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… eterna

Il greco conosce due parole per esprimere il concetto di « vita », quella di « bios » ( vita in quanto substrato di materia organizzata e pulsante ) e « zoé » ( vita intesa piuttosto come « esistenza di un essere vivente » ).

Entrambe le realtà sono per la Bibbia dono di Dio, create da lui, cosa preziosa che appartiene a lui solo e che a nessuno è lecito sprecare o rovinare.

Dio stesso è chiamato « Dio vivente » ( Dt 5,26 ), mentre il titolo di « autore della vita » viene dato a Gesù ( At 3,15; Gv 1,4; Gv 14,6 ) come colui che mette in atto il progetto creatore e salvatore del Padre sorgente della vita.

Egli ha la vita eterna, e la dona a chi crede in lui ( Gv 3,15; Gv 6,47; Gv 6,53.58.63.68 ).

L'aggettivo « eterna » denota una qualità propriamente divina per la quale tale vita è al di là di ciò che è fragile e sottoposto al tempo, ossia di durata misurabile.

Tale vita eterna è già nei credenti, con la fede, il Battesimo, l'inabitazione dello Spirito; essa però si compirà nella risurrezione ( Gv 6,39-40.54; Gv 11,25-26; anche Mt 7,14; Mt 18,8; Mt 19,16 ).

Il concetto di eternità è spesso reso in linguaggio liturgico con la formula « secoli dei secoli », ossia una dimensione propriamente divina.

Per le Scritture, Dio è il "Signore amante della vita" ( Sap 11,26 ), o addirittura il segreto stesso della vita: "E lui la tua vita e la tua longevità", ricorda Deuteronomio 30,20.

Il rapporto con Dio è il centro della comprensione della vita: frutto della sua azione creatrice, la vita è mantenuta aperta a un futuro di speranza proprio dalla fedeltà divina.

La concezione biblica della vita

Legata a un'iniziativa divina, la vita non o riducibile al solo dato biologico.

Essa e anzitutto benedizione ( Gen 1,28 ), e cioè frutto dell'azione permanente attraverso cui Dio sostiene l'esistere del mondo e ne guida il divenire: la benedizione colma di beni la realtà e permette di leggere i frutti della vita come doni divini.

Ne consegue che la vita non è mai totalmente ed esclusivamente in mano dell'uomo, non è mai del tutto in suo possesso ( Mt 6,27 ): l'uomo non può essere padrone di ciò che ha solo ricevuto.

Da qui la sterilità e l'inutilità della fatica di chi vuoi fare tutto da solo: "Se il Signore non custodisce la città, invano veglia il custode.

Invano vi alzate di buon mattino, tardi andate a riposare e mangiate pane di sudore" ( Sal 127,1-2 ).

Nella logica biblica la vita è anche promessa: non è cioè dipendente solo dalle opere umane, ma anche, e anzitutto, dalla fedeltà e dall'amore di Dio.

La promessa è l'atto con cui il Signore vincola resistente al futuro che verrà: la promessa rende inaccettabile la rassegnazione al presente, anzi lo carica di tensioni e lo mette in cammino verso un futuro che solo la fedeltà di Dio può garantire.

La fedeltà di Dio legittima il sogno di "nuovi cieli e nuova terra" ( Is 65,17-18 ), il sogno di "una dimora di Dio con gli uomini (…) dove non ci sarà più la morte, ne lutto né lamento, ne affanno, perché le cose di prima sono passate" ( Ap 21,3-4 ).

Questa concezione di fondo ridefinisce il senso e il valore della vita umana: è vocazione e compito, è risposta e impegno.

Interpellata dalla proposta divina, la vita umana è obbligata a decidersi in base a essa.

Le preoccupazioni quotidiane non sono disprezzate, ma vanno mantenute in un quadro che riconosce che "la vita vale più del cibo" ( Mt 6,25 ); in ogni caso andrà tenuto conto che "non di solo pane vivrà l'uomo ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio" ( Mt 4,4 ).

Nella visione biblica la vita, insomma, ha un'apertura trascendente espressa dalla convinzione che la vita è creata: dipende da Dio e ha riferimento a lui.

