Grazia/e
v. Eucaristìa È un soccorso gratuito e soprannaturale datoci da Dio perché riusciamo ad assecondarne la chiamata a diventare suoi figli e partecipi della vita eterna. Si suddivide in due aspetti principali: 1) santificante, che ci viene conferita col battesimo e perdura stabile, finché non viene interrotta dal peccato grave: è lo stato di amicizia con Dio, finalizzato ad un'elevazione sempre più perfetta; 2) attuale, che è costituita da singoli interventi di Dio: stimola l'anima, la sostiene, l'avvia al bene, l'aiuta a compierlo efficacemente. Ogni sacramento infonde una grazia speciale connessa con il suo fine particolare, come ad ogni stato di vita viene in soccorso un aiuto specifico perché ciascuno possa adempiere rettamente i doveri e le incombenze che gli competono. La grazia, assolutamente necessaria per raggiungere il bene soprannaturale, interviene anche per quello naturale, che pure è alla portata della ragione, a causa dell'indebolimento umano causato dal peccato originale. Errò Pelagio, che dichiarò l'uomo capace di raggiungere da solo i valori soprannaturali ( eccesso di ottimismo ), ed errò Luterò, che proclamò l'uomo di per sé incapace di compiere il bene anche naturale ( eccesso di pessimismo). La grazia è l'amorevole assistenza di Dio che ci incoraggia nelle nostre incertezze, ci sostiene nelle nostre deficienze, ci richiama nelle nostre mancanze, ci rinvigorisce nel nostro impegno: è la sua paterna perenne collaborazione. |
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Nella teologia cristiana, la grazia è l'azione libera e gratuita con cui Dio in Cristo chiama l'uomo alla comunione con sé. Il termine corrispondente al latino gratia è il greco chàris, che traduce abitualmente i termini ebraici chen e chesed. Essi indicano non tanto un singolo gesto di benevolenza, quanto l'atteggiamento di fondo da cui questi gesti scaturiscono. La fede biblica presenta Dio come "il Signore, Dio misericordioso e pietoso, lento all'ira e ricco di grazia e di fedeltà, che conserva il suo favore per mille generazioni, che perdona la colpa, la trasgressione e il peccato" ( Es 34,6 s. ). Questa presentazione parla di Dio come di colui che si china sull'uomo con amore e benevolenza. Questa vicinanza amorosa da una parte ricorda che Dio non rimane semplicemente misterioso e incomprensibile, ma cerca la comunione con l'uomo, e dall'altra ribadisce che in questa comunicazione non solo Dio non è sottomesso all'uomo, ma, nella sua libera e sorprendente iniziativa, ne è il Salvatore. La nozione di grazia indica Dio nel suo comunicarsi, nel suo libero donarsi. La grazia non è una realtà intermedia tra Dio e l'uomo, ma è Dio stesso nel suo libero autocomunicarsi. Dio è un Dio di grazia che trova in se stesso le ragioni della sua misericordia e che, di conseguenza, si mostra benigno e favorevole verso l'uomo. A tal punto l'agire benigno e misericordioso qualifica l'agire di Dio da poter concludere che la benignità è il modo proprio di essere di Dio: la sua stessa potenza è potenza di amore. La rivelazione di Dio come Dio di graziaUna tradizione non ancora del tutto sopita tende a contrapporre giudaismo e cristianesimo, Legge e amore: il Dio dell'Antico Testamento sarebbe il Dio della Legge, conoscibile solo come giudice distante e severo, mentre il Dio di Gesù sarebbe il Padre, il Dio dell'amore, il Dio che abolisce ogni distanza e si fa prossimo a ogni persona. Questa presentazione dell'Antico Testamento non corrisponde alla realtà delle Scritture. Nella storia di IsraeleNella storia di Israele, infatti, Dio si svela nell'iniziativa di liberazione e di alleanza, cioè in una storia nella quale Dio libera il suo popolo dalla schiavitù e lo educa progressivamente a riconoscere la sua vera identità e ad affidarsi a lui. Così, a poco a poco, Israele impara a parlare del suo Dio come di un Dio alleato e salvatore, padre e madre, creatore e sposo. L'agire di Dio è come raccolto attorno all'amore: "Ti ho amato di amore eterno, per questo ti conservo ancora benevolenza" ( Ger 31,3 ). Questo amore