Matrimonio

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È l'incontro di una sessualità che offre la propria originalità misteriosa, in uno slancio d'amore, ad un'altra sessualità, in un mutuo arricchimento, perché l'altra vita fiorisca nella sua pienezza e, di qui, una vita ulteriore germogli: un dono che crea.

È l'amore di Dio che si manifestò all'inizio dei tempi in Adamo ed Èva e che da loro scorre per tutte le generazioni: è un fatto umano, perché sta alla base della vita umana della quale costituisce anche il culmine più alto, ma è anche sovrumano, perché rivela un piano che proviene da ben più in alto e mira a ben più lontano.

Sublime, e quindi rischioso: fusione di vite, ma con insita la miseria dell'infedeltà e della frattura.

Il matrimonio, con i suoi mirabili effetti nella vita personale ed in quella sociale è un capolavoro, coinvolgente ed elevante, della sapienza divina al quale può e deve innalzarsi la sapienza umana in tutte le sue responsabilità.

Richiede quindi un profondo esame della propria vocazione e della propria ed altrui adeguatezza ( fidanzamento ), un consapevole impegno individuale ( chiarezza di consenso ), confermato dalla comunità ( testimoni ), un risoluto inserimento nelle sue intrinseche finalità ( apertura alla fecondità ).

Il peccato tuttavia è sempre in agguato con la sua insidia corruttrice: bisogna allora premunirsi contro le debolezze ed instabilità umane mediante la grazia di Dio, garantita da Gesù con la sua presenza consacratrice a Cana, dove santificò il matrimonio con il segnale inequivoco del suo primo miracolo, posto proprio come esordio del suo messaggio di salvezza.

Durante la sua vita pubblica confermò questa consacrazione con il sigillo dell''indissolubilità ( "Ciò che Dio ha unito l'uomo non lo separi" Mt 19,6 ), che solleva il patto al di sopra dei capricci delle passioni e quindi permette quella fidente totalità di donazione e di abbandono vicendevole che del matrimonio costituiscono, se il pregio più difficile, anche la fragranza più beatificante.

Come sempre, la gioia autentica cresce solo sul terreno di una severa razionalità: è un aroma riservato alle anime forti.

Quell'imperativo che risuonò all'alba dell'umanità ( "Non è bene che l'uomo sia solo" Gen 2,18 ) e che si aperse immediatamente sul fiume della storia ( "Crescete e moltipllcatevi" Gen 1,28 ), implica una fedeltà ed una indissolubilità che esigono una salda e tenace vigoria interiore: Gesù, che trasformò l' "acqua" della fiacchezza umana nel "vino buono" d'una vigoria tonificante, la conferisce perennemente attraverso al magistero della Chiesa: è una benedizione ( presenza del sacerdote ) che non attenua le responsabilità dei contraenti, i quali del loro matrimonio restano pur sempre gli artefici ( ministri ), tanto di fronte agli uomini che dinanzi a Dio.

In sintesi il matrimonio cristiano "è il sacramento che unisce l'uomo e la donna indissolubilmente, come sono uniti Gesù Cristo e la Chiesa sua sposa, e da loro la grazia di santamente convivere e di educare cristianamente i figliuoli"
CPio X n. 406.

Il matrimonio è una comunione personale e stabile tra l'uomo e la donna: Genesi 2,24 lo descrive come quella comunione in forza della quale "i due saranno una sola carne".

Questa comunione si fonda sulla distinzione e sull'attrazione tra maschio e femmina; essa realizza la pienezza dell'umano e si carica di profondi significati sociali e religiosi volti a porre in relazione il matrimonio con il mondo divino.

Nelle Sacre Scritture

Le Scritture collocano il matrimonio nel contesto della cultura mediorientale, che, pur conoscendo una certa prevalenza della monogamia, testimonia anche un'apertura alla poligamia.

Questa cultura attribuisce una particolare importanza alla prole: riconosce sia il diritto all'uomo di avere figli dalla serva ( Gen 16,1-3 ) di fronte alla sterilità della moglie, sia la norma del levirato ( Dt 25,5-10 ), per cui alla morte di un marito che non aveva lasciato alcuna discendenza il fratello era tenuto a sposare la cognata vedova.