Questo contrasta con la visione naturalista e autosufficiente sviluppata da pensatori che hanno ridotto la vita a ragione, o libertà, o volontà di potenza, o storia; contrasta pure con quell'attenzione alla vita che la intende solo come movimento, come evoluzione creatrice.

L'impegno personale e sociale per la vita.

Anche se lega la vita a Dio, il rapporto con Dio non conduce a un'evasione dalle proprie responsabilità nella vita presente, ma a un impegno attento a tutti gli aspetti dell'esistere.

Su questo sfondo riconosce un posto particolare alla coscienza e alle dinamiche sociali.

La coscienza è l'ambito in cui l'esperienza vissuta si carica di intenzionalità e si misura con le questioni del senso: il credente riconosce che il senso della vita gli è anteriore, che gli è dato come una vocazione a cui liberamente consentire e attorno a cui costruirsi.

La società è il risultato dello sforzo umano di interpretare e chiarire il mondo della vita.

Attraverso la cultura e il costume, il diritto e l'economia, la società concretizza la sua capacità di manifestare o nascondere la verità della vita: responsabilità o delega, felicità o disperazione, benessere o consumismo sono solo alcune delle forme che la società ha finito per conferire alla vita.

In questo quadro diventano fondamentali tanto la volontà etica quanto la volontà politica: solo attraverso esse il Vangelo della vita può determinare correttamente il volto e il compito della società.

La coscienza etica cristiana si distacca dalla coscienza privata; mentre questa mette al centro il soggetto istituendolo come referente ultimo e unico di ogni valore, la coscienza cristiana si apre a Dio non già come a una realtà estranea che si ingerisce indebitamente, ma come al fondamento di quella verità che può essere accolta dall'uomo solo nella forma della libertà.

La libertà è la responsabilità della verità.

La volontà etica si completa in quella politica, dato che il rapporto tra verità della vita e libertà non si dà soltanto nella forma esistenziale del soggetto, ma anche in quella comunitaria della società; la volontà politica è il risultato di una volontà sociale che si confronta con i valori morali e li sente come la base di una proposta di convivenza ordinata e giusta.

In questo quadro la vita non si presenta come una somma di problemi o di questioni: espressione della dignità della persona chiamata all'Alleanza, la vita esige quella risposta umana che passa attraverso la coscienza e la libertà, ma si misura sull'ampiezza irrinunciabile della sua verità.

Questo sguardo di insieme permette di affrontare con sapiente e responsabile lucidità i mille problemi etici dal corpo alla malattia, dalla nascita alla morte, dall'ambiente alla solidarietà tra uomini.

v. Libertà; Morte; Responsabilità

… consacrata

È detta vita consacrata una vita che si fonda sulla scelta di una radicale sequela ( v. ) di Cristo, praticando, con voti o altri legami, i consigli evangelici di castità, povertà e obbedienza e vivendo forme di fraternità con altre persone che condividono la medesima vocazione.

Oggi si chiama "vita consacrata" quella che fino al concilio Vaticano II era chiamata "vita religiosa".

Il cambio di terminologia deriva dal cambio di sottolineatura: non sono più gli elementi "religiosi" visibili ( abito, casa, comunità, organizzazione ) a essere in primo luogo richiamati, bensì l'esperienza della risposta a una particolare chiamata da parte di Dio.

In questa visione il concetto di vita consacrata si estende fino a comprendere, accanto alla forma tradizionale degli istituti di "vita religiosa", anche nuove forme ( per esempio, istituti secolari, le vergini consacrate, le vedove consacrate ) che non hanno "segni pubblici" della loro "consacrazione."

Il Codice di diritto canonico riconosce a questo genere di vita una propria identità anche giuridica ( cann. 573-746 ).

Le varie forme di vita consacrata sono nate e fioriscono sotto l'impulso dello Spirito Santo: è lui che distribuisce carismi ( v. ) utili alla vita e alla missione della Chiesa.

v. Istituti religiosi e secolari; Monachesimo; Voto

… eterna

La tradizione cristiana indica con questa espressione la condizione di pace, di pienezza e di gioia di chi, terminata la vita terrena, è accolto nella comunione con Dio.

Il termine vita riassume i beni che derivano dall'essere uniti a Dio, e l'aggettivo eterna indica che si tratta di un possesso irreversibile.