divino è assolutamente libero - "farò grazia a chi vorrò far grazia e avrò misericordia di chi vorrò aver misericordia" ( Es 33,19 ) - e, soprattutto, non risponde a una logica di scambio, ma a una gratuita iniziativa di Dio: "il Signore si è legato a voi e vi ha scelti perché vi ama" ( Dt 7,7-8 ). Questo dialogo di amore tra Dio e il popolo raggiunge livelli di tenerezza appassionata: "Non temere, perché io ti ho riscattato, ti ho chiamato per nome: tu mi appartieni. Se dovrai attraversare le acque, sarò con tè, i fiumi non ti sommergeranno; se dovrai passare in mezzo al fuoco non ti scotterai, la fiamma non ti potrà bruciare; perché io sono il Signore tuo Dio (…); tu sei prezioso ai miei occhi, perché sei degno di stima e io ti amo" ( Is 43,2-4 ). Due termini in particolare descrivono il modo di agire e di essere di Dio: Dio è bontà e fedeltà, grazia e verità: "I sentieri del Signore sono verità e grazia", ribadirà il Salmo 25,10. Nel Nuovo TestamentoI Nuovo Testamento riassume tutta l'economia della grazia nel Signore Gesù: con Cristo, infatti, "non siamo più sotto la legge ma sotto la grazia" ( Rm 6,15 ), dato che la grazia di Dio vi è stata data in Cristo Gesù ( 1 Cor 1,4 ). Del resto nella Lettera a Tito ( Tt 2,11-13 ) Paolo lega la grazia alla totalità dell'opera di Gesù: da una parte all'incarnazione ( "è apparsa la grazia di Dio, apportatrice di salvezza per tutti gli uomini" ) e dall'altra al suo glorioso ritorno: "all'attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo". Il risultato è che "la grazia di Dio e il dono concesso in grazia di un solo uomo, Gesù Cristo, si sono riversati in abbondanza su tutti gli uomini" ( Rm 5,15 ). La grazia è il contenuto del Vangelo: è l'annuncio che il mondo nuovo, il mondo del Regno e della riconciliazione, il mondo delle beatitudini e delle parabole, è ormai arrivato. Si tratta di vivere come Gesù, di vivere da figli del Padre e non da servi delle cose: il comandamento dell'amore introduce a quella condivisione dell'agire misericordioso di Dio che, nel Vangelo di Luca ( Lc 6,36 ), è la sintesi di ogni etica: "Siate misericordiosi come è misericordioso il Padre vostro". Ciò che importa sottolineare è che la grazia di cui parla Gesù non soffre limite alcuno: è per tutti. Così come a tutti è offerto il Vangelo, così il Regno di Dio è offerto a tutti e solo alla fine si separerà il buon grano dalla zizzania ( Mt 13,30.40-43 ). Questo dono di grazia, questa vita filiale, è variamente presentata negli scritti della prima comunità cristiana. I testi più antichi legano la vita filiale al dono dello Spirito Santo ( At 2,33; Gal 4,4-6; Rm 8,14-16 ): la potenza dello Spirito è una potenza cristologica che ci rende "conformi all'immagine del Figlio suo, perché egli sia il primogenito tra molti fratelli" ( Rm 8,29 ), che ci fa "diventare simili a lui" ( 1 Gv 3,2 ). E lo Spirito, infatti, a introdurci nei segreti, nelle profondità dell'agire di Dio ( 1 Cor 2,10-16 ). Paolo lega la grazia tanto all'azione giustificante con cui Gesù ci libera dai nostri peccati ( Rm 3,23-24 ), quanto alla nozione di nuova creatura: "Se uno è in Cristo, è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate, ecco ne sono nate di nuove" ( 2 Cor 5,17 ). La vita di grazia, cioè, è realmente alternativa alla vita naturale: è una cosa nuova, una nuova creazione. Gli stessi concetti Giovanni li esprime attraverso l'immagine di una nuova nascita ( Gv 3,3-6; 1 Gv 4,7 ): questa indica davvero una realtà ( 1 Gv 3,1 ), anche se non una realtà fisica. La grazia incide sullo statuto esistenziale della persona, rinnovandola profondamente: "chiunque è nato da Dio non commette peccato perché un germe divino dimora in lui" ( 1 Gv 3,9 ). La grazia si connette quindi alla storia del rapporto che il Dio di Gesù ha voluto stabilire con l'umanità: nel suo Regno e nel suo Spirito siamo incamminati verso una comunione di vita con Dio e verso la nostra gloriosa condizione finale. La grazia è, quindi, una realtà trinitaria, pasquale ed escatologica che incide profondamente nella nostra vita, indicata ormai come vita da figli di Dio: senza mai diventare una qualità umana, ci trasforma e ci sostiene in vista della definitiva comunione con il Padre. |
