Figlio/i
… dell'uomoEspressione ebraica che significa "essere umano", usata come semplice sinonimo di uomo o, in Ezechiele, per sottolineare la debolezza dell'uomo di fronte a Dio; nei testi di Ezechiele e Daniele designa anche un personaggio destinato a una missione importante; specie in Daniele 7,13-14 essa indica una figura messianica che annienterà i regni che opprimono Israele e affiderà il potere al "popolo dei santi dell'Altissimo". Nei Vangeli l'espressione Figlio dell'uomo designa Gesù e ricorre sovente; la comunità primitiva la trasmette quando ricorda le parole di Gesù sulla sua missione e sull'avvenire della sua opera, specialmente negli annunci della passione ( Mc 8,31; Mc 9,31; Mc 10,33-34 ). Con essa esprime il senso del mistero che circonda la persona e la missione di Gesù, l'unicità della sua persona e anche la sua solidarietà con i suoi fratelli uomini. Il destino del Figlio dell'uomo coinvolge anche quello di tutta l'umanità, secondo la parabola del giudizio finale di Matteo 25,31-46. |
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… di DioIl titolo Figlio di Dio, o Figlio dell'Altissimo o del Benedetto nella tradizione biblico-giudaica ha una molteplicità di valenze. Si riferisce anzitutto al popolo di Dio: "Israele è il mio figlio primogenito" ( Es 4,22 ), "Dall'Egitto ho chiamato mio figlio" ( Os 11,1 ). Questo è un dato costante di tutta la tradizione biblico giudaica ( Dt 32,6.18; Dt 14,1; Is 43,6 ). Inoltre il titolo è attribuito agli angeli, secondo la rappresentazione della corte celeste ( Sal 89,6-7; Sal 29,1; ma anche Gen 6,2 ). Ancora il titolo è trasferito al giusto ( perseguitato ): egli è chiamato "figlio dell'Altissimo" ( Sir 4,10 ). Per questo del giusto perseguitato si dice in Sapienza 2,18: "Se il giusto è il figlio di Dio egli l'assisterà". Infine è soprattutto la figura del Messia della stirpe di Davide che assume un rapporto filiale con Dio, sullo sfondo dell'ideologia regale: "Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato" ( Sal 2,7; anche Sal 89,27-28 e Sal 110,1-3 ): come nel momento dell'intronizzazione regale il figlio partecipa dei diritti paterni, così il Messia partecipa della missione salvifica di JHWII. Gesù parla di se stesso come "il Figlio", in tre casi; in Marco 12,1-12 ( la parabola dei vignaioli perfidi ) e Mc 13,32 ( "Quanto poi a quel giorno o a quell'ora, nessuno li conosce, neanche gli angeli nel ciclo, e neppure il Figlio, ma solo il Padre" ) e in Matteo 11,27 ( "Tutto mi è stato dato dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare" ). I Vangeli chiamano Gesù frequentemente con l'appellativo di Figlio di Dio. Ricorre 13 volte in Matteo, 6 volte in Marco, 8 volte in Luca, 33 volte in Giovanni. In s. Paolo il titolo di "Figlio di Dio" ricorre 17 volte. La comunità primitiva ha potuto esprimere la sua cristologia anche attraverso il titolo di "Figlio" perché, a partire dall'evento della risurrezione di Gesù, ha intravisto nel mistero della sua persona una continuità e insieme la piena rivelazione della funzione salvifica del Figlio di Dio così come era concepita dall'Antico Testamento. L'antichissima confessione di fede riportata da Paolo nell'introduzione ( Rm 1,3-4 ) alla Lettera ai Romani ( "riguardo al Figlio suo, nato dalla stirpe di Davide secondo la carne, costituito Figlio di Dio con potenza secondo lo Spirito di santificazione mediante la risurrezione dai morti, Gesù Cristo, nostro Signore" ) costituisce un ponte fra cosa pensava Gesù di se stesso e le