L'importanza della prole porta con sé la valorizzazione della sessualità come partecipazione alla fecondità divina e suo simbolo ( Gen 1,27-28 ): nella paternità e nella maternità è la stessa immagine di Dio che viene trasmessa ( Gen 5,1-3 ).

Spesso ricordata come motivo di felicità ( Sal 127,3-5; Sal 128,3-6 ), la prole non è però l'unica ragione del matrimonio: il libro della Sapienza ( Sap 4,1-6 ) conosce la possibilità di una discendenza empia, e Isaia ( Is 56,3-5 ) ricorda che vi è felicità anche per gli eunuchi.

In realtà il matrimonio, oltre che nella prole, ha il suo senso nella comunione duratura e nella donazione reciproca dell'uomo e della donna.

Il grande testo di Genesi 2,18-25 sulla creazione della donna fonda il matrimonio sulla parità dell'uomo e della donna e sul loro essere ordinati l'uno all'altro: su questa base naturale nasce una coniugalità che è opera della libertà, che è frutto di una stabile disposizione di amore, che è accoglienza stupita e grata del dono dell'altro.

Il Nuovo Testamento sviluppa questi temi e presenta il matrimonio come un sacramento, cioè come una partecipazione all'alleanza sponsale tra Cristo e la Chiesa di cui costituisce l'immagine visibile.

Già la Prima lettera ai Corinzi 7,39 presenta il matrimonio come una forma particolare di quel "vivere nel Signore" che è la vita battesimale: in questo modo il matrimonio cristiano è posto sotto il segno della Pasqua di morte e risurrezione di Gesù, si fonda sulla fede, l'approfondisce mentre se ne nutre.

Ora, poiché la fede cristiana è fede che diventa operosa nell'amore, il matrimonio si svela come uno stato di vita che conduce verso la maturità della vita battesimale: fa crescere nella fede pasquale, attraverso quell'amore che si svela capace di orientarsi alle mete a cui sono indirizzate le energie dei credenti.

È quanto ricorda soprattutto la Lettera agli Efesini 5,25-27: vivere l'amore nella comunione con il Signore Gesù si innesta a tal punto nella sua opera di salvezza, da renderci segno e parte del processo di formazione della Chiesa quale corpo e sposa di Cristo.

Nell'amore intimo, totale e stabile, con cui un uomo e una donna si donano l'un l'altro, si realizza il "mistero grande" di Cristo e della Chiesa, di cui paria la Lettera agli Efesini 5,32.

Sacramento dell'amore di Dio

Questa novità di contenuti non è legata dai primi cristiani a una particolare forma giuridica: "i cristiani si sposano come tutti gli altri", scrive la Lettera a Diogneto ( v. ).

Pur riconoscendo nel matrimonio un dono di Dio, i cristiani assumevano le usanze del loro tempo: il matrimonio consisteva nel consenso e nella coabitazione.

Il loro intento rimaneva comunque quello di dare profondità spirituale a una vicenda apparentemente giocata sul solo livello umano e, per farlo, si trovarono a dover affrontare a livello pastorale e teorico una serie non piccola di questioni: il divorzio, le seconde nozze, il matrimonio tra credenti di fedi diverse, il matrimonio tra schiavi o tra uno schiavo e una persona libera.

Le difficoltà del matrimonio tra credenti e non-credenti spinse la Chiesa a favorire il matrimonio tra cristiani: di conseguenza ne esaltò la santità e lo presentò come sviluppo della grazia battesimale, inserito nella storia della salvezza.

Ne è testimonianza la benedizione nuziale e la partecipazione dei presbiteri alle nozze: si tratta di fatti sicuramente attestati negli ultimi decenni del IV sec., ma forse anche anteriori.

Lungo questa strada, verso la metà del XII sec. la teologia giunse a presentare il matrimonio come sacramento della nuova Legge, indicandone le caratteristiche nell'unità indissolubile e nella santità.

La sollecitudine della gerarchia a garantire la pubblicità del consenso delle parti diede il suo frutto ultimo al concilio di Trento, quando la formalizzazione legale del consenso alla presenza del ministro fu richiesta per la validità stessa del matrimonio.