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La riflessione teologicaLa grazia consiste nella relazione salvifica e vitale tra Dio e l'uomo; ovviamente il modo di pensare Dio, l'uomo o i loro rapporti ha condizionato nella storia della riflessione teologica cristiana il modo di pensare la grazia. Il mondo greco costruì il suo discorso attorno alla nozione di immagine di Dio: per lo stoicismo e per il neoplatonismo, infatti, la nozione di immagine descrive in qualche modo i rapporti tra il creatore e il mondo creato, in particolare il mondo umano e intelligente. I Padri della ChiesaI Padri della Chiesa esclusero le tesi dello gnosticismo, cioè qualsiasi parentela tra Dio e l'uomo, nella cui anima sarebbe misteriosamente presente una particella divina. Non più intesa come parte costitutiva della natura umana, la nozione di immagine servì a chiarire il dono di Dio, vuoi come restaurazione della dignità persa con il peccato, vuoi come possibilità di conformazione a Dio. La tesi della théosis, o deificazione ( v. ), indicò la singolare condizione di un'anima resa partecipe della vita filiale del Verbo. Educata dallo Spirito di Cristo, l'anima umana è qui introdotta nella comunione con Dio. Sant'AgostinoUna concezione del tutto diversa ritroviamo in s. Agostino d'Ippona, almeno nell'Agostino che si trova a dover contrastare l'antropologia pelagiana, che mirava a ridestare le energie morali della persona, facendo ottimisticamente leva sulla sua responsabilità di fronte a ogni atto libero e sulla capacità dell'uomo di essere il solo artefice della propria salvezza. Agostino, per contro, aveva una viva coscienza della debolezza, della peccaminosità umana dopo Adamo; del resto la sua visione neoplatonica non gli avrebbe permesso di pensare alcuna capacità di bene se non come partecipazione, donata, al Bene sommo. Agostino quindi presentò la grazia come aiuto necessario e indispensabile per la libertà umana: senza la grazia l'uomo è inevitabilmente peccatore. Il concilio di Cartagine del 418 condannò le tesi pelagiane e definì tanto la necessità quanto la gratuità della grazia. Dopo la separazione della cristianità tra Occidente e Oriente, la concezione occidentale della grazia rimase fissata nei termini del pensiero agostiniano. La teologia della grazia nel medioevoL'epoca medievale elaborò la teologia della grazia in termini più metafisici: l'aiuto all'uomo peccatore va inteso non solo come aiuto ad agire bene ma, soprattutto, come sostegno all'essere della persona stessa. Utilizzando l'antropologia aristotelica, la teologia medievale fece corrispondere alla natura la soprannatura, alle facoltà umane le facoltà soprannaturali o virtù teologali, agli atti umani gli atti di fede, speranza e carità. I teologi descrissero la grazia come una modificazione soprannaturale permanente e stabile ( habitus, da cui grazia abituale o santificante ) indotta nell'anima dalla presenza delle persone divine: in forza di essa la persona intelligente e libera ha Dio come suo unico fine e la visione beatifica come la sua vera meta. Pur nei limiti di tale concezione, bisogna concedere che questa visione della grazia è preziosa: non si esaurisce nell'aiutare la libertà, ma la costituisce nella sua più vera essenza. Dalla Riforma all'epoca contemporaneaIl profondo cambiamento nella maniera di concepire la persona umana che si ebbe, a partire dal nominalismo, nel sec. XIV, non mancò di incidere fortemente sulla teologia della grazia. Se Lutero insistette sul carattere cristologico e donato della grazia, che è frutto della iustitia Ghristi ( giustizia di Cristo ), il concilio di Trento rimase sostanzialmente legato alle tesi della scolastica medievale: con la nozione di giustizia inerente intese sostenere che è proprio l'azione divina a operare in noi e a salvarci. Fu la teologia postridentina, con F. Suàrez e Tommaso de Vio detto Gaetano, a modificare profondamente