiamate ad esplorare insieme alle nazioni in via di sviluppo, come queste possano partecipare ai vantaggi delle scienze tecniche.

D'ambo le parti s'impongono dei discernimenti responsabili.

Se queste scelte non raggiungono il progetto idoneo, il rischio è che le nazioni ricche sommergano la cultura dei paesi in via di sviluppo.

Questi aspirano ardentemente ad acquistare tutti i vantaggi della scienza e della creatività culturale e certamente i programmi di sviluppo devono rispondere a queste esigenze.

Ma è soltanto in un dialogo responsabile tra paesi ricchi e paesi poveri che l'intercomunicazione culturale potrà tener conto della duplice esigenza del rispetto delle identità nazionali e della libera partecipazione ai tesori dell'educazione, della scienza e dell'arte che devono, progressivamente, diventare il patrimonio comune dell'umanità.

Questo patrimonio includerà anche la ricchezza dei costumi, l'eredità artistica, la sapienza e la filosofia delle culture tradizionali.

Democratizzazione culturale.

Questi bisogni incitano oggi gli Stati a dotarsi di un'autentica politica della cultura.

L'obbiettivo minimo è costituito dalla difesa e dalla promozione del patrimonio culturale comune della nazione: luoghi, monumenti, arti tradizionali e popolari, archivi, opere letterarie ed artistiche.

Una finalità più ambiziosa tende ora ad imporsi: essa mira alla democratizzazione culturale secondo la quale tutti i cittadini e tutti i gruppi devono potenzialmente avere accesso ai vantaggi della scienza, dell'educazione, dell'arte, della formazione permanente.

Per promuovere il diritto e l'accesso alla cultura devono essere assicurate certe condizioni.

Gli Stati, attraverso la loro politica, possono favorire la democrazia culturale garantendo, prima di tutto, un minimo di uguaglianza nelle possibilità di progresso date ai cittadini.

Sul piano negativo, occorre escludere ogni forma di discriminazione basata sulla razza, sul sesso, sulla religione.

Sul piano positivo, la democratizzazione presuppone che sia stimolata la creazione popolare e che tutte le componenti della comunità nazionale possano liberamente esprimersi.

Non è compito dello Stato imporsi direttamente o dettare i criteri di una cultura.

Il suo ruolo consiste piuttosto nell'assicurare la libertà di partecipazione e l'accesso di tutti ai benefici della cultura.

Questa libertà è difesa quando il pubblico acquista la capacità di critica dell'informazione e non rimane passivo di fronte al consumismo di massa.

L'influenza dominante dei media impone condizionamenti che rischiano di uniformare le culture.

La politica culturale deve favorire tutto ciò che incoraggia la libera scelta e la creatività delle persone e dei gruppi.

Diritto umano fondamentale.

Pur accettando una certa mondialità della cultura, conseguenza della grande interdipendenza tra le nazioni, occorre vegliare affinché il bene proprio di ogni cultura sia protetto e promosso, altrimenti l'omologazione delle culture diventa un pericolo comune.

I vantaggi apportati dalle scienze, dalla tecnica e dall'arte contribuiscono certamente al progresso di tutte le persone e di tutti i popoli, ma la condivisione effettiva dei beni culturali esige che siano rispettate le leggi di un libero scambio tra i collaboratori interessati.

È applicabile la giustizia distributiva nella condivisione dei beni culturali?

Forse, ma in modo molto particolare.

I beni culturali non si distribuiscono come i beni materiali.

Non si tratta semplicemente di ripartire tra tutti gli uomini la somma delle conoscenze e delle produzioni artistiche, ma piuttosto di rendere ogni persona intellettualmente capace di accedere, in piena libertà, ai tesori del sapere, della scienza e dell'arte.

Si tratta di una forma di giustizia superiore o di un diritto fondamentale che permetta ad ogni uomo e ad ogni donna di realizzarsi come essere umano.

Per beneficiare dei beni culturali, occorre, in primo luogo, una educazione di base, poi una progressiva iniziazione che esige applicazione e prolungato sforzo.