La riflessione teologica

La riflessione teologica sul matrimonio trova spunti rilevanti nel pensiero di Agostino ( v. ).

Contro i manichei Agostino afferma la bontà della sessualità procreatriee, ma contro i pelagiani ( v. pelagianesimo ) pone un nesso tra sessualità e peccato: l'incontrollabilità della potenza sessuale è per Agostino il segno che dopo il peccato di Adamo questa potenza è ormai sotto il dominio della concupiscenza, strappata alla guida della ragione.

Tuttavia nel De bono coniugali ( Il bene coniugale ) Agostino sostiene che il matrimonio rimane lecito; lo rimane se vi si cerca non già il piacere sessuale, ma i tre beni di proles, fides, sacramentum ( prole, fedeltà, sacramento ), cioè i figli, il patto di fedeltà che da inizio a una fondamentale esperienza sociale e il legame tra il simbolismo coniugale e l'amore salvifico di Cristo.

Questa visione viene superata nel corso dei secoli.

La Casti connubii ( 1930 ), la Gaudium et spes ( 1965 ) e il Codice di diritto canonico ( 1983 ) indicano con chiarezza che il patto matrimoniale con cui l'uomo e la donna stabiliscono tra loro la comunità di tutta la vita, per sua natura ordinata al bene dei coniugi e alla procreazione ed educazione della prole, è stato da Cristo elevato alla dignità di sacramento.

Lungi dal chiudere la coppia in se stessa, l'amore nuziale la apre alla donazione della vita: l'amore che la coppia riceve da Dio coordina la dimensione unitiva e quella procreativa del matrimonio in modo da manifestarne la profonda verità, una verità che abbraccia il bene di tutta la persona.

v. Amore; Famiglia

Perché il matrimonio cristiano è un sacramento?

Incominciamo ad allontanare il pregiudizio strisciante che suggerisce il bisogno di benedizione rituale dell'unione sponsale a motivo della intrinseca ambiguità della sua componente sessuale.

Dai discorsi di molti credenti si potrebbe infatti spesso ricavare l'impressione che il sacramento cristiano sia destinato essenzialmente a rendere "pulita" una cosa per se stessa un po' "sporca": come appunto sarebbe inevitabilmente l'unione sessuale dell'uomo e della donna.

La benedizione di Dio la renderebbe insomma tollerabile, accettabile anche per i credenti che non riescono a fame a meno.

È certamente un fraintendimento grave.

La relazione dell'uomo e della donna è l'invenzione senza la quale Dio non fu contento di aver creato il mondo.

Dio non creò semplicemente l'uomo e la donna: bensì la donna per l'uomo e l'uomo per la donna.

La loro relazione d'amore porta in sé una antichissima benedizione mai revocata, e che nessun maligno serpente le potrà mai togliere.

La comunione affettuosa e totale dell'uomo e della donna è, in tutta la tradizione biblico-cristiana - senza soluzione di continuità, da Osea a Paolo, dal Cantico dei Cantici all'Apocalisse - l'immagine più alta della relazione di Dio con gli esseri umani.

Ed essa fa puntualmente la sua comparsa tutte le volte in cui Dio intende esprimere - per così dire - la parte migliore di sé: "L'attirerò a me nel deserto e le parlerò sul cuore", come fa l'uomo con la donna amata, dice il profeta ( Os 2,16 ).

E pensare che si parla di un popolo riottoso e infedele, che si è "prostituito" a molti idoli!

Dunque questa relazione porta in se stessa una benedizione che nessun credente può negare.

Non c'è affatto bisogno del sacramento per "nobilitare" una sorta di peccaminosa "debolezza" che farebbe parte della natura umana.

Quando diciamo dunque che nel sacramento cristiano la relazione dell'uomo e della donna si consegna all'obbedienza dell'evangelo, in un primo senso ciò significa che essa intende esplicitamente porsi sotto il segno della benedizione originaria che l'ha suscitata.

Poiché è vero che la benedizione di Dio non abbandona mai l'uomo e la donna che si amano: ma e pur vero che essi la abbandonano in molti modi.