la concezione della teologia, introducendo il tema della doppia finalità, naturale e soprannaturale, dell'uomo: là dove la persona è concretamente pensabile sulla sola base naturale, la grazia non può che essere vista come un di più, come un dato accidentale e superfluo. La grazia è un'aggiunta a una persona già potenzialmente completa. Contro questa teologia ha reagito nel '900 la cosiddetta théologie nouvelle ( nuova teologia ). Il merito di H. de Lubac, esponente di punta della théologie nouvelle, è di aver chiarito che la grazia è gratuita, ma non per questo superflua: la grazia va vista come la realizzazione eccedente e donata della personalità umana, nel senso che il dono interpreta e realizza in profondità la persona. La teologia della grazia del nostro tempo è profondamente segnata dagli apporti biblici e dagli orizzonti ecumenici. Il risultato è innanzitutto una forte considerazione unitaria e personale della grazia: la grazia è Dio stesso, è il dono dello Spirito per il quale l'amore divino dimora in noi trinitariamente. È ciò che si chiama anche grazia increata. Così intesa, la grazia è una relazione con le persone divine in forza della quale l'uomo è cambiato e introdotto in una vita nuova: è figlio, è colui nel quale le persone divine dimorano o inabitano, è persona riconciliata e perdonata, è santificato. È "l'uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e nella santità vera" ( Ef 4,24 ). A tutto questo va aggiunta una riscoperta della dimensione sociale e messianica della grazia: la comunione con l'amore divino rende la libertà umana lo spazio della riconciliazione e della solidarietà, superando decisamente ogni intimismo e ogni individualismo. Non si può vivere pacificamente come salvati in un mondo non redento: la grazia è quindi necessariamente impegno per il rinnovamento della storia; è dono di una speranza ed energia per realizzarla. |
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Il termine latino « gratia » traduce quello greco di « charis ». In teologia, questi due termini indicano il favore assolutamente gratuito, personale e misericordioso di Dio che si china sull'uomo; nello stesso tempo, col nome di « grazia » vengono indicati anche gli effetti di questa azione favorevole di Dio nell'uomo, al quale Egli si comunica personalmente. « Grazia » è dunque insieme « premura » e « dono » fatto da Dio all'uomo peccatore, per giustificarlo e santificarlo ( Divinizzazione; Giustificazione ). |
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Concessione particolare a favore di persone fisiche o giuridiche, oppure provvedimento con cui l'autorità condona o commuta una pena inflitta al reo con sentenza irrevocabile. |
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Schedario biblico |
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Maria, piena di grazia | C 78 |
Grazia | E 17 |
Dio buono ( A.T. ) | A 15 |
Dio misericordioso ( A ) | A 18 |
Unzione di Cristo | B 77 |
Sposa di Cristo | C 32 |
Carismi | C 49 |
Alleanza | E 1 |
Abitazione dello Spirito | E 22 |
Magistero |
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Il che vuol dire che noi disponiamo d'una gratuita ed infusa sorgente di energia spirituale e morale, dalla quale possiamo sempre attingere, volendo, quanto basta per agire e vivere cristianamente. |
Catechesi Paolo VI 14-4-1971 |
È infatti da ricordare che la nostra vera, vitale, indispensabile comunicazione con Dio non è soltanto quella naturale, raggiunta con i nostri tentativi razionali o sentimentali, ma è quella stabilita da Gesù Cristo, quella appunto dell'ordine soprannaturale, quello della grazia. |
Catechesi Paolo VI 28-2-1973 |
È così preannunciata la necessità d'una vita nuova, derivante da un principio diverso, estrinseco, superiore e infuso nella nostra esistenza naturale per renderla idonea a partecipare, in data forma e misura, niente meno che alla vita divina. |
Catechesi Paolo VI 29-5-1974 |
La necessità della grazia suppone un bisogno imprescindibile da parte dell'uomo; il bisogno che il prodigio della Pentecoste abbia a continuare nella storia della Chiesa e del mondo |