prime formule in cui si è espressa la fede nel Risorto. La prima comunità mista di giudei e di pagani ha potuto vedervi il punto di confluenza di quattro clementi risalenti alla coscienza di Gesù stesso. L'elemento essenziale che rivela la consapevolezza di Gesù nel comprendersi come il Figlio è il modo con cui Gesù ha invocato Dio come Padre nella preghiera e nella predicazione. Il tema della paternità di Dio è al centro dell'annuncio di Gesù, del suo agire e del suo parlare, in cui si esprime non solo il modo del tutto speciale con cui Gesù ha percepito il rapporto con il Dio dei padri, ma anche il fatto che egli era implicato in modo singolarissimo nella missione affidatagli ( parabola dei vignaioli perfidi, dove si distinguono i "servi" e il "Figlio" nel perseguire la stessa missione; cfr. anche la diversità di conoscenza tra il Figlio e il Padre in Mc 13,32 ). Ma è soprattutto il testo sulla rivelazione del Padre mediante il Figlio ( Mt 11,27 ) che apre uno squarcio sul mistero della coscienza di Gesù che rivela il Padre ( v. ). Il secondo elemento della cristologia del "Figlio" è l'attribuzione messianica fatta a Gesù. Nella risurrezione Gesù venne visto come il Figlio intronizzato nel potere salvifico di Dio, non solo sulla comunità, ma su tutta la creazione ( 1 Cor 8,6 ). I salmi 2 e 110 sono stati il luogo di questa rilettura. Il terzo elemento è la possibilità di interpretare, alla luce della risurrezione, l'espressione "Figlio dell'uomo", con cui frequentemente Gesù designa se stesso, come una conferma della sua missione salvifica e del fatto che egli è il Messia, il Figlio di Dio: infatti il Figlio dell'uomo è elevato al di sopra di tutti i figli di Dio. Infine, il processo che è approdato a identificare l'impiego di Figlio di Dio come il titolo essenziale ( con quello di "Signore" ) per esprimere la dignità di Gesù si trova l'orse nella sua capacità di tradurre l'ebraico "servo" ( 'ebed ) di Dio con il greco pàis theóu ( servo di Dio ) e di intenderlo appunto nel senso di "figlio" ( hyiós ). In questo modo la cristologia della comunità primitiva ( "Signore", "Cristo", "Figlio di Dio" ) mostra la sua continuità, sia con la comprensione del Gesù terreno, sia con le più antiche identificazioni di Gesù da parte dei discepoli. L'evento della risurrezione rende manifesta l'identità tra la missione di Gesù e la sua persona; il titolo "Figlio di Dio" la suggella. v. Cristologia; Gesù il Cristo; Padre; Spirito Santo; Trinità |
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… d'AbramoNonostante la professione disprezzata che esercita. Nessuna condizione è incompatibile con la « salvezza » ( Lc 3,12-14 ). Era la qualità di « figli di Abramo » che conferiva ai giudei tutti i loro privilegi ( Lc 3,8; Rm 4,11s; Gal 3,7s ). |
Lc 19,9 |
… di DavideLa profezia di Natan è costruita su una opposizione: non è Davide che farà una casa ( un tempio ) a Jahvè ( v 5 ); è Jahvè invece che farà una casa ( una dinastia ) a Davide ( v 11 ). La promessa concerne essenzialmente la permanenza della dinastia davidica sul trono d'Israele ( vv 12-16 ). Così essa è compresa da Davide ( vv 19.25.27.29 ; 2 Sam 23,5; Sal 132,11-12 ): è il testo della alleanza di Jahvè con Davide e la sua dinastia. L'oracolo oltrepassa dunque la persona del primo successore di Davide, Salomone, al quale è applicato dal v 13 e da 1 Cr 17,11-14; 1 Cr 22,10; 1 Cr 28,6; 1 Re 5,19; 1 Re 8,16-19 ). Il chiaroscuro della profezia lascia intravedere un discendente nel quale Dio si compiacerà. È il primo anello delle profezie sul Messia, figlio di Davide ( Is 7,14+; Mi 4,14+; Ag 2,23+ ), At 2,30 applicherà il testo a Cristo. |