E certamente, abbandonando tale benedizione, si trovano distanti dall'amore, impoveriti nei suoi doni, e in conflitto loro stessi.

È un'esperienza, questa sì, antica quanto l'uomo ( Gen 3,16-19 ).

Ecco dunque il primo senso della celebrazione cristiana.

Le nozze non sono benedette perché l'amore sia preservato dalla contaminazione del sesso.

Ma perché in molti modi l'uomo e la donna sanno di non essere all'altezza di ciò che la loro relazione dischiude.

E dunque la pongono fin dall'inizio sotto il segno di quel principio che riscatta l'amore dalla malignità dell'egoismo e della prevaricazione che lo minacciano quotidianamente.

Ma c'è un secondo senso, ancora più importante: benché reso praticamente irrilevante dal costume ecclesiastico corrente.

In esso risiede infatti, propriamente, la singolarità evangelica del matrimonio cristiano.

Tale senso consiste nell'accoglienza sincera, umile e affettuosa del legame che unisce l'amore dei credenti con la responsabilità dell'evangelo.

I discepoli del Signore infatti sono coloro che, avendo ricevuto dal Signore molti beni, sentono l'urgenza della gratitudine: e il senso di responsabilità che l'accompagna.

Dunque consegnano il loro amore all'evangelo, accettando con gioia che il Signore se ne serva per rendere persuasivo l'amore di Dio.

In primo luogo mostrando che l'evangelo non è nemico dell'amore dell'uomo e della donna - ne del vincolo speciale che esso crea tra questi due discepoli, ne della relazione sessuale che lo contraddistingue nella sua singolarità.

( E già questo sarebbe molto oggi, ove risultasse persuasivo ).

In secondo luogo, che l'evangelo è lieto di farsi rappresentare da questo legame e da tutte le virtù che esso fa nascere nella vita degli uomini.

In altri termini, che il Signore si compiace di farsi immaginare dentro la costellazione dei simboli disegnati da questa relazione: intimità, tenerezza, fedeltà, comunione, procreazione, cura, dedizione e sacrificio della vita. se necessario.

Canonico: celebrato davanti alla Chiesa;

civile: celebrato davanti allo Stato;

misto: celebrato tra un battezzato cattolico e un battezzato non cattolico;

naturale: celebrato tra due non battezzati

attentato: si dice di un … invalido contratto in mala fede da almeno uno dei coniugi.

… all'interno del clan o del gruppo familiare

Come il parente più stretto: secondo l'uso patriarcale, il matrimonio avviene all'interno del clan ( Tb 4,12-13 e il racconto del matrimonio di Isacco Gen 24 ).

Anche la legge del levirato ( Dt 25,5+ ) forse deriva da questa stessa tradizione.

Per le tribù stabilitesi nella Palestina, questa consuetudine assicurava la stabilità delle parti fissate nella spartizione della terra di Canaan ( Nm 36 ).

Nella diaspora, manteneva il senso di conservare nell'ambito della stessa parentela i beni di famiglia, oltre la volontà di restare fedeli all'antico diritto di Israele.

Tb 6,12

… misto

I matrimoni con donne straniere non erano proibiti nell'antico Israele ( Gen 41,45; Gen 48,5s; Nm 12,1; Rt 1,4; 2 Sam 3,3 ).

Furono proibiti dal Dt, per combattere l'idolatria che le donne pagane rischiavano di introdurre nei loro focolari ( Dt 7,1-4; Dt 23,4s ).

Dopo l'esilio il pericolo si aggravò, forse perché i reduci erano nella maggior parte uomini.

Il motivo della rottura con i popoli vicini è ancora religioso ( Esd 9,1.11 ), ma ne va sorgendo un altro: la preoccupazione della purezza del sangue ( Esd 9,2 ).

Esd 9,1

… di un cristiano con un non credente

Per il fatto della sua unione a un membro del popolo santo, il coniuge non credente è congiunto in certo modo al vero Dio e alla sua Chiesa.

E i figli che nascono da tale unione sono di diritto membri del popolo santo.

Si noterà che il loro battesimo non è esplicitamente menzionato.