Catechesi Paolo VI 16-10-1974 |
La Grazia è Dio quale "Padre nostro". È il Figlio di Dio quale Figlio della Vergine. È lo Spirito Santo, operante nel cuore dell'uomo con la ricchezza infinita dei suoi doni. |
Messaggio Giovanni Paolo II 25-12-1985 |
Ma tutto passa attraverso il cuore umano: se io mi lascio raggiungere dalla grazia di Cristo risorto, se le permetto di cambiarmi in quel mio aspetto che non è buono, che può far male a me e agli altri, io permetto alla vittoria di Cristo di affermarsi nella mia vita, di allargare la sua azione benefica. |
Angelus Francesco 1-4-2013 |
Concilio Ecumenico Vaticano II |
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Fonte ne è la croce di Cristo | Nostra aetate 4 |
specialmente l'Eucaristia e la Liturgia | Sacrosanctum concilium 10 |
Sacrosanctum concilium 11 | |
grazia della salvezza e mistero di Cristo nella Liturgia | Sacrosanctum concilium 102 |
Cristo, il cui regno è regno di … | Lumen gentium 36 |
diffonde la … mediante la Chiesa | Lumen gentium 8 |
che esplica la sua missione sotto l'influsso della … | Lumen gentium 9 |
Ad gentes 5 | |
e la diffonde a tutte le genti | Gaudium et spes 89 |
La … è conferita | Sacrosanctum concilium 59 |
e alimentata dai sacramenti | Christus Dominus 15 |
Il battesimo dà la … di figli di Dio | Lumen gentium 11 |
Per al fede è necessaria la … che previene e soccorre | Dei verbum 5 |
e dispone a riconoscere Cristo | Gaudium et spes 57 |
… e itinerario della conversione | Ad gentes 13 |
… e giustificazione | Lumen gentium 40 |
la … salva tutti | Gaudium et spes 38 |
Aiuta a compiere la volontà di Dio | Lumen gentium 42 |
è necessaria per vincere gli incitamenti al peccato | Gaudium et spes 25 |
Rende pienamente effettiva la libertà dell'uomo | Gaudium et spes 17 |
fa gli uomini nuovi | Gaudium et spes 30 |
eleva l'amore umano | Gaudium et spes 49 |
La … di figli di Dio è comune a tutto il Popolo di Dio | Lumen gentium 32 |
Presbyterorum ordinis 6 | |
la sua diversità raccoglie i figli di Dio in un sol corpo | Lumen gentium 32 |
… e libertà dei figli di Dio | Dignitatis humanae 15 |
La … dei Vescovi | Lumen gentium 21 |
Lumen gentium 41 | |
La … dei sacerdoti | Lumen gentium 41 |
Presbyterorum ordinis 12 | |
ministri della … | Presbyterorum ordinis 18 |
La … dei diaconi | Lumen gentium 29 |
Ad gentes 16 | |
… del celibato e della verginità | Lumen gentium 42 |
Lumen gentium 43 | |
Perfectae caritatis 12 | |
Optatam totius 10 | |
La vita religiosa approdo ultimo della … battesimale | Lumen gentium 44 |
… dei missionari | Ad gentes 24 |
Nei fedeli, i frutti della … manifestano la santità della Chiesa | Lumen gentium 39 |
la loro attività è elevata dalla … | Lumen gentium 36 |
la … della parola ai laici | Lumen gentium 35 |
L'apostolato dei laici dispone alla … | Apostolicam actuositatem 13 |
I coniugi sono fortificati dalla … | Gaudium et spes 49 |
e si sostengono in essa vicendevolmente | Lumen gentium 41 |
La … e la sua vita si trova anche nei fratelli separati | Unitatis reditegratio 3 |
gli sforzi per l'unità dei cristiani, che è una … | Unitatis reditegratio 4 |
sono impulso della … | Unitatis reditegratio 4 |
La … lavora invisibilmente in tutti gli uomini di buona volontà | Gaudium et spes 22 |
Ad gentes 9 | |
e in coloro che senza colpa ignorano Cristo | Lumen gentium 16 |
… speciali per il Popolo di Dio | Lumen gentium 12 |
v. Carismi; Spirito Santo doni | |
Catechismo della Chiesa Cattolica |
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Dono | |
La vita della fede | 16 |
Le vie che portano alla conoscenza di Dio | 35 |
Fin dal principio, Dio si fa conoscere | 54 |
In sintesi | 265 |
277 | |
La Provvidenza e lo scandalo del male | 312 |
« A immagine di Dio » | 357 |
Conseguenze del peccato di Adamo per l'umanità | 405 |
La Chiesa - sacramento universale di salvezza | 774 |
La Chiesa - Tempio dello Spirito Santo | 797 |
La beatitudine cristiana | 1722 |
Le virtù e la grazia | 1810 |
La gravità del peccato: peccato mortale e veniale | 1861 |
