Missione
La missione è il compito affidato da Gesù Cristo ai suoi discepoli e alla Chiesa: "Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo" ( Mt 28,19 ). Questa missione si fonda sull'invio del Figlio diventato uno di noi: mediatore perfetto tra Dio e gli uomini, Gesù è colui nel quale Dio rivela pienamente il suo amore. Sta qui l'inizio di ogni missione: nella comunicazione che Dio fa di sé agli uomini. La missione si identifica con l'invio del Figlio, cioè con un avvenimento che ha come scopo la "gloria" di Dio e la salvezza degli uomini. Gesù quindi è il primo e più grande missionario e porta a compimento la sua missione con la sua vita e la sua morte. La missione pasquale di Gesù si completa nel dono dello Spirito: con la Pentecoste ha inizio la missione animata dallo Spirito, che proclama Gesù come salvatore di tutti. La Chiesa è il frutto di questo dinamismo: essa è per sua natura missionaria e cioè, quale luce del mondo e sale della terra, è strumento della redenzione di tutti. Per questo i Padri hanno parlato della Chiesa come della comunità dei giusti, da Abele all'ultimo giusto, o ancora come della comunità che parla le lingue di tutti gli uomini e in cui ognuno si sente a casa propria. La stessa affermazione tradizionale che "fuori della Chiesa non c'è salvezza" ( v. Chiesa ) ha il suo vero senso non nel limitare la salvezza ai confini della Chiesa, ma nell'impegnare la Chiesa ad andare verso gli orizzonti universali dell'amore di Dio. |
|
Missione e missioniParlare di missione, al singolare, significa evocare un compito ricevuto. Parlare di missioni, al plurale, significa riferirsi all'attuazione concreta di tale compito lungo la storia. Sia la missione che le missioni stanno al cuore della vita della Chiesa. Si potrebbe dire che ne sono "il tormento e l'estasi", la passione e il duro impegno, la grazia e la responsabilità. Questo è vero da 2.000 anni, anche se, lungo i due millenni, molte cose sono cambiate, e quindi anche il volto della missione ne ha risentito. Il fatto è che il compito perenne deve fare i conti con una situazione sempre mutevole. Come dunque tradurlo nel modo più appropriato e adeguato? E nel medesimo tempo, come tener fede al compito nei suoi termini essenziali, indicati da Gesù Cristo stesso ai suoi apostoli? Qualche datoForse conviene cominciare da alcuni dati. Su circa cinque miliardi e mezzo di abitanti della terra, i cristiani superano di poco il miliardo e 848 milioni, di cui 958.381.000 cattolici. I musulmani sono 960 milioni, 750 milioni gli indù, 350 milioni i confuciani e altrettanti i buddisti. L 'impegno missionario della Chiesa italiana nel mondo vede all'opera circa 16 mila missionari, di cui circa 7450 suore e 6450 religiosi. Seguono 1054 preti "fidei donum" ( e cioè sacerdoti diocesani messi a disposizione per la cooperazione tra le Chiese ) e circa un migliaio di volontari laici. Non vanno dimenticate alcune comunità monastiche collocate in terra di missione. I missionari italiani sono presenti in 47 nazioni dell'Africa, 22 nazioni dell'America Latina, 17 nazioni dell'Asia e 8 dell'Oceania. Guardando più da vicino i numeri, occorre notare che i nostri missionari in America Latina e in America Centrale sono circa 7500, in Africa 4950, in Asia 1730, in Oceania 197. Vi è dunque un massimo di presenza in America Latina e un minimo di presenza in Asia. Qui, peraltro, vive oltre la metà dell'umanità e i cattolici non raggiungono il 3% della popolazione, mentre tutti i cristiani delle varie confessioni raggiungono circa il 5%. Queste cifre dicono che la missione, dopo 2000 anni, è ancora all'inizio e che essa ha davanti a sé una lunga strada da percorrere e sfide sempre nuove da affrontare, in particolare