1 Cor 7,14

… indissolubile

Data la forma assoluta dei testi paralleli ( Mc 10,11s; Lc 16,18 e 1 Cor 7,10s ), è poco verosimile che tutti e tre abbiano soppresso una clausola restrittiva di Gesù; è più probabile invece che uno degli ultimi redattori del primo vangelo l'abbia aggiunta per rispondere a una certa problematica rabbinica ( discussione tra Hiller e Shammai sui motivi che legittimano il divorzio ), evocata già dal contesto ( v 3 ), e che poteva preoccupare l'ambiente giudeo-cristiano per il quale egli scriveva.

Si avrebbe dunque qui una decisione ecclesiastica di portata locale e temporanea, come fu quella del decreto di Gerusalemme riguardante la regione di Antiochia ( At 15,23-29 ).

Il significato di porneia orienta la ricerca nella stessa direzione.

Alcuni vogliono vedervi la fornicazione nel matrimonio, cioè l'adulterio, e trovano qui il permesso di divorziare in un caso simile; così le chiese ortodosse e protestanti.

Ma in questo senso ci si sarebbe aspettati un altro termine, moicheia.

Al contrario porneia, nel contesto, sembra avere il senso tecnico della zenûy o « prostituzione » degli scritti rabbinici, riguardante qualsiasi unione resa incestuosa da un grado di parentela proibito secondo la legge ( Lv 18 ).

Tali unioni, contratte legalmente tra i pagani o tollerate dagli stessi giudei nei confronti dei proseliti, hanno dovuto causare difficoltà, quando queste persone si sono convertite, in ambienti giudeo-cristiani legalisti come quello di Mt: da cui l'ordine di rompere tali unioni irregolari che poi erano solo falsi matrimoni.

Un'altra soluzione ritiene che la licenza accordata dalla clausola restrittiva non sia quella del divorzio, ma della « separazione » senza seconde nozze.

Una tale istituzione era sconosciuta al giudaismo, ma le esigenze di Gesù hanno richiesto più di una soluzione nuova e questa è già chiaramente supposta da Paolo in 1 Cor 7,11

Mt 19,9

… e verginità

Paolo non tratta del matrimonio e della verginità in generale, ma risponde, forse punto per punto, ai quesiti che gli sono posti.

Successivamente tratta: delle persone sposate ( La coppia cristiana vv 1-11; il matrimonio tra cristiani e pagani vv 12-16 ) e delle persone non sposate ( le vergini vv 25-35; i fidanzati vv 36-38; le vedove vv 39-40 ).

Il principio generale per la soluzione dei problemi posti è sviluppato nei vv 17.20.24; ciascuno rimanga nella situazione in cui si trovava quando è stato chiamato.

Ma il piano non è rigoroso: la verginità è ricordata spesso anche a proposito del matrimonio e viceversa.

Paolo suggerisce così la complementarietà di questi due stati che non si possono comprendere l'uno senza l'altro.

Oppure: « Vengo ora a ciò che voi mi avete scritto, cioè che è bene per l'uomo astenersi dalla donna ».

In ogni modo Paolo riconosce la validità di questa opinione per i celibi ( è meglio che rimangano così, v 8 ), ma ne contesta l'applicazione alle persone sposate e cui viene sconsigliata la continenza ( vv 2-5 ).

1 Cor 7,1

… immagine dell'alleanza Jahvè-Israele

Nella linea delle azioni simboliche dei profeti ( Ger 18,1+ ), è la vita stessa di Osea che rivela qui il mistero del disegno di Dio.

Osea ha amato e ama ancora una donna, che ha risposto al suo amore con un tradimento.

Così il signore ama sempre Israele, benché sposa infedele, e dopo averla messa alla prova le ridarà le gioie del primo amore e renderà incrollabile e indefettibile l'amore della sua sposa ( Os 1-3 ).

Forse già prima di Osea si qualificava come prostituzione il culto che i cananei rendevano ai loro idoli, a motivo delle pratiche di prostituzione sacra che vi erano associate ( Es 34,15 ).

Imitando la loro idolatria, anche Israele si prostituisce ( Es 34,16 ).