La salvezza di Dio: la legge e la grazia | 1949 |
Giorno di grazia e di cessazione dal lavoro | 2185 |
I desideri dello Spirito | 2541 |
L'orazione | 2713 |
Originale | |
L'uomo nel Paradiso | 375ss |
Il primo peccato dell'uomo | 399 |
« Tu non l'hai abbandonato in potere della morte » | 412 |
Di Maria | |
L'Immacolata Concezione | 490ss |
« Gioisci, piena di grazia » | 721ss |
anche nella sua Assunzione | 966 |
E libertà | |
« Gesù consegnato secondo il disegno prestabilito di Dio » | 600 |
Per giudicare i vivi e i morti | 678 |
Il giudizio particolare | 1021 |
Il Padre, Sorgente e Fine della Liturgia | 1081 |
E giustificazione | |
Senso e portata salvifica della Risurrezione | 654 |
In sintesi | 987 |
« Una nuova creatura » | 1266 |
La giustificazione | 1987ss |
E ministeri | |
Perché il ministero ecclesiale? | 875 |
L'ufficio di santificare | 893 |
La loro partecipazione all'ufficio profetico di Cristo | 904 |
La loro partecipazione all'ufficio regale di Cristo | 910 |
Cristo glorificato | 1084 |
I sacramenti della Chiesa | 1121ss |
Il Giorno del Signore | 1167 |
La grazia del Battesimo | 1262 |
Gli effetti della Confermazione | 1303 |
L'ordinazione episcopale - pienezza del sacramento dell'Ordine | 1558 |
La grazia del sacramento del Matrimonio | 1641 |
I tratti caratteristici dei sacramentali | 1670 |
E fede | |
Dio rivela il suo « disegno di benevolenza » | 53 |
« Dio di misericordia e di pietà » | 210 |
La Provvidenza e le cause seconde | 308 |
La Buona Novella: Dio ha mandato il suo Figlio | 424 |
Le apparizioni del Risorto | 644 |
Comp. 72; 73; 75; 131; 186; 195; 206; 222; 229; 259; 262; 263; 266; 267; 269; 271; 291; 292; 297; 300; 310; 341; 357; 359; 362; 366; 378; 404; 419; 420; 422-425; 429 | |
v. Vita divina | |
… sacramentale Comp. 230-231; 318; 319; 346; 424 | |
… abituale, santificante; deificante Comp. 423 | |
… attuale Comp. 424 | |
Rinnovamento catechesi |
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Tutta la Chiesa è responsabile della parola di Dio | 12 |
La liturgia della parola | 28 |
La predicazione è evento salvifico | 35 |
La mentalità del cristiano | 38 |
La ratifica personale | 41 |
Educare la virtù della fede | 52 |
dando cosi una prima risposta ai loro problemi | 61 |
La dimensione comunitaria, storico-escatologica, sacramentale | 78 |
La compaginazione gerarchica e sacramentale del popolo di Dio | 87 |
Il carattere missionario del popolo di Dio | 88 |
La Madonna è la "piena di grazia" e il modello della Chiesa | 90 |
La catechesi parla di un "uomo nuovo" | 91 |
La creazione dell'uomo libero, come appello alla sua glorificazione in Cristo | 92 |
La catechesi sul peccato, alla luce della vocazione soprannaturale dell'uomo | 93 |
La vita morale è un "sì" alla legge dello Spirito, nella fedeltà ai comandamenti di Dio | 94 |
La Rivelazione trasmessa nella Chiesa della parola viva della Tradizione | 104 |
Tutti i battezzati hanno bisogno di una catechesi adeguata | 123 |
La catechesi va da persona a persona | 131 |
Mediatori tra Dio e gli uomini | 133 |
La famiglia | 151 |
Necessità del coordinamento | 158 |
Originalità del metodo catechistico | 161 |
La socializzazione | 171 |
Il popolo profetico | 182 |
Umiltà e fiducia | 185 |
I religiosi e le religiose | 194 |
I genitori e i padrini | 195 |
Codice Diritto Canonico |
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diniego e concessione da parte di autorità diverse | 64 |
65 | |
prova in foro esterno della … ottenuta a voce | 74 |
v. Rescritti | |
Summa Teologica |
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Necessità | I-II, q. 109 |
Essenza | I-II, q. 110 |
Divisione | I-II, q. 111 |
Causa | I-II, q. 112 |
Effetti | I-II, q. 113-114 |
… del primo uomo | I, q. 95-96 |
… di Cristo | III, q. 7 |
… di Cristo Capo della Chiesa | III, q. 8 |
Sacramentale | III, q. 62, a. 2 |
… gratuite |
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Profezia | II-II, q. 171 |
Rapimento | II-II, q. 175 |
Dono delle lingue | II-II, q. 176 |
Dono del discorso | II-II, q. 177 |
Dono dei miracoli | II-II, q. 178 |