Poiché non si dà unione con Dio se non in Cristo, la vita eterna consiste essenzialmente nell'essere con Gesù risorto e nel vivere nella sua condizione di risorto: e dunque nel condividere con lui le ricchezze più intime e profonde di Dio e nel realizzare l'unità più intensa e armoniosa con ogni altro uomo e il cosmo.

Partecipando all'amore di Dio per gli uomini, i salvati sono coinvolti con Dio nelle vicende della vita terrena.

Per questo, pur nella pace finalmente realizzata, i santi del cielo prendono attivamente parte a quanto succede nella vita di questo mondo.

E gli uomini di questo mondo sanno, in forza della conoscenza derivante dalla fede, di essere accompagnati e sorretti dalla loro partecipe presenza, alla quale si aprono mediante la preghiera.

v. Paradiso

Io sono la via, la verità e la vita: Gesù è la via, in quanto rivela il Padre ( Gv 12,45; Gv 14,9 ), ci fa conoscere la via ( At 9,2+ ) verso il Padre: è lui stesso l'unico accesso al Padre ( Gv 1,18; Gv 14,4-7 ); viene dal Padre e va al Padre ( Gv 7,29.33; Gv 13,3; Gv 16,28 ) e tuttavia è tutt'uno con lui ( Gv 10,30; Gv 12,45; Gv 14,9; Gv 17,22 ).

È la verità ( Gv 8,32+ ), la vita ( Gv 3,15+ ).

L'autore della vita: il termine greco può essere tradotto anche con « principe della vita », ossia il capo che guida i suoi alla vita che gli appartiene.

La sequenza della messa di pasqua ha ricalcato questa espressione: Dux vitae mortuus regnat vivus.

A Mosè è riconosciuto ( At 7,27.35 ) lo stesso titolo di « capo », come a figura del Cristo ( At 5,31+; Eb 2,10 ).

… eterna

Di Dio: con B, D; BJ sceglie la variante: « del Signore ».

Vita eterna: v 46, cioè la vita del mondo futuro ( At 3,15+ ); ci arriveranno solo coloro i cui nomi « sono scritti nel cielo » ( Lc 10,20 ), nel « libro della vita » ( Fil 4,3; Ap 20,12+ ).

« Destinati alla vita del mondo futuro » è una espressione corrente presso i rabbini.

Nell'insegnamento cristiano questa destinazione alla gloria implica prima la fede nel Cristo ( Gv 10,26+; Rm 8,28-30; At 2,39 ).

Sono proprio esse che mi rendono testimonianza: Gesù è il centro delle Scritture e il fine cui tendono ( Gv 1,45; Gv 2,22; Gv 5,39.46; Gv 12,16.41; Gv 19,28.36; Gv 20,9 ).

Albero della …

L'albero della vita viene da una tradizione parallela a quella dell'albero della conoscenza.

L'uomo è mortale per natura ( Gen 3,19 ), ma aspira all'immortalità che gli sarà finalmente accordata.

il paradiso perduto per la colpa dell'uomo è parallelo all'immagine del paradiso ritrovato per la grazia di Dio.

Parola di …

I nostri padri: Mosè adempiva il compito di intermediario fra l'« angelo » e il popolo.

Nei testi antichi « l'angelo di Jahvè » è Jahvè stesso, che si manifesta ( Gen 16,7+; Mt 1,20+ ), nei tempi più recenti, la trascendenza divina è stata messa in risalto distinguendo fra Jahvè e il suo angelo.

Così Mosè non avrebbe avuto rapporti immediati con Dio, ma con uno o più angeli.

Tracce di questa concezione appaiono in Gal 3,19; Eb 2,2.

Dio principe di …

La « vita » implica prosperità, pace e felicità ( Sal 133,3 ).

L'espressione « sorgente della vita » designa nei Proverbi la saggezza ( Pr 13,14; Pr 16,22; Pr 18,4 ) e il timore di Dio ( Sal 19,10 ).

Il passo è applicato al Cristo, vita e luce degli uomini.

Dio vivente: affermare che Dio è vivente costituisce una delle caratteristiche principali della fede nel vero Dio ( Dt 6,4+ ), perché implica il rigetto di tutti i falsi dèi, che sono senza vita come le loro immagini ( Gs 3,10; 1 Sam 17,26.36; Is 37,4; Ger 10,8-10; Os 2,1; Sal 84,3; Mt 16,16; Mt 26,23; Rm 9,26; 1 Ts 1,9; 1 Tm 3,15 ).