Osea è invece il primo a rappresentare con l'immagine dell'unione coniugale i rapporti del signore con il suo popolo dopo l'alleanza del Sinai, e a qualificare il tradimento idolatrico di Israele non solamente come prostituzione, ma come adulterio.

Dopo di lui il tema sarà ripreso dai profeti ( Is 1,21; Ger 2,2; Ger 3,1; Ger 3,6-12 ).

Ezechiele lo sviluppa in due grandi allegorie ( Ez 16; Ez 23 ).

La seconda parte di Isaia presenterà la restaurazione d'Israele come la riconciliazione d'una sposa infedele ( Is 50,1; Is 54,6-7; Is 62,4-5 ).

Bisogna forse vedere la relazione del Signore con Israele anche nelle immagini nuziali del Cantico dei Cantici e del Sal 45.

Infine, nel N. T. Gesù, presentando l'era messianica come uno sposalizio ( Mt 22,1-14; Mt 25,1-13 ), e soprattutto qualificandosi egli stesso come lo sposo ( Mt 9,15; Gv 3,29 ), mostra che l'alleanza nuziale tra Dio e il suo popolo si realizza pienamente nella sua persona.

Anche san Paolo utilizzerà questo tema ( 2 Cor 11,2; Ef 5,25-33; 1 Cor 6,15-17 ), che sarà ripreso per ultimo in Ap 21,2.

Os 1,2

… immagine dell'unione Cristo-Chiesa

I vv 23-32 stabiliscono tra il matrimonio umano e l'unione del Cristo con la Chiesa un parallelo da cui i due termini raffrontati si rischiarano a vicenda: il Cristo può essere detto sposo della Chiesa perché è suo capo e la ama come il suo proprio corpo, così come avviene tra marito e moglie; questo paragone, una volta ammesso, fornisce in cambio un modello ideale al matrimonio umano.

Un tale simbolismo immerge le sue radici nell'A. T. che rappresenta spesso Israele come la sposa di Jahvè ( Os 1,2+ ).

Ef 5,23

Schedario biblico

Indissolubilità del matrimonio D 41
« Mistero » del matrimonio D 42
v. Sposi

Magistero

Leone XIII Enciclica - Quam religiosa -16-8-1898

C.E.I. Nota p. - Evang. e sacr. del Matrimonio - 20-6-1975

Il consenso matrimoniale è un impegno in un vincolo di amore dove, nello stesso dono, si esprime l'accordo delle volontà e dei cuori per realizzare tutto quello che è e significa il matrimonio per il mondo e per la Chiesa.

Discorso Giovanni Paolo II
28-1-1982

L'amore coniugale è radicato nell'amore divino e dev'essere creativo e a sostegno della vita.

Discorso Givaonni Paolo II
24-9-1983

P. Cons. Famiglia - Preparazione al Sacramento del Matrimonio - 13-5-1996

C'è bisogno di famiglie che non si lascino travolgere da moderne correnti culturali ispirate all'edonismo e al relativismo, e siano pronte piuttosto a compiere con generosa dedizione la loro missione nella Chiesa e nella società.

Angelus Benedetto XVI
8-10-2006

« Possiamo dire qualcosa sull'amore sponsale di Gesù con la Chiesa »

Un amore che ha « tre caratteristiche: è fedele; è perseverante, non si stanca mai di amare la sua Chiesa; è fecondo ».

Meditazione Francesco
2-6-2014

Nel « matrimonio, così, l'uomo e la donna sono a immagine e somiglianza di Dio ».

Tanto che a chi si domanda: « come è Dio? », si può suggerire di guardare « quel matrimonio che da tanti anni va insieme, lotta e fa figli e va avanti: guarda, Dio è così! ».

Meditazione Francesco
25-5-2018

Nel progetto originario del Creatore, non c'è l'uomo che sposa una donna e, se le cose non vanno, la ripudia.

No. Ci sono invece l'uomo e la donna chiamati a riconoscersi, a completarsi, ad aiutarsi a vicenda nel matrimonio.