quelle proposte dal continente asiatico. Dicono anche un'altra cosa: che, insieme alle figure classiche dei missionari, sono ora presenti anello figure nuove: quelle dei preti "fidei donum " e quelle del laicato missionario. Dietro alle cifre relative alle "persone" missionarie sta un problema che la Chiesa non può sottovalutare: in questi anni non diminuiscono, e anzi si accrescono, gli aiuti materiali alle missioni; a questo fatto positivo se ne affianca però uno negativo: diminuiscono le partenze dei missionari rispetto al passato. Questo dato è un problema perché, se le missioni attendono qualche obolo, hanno assoluto bisogno di persone. Alcune sfidePassiamo dai dati alle sfide, che sono molte, grandi e, nel medesimo tempo, appassionanti. Un simposio teologico, svoltasi recentemente a Kinsliasa ( Zaire ), ne ha messo in evidenza soprattutto tre ( gli Atti in Le sfide missionarie del nostro tempo, Emi, Bologna, 1996 ). a) La prima sfida si chiama inculturazione. Da sempre la Chiesa ha dovuto affrontare questa sfida perché l'attività missionaria l'ha fatta incontrare con molte culture. Oggi, però, essa è particolarmente urgente. E non si tratta di un compito facile, anzi, richiede tempi lunghi, molta riflessione e molta esperienza missionaria concreta. Si tratta infatti della "intima trasformazione degli autentici valori culturali mediante l'integrazione nel Cristianesimo e il radicamento del Cristianesimo nelle varie culture" ( Redemptoris missio, 52b ). Attraverso l'inculturazione "la Chiesa incarna il Vangelo nelle diverse culture e, nello stesso tempo, introduce i popoli con le loro culture nella sua stessa comunione; trasmette a esse i propri valori, assumendo ciò che di buono c'è in esse e rinnovandole dall'interno" ( Redemptoris missio, 52b ). Ci sono voci africane e indiane che stanno offrendo il loro contributo, anche teologico, su questo punto. È ormai chiaro che portare il Vangelo non significa esportare l'Occidente; è piuttosto rendere sempre attuale il mistero dell'incarnazione di Cristo a tutte le latitudini. b) Una seconda sfida e quella del dialogo interreligioso. A prima vista il termine dialogo sembra contrapporsi a quello di missione. Il primo sembra evocare rispetto, il secondo sembra sinonimo di conquista. Ma non è così. La Chiesa sa che Dio vuole salvi tutti gli uomini in Cristo. E sa che, lungo la storia, "Dio non manca di rendersi presente in tanti modi non solo ai singoli individui, ma anche ai popoli mediante le loro ricchezze spirituali, di cui le religioni sono precipua ed essenziale espressione, pur contenendo lacune, insufficienze ed errori" RM, 55a ). Attraverso il dialogo "la Chiesa intende scoprire i 'germi del Verbo', i 'raggi della verità che illuminano tutti gli uomini', germi e raggi che si trovano nelle persone e nelle tradizioni religiose dell'umanità. Il dialogo si fonda sulla speranza e la carità e porterà frutti nello Spirito " ( RM, 55a ). Mettendo in atto questo dialogo, la Chiesa, mentre "riconosce volentieri quanto c'è di vero e di santo nelle tradizioni religiose del Buddismo, dell'Induismo e dell'Islam", conferma "il suo dovere e la sua determinazione a proclamare senza esitazione Gesù Cristo, che è "la via, la verità e la vita", rinnova il suo "appello alla fede e al battesimo che Dio vuole per tutti i popoli" perché sa che "Dio, in Cristo, vuole comunicare a tutte le genti la pienezza della sua rivelazione e del suo amore" ( RM, 55a ). Come è facile capire, è soprattutto l'Asia il luogo di questa straordinaria sperimentazione del dialogo interreligioso. Essa infatti è un continente profondamente religioso e conosce anche presenze cristiane significative ( penso al Kerala in India, alle Filippine, alla