Vivere per Dio

In Cristo Gesù: textus receptus e volg. leggono: « Cristo Gesù nostro Signore » Rm 14,7s; 1 Cor 3,23+; 2 Cor 5,15; Gal 2,20; 1 Pt 2,24

Schedario biblico

Magistero

Conservate la fede dei vostri vecchi e dei vostri morti; conservate la fede di questa terra benedetta che si chiama Italia; conservate la fede per i vostri figli, per il vostro avvenire, per il vostro lavoro; e sappiate che non c'è affatto incompatibilità tra la fede cristiana e la vita moderna.

Ecco uno dei canoni fondamentali della vita cristiana: essa deve essere vissuta in funzione del suo destino escatologico, futuro ed eterno.

Qualche altro bisogno per la vita interiore della Chiesa dobbiamo noi avvertire?

Di questo ha bisogno la Chiesa: di capire sempre meglio ch'essa è amata; è sotto il cono di luce e di fuoco d'un Amore infinitamente personale ed effusivo.

La vita dell'uomo è sacra! e questo dogma umano e cristiano deve essere riaffermato con forza e con gioia nei cuori della nuova generazione.

Non posso però fare a meno di ribadire la severa condanna, radicata nella stessa legge naturale, di ogni diretto attentato alla vita dell'innocente: l'essere umano che si sviluppa nel seno materno è l'innocente per antonomasia.

Uno Stato che riconosca come suo primario dovere la difesa dei diritti fondamentali della persona umana, specialmente di quella più debole.

E chi è più debole della persona concepita e non ancora nata?

La Chiesa ha il compito storico di aiutare l'uomo contemporaneo a ricuperare il senso del vivere e del morire, che in molti casi sembra oggi sfuggirgli.

La Chiesa non solo intende riaffermare il diritto alla vita, la cui violazione offende insieme la persona umana e Dio Creatore e Padre, fonte amorosa di ogni vita, ma intende altresì porsi con dedizione sempre maggiore al servizio concreto della difesa e della promozione di tale diritto.

Enciclica Giovanni Paolo II - Evangelium vitae - 25-3-1995

Partendo invece dall'amore profondo per ogni persona, è possibile mettere in atto forme efficaci di servizio alla vita: a quella nascente come a quella segnata dalla marginalità o dalla sofferenza, specialmente nella sua fase terminale.

La vita, che è opera di Dio, non va negata ad alcuno, neppure al più piccolo e indifeso nascituro, tanto meno quando presenta gravi disabilità.

"Vita eterna" non è solo la vita dell'aldilà, ma è la vita piena, compiuta, senza limiti.

Affidarsi al Signore.

Lui ci darà la forza, Lui ci dà la salvezza, Lui ci accompagna nel cammino.

Concilio Ecumenico Vaticano II

Catechismo della Chiesa Cattolica

Compendio della dottrina sociale

Gesù Cristo, Via, Verità e Vita

Gesù e dono della Sua vita

Cristo, Padre e Regno di vita

Vita cristiana e comunismo ateo

Vita dell'uomo sacra e inviolabile

Vita inferiore e particella della natura

Vita comunitaria e sociale e uomo

Vita comunitaria e democrazia

Famiglia, primi anni di vita e valori morali

Matrimonio, comunione coniugale di vita

Trasmissione della vita e persone dello stesso sesso

Amore coniugale e accoglienza della vita

Vita di ogni bambino e donatori della vita

La vita è dono di Dio

Paternità responsabile e accoglienza della vita

Famiglia e vita economica

Membri dei corpi sociali intermedi e vita

Organizzazioni sindacali e vita sociale

Consumismo e stili di vita

Valore della comunità e vita quotidiana

Organismi internazionali e vita sociale

Pace e pienezza della vita

Formazione dei laici e vita civile

Cultura e qualità della vita

Discernimento, poveri e sacralità della vita

Testimonianza cristiana e sacrificio della vita

Uomo e significato della sua vita

Società più umana e amore nella vita umana

Summa Teologica

… contemplativa e attiva