2 Sam 7,1 |
Figlio di Davide: titolo messianico ( 2 Sam 7,1+; Lc 1,32; At 2,30; Rm 1,3 ), comunemente accolto dal giudaismo ( Mc 12,35; Gv 7,42 ) e di cui Mt ha particolarmente sottolineato l'applicazione a Gesù ( Mt 1,1; Mt 12,23; Mt 15,22; Mt 20,30p; Mt 21,9.15 ). Tuttavia Gesù l'ha accettato solo con riserva, perché implicava una concezione troppo umana del Messia ( Mt 22,41-46; Mc 1,34+ ), e gli ha preferito il titolo misterioso di Figlio dell'uomo ( Mt 8,20+ ). |
Mt 9,27 |
I cristiani … d'Abramo Quel sigillo: la stessa parola sfragis servì ben presto a designare per analogia il battesimo cristiano sacramento della fede ( 2 Cor 1,22; Ef 1,13; Ef 4,30; Gv 6,27+; Ap 7,2-8; Ap 9,4 ). |
Rm 4,11 |
Gesù … d'Abramo La genealogia di Mt, pur mettendo in rilievo influenze straniere da parte delle donne ( vv 3.5.6 ), si restringe all'ascendenza israelitica del Cristo e mira a ricollegarlo ai principali depositari delle promesse messianiche, Abramo e Davide, e ai discendenti regali di quest'ultimo ( 2 Sam 7,1+; Is 7,14+ ). La genealogia di Lc, più universalistica, risale ad Adamo, capo di tutta l'umanità. Da Davide a Giuseppe, le due liste hanno in comune solo due nomi. Questa divergenza si può spiegare, sia con il fatto che Mt ha preferito la successione dinastica alla discendenza naturale, sia con l'equivalenza posta tra la discendenza legale ( legge del levirato, Dt 25,5+ ) e la discendenza naturale. Il carattere sistematico della genealogia è d'altronde sottolineata in Mt, con la ripartizione degli antenati di Gesù in tre seria di 7 + 7 generazioni ( Mt 6,9+ ); ciò obbliga a omettere tre re fra Ioram e Ozia, e a contare Ieconia ( vv 11-12 ) per due ( dato che lo stesso nome greco può tradurre i due nomi ebraici affini di Ioiakim e Ioiachin ). Le due liste terminano con Giuseppe che è soltanto il padre legale di Gesù: sta il fatto che agli occhi degli antichi la paternità legale ( per adozione, levirato, ecc ) bastava a conferire tutti i diritti ereditari: in questo caso, quelli della stirpe davidica. Ciò non esclude che Maria stessa sia appartenuta a questa stirpe, sebbene gli evangelisti non lo dicano. |
Mt 1,1 |
… dell'orgoglioLe « fiere superbe », alla lettera: « figli dell'orgoglio » ( Gb 28,8 ): le belve sono il prototipo di tutti i potenti di questo mondo, che solo Dio tiene in potere ( Gb 40,7-14 ). |
Gb 41,26 |
… dell'OrienteGioco di parole tra qen, nido, e qyn, Qajìn ( Caino ), restituito per regioni ritmiche. I keniti sono nomadi ( 1 Cr 2,55 dove sono fratelli dei rekabiti ), in stretta relazione con Madian ( Nm 10,29 e Gdc 1,16 ). Respinti dagli idumei ( il Beor del v 22 sembra essere quello di Gen 36,22 ), essi si insediano nel paese degli amaleciti ( Gdc 1,16; 1 Sam 15,4-6; 1 Sam 27,10 e 1 Sam 30,29 ). Si incontreranno perfino nella pianura di Esdrelon ( Gdc 1,11.17; Gdc 5,24 ). Qajin ( Caino ) dev'essere accostato a Kenar, nome del padre di Otniel, egli stesso fratello ( o nipote? ) del « Caleb il kenizzita », altrove messo sullo stesso piano della tribù di Giuda ( Nm 32,12; Gs 15,17; Gdc 1,13; Gdc 3,9-11; 1 Cr 4,13 ). In Gen 15,19 i kenizziti sono nominati tra i keniti e i kadmoniti ( i « figli dell'Oriente » di Gen 29,1; Gdc 6,3 ); e, in Gen 36,11.42, Kenaz è il nipote di Esaù e fratellastro di Amalek, indicazione che esprime una relazione geografica anziché etnografica. |
Nm 24,21 |
… dell'uomoL'aramaico bar nasha', come l'ebraico ben 'adam, equivale in primo luogo a « uomo » ( Sal 8,5 ). È così che in Ez Dio chiama il profeta. Ma l'espressione ha qui un senso particolare, eminente, per cui designa un uomo che supera misteriosamente la condizione umana. Senso personale, così come fanno fede gli antichi testi giudei apocrifi, ispirati al nostro passo: Enoch e 4 Esdra, come anche l'interpretazione rabbinica più costante, e soprattutto l'uso che ne fa Gesù applicandolo a se stesso ( Mt 8,20+ ). Ma anche senso collettivo, fondato sul v 18 ( e il v 22 ) dove il Figlio dell'uomo si identifica in qualche modo con i santi dell'Altissimo; ma il senso collettivo ( ugualmente messianico ) prolunga il senso personale, essendo il Figlio dell'uomo, nello stesso tempo, il capo, il rappresentante e il modello del popolo dei santi. È così che sant'Efrem pensava che la profezia avesse di mira dapprima i giudei ( i Maccabei ), poi, attraverso loro e in maniera perfetta, Gesù. |
Dn 7,13 |
Figlio dell'uomo: questo titolo appare solo nei vangeli ( Gv 3,14+; eccetto At 7,56; Ap 1,13; Ap 14,14 ); Gesù stesso se l'è certamente dato e con predilezione, ora per descrivere le sue umiliazioni ( Mt 8,20; Mt 11,19; Mt 20,28 ), soprattutto quelle della passione ( Mt 17,22 ), ora per annunziare il suo trionfo escatologico della resurrezione ( Mt 17,9 ), del ritorno glorioso ( Mt 24,30 ) e del giudizio ( Mt 25,31 ). Questo titolo infatti, di sapore aramaico e che in origine significa « uomo » ( Ez 2,1+ ), per l'originalità della locuzione attirava l'attenzione sull'umiltà della sua condizione umana; ma nello stesso tempo, applicato da Dn 7,13+ e in seguito dall'apocalittica giudaica ( Enoch ) al personaggio trascendente, d'origine celeste, che riceve da Dio il regno escatologico, esso suggeriva, in maniera misteriosa ma sufficientemente chiara ( Mc 1,34+; Mt 13,13+ ), il vero carattere del suo messianismo. La dichiarazione esplicita, pronunciata davanti al sinedrio ( Mt 26,64+ ), doveva d'altronde dissipare ogni equivoco. |
Mt 8,20-24.30 |
Bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo: il Figlio dell'uomo ( Dn 7,13+; Mt 8,20+; Mt 12,32; Mt 24,30 ) deve essere « innalzato », messo sulla croce e nello stesso tempo introdotto di nuovo nella gloria del Padre ( Gv 1,51; Gv 8,28; Gv 12,32-34+; Gv 13,31-32 ). Per essere salvati, bisognerà « guardare » il Cristo « innalzato » sulla croce ( Nm 21,8; Zc 12,10+; Gv 19,37+ ), cioè credere che egli è il Figlio unico ( Gv 3,18; Zc 12,10 ). Allora si sarà purificati dall'acqua del suo costato trafitto ( Gv 19,34; Zc 13,1 ). Il titolo « Figlio dell'uomo » denota in Gv una chiara insistenza sull'umanità di Gesù, sebbene sia fortemente sottolineata anche la sua origine divina ( Gv 3,13; Gv 6,62 ) che motiva gli atti in cui si anticipano le sue prerogative escatologiche ( Gv 5,26-29; Gv 6,27-53; Gv 9,35 ). |
Gv 3,14 |
… d'uomoL'espressione figlio dell'uomo, applicata da Dio al suo profeta, è tipica di Ezechiele ( salvo Dn 8,17 ). Essa sottolinea la distanza tra Dio e l'uomo. La medesima espressione in Dn 7,13, diventerà un titolo messianico ripreso da Gesù ( Mt 8,20+ ). |
Ez 2,1 |
… di DioIo gli sarò padre ed egli mi sarà figlio: è una formula di adozione, come in Sal 2,7; Sal 110,3 (LXX), ma è anche la prima espressione del messianismo regale: ogni re della dinastia davidica sarà un'immagine ( imperfetta, la fine del v e Sal 89,31-34 ) del re ideale dell'avvenire; 1 Cr 17,13 applicandolo al Messia ha soppresso la seconda parte del v. |
2 Sam 7,14 |
Figlio di Dio: il titolo biblico di « Figlio di Dio » non esprime necessariamente una filiazione naturale; per sé potrebbe comportare semplicemente una filiazione adottiva, risultante da una scelta divina che stabilisca tra Dio e la sua creatura relazioni di una intimità particolare. Così questo titolo è attribuito agli angeli ( Gb 1,6+ ), al popolo eletto ( Es 4,22; Sap 18,13 ), agli israeliti ( Dt 14,1; Os 2,1; Mt 5,9.45 ) e ai loro capi ( Sal 82,6 ). Quando è detto del Re - Messia ( 1 Cr 17,13; Sal 2,7; Sal 89,27 ) non esige dunque di per sé che questi sia più che umano; e non è richiesto supporre di più nel pensiero di Satana ( Mt 4,3.6 ), degli indemoniati ( Mc 3,11; Mc 5,7; Lc 4,41 ) e a fortiori del centurione ( Mc 15,39 ; Lc 23,47 ). Anche al battesimo ( Mt 3,17 ) e alla trasfigurazione ( Mt 17,5 ) tale parola non implicherebbe da sola più che un favore speciale accordato al Messia - servo; neppure la domanda del sommo sacerdote ( Mt 26,63 ) superava forse questo significato messianico. Ma il titolo di « Figlio di Dio » resta d'altronde aperto al valore più alto di una filiazione propriamente detta, e Gesù l'ha chiaramente suggerito, designandosi come « il Figlio » ( Mt 21,37 ), superiore agli angeli ( Mt 24,36 ), avente Dio per « Padre » in una maniera tutta speciale ( Gv 20,17 e « Padre mio », Mt 7,21 ), perché egli ha con lui relazioni uniche di conoscenza e di amore ( Mt 11,27 ). Queste dichiarazioni, appoggiate da altre sul rango divino del Messia ( Mt 22,42-46 ) e sull'origine celeste del « Figlio dell'uomo » ( Mt 8,20+ ), confermate infine dal trionfo della resurrezione, hanno dato all'espressione « Figlio di Dio » il senso propriamente divino che si ritroverà, per esempio, in san Paolo ( Rm 9,5+ ). Se i discepoli non ne hanno preso chiaramente coscienza mentre era vivo Gesù ( Mt 14,33; Mt 16,16, aggiungendo questa espressione al testo più primitivo di Mc, riflettono forse una fede più evoluta ), la fede che essi hanno definitivamente acquisiti dopo pasqua, con l'aiuto dello Spirito Santo, non si appoggia meno realmente sulle parole storiche del Maestro, che ha espresso, per quanto lo potevano comprendere i suoi contemporanei, la sua coscienza di essere il figlio del Padre in senso proprio. |
Mt 4,3 |
Attorno a questo titolo di « Figlio di Dio » ( v 36; Gv 5,25; Gv 11,4.27; Gv 20,17.31 ), sta ora per essere giocata la sorte di Gesù ( Gv 19,7; Mt 4,3+ ). |
Gv 10,34 |
Il Cristo …Il Figlio unigenito: con volg. e molte altre testimonianze; B, S e molti padri leggono: « un Dio Figlio unico », Gesù è il Figlio unico ( Gv 1,14.18; Gv 3,16-18 ), amato dal Padre ( Gv 15,9; Gv 17,23 ), in intimità perfettamente reciproca con lui ( Gv 10,30-38+; Gv 14,10-11; Gv 17,21 ), nella conoscenza e nell'amore ( Gv 5,20.30; Gv 10,15; Gv 14,31; Mt 11,27p ). |
Gv 1,18 |
Risurrezione dei morti: Paolo attribuisce sempre la resurrezione del Cristo all'azione di Dio ( 1 Ts 1,10; 1 Cor 6,14; 1 Cor 15,15; 2 Cor 4,14; Gal 1,1; Rm 4,24; Rm 10,9; At 2,24+; 1 Pt 1,21 ) che ha manifestato in essa la sua « potenza » ( 2 Cor 13,4; Rm 6,4; Fil 3,10; Col 2,12; Ef 1,19s; Eb 7,16 ). Dallo Spirito Santo il Cristo è stato ricondotto alla vita ( Rm 8,11 ) e collocato nello stato glorioso di « Kyrios » ( Fil 2,9-11+; At 2,36+; Rm 14, 9 ), per cui merita a un titolo nuovo, messianico, il nome eterno di « Figlio di Dio » ( At 13,33; Eb 1,1-5; Eb 5,5; Rm 8,11+; Rm 9,5+ ). |
Rm 1,4 |
Per Paolo Gesù è essenzialmente il « Figlio di Dio » ( Rm 1,3s.9; Rm 5,10; Rm 8,29; 1 Cor 1,9; 1 Cor 15,28; 2 Cor 1,19; Gal 1,16; Gal 2,20; Gal 4,4.6; Ef 4,13; 1 Ts 1,10; Eb 4,14 ), il suo « proprio Figlio » ( Rm 8,3.32 ), il « Figlio del suo amore » ( Col 1,13 ), che appartiene di diritto al mondo divino da dove è venuto ( 1 Cor 15,47 ), inviato da Dio ( Rm 8,3; Gal 4,4 ). Se egli ha preso il titolo di « Figlio di Dio » in modo nuovo con la resurrezione ( Rm 1,4+; Eb 1,5; Eb 5,5 ), non l'ha però ricevuto in quel momento, perché è preesistente, in un modo non solo scritturistico ( 1 Cor 10,4 ) ma ontologico ( Fil 2,6; 2 Cor 8,9 ). |
Rm 9,5 |
Israele …Come in Dt 14,2, abbiamo qui l'affermazione dell'elezione di Israele. Dio è andato a « cercarsi un popolo » con mezzi miracolosi ( Dt 4,34; Dt 4,20; Dt 26,7-8 ). I motivi di tale scelta vengono indicati qui, nei vv 7-8: l'amore e la fedeltà alle promesse fatte gratuitamente ai padri ( Dt 4,37; Dt 8,18; Dt 9,5; Dt 10,15 ). Questa scelta è suggellata dall'alleanza ( v 9 e Dt 26,19 ). Una simile teologia dell'elezione, che si trova espressa così fortemente nel Dt, pervade tutto l'A. T., dove Israele è un popolo di Dio ( Gdc 5,13 ), a lui consacrato ( Es 19,6+ ), che è entrato nella sua alleanza ( Es 19,1+ ), suo figlio ( Dt 1,31+ ), la nazione dell'Emmanuele, « Dio con noi » ( Is 8,8-10 ). Tale elezione fa di Israele un popolo separato, ma i profeti annunziano il riconoscimento di Jahvè da parte di tutte le nazioni e l'universalismo della salvezza ( Is 49,6; Is 45,14+; Zc 14,16 ). È l'era messianica aperta dalla venuta di Gesù. |
Dt 7,6 |
Angeli …Secondo il numero degli Israeliti: con il Tm, volg.; BJ con i LXX traduce: « secondo il numero dei figli di Dio ». I « figli di Dio » ( o « di dèi » ) sono gli angeli ( Gb 1,16+ ), membri della corte celeste ( v 43, Sal 29,1; Sal 82,1; Sal 89,7; Tb 5,4+ ); qui gli angeli custodi delle nazioni ( Dt 10,13+ ). Jahvè però si è riservato personalmente Israele, suo popolo eletto ( Dt 7,6+ ). |
Dt 32,8 |
A proposito dei figli di Dio, Gb 2,1; Gb 38,7; Gen 6,1-4; Sal 29,1; Sal 82,1; Sal 89,7. Si tratta di esseri superiori all'uomo, che formano la corte di Jahvè e il suo consiglio. Vengono identificati con gli angeli. |
Gb 1,6 |
… e figlie degli uomini Episodio difficile ( di tradizione jahvista ). L'autore sacro si riferisce a una leggenda popolare sui giganti, in ebraico Nefilim, che sarebbero titani orientali, nati dall'unione tra donne mortali ed esseri celesti. Senza pronunciarsi sul valore di questa credenza e velando il suo aspetto mitologico, richiama solo questo ricordo di una razza insolente di superuomini, come un esempio della perversità crescente che sta per motivare il diluvio. Il giudaismo posteriore e quasi tutti i primi scrittori ecclesiastici hanno visto angeli colpevoli di questi « figli di Dio ». Ma a partire dal IV secolo, i Padri, per una nozione più spirituale degli angeli hanno comunemente interpretato i « figli di Dio » come la discendenza di Set e le « figlie degli uomini » come la discendenza di Caino. |
Gen 6,1 |
Schedario biblico |
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Educazione | E 70 |
Famiglia | F 45 |
v. Adozione | |
Figlio dell'uomo | B 2 |
Cristo, figlio di Dio (A) | B 3 |
Cristo, Figlio di Dio (B) | B 4 |
Adozione, bene della Chiesa | C 53 |
Adozione | F 46 |
Dio Padre | A 3 |
Cristo, Primogenito | B 20 |
Cristo, prediletto | B 53 |
Vignaioli omicidi | B 104 |
Battesimo e fede | D 13 |
Potere del perdono | D 21 |
Magistero |