vivace comunità coreana ), ma - a tutt'oggi - piuttosto estraneo al cristianesimo. Qualcuno sottolinea che l'Asia sarà il luogo di una grande sfida per il futuro missionario della Chiesa. A portarla avanti, in unione con tutta la Chiesa cattolica, sono chiamati soprattutto i cristiani asiatici. E il giorno in cui la Cina si dovesse riaprire al cristianesimo, un nuovo vastissimo campo si aggiungerebbe a quelli dell'India, della Thailandia, del Giappone e di tante altre nazioni. c) Una terza sfida è quella della povertà. Non si può dimenticare che il Sud del mondo, schiacciato dalla povertà, ha ricevuto la missione dal Nord del mondo, e cioè dai Paesi ricchi. In questo dato sta un grande problema. L'esperienza dei missionari è sempre stata, ed è tuttora, quella di stare accanto ai poveri ( e spesso di essere gli unici a farlo ). Essi, mentre annunciano il Vangelo e la salvezza di Dio promessa anzitutto ai poveri, diventano promotori di sviluppo per le popolazioni tra le quali vivono e operano. Il segno di questa cooperazione allo sviluppo è ben visibile in tante opere messe in atto dai missionari ( scuole, ospedali, tipografie, università, fattorie agricole sperimentali ecc. ). Ma la più rilevante cooperazione della Chiesa sta nel suo lavoro di "formazione delle coscienze, di maturazione della mentalità e dei costumi" perché "è l'uomo il protagonista dello sviluppo: non il denaro o la tecnica" ( RM, 58c ). "Col messaggio evangelico la Chiesa offre una forza liberante e/autrice di sviluppo proprio perché porta alla conversione del cuore, fa riconoscere la dignità di ciascuna persona, dispone alla solidarietà, all'impegno, al servizio dei fratelli, inserisce l'uomo nel progetto di Dio, che è la costruzione del Regno di pace, di giustizia a partire già da questa vita" ( RM, 59 ). Negli scorsi decenni, soprattutto la riflessione teologica e la prassi ecclesiale dell'America Latina hanno stimolato i cristiani a fare i conti, nel nome del Vangelo, con il dramma della povertà. d) Alle sfide fin qui ricordate, altre se ne dovrebbero aggiungere, come per esempio, quella delle Sette, presenti un po' dappertutto. E inoltre la Chiesa deve fare i conti con altri fenomeni recenti, come la trasformazione dell'Europa cristiana in una società multietnica e multireligiosa, sia per la presenza dell'Islam, sia ( e questo dato è inedito ) per il diffondersi di esperienze religiose provenienti dall'estremo Oriente. Le sfide potrebbero essere considerate con un senso di paura. Ma non è questo lo stato d'animo della Chiesa, che ripone la sua totale fiducia nel Signore Gesù Cristo. Piuttosto essa si sente sempre nuovamente interpellata a capire fino infondo il Vangelo che le è stato donato. In tal modo le sfide, che sono certamente un rischio, possono diventare un fattore di maturità per i cristiani. Risalendo all'origineQuanto ho detto fin qui ha fatto riferimento soprattutto alle missioni ( al plurale ). Va detta una parola più esplicita sulla missione ( al singolare ). Ci si deve cioè chiedere da dove abbia avuto origine questa attività che la Chiesa sta portando avanti da 2000 anni. La risposta è facile. Gesù Cristo ha detto ai suoi discepoli: "Andate e annunciate il Vangelo a tutte le creature, battezzandole nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo" ( Mt 28,19-20 ). L'iniziativa missionaria della Chiesa non ha dunque origine da un progetto umano, ma da un mandato divino. Si può andare per il mondo sospinti dai motivi più disparati: per lavorare, per realizzare grandi imprese civili, per conoscere popoli e culture, per fare turismo, per combinare affari, magari per fare la guerra ecc. La Chiesa missionaria non è spiegata da nessuno di questi motivi ( nemmeno da quelli più positivi ), ma solo da una vocazione che ha trasformato i primi discepoli di Cristo in "apostoli " ( un termine che, in greco, significa precisamente "inviati " ). Essi sono partiti non per portare se stessi, ma qualcuno che avevano incontrato e aveva cambiato la loro vita svelando, come nessun altro prima, il vero volto di Dio e le sue intenzioni meravigliose sulla vita di quel piccolo essere chiamato uomo. Andando fino agli estremi confini della terra ed entrando nella vita di tutte le nazioni essi avevano, fin dall'inizio, la consapevolezza che quanto portavano con la loro testimonianza non riguardava semplicemente qualche gruppo particolare o qualche nazione a esclusione di altre. Era piuttosto lo svelamento pieno di ciò per cui l'uomo - ogni uomo - è stato creato. Gesù Cristo li aveva aiutati a capire che Dio è amore e che nessun uomo è escluso da tale amore. Andare in missione voleva dire portare questo "evangelo ", e cioè una notizia lieta, capace di fondare una speranza per gli uomini di ogni tempo e di ogni luogo, di ogni condizione sociale e politica, culturale e religiosa. Se queste sono le intenzioni che spiegano la partenza dei primi "apostoli", sono anche la più coerente e vigorosa motivazione per gli "apostoli "che partono oggi. Essi stessi hanno naturalmente bisogno di richiamarsi sempre al fondamento reale della loro esperienza e ai contenuti decisivi del loro annuncio. La storia delle missioni, che comprende tanti eroismi ed è segnata da una straordinaria saggezza, lascia trasparire anche le debolezze degli uomini e le loro inadeguatezze rispetto al compito ricevuto. Resta perciò sempre vero che quanti annunciano il Vangelo sono chiamati per primi a farsi discepoli del Vangelo che proclamano e a convertirsi a esso. Il primo missionarioC'è un ultimo passo da accennare, in questa riflessione sulla missione e le missioni. Si riferisce al primo inviato, che è Gesù Cristo stesso. Egli è il Figlio di Dio fatto uomo. Secondo la fede cristiana egli è Dio con il Padre e lo Spirito Santo e, per volontà del Padre, si è fatto uomo. Egli è dunque il primo missionario. Questo fatto apre su un orizzonte ignoto all'uomo, se non fosse Dio stesso a rivelarglielo. Il Dio cristiano è un Dio missionario. Lo è perché Amore. Spinto dall'amore per l'uomo, decide di entrare nella storia dell'uomo. Lo fa attraverso l'incarnazione del Figlio, così che Dio si unisca in maniera piena all'uomo e l'uomo possa entrare pienamente nella comunione con Dio. E anche lo Spirito Santo riceve una missione: viene effuso nel cuore di ogni credente in Cristo perché la fisionomia del Figlio di Dio risplenda sul volto di ogni figlio dell'uomo. Se dunque il fondamento prossimo della missione sta nell'invio degli apostoli da parte di Gesù Cristo, il fondamento ultimo, che coinvolge Cristo stesso, sta nel mistero della SS. Trinità. In questo senso si può dire elle il missionario in partenza per questo o quel continente ha una spiegazione segreta di quanto fa. A chi gli chiedesse di esplicitarla, egli potrebbe rispondere che parte a causa di Dio Padre, e cioè per aver conosciuto un Dio che e amore e misericordia per l'uomo. Certo, se va in Africa, il missionario pensa con amore all'uomo africano: ma quell'amore ha una radice divina. Perciò, incontrando l'africano, lo guarderà con gli occhi e il cuore di Dio. E se gli chiedessero di spiegarsi ancor meglio, potrebbe rispondere che egli parte a causa di Gesù Cristo: come egli si è incarnato, così il missionario vuole farsi tutto a tutti, a imitazione di Cristo. Coloro che incontrerà sul suo cammino troveranno in lui una specie di "quinto Vangelo", e cioè il farsi esperienza e vita quotidiana di quanto sta scritto