Angelus Francesco
7-10-2018

Concilio Ecumenico Vaticano II

Oggi: sussidi, offuscamenti, turbamenti, problemi, valori e solidità; intenzione del Concilio Gaudium et spes 47
Diritto inalienabile dell'uomo al … Gaudium et spes 87
Il … principio e fondamento della società umana Apostolicam actuositatem 11
Santità del …: il patto coniugale, atto umano e ordinamento divino, fini del …, fedeltà e indissolubilità, il sacramento del … e la grazia Gaudium et spes 48
… e spiritualità dei laici Apostolicam actuositatem 4
valori religiosi del … partecipazione all'ufficio profetico e sacerdotale di Cristo Lumen gentium 7
  Lumen gentium 11
  Lumen gentium 34
  Lumen gentium 35
  Lumen gentium 41
  Optatam totius 10
missione del sacramento Unitatis redintegratio 3
L'amore coniugale Gaudium et spes 49
v. Amore coniugale
Fecondità del … ordinato per sua natura alla procreazione ed educazione della prole; il mutuo amore Gaudium et spes 50
v. Procreazione; Regolazione delle nascite
Dovere di tutti di collaborare al bene del …, autorità civili, cristiani, sacerdoti, laici, coniugi Gaudium et spes 52
Rito: il … può essere benedetto dal diacono Lumen gentium 29
rito liturgico da riformare Sacrosanctum concilium 77
  Sacrosanctum concilium 78
… e formazione sacerdotale: conoscenza della dignità e dei doveri del … Optatam totius 10
… e diaconato Lumen gentium 29
… e fratelli separati: … misti con gli Orientali Orientalium ecclesiarum 18
… e contributo al movimento ecumenico Unitatis redintegratio 6
v. Coniugi; Famiglia; Figli; Genitori

Catechismo della Chiesa Cattolica

« L'uno per l'altro » - « una unità a due» 372
Il mistero pasquale nei sacramenti della Chiesa 1113
« I sette sacramenti della Chiesa » 1210
I Sacramenti del servizio della comunione 1534
Il Sacramento del Matrimonio 1601ss
Promesse e voti 2101
Natura della famiglia 2201ss
Doveri dei genitori 2225
« Maschio e femmina li creò… » 2333
Le diverse forme della castità 2350
L'amore degli sposi 2360ss
Servitori della preghiera 2685
Comp. 502
Istituzione divina Comp. 234; 337-340
Sacramento Comp. 321; 341-350
Misto Comp 345
Con disparità di culto Comp 345

Rinnovamento catechesi

 

La partecipazione alle celebrazioni liturgiche 45
Un'attenzione particolare ai temi riguardanti la famiglia 98
La famiglia 151
Il cristiano è un catechista 183
I genitori e i padrini 195
Tra i laici cristiani 196