È un compito che rimane sempre incompiuto perché i tesori della cultura umana sono inesauribili, ivi compresi quelli della conoscenza teologica e dell'arte sacra.

Un immenso progresso etico si compirà quando i nostri contemporanei si convinceranno che tutte le risorse della scienza e dell'arte devono progressivamente concorrere all'elevazione intellettuale e spirituale di tutti gli uomini.

Soltanto una nuova educazione della coscienza dei ricchi come dei poveri potrà affrontare una sfida così complessa.


Concilio Ecumenico Vaticano II

… creati:

Loro universale bontà AA 7
necessità PO 17
valore, ordinazione a Dio e destinazione universale LG 36
  LG 46
con la cooperazione di tutti i cristiani UR 12

… ecclesiastici:

Scopo PO 17
Distribuzione razionale LG 22
Amministrazione da confidare ai laici AA 10
  PO 17
Loro uso da parte dei Vescovi CD 6
e dei presbiteri LG 28
  PO 17

… materiali:

Loro destinazione a tutti gli uomini GS 69-71
Aumento al servizio dell'uomo GS 64
  GS 66
Trasferimento in pubblica proprietà GS 71
Equa distribuzione GS 9
Errori nel loro uso AA 7
  GS 65
uso cristiano LG 41
  AA 7
  AA 11
  GS 68
  GS 71
Nell'insegnamento della Chiesa CD 12
Uso da parte dei Vescovi PO 17
dei sacerdoti CD 28
  CD 17
e dei religiosi LG 46
  PC 13

… patrimoniali:

I religiosi vi possono rinunziare PC 13

Magistero

Meditazione Francesco 26-5-2015
Il cristiano non può essere attaccato ai beni

Catechismo della Chiesa Cattolica

Beni morali e spirituali

La preghiera nella vita della fede 17
Abramo - « Il padre di tutti i credenti » 146
Beni spirituali 293
-- 1050
-- 1948
-- 2121
-- 2548
La Provvidenza e lo scandalo del male 312
Cristo e i suoi beni concessi agli uomini 412
-- 420
-- 819
Beni futuri 662
-- 2549
Che cosa vuol dire « cattolica »? 831
Stato di vita consacrata e beni celesti 933
Comunione dei beni 947
-- 949-53
-- 955
Sacramento della Riconciliazione e beni della vita divina 1468-69
Scambio di beni spirituali 1475-76
-- 1697
Bene del Matrimonio e dell'amore coniugale 1643
-- 2333
-- 2363
Beni, coscienza morale e discernimento 1780

Beni terreni

Uso e amministrazione dei beni terreni 360
-- 1740
-- 1809
-- 1838
-- 2198
-- 2401
-- 2404-05
-- 2409
Concupiscenza dei beni terreni 377
-- 2514
-- 2534
-- 2536
-- 2539
-- 2553
Spreco di beni terreni 1439
Beatitudini e beni terreni 1728-29
Attaccamento smodato ai beni terreni 1849
-- 1863
-- 2548
Distribuzione dei beni terreni 1940
-- 1948
-- 2444
-- 2446
-- 2833
Beni spirituali e beni terreni 1942
-- 2027
Beni e preghiera 2010
-- 2559
-- 2590
-- 2736
-- 2830
L'irreligione 2121
Il quarto comandamento 2197
Cura e rispetto dei beni terreni 2288
-- 2407-08
La pace 2304
« Maschio e femmina li creò … » 2333ss
Destinazione universale e proprietà dei beni terreni 2402-03
-- 2452
-- 2459
Appropriazione dei beni altrui 2412
Chiesa e suo uso dei beni terreni, , 2420
-- 2444
Vita economica e produzione dei beni terreni 2421
-- 2426
Rinunciare ai beni terreni 2544
Abbondanza di beni terreni e pericoli spirituali 2547
-- 2728
Non ci indurre in tentazione 2847
… terreni Comp. 194; 362