nei quattro Vangeli. E se gli chiedessero di approfondire ancor di più il perché del suo partire, potrebbe rispondere che nel suo cuore è stato riversato l'amore del Padre e di Cristo. Lo ha fatto lo Spirito Santo, che, nel seno della Trinità, è l'amore del Padre e del Figlio. La presenza dello Spirito Santo diventa, nella persona stessa del missionario, una sorgente inesauribile di amore per l'uomo: ne stanchezza, ne delusione, ne opposizione basteranno a inaridire la sorgente perché essa non e soltanto umana, ma divina. Come si vede, nessun uomo ha da temere questo segreto della missione cristiana perché essa è, sin dalla sua radice trinitario, soltanto volontà di amore per ogni uomo. In realtà, questo segreto è benedizione per tutti. Dedico l'osservazione conclusiva alla Chiesa italiana. Per molti segni che va offrendo essa si dimostra sensibile al problema missionario. Ma ciò non deve fare velo a una urgenza molto grande: lo spirito missionario è tanto più vero e presente quanto più diventa, per i cristiani, gioia di essere tali, gratitudine a Dio che li ha chiamati, passione per annunciare e irradiare il Vangelo lì dove si vive. Quando Giovanni Paolo il parla della "nuova evangelizzazione" dice apertamente che anche l'Italia ( e più ampiamente l'Occidente di antica tradizione cristiana ) è terra di missione. E qui stanno pure grandi sfide alla missione. Meriterebbero un capitolo a parte. Una cosa è certa: quanto più il tema e la prospettiva missionaria vengono tenuti in primo piano da parte della Chiesa, essa si mette in grado di affrontare il suo compito di educazione alla fede e di consolidamento della fede nella vecchia Europa. La missione guarisce la Chiesa e le da sempre nuova giovinezza. |
|
Dal verbo « mittere », « mandare, inviare ». Il termine designa prima di tutto ogni atto di invio in cui si riceve un incarico particolare da adempiere. In senso cristiano, la missione non è un incarico lasciato a qualche gruppo specializzato di inviati ( i « missionari » ); essa è parte normale di ogni vita cristiana in quanto esistenza di battezzato, quindi immersa in Cristo e nel suo Spirito e partecipe-caricata della Sua missione, che è poi anche la missione ( invio ) di tutta la Chiesa. Come Cristo e lo Spirito sono cioè stati inviati dal Padre, così anche la Chiesa e il singolo battezzato ( secondo il suo ambito di vita ) sono inviati con una missione sacerdotale, profetica e regale. In teologia trinitaria, il termine missione significa l'invio « ad extra », ossia nell'economia della storia della salvezza, da parte del Padre, delle « sussistenze » ( ipostasi; « persone » ) del Figlio e dello Spirito. Questa « missione » si distingue dalla processione: la missione è ad extra ( fuori di Dio, nel mondo ), la processione è « ad intra » ( in Dio stesso ); l'una è nel tempo storico, l'altra è « ab aeterno », dall'eternità. |
|
Disse loro: alla lettera « parlò loro dicendo ». In queste ultime istruzioni di Gesù, con la promessa che le segue, si trova condensata la missione della chiesa apostolica. Il cristo glorificato esercita sulla terra, come anche in cielo ( Mt 6,10; Gv 17,2; Fil 2,10; Ap 12,10 ), il potere senza limiti ( Mt 7,29; Mt 9,6; Mt 21,23 ), che ha ricevuto dal Padre ( Gv 3,35+ ). I suoi discepoli eserciteranno « dunque » questo stesso potere in suo nome, battezzando e formando dei discepoli nella fede. La loro missione è universale; annunziata prima al popolo di Israele ( Mt 10,5s; Mt 15,24 ), come esigeva il piano divino, la salvezza deve essere offerta ormai a tutte le nazioni ( Mt 8,11; Mt 21,41; Mt 22,8-10; Mt 24,14.30s; Mt 25,32; Mt 26,13; At 1,8+; Mt 13,5+; Rm 1,16+ ). In quest'opera di conversione universale, per lunga e laboriosa che possa essere, il Risorto sarà vincente e operante insieme ai suoi. |