Codice Diritto Canonico

definizione 1055 § 1
per i battezzati è sempre sacramento 1055 § 2
proprietà essenziali 1056
consumazione del matrimonio 1061
impedimenti, pubblici e occulti 1073
  1074
chi li può dichiarare o costituire 1075
quando l'Ordinario può vietare ai sui sudditi la celebrazione del .. 1077
da quali impedimenti li può dispensare, quali sono riservati alla Sede Apostolica 1078
v. Dispensa; Impedimenti
annotazioni della dispensa 1081
  1082
chi p incapace di contrarre 1095
vizi del consenso: ignoranza 1096
errore 1097
  1099
dolo 1098
simulazione 1101
condizioni circa il presente o il passato 1102
violenza o timore grave 1103
è richiesta la presenza dei coniugi per la validità personale o per procuratore, e l'espressione del consenso 1104
anche in presenza di un impedimento o di un difetto di forma il consenso si presume perseverare 1107
v. Consenso
forma della celebrazione del … 1108
forma straordinaria in pericolo di morte o di assenza per un mese di chi possa assistere 1116
la si deve osservare anche quando uno solo dei contraenti è battezzato nella Chiesa cattolica 1117
assistenza: dell'Ordinario del luogo e del parroco 1109
dell'ordinario e del parroco personale in forza dell'ufficio 1110
delega generale e speciale a sacerdoti e diaconi, formalità 1111
delega ai laici, condizioni 1112
accertamento previo dello stato libero 1113-1114
luogo della celebrazione 1115
  1118
rito 1119-1120
annotazioni 1121-1123
effetti del …: vincolo 1134
diritto-dovere circa la comunità di vita coniugale 1135
dovere gravissimo e diritto primario all'educazione dei figli 1136
figli legittimi e presunti tali 1137
  1138
legittimazione per susseguente matrimonio 1139
i legittimati sono in tutto equiparati ai figli legittimi 1140
scioglimento del vincolo 1141
v. Processi per la dispensa super rato; Privilegio paolino; Privilegio della fede
separazione personale 1151
cause legittime di separazione 1152
sostentamento ed educazione dei figli 1154
esortazione al coniuge innocente 1155
v. Cause di separazione
convalidazione semplice del … 1156
rinnovazione del consenso 1157
quando il … è irrito per impedimento pubblico o occulto 1158
per difetto di consenso 1159
v. Consenso
per difetto di forma 1160
v. Sanazione in radice
cura pastorale del …: assistenza dei Pastori d'anime 1063
  1064
ricezione previa del sacramento della confermazione, della penitenza e dell'Eucaristia 1065
esame degli sposi 1067
casi in cui è necessaria la licenza dell'Ordinario per la celebrazione:
… di girovaghi;
… che civilmente non si possono celebrare;
di chi ha contratto obblighi naturali da una precedente unione;
di chi ha notoriamente abbandonato la fede cattolica;
di chi è vincolato da una censura;
dei minori i cui genitori non sono informati o ragionevolmente contrari;
… per procura
1071
per la licenza a chi ha notoriamente abbandonato la fede cattolica, l'Ordinario si attenga alle condizioni per concedere la licenza di … misti 1071 § 2
  1125
misto 1124
promesse e dichiarazioni della parte cattolica 1125
forma canonica: … con una parte non cattolica di rito orientale 1127
dispensa della forma per gravi difficoltà 1127 § 2
divieto di procedere a due celebrazioni distinte e dall'assistenza contemporanea dei ministri cattolico e non cattolico 1127 § 3
le norme sulla forma valgono anche per i … celebrati con dispensa dall'impedimento di disparità di culto 1129
segreto 1130
ambito del segreto 1131
quando cessa l'obbligo del segreto 1132
annotazione 1133
per procura: per la validità si richiede un mandato speciale, la designazione del procuratore da parte del mandante, che il mandato sia valido, non revocato dal mandante 1105
per interprete, deve constare al parroco la fedeltà dell'interprete 1106

Compendio della dottrina sociale

Gaudium et spes e temi del matrimonio 96
Gesù e dignità dell'istituto matrimoniale 210
Famiglia fondata sul matrimonio 211
Famiglia, persona e matrimonio 212
Matrimonio e libera volontà dei coniugi 215
Matrimonio e ordinamento divino 215
Diritto naturale al matrimonio 216
Caratteristiche del matrimonio 216; 217
Poligamia e matrimonio 217
Matrimonio e figli 218
Matrimonio, sacramento di grazia 219
Matrimonio e realtà umana dell'amore 220
Coniugi e significato del matrimonio 220
Amore e matrimonio 221
Identità sessuale e bene del matrimonio 224
Indissolubilità del rapporto matrimoniale 225
Divorziati risposati e matrimonio 226
Unioni di fatto e matrimonio 227
Unioni omosessuali e matrimonio 228
Legislazione e matrimonio 229
Famiglia, matrimonio e vita 231
Nascituro, famiglia e matrimonio 235
Matrimonio delle bambine 245
Politiche familiari, famiglia e matrimonio 253
Difesa del matrimonio e sviluppo 553
Discernimento, famiglia e matrimonio 569

Summa Teologica

Ufficio di natura Spl q. 41
Sacramento Spl q. 42
Fidanzamento o sponsali Spl q. 43
Definizione Spl q. 44
Consenso Spl q. 45-48
Beni Spl q. 49
Impedimenti Spl q. 50-62
Seconde nozze Spl q. 63
Annessi Spl q. 64
Poligamia Spl q. 65
Bigamia Spl q. 66
Libello di ripudio Spl q. 67
Prole illegittima Spl q. 68