Codice Diritto Canonico

temporali della Chiesa: diritto della Chiesa 1254 § 1
finalità 1254 § 2
soggetti capaci 1255
dominio 1256
quanto ai religiosi singoli 668
ecclesiastici: quali sono 1257
  635 § 1
diritto della Chiesa di esigerli dai fedeli 1260
e dei fedeli di devolverli alla Chiesa 1261
acquisto da parte della Chiesa, modi 1259
acquisto per prescrizione 1268
  1269
  1270
v. Prescrizione; capacità degli istituti religiosi 634 § 1
uso e amministrazione 635 § 2
amministrazione supremo dei beni ecclesiastici 1273
organi di amministrazione nelle diocesi 1272
v. Alienazione; Amministrazione; Economo; Istituti di amministrazione
delle persone giuridiche private 1257 § 2
comuni divisibili nello smembramento di insiemi aventi personalità giuridica pubblica 122
fiduciari 1302
di persona giuridica rappresentata dal Vescovo 1419 § 2

Compendio della dottrina sociale

Dio, condizioni di vita e beni necessari 20
-- 428
Anno sabbatico e liberazione dei beni 24
Uomo e donna e beni del creato 26
Beni, Cristo e Regno di Dio 57
Magnificat e beni agli affamati 59
Vero sviluppo e moltiplicazione dei beni 102
Beni dell'uomo e ingiuste restrizioni 133
Diritto a partecipare al lavoro e beni 155
Favoriti e beni a servizio degli altri 158
Bene comune e beni particolari 164
Distribuzione dei beni creati e giustizia 167
Istituzioni politiche e beni necessari 168
Principio della destinazione universale dei beni 171
-- 173
-- 174
-- 175
-- 177
-- 328
-- 346
-- 364
-- 449
Diritto universale all'uso dei beni 172
-- 173
Proprietà privata e possesso dei beni 176
-- 177
-- 282
-- 346
Beni, vincoli sul loro uso e proprietari 178
Nuovi beni e loro destinazione universale 179
-- 283
Paesi in via di sviluppo, terra e beni 180
Possessore e idolatria dei beni 181
Opzione preferenziale per i poveri e beni 182
Solidarietà e destinazione dei beni 194
Uomini e beni materiali e immateriali 195
Giustizia e ripartizione dei beni 206
-- 582
Coppie e beni dell'indissolubilità e della stabilità 225
Vita economica, famiglie e beni 248
Uomo e custodia dei beni creati da Dio 255
Accumulazione e sottrazione di beni 258
Proprietà, lavoro e beni 282
Terzo settore e relazionalità dei beni 293
Salario e accesso ai beni della terra 302
Benessere economico e beni prodotti 303
Antico Testamento e beni economici 323
Dio e relatività dei beni economici 324
Gesù e beni economici 325
Amministrazione dei beni 328
-- 329
Compito dell'economia e beni materiali 331
-- 333
Efficienza e produzione dei beni 332
Ricchezza e disponibilità di beni 332
Sviluppo e accumulazione di beni 334
Impresa e produzione di beni 338
-- 340
Risorse economiche, beni e servizi 346
Libero mercato e beni 347
-- 349
-- 353
-- 356
Uomo, produttore o consumatore di beni 350
Globalizzazione e commercio di beni 361
Solidarietà tra le generazioni e beni 367
Paesi ricchi e beni materiali 374
Sistema socio-culturale e beni 375
Diritto, amicizia e beni materiali 390
Giustizia e godimento dei propri beni 391
Libertà di acquistare e possedere beni 426
Destinazione dei beni e diritto allo sviluppo 446
Cooperazione internazionale e beni 448
Opinione pubblica e beni del creato 468
Mercato e ambiente, bene da difendere 470
Ecologia e condivisione dei beni 481
Destinazione dei beni, ambiente e povertà 482
Destinazione dei beni e acqua 484
Pace, bene messianico e gli altri beni 491
Amore, collaborazione e molti beni 499
Armi come beni scambiati sui mercati 508
Beni e dialogo ecumenico 535
Attività terrena del laico e beni definitivi 544
Libertà religiosa, uno dei beni più alti 553
Cuori e beni materiali 581