Mt 28,18 |
Già Paolo ( Rm 8,3; Gal 4,4 ) e i sinottici consideravano Gesù come mandato dal Padre, ma Gv vi insiste di continuo ( Gv 3,17; Gv 5,24.36-38; Gv 8,42; Gv 9,7; Gv 11,42; Gv 17,8.21-25 ). Il Cristo viene dal Padre ( Gv 3,31; Gv 6,46; Gv 7,29; Gv 8,42 ), discende dal Padre ( Gv 3,13; Gv 6,38.42 ), dice le parole del Padre ( Gv 3,34; Gv 7,16; Gv 8,26-28; Gv 12,49-50; Gv 14,24; Gv 17,8.14 ), fa la volontà del Padre, qui le opere del Padre ( Gv 9,4; Gv 10,32-37; Gv 14,10 ). La fede ( Gv 3,12+ ) consiste nel riconoscere in lui colui che il Padre ha mandato ( Gv 7,28-29; Gv 17,21-25; Gv 19,9+ ). Gli apostoli saranno in seguito associati alla missione del Figlio ( Gv 13,20; Gv 17,18; Gv 20,21; Gv 17,20+; At 1,26+; At 22,21+; Rm 1,1+ ). |
Gv 4,34 |
Mi sarete testimoni: l'essenza della missione degli apostoli sta nel rendere testimonianza della resurrezione di Gesù ( Lc 24,48; At 2,32; At 3,15; At 4,33; At 5,32; At 13,31; At 22,15 ), anzi di tutta la sua vita pubblica ( Lc 1,2; Gv 15,27; At 1,22; At 10,39s; Rm 1,1+ ). Estremi confini del mondo: la missione degli apostoli si estende all'universo ( Is 45,14+ ). Le tappe qui segnate tracciano approssimativamente lo schema geografico degli Atti: Gerusalemme, punto di arrivo del vangelo, ne è ora il punto di partenza ( Lc 2,38+ ). |
At 1,8 |
Ti manderò lontano: « apostolo » significa « inviato ». Queste parole del Cristo equivalgono quindi alla costituzione di Paolo come apostolo ( Gal 1,1; 1 Cor 9,1; 2 Cor 12,11-12 ) e specialmente come apostolo dei pagani ( Gal 1,16; Gal 2,7-8; Rm 1,5; Rm 11,13; Rm 15,16.18; Ef 3,6-8; Col 1,25-29; 1 Tm 2,7 ), sebbene gli Atti ( se si eccettua At 14,4.14 ) riservino abitualmente questo titolo ai dodici. |
At 22,21 |
Apostolo: questo titolo di origine giudaica, che significa « inviato » ( Gv 13,16; 2 Cor 8,23; Fil 2,25 ), è applicato nel N. T. ora ai dodici discepoli scelti dal Cristo ( Mt 10,2; At 1,26; At 2,37; 1 Cor 15,7; Ap 21,14 ) per essere suoi testimoni ( At 1,8+ ), ora, in senso più largo, ai missionari del vangelo ( Rm 16,7; 1 Cor 12,28; Ef 2,20; Ef 3,5; Ef 4,11 ). Benché Paolo non sia stato incorporato nel collegio dei dodici, il suo carisma eccezionale di missione presso i pagani ( At 26,17; Rm 11,13; 1 Cor 9,2; Gal 2,8; 1 Tm 2,7 ) fa di lui un apostolo del Cristo ( Rm 1,1; 1 Cor 1,1 ) che in nulla è inferiore ai dodici, perché come essi ( At 10,41 ) ha visto il Cristo risorto ( 1 Cor 9,1 ) e ha ricevuto da lui ( Rm 1,5; Gal 1,16 ) la missione di essere suo testimone ( At 26,16 ). Pur riconoscendosi l'ultimo degli apostoli ( 1 Cor 15,9 ), Paolo sottolinea chiaramente che è uguale a loro ( 1 Cor 9,5; Gal 2,6-9 ) e che non deve a loro il suo vangelo ( Gal 1,1.17.19 ). |
Rm 1,1 |
v. Apostoli; Pietro; Paolo; Giudei e pagani; Giudei e cristiani; Cristiani e pagani | |
Schedario biblico |
|
Missione | C 54 |
Dio uno e unico | A 4 |
Vocazione dei gentili | C 19 |
Come Cristo | E 43 |
Magistero |
|
Congr. Evangeliz. - Invio all'estero dei Sacerdoti del Clero Diocesano - 25-4-2001 |
|
Sentire il Signore, avere il coraggio di spogliarci di qualcosa che ci impedisce di andare di fretta per seguirlo e infine prendere la missione |
Meditazione Francesco 5-9-2013 |
Gesù comincia la sua missione non solo da un luogo decentrato, ma anche da uomini che si direbbero, così si può dire, "di basso profilo". Per scegliere i suoi primi discepoli e futuri apostoli, non si rivolge alle scuole degli scribi e dei dottori della Legge, ma alle persone umili e alle persone semplici, che si preparano con impegno alla venuta del Regno di Dio. Anche oggi in questo momento, qui, il Signore passa per la piazza. Ci chiama ad andare con Lui, a lavorare con Lui per il Regno di Dio, nelle "Galilee" dei nostri tempi. |