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Venire al mondo non è mai una scelta, non ci viene chiesto prima se vogliamo nascere. Ma durante la vita, possiamo maturare un atteggiamento libero nei confronti della vita stessa: possiamo accoglierla come un dono e, in un certo senso, "diventare" ciò che già siamo: diventare figli. |
Angelus Benedetto XVI 8-1-2012 |
Infatti « l'ultimo scalino di questa scala » verso la guarigione porta la raccomandazione: « Pregate per quelli che vi perseguitano ». La risposta la dà Gesù proprio nel brano evangelico: per essere « figli del Padre vostro che è nei cieli ». Se così « fa il Padre », così siamo chiamati a fare per essere « figli ». Questa « guarigione del cuore », cioè, « ci porta a diventare più figli ». |
Meditazione Francesco 14-6-2016 |
Concilio Ecumenico Vaticano II |
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Figli | |
Loro numero | Gaudium et spes 50 |
Gaudium et spes 51 | |
v. Regolazione delle nascite | |
Loro formazione | Gaudium et spes 61 |
Doveri verso i genitori | Gaudium et spes 48 |
v. Genitori | |
Di Dio: | |
Gli uomini predestinati ad essere … adottivi di Dio in Cristo | Lumen gentium 3 |
Dignitatis Humanae 10 | |
col Battesimo v.; chiamati a partecipare alla comunione e felicità con Dio | Gaudium et spes 21 |
Loro dignità e libertà | Lumen gentium 9 |
Lumen gentium 36 | |
Lumen gentium 37 | |
Dignitatis Humanae 10 | |
… di Dio dispersi radunati da Dio | Lumen gentium 13 |
in un solo Corpo | Lumen gentium 32 |
Il bene dei … di Dio scopo del sacerdote | Lumen gentium 28 |
v. Dio padre | |
Catechismo della Chiesa Cattolica |
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La vita dell'uomo - conoscere e amare Dio | 1 |
La Sacra Scrittura nella vita della Chiesa | 131 |
Dio è Amore | 219 |
Il Padre rivelato dal Figlio | 239 |
Figlio Unigenito di Dio | 441 |
Il Mistero del Natale | 526 |
La missione congiunta del Figlio e dello Spirito | 690 |
Lo Spirito Santo - il Dono di Dio | 736 |
Lo Spirito Santo prepara ad accogliere Cristo | 1097 |
Parole e azioni | 1153 |
Liturgia e culture | 1204 |
La mistagogia della celebrazione | 1243ss |
Il ministro della Confermazione | 1314 |
I Sacramenti di guarigione | 1420 |
Gli effetti di questo sacramento | 1468 |
Nella comunione dei santi | 1474 |
Le esequie cristiane | 1680 |
La celebrazione delle esequie | 1689 |
La vita di Cristo | 1692ss |
Le virtù teologali | 1813 |
La carità | 1828 |
La grazia | 1996 |
Il nome cristiano | 2157 |
La preghiera come Comunione | 2565 |
La preghiera di lode | 2639 |
Perché lamentarci di non essere esauditi? | 2736 |
Figlio dell'uomo | |
Dio rivela il suo « disegno di benevolenza » | 53 |
« Dio di misericordia e di pietà » | 211 |
Cristo « con tutti i suoi angeli » | 331 |
Cristo | 440 |
Perché il verbo si è fatto carne | 460 |
Cristo discese agli inferi | 635 |
La Risurrezione - opera della Santissima Trinità | 649 |
Senso e portata salvifica della Risurrezione | 653 |
« Gesù salì al cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente » | 661 |
La nube e la luce | 697 |
Il Giudizio finale | 1038 |
« Prendete e mangiatene tutti »: la Comunione | 1384 |
Dio solo perdona il peccato | 1441 |
Gesù insegna a pregare | 2613 |
Figlio di Dio | |
Trasmettere la fede - la catechesi | 4 |
Dio ha detto tutto nel suo Verbo | 65 |
Il Nuovo Testamento | 124ss |
Credere in Gesù Cristo, Figlio di Dio | 151 |
« Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo » | 237 |
Il creatore | 279 |
La Provvidenza e lo scandalo del male | 312 |
Cristo « con tutti i suoi angeli » | 332 |
La caduta degli angeli | 394 |
Al centro della Catechesi: Cristo | 427 |
Figlio Unigenito di Dio | 441ss |
Perché il verbo si è fatto carne | 460ss |
La verginità di Maria | 496 |
Maria « sempre Vergine » | 499 |
La nostra comunione ai Misteri di Gesù | 521ss |
La tentazione di Gesù | 540 |
I segni del Regno di Dio | 549 |
Tutta la vita di Cristo è offerta al Padre | 606 |
La morte di Cristo è il sacrificio unico e definitivo | 614 |
La Risurrezione - opera della Santissima Trinità | 648 |
Senso e portata salvifica della Risurrezione | 653 |
nell'attesa che tutto sia a lui sottomesso | 671 |
« Gioisci, piena di grazia » | 723 |
Le caratteristiche del Popolo di Dio | 782 |
Le vergini e le vedove consacrate | 923 |
La comunione della Chiesa del cielo e della terra | 959 |
La speranza dei cieli nuovi e della terra nuova | 1046 |
dalla Chiesa degli Apostoli | 1086 |
Le sacre immagini | 1159 |
Il Sacramento del Battesimo | 1213 |
Incorporati alla Chiesa, Corpo di Cristo | 1270 |
Dio solo perdona il peccato | 1441 |
Il matrimonio nel Signore | 1612 |
L'uomo immagine di Dio | 1709 |
Le beatitudini | 1716 |
I doni e i frutti dello Spirito Santo | 1831 |
Promesse e voti | 2103 |
In sintesi | 2330 |
L'attività economica e la giustizia sociale | 2427 |
La preghiera come Alleanza | 2564 |
Gesù prega | 2599 |
Figli di Dio Comp. 1; 147; 154; 258; 268; 357 | |
Figlio di Dio Comp. 1; 42; 83; 85; 90; 137 | |
v. Cristo; Gesù Cristo; Verbo | |
Figlio Comp 338; 345; 346; 456; 459; 461; 500-501 | |
v. Educazione; Famiglia; Genitori; Matrimonio | |
Codice Diritto Canonico |
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quanto al luogo d'origine | 101 |
adottati secondo la legge civile | 110 |
quanto all'annotazione del nome dei genitori e adottanti | 877 § 3 |
v. Adozione; Impedimenti | |
legittimi | 1137 |
paternità e presunzione di legittimità | 1138 |
illegittimi quanto alla legittimazione | 1139 |
legittimati quanto agli effetti canonici | 1140 |
di madre nubile quanto al cognome | 877 § 2 |
Compendio della dottrina sociale |
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Chiesa e unità nella figliolanza del Padre | 19; 39; 46 |
Dio Padre e figli di Lui nello Spirito | 31; 122 |
Unione delle Persone divine e dei figli di Dio | 34; 52 |
Dio e Provvidenza nei confronti dei figli | 35; 255 |
Salvezza di Dio e risposta dei figli | 39 |
Figli di Dio risuscitati in Cristo | 56 |
Figli della Chiesa e dottrina sociale | 84 |
Diritto ad accogliere ed educare i figli | 155 |
Famiglia e figli | 210; 212; 216; 227; 237 |
Matrimonio e figli | 218; 225 |
Divorziati risposati e figli | 226 |
Chiesa e divorziati risposati, suoi figli | 226 |
Donatori della vita e presenza del figlio | 230 |
Giudizio e numero dei figli da procreare | 234 |
Maternità, paternità e diritto al figlio | 235 |
Famiglia ed educazione dei figli | 239; 240; 242 |
Figli e virtù fondamentali | 242 |
Figli e significato della sessualità | 243 |
Azione politica ed educazione dei figli | 252 |
Lavoro, Nazione e figli o figlie | 274 |
Lavoro e processo educativo dei figli | 294 |
Signore e figli di Zebedeo | 379 |
Gesù, discepoli e fiducia dei figli | 453 |
Operatori di pace, figli di Dio | 492 |
Pace per gli uomini, figli dell'unico Dio | 536 |
Vangelo e libertà dei figli di Dio | 576 |
Fedeli laici, figli della promessa | 579 |
Summa Teologica |
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Doveri dei … v. Pietà | |
… illegittimi | Spl q. 68 |
Seconda persona della SS. Trinità | I, q. 34 |
v. Immagine; Trinità |