Angelus Francesco 26-1-2014 |
Dunque « quando il Signore dà una missione, fa sempre entrare noi in un processo di purificazione, un processo di discernimento, un processo di obbedienza, un processo di preghiera ». |
Meditazione Francesco 13-6-2014 |
Il Vangelo dice « che chiamò a sé e mandava e dava loro poteri: nella vocazione dei discepoli, il Signore dà il potere: il potere per cacciare gli spiriti impuri per liberare, per guarire. La liberazione a tutti quelli che sono oppressi e per annunziare l'anno di grazia, l'anno di gioia |
Meditazione Francesco 5-2-2015 |
E « la prima cosa che chiede Gesù è di andare, non rimanere in Gerusalemme: "Andate in tutto il mondo, proclamate il Vangelo a ogni creatura" ». È un invito a « uscire, andare ». Del resto, ha fatto notare il Papa, « il Vangelo è proclamato sempre in cammino: mai seduti, sempre in cammino, sempre ». Uscire, dunque, per andare « dove Gesù non è conosciuto o dove Gesù è perseguitato o dove Gesù è sfigurato, per proclamare il vero Vangelo ». |
Meditazione Francesco 25-4-2017 |
Si tratta, ha spiegato, del « segno dell'evangelizzazione, è un segno della Chiesa ». E ancora: « la vocazione della Chiesa è evangelizzare; è la grande sua consolazione: evangelizzare ». E ha ribadito: « Ascoltare, conoscere l'inquietudine della nostra gente ». |
Meditazione Francesco 4-5-2017 |
L'Ascensione di Gesù al cielo costituisce perciò il termine della missione che il Figlio ha ricevuto dal Padre e l'avvio della prosecuzione di tale missione da parte della Chiesa. Da questo momento, dal momento dell'Ascensione, infatti, la presenza di Cristo nel mondo è mediata dai suoi discepoli, da quelli che credono in Lui e lo annunciano. |
Angelus Francesco 28-5-2017 |
Lo Spirito Santo sostenga la missione della Chiesa nel mondo intero e dia forza a tutti i missionari e le missionarie del Vangelo. | Angelus Francesco 4-6-2017 |
Nessun cristiano annuncia il Vangelo "in proprio", ma solo inviato dalla Chiesa che ha ricevuto il mandato da Cristo stesso. |
Angelus Francesco 15-7-2018 |
Vedere, avere compassione, insegnare. Li possiamo chiamare i verbi del Pastore. |
Angelus Francesco 22-7-2018 |
Le caratteristiche della missione. La prima – abbiamo già visto –: pregate; la seconda: andate; e poi: non portate borsa né sacca …; dite: "Pace a questa casa" … restate in quella casa … |
Angelus Francesco 7-7-2019 |
Concilio Ecumenico Vaticano II |
|
Nella Chiesa c'è una unità di … | Apostolicam actuositatem 2 |
Come i laici partecipano alla … della Chiesa | Apostolicam actuositatem 29 |
Canonica: dei Vescovi, come può essere fatta | Lumen gentium 24 |
dei sacerdoti | Lumen gentium 28 |
Presbyterorum ordinis 1 | |
Presbyterorum ordinis 7 | |
Presbyterorum ordinis 8 | |
dei catechisti nelle Missioni | Ad gentes 17 |
Catechismo della Chiesa Cattolica |
|
Degli Apostoli | |
La vita dell'uomo - conoscere e amare Dio | 2 |
« Le chiavi del Regno » | 551ss |
La missione degli Apostoli | 858ss |
Il Battesimo di Cristo | 1223 |
Della Chiesa | |
Trasmettere la fede - la catechesi | 6 |
Le operazioni divine e le missioni trinitarie | 257 |
Gesù Cristo | 730 |
Lo Spirito Santo e la Chiesa | 737ss |
Le caratteristiche del Popolo di Dio | 782 |
La Chiesa è una, santa, cattolica e apostolica | 811 |
La missione - un'esigenza della cattolicità della Chiesa | 849 |
L'ufficio di insegnare | 890 |
La loro partecipazione all'ufficio regale di Cristo | 913 |
Tradizioni liturgiche e cattolicità della Chiesa | 1201 |
Perché il nome di sacramento dell'Ordine? | 1538 |
La comunità politica e la Chiesa | 2246 |
Venga il tuo Regno | 2818 |
« ad Gentes » | |
I sacramenti della fede | 1122 |
I Sacramenti del servizio della comunione | 1533 |
L'ordinazione dei presbiteri - cooperatori dei vescovi | 1565 |
Vita morale e testimonianza missionaria | 2044 |
La dottrina sociale della Chiesa | 2419 |
Di Cristo, dello Spirito | |
« Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo » | 237 |
Il Padre e il Figlio rivelati dallo Spirito | 244 |
La caduta degli angeli | 394 |
Gesù | 430ss |
Concepito per opera dello Spirito Santo | 485 |
La maternità verginale di Maria nel disegno di Dio | 502 |
Il battesimo di Gesù | 536 |
Tutta la vita di Cristo è offerta al Padre | 606 |
Cristo regna già attraverso la Chiesa | 669 |
La missione congiunta del Figlio e dello Spirito | 689ss |
La comunione dello Spirito Santo | 1108 |
Gesù prega | 2600 |
… della Chiesa Comp. 144; 150; 173; 193; 201; 250 | |
… dello Spirito Santo Comp. 5; 9; 144 | |
… del Figlio di Dio, di Cristo Comp. 9; 144 | |
… degli Apostoli Comp. 175; 176; 322 | |
… del Papa Comp. 182 | |
… degli ordinati Comp. 181; 321 | |
… degli sposati Comp. 321 | |
Rinnovamento Catechesi |
|
… di Cristo | |
La catechesi sul peccato, alla luce della vocazione soprannaturale dell'uomo | 93 |
Che cosa attingere dalla Scrittura | 108 |
Il popolo profetico | 182 |
… della Chiesa e dei Pastori | |
Il popolo di Dio nel mondo | 1 |
cresce nella pazienza e nella speranza | 2 |
La Chiesa è missionaria | 8 |
Il triplice ministero della Chiesa | 9 |
Le forme della predicazione pubblica | 22 |
L'appartenenza a Cristo nella Chiesa | 43 |
La compaginazione gerarchica e sacramentale del popolo di Dio | 87 |
Riconoscere le finalità proprie delle diverse istituzioni | 144 |
I sacerdoti e i diaconi | 193 |
I religiosi e le religiose | 194 |
… profetica | |
Il ministero della parola | 10 |
La Chiesa è discepola e testimone di tutta la parola di Dio | 14 |
La pedagogia di Dio | 15 |
La missione profetica della Chiesa | 19 |
La fede dipende dall'ascolto | 20 |
… del catechista | |
La mentalità del cristiano | 38 |
La docilità allo Spirito Santo | 40 |
La partecipazione alle celebrazioni liturgiche | 45 |
La preparazione dei catechisti | 189 |
Tra i laici cristiani | 196 |
Il mandato | 197 |
Compendio della dottrina sociale |
|
Dottrina sociale. Chiesa e missione |
3; 7; 64; 65; 67 |
Unione del Figlio col Padre e missione | 29 |
Amore trinitario e missione di Gesù | 30 |
Missione della Chiesa e Regno di Cristo | 49 |
Missione della Chiesa e finalità escatologica | 51 |
Comunità ecclesiali, luoghi di missione | 52 |
Ordine della missione della Chiesa | 68 |
Missione della Chiesa e dottrina sociale | 69; 82 |
Dottrina sociale e missione del cristiano | 83 |
Gaudium et spes e missione della Chiesa | 96 |
Unidualità come dono e missione | 147 |
Diritti e missione religiosa della Chiesa | 159 |
Famiglie, missione e Vangelo della vita |
231 |
Missione educativa della famiglia | 238 |
Gesù e sua missione come un operare | 259 |
Chiesa, missione e riconoscimento giuridico | 426 |
Chiesa, modalità giuridiche e missione | 444 |
Santa Sede e missione spirituale del Papato | 445 |
Gesù e missione di pace dei cristiani | 491 |
Pace di Gesù e missione dei discepoli | 492 |
Violenza e missione della Chiesa | 496 |
Forze armate e missioni umanitarie | 502 |
Pace e missione della Chiesa | 516 |
Dottrina sociale e dinamismo missionario | 523 |
Società, cultura e missione della Chiesa | 524 |
Missione e impegno dei cristiani |
538 |
Dottrina sociale, presbiteri e missione | 539 |
Laici e missione di Gesù | 541 |
Laici e missione della Chiesa | 549 |
Associazioni di categoria e missione | 550 |
Missione della Chiesa e senso dell'esistenza | 576 |
Summa Teologica |
|
… delle Persone divine | I, q. 43 |
… degli angeli